Provato Sunless Sea

Ritorna la Londra oscura di Failbetter Games, questa volta via mare

Provato Sunless Sea
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  • Pc
  • Creare dal nulla un mondo di gioco narrativamente coerente e con il proprio seguito di appassionati fedeli è un traguardo alle quali solo le migliori software house solitamente ambiscono: nella maggior parte dei casi, infatti, team inesperti o semplicemente non all'altezza, finiscono con focalizzarsi solamente su uno dei suddetti aspetti, con disastrose ripercussioni sulla restante parte. A sovvertire un po' le statistiche ci ha pensato, in questi anni, Failbetter Games, una piccola e silenziosa software house inglese che, a dispetto della sua recente fondazione (2009), si è fatta subito conoscere grazie al suo Echo Bazaar; recentemente riproposto nel 2012 sotto il nome di Fallen London, questo mix tra RPG, card game e browser game, è riuscito a creare un piccolo ma fedele movimento di appassionati, catturati dalla qualità della scrittura all'interno delle sue quest e da un'ambientazione decisamente riuscita.
    Attraverso una fortunata campagna Kickstarter, dallo scorso primo luglio, il seguito spirituale di quella avventura ha finalmente raggiunto Steam sotto forma di Early Access: Sunless Sea ci riporterà infatti nella Londra collassata all'interno della crosta terreste già protagonista del precedente episodio, dal quale questo 'seguito' prende le distanze grazie ad un cambio di genere a 360 gradi (o quasi).

    FIN CHE LA BARCA VA..

    Sunless Sea abbandona gli intrighi della 'vita di città' per spostarsi in mare, ed esplorare l'enorme distesa d'acqua che circonda la città conosciuta come Unterzee. La prima, principale, differenza rispetto al precedente titolo ambientato nel lore di Fallen London è la possibilità di controllare la propria nave in tempo reale durante l'esplorazione: la nostra missione cambierà in base agli incarichi e le quest di volta in volta accettate lungo i porti delle isole che incontreremo nel nostro viaggio e che rappresenteranno gli unici checkpoint disponibili. Le concessioni all''azione' vera e propria, in realtà, finiranno una volta messi al timone dell'imbarcazione, con l'ulteriore gestione di equipaggio, missioni e combattimenti totalmente affidata a menù testuali. Se per la gestione dei membri della propria ciurma tutto ciò si rivela quasi una manna in grado di aprire alla caratterizzazione delle diverse personalità a bordo, l'aspetto che da questo tipo di impostazione esce peggio è sicuramente il combattimento.

    Caratterizzata da una classica fog of war che si dipanerà al passaggio della nostra nave, la mappa di gioco mostrerà tutte le presenze nemiche nel nostro raggio visivo, con gli scontri che inizieranno una volta entrati in contatto con una di esse: iniziato il combattimento un menù con le 'abilità' in possesso della nostra nave farà la sua comparsa per essere utilizzato in una sorta di sistema a metà strada tra uno a turni e uno in tempo reale (stoppabile a piacimento 'alla Baldur's Gate'); le 'skill' a nostra disposizione si divideranno in quattro categorie principali: Attack, Illuminate, Evade e Misc. Una volta ingaggiato il nemico sarà essenziale innanzitutto illuminarne la sagoma con le apposite abilità, riempiendone un indicatore di 'luminosità' che decrescerà nel tempo, per poi concentrare attacchi e difese fino a che questo non raggiungerà lo zero, costringendoci ad utilizzare di nuovo le nostre capacità 'più brillanti'. Nonostante la necessità di pianificare con attenzione le proprie mosse in contrasto a quelle del nemico (dovuta al tempo di cooldown necessario ad utilizzare ognuna delle abilità), i combattimenti non fanno del ritmo la loro arma migliore, spesso concentrati in aree poco estese ma spezzettati dalla natura stessa del combat system. Se gli appassionati di strategia e di card game, quindi, dovrebbero trovarsi a proprio agio con un setting meno ritmato e più strategico, a tutti gli altri consigliamo la visione di qualche video gameplay prima gettarsi a capofitto nell'universo di Fallen London; in generale, sembra comunque essere quello dei giocatori meno avvezzi all'azione pura il target ideale di Sunless Sea, anche a fronte dell'altissimo numero di linee di testo grazie al quale ogni altro aspetto dell'avventura marina di Failbetter Games si dipanerà. Numerose, ad esempio, saranno le possibilità di scelta all'interno delle quest 'testuali' che ci verranno via via proposte, con il gioco impegnato a tradurre le nostre decisioni in base alle statistiche in nostro possesso e quindi in via del tutto 'nascosta' e non propriamente adatta a chi preferisce sbloccare le proprie situazioni in modo più dinamico.

    Sempre attraverso i numerosi menù andranno perennemente tenuti sotto controllo i livelli (ripristinabili attraccando presso determinati porti) di carburante, scorte alimentari e sanità mentale del proprio vascello ed equipaggio: allontanarsi dalla sicurezza dei moli per lanciarsi nell'esplorazione di un mare misterioso ed immerso nell'oscurità, consumerà infatti prezioso combustibile così come cibo necessario al sostentamento dei propri uomini che, lasciati troppo a lungo per mare in balia di mostri marini e buio fitto, inizieranno gradualmente a perdere la propria testa fino ad arrivare all'ammutinamento o ad episodi di cannibalismo. Interessante, a proposito di gestione delle proprie risorse, la scelta di dividere la moneta di scambio corrente tra Echoes (la moneta standard con la quale comprare un po' di tutto nel mondo di gioco) ed informazioni, guadagnate tramite le quest, e scambiabili con missioni speciali presso il porto principale, beni rari o ulteriori guadagni.
    Per quanto caratterizzato da un sistema di gioco non certamente digeribile a tutti, è innegabile come l'atmosfera scaturita dalle affascinanti ambientazioni (disegnate interamente a mano) e da un comparto sonoro adatto all'occasione, viaggi di pari passo con un design delle quest sempre interessante; se questo, infatti, non sembra destinato a variare molto in termini di incarichi da portare a termine, i testi descrittivi di missioni e dialoghi tengono quantomeno sempre alto il livello di una narrazione in grado di raggiungere gli standard conosciuti nella precedente produzione Failbetter Games, confermandosi come uno dei punti di forza del team di sviluppo.

    Sunless Sea Dopo un esordio estremamente 'testuale', Failbetter Games porta il caratteristico universo di Fallen London all'interno di una struttura leggermente più votata all'azione, ma senza esagerare: l'unica libertà concessa al tempo-reale è infatti riferita al sistema di navigazione della propria nave, mentre il resto della produzione farà come sempre affidamento ad una serie di schermate e menù statici attraverso i quali gestire ogni statistica ed aspetto del proprio equipaggio. Proprio per questo motivo, Sunless Sea sembra essere destinato ad un pubblico in grado di anteporre la narrazione e la gestione delle proprie risorse all'azione più pura, non necessariamente composto da giocatori entusiasti della precedente produzione Failbetter (con la quale non condivide nessun vincolo 'storico'), ma quantomeno appassionati di questo particolare genere: per tutti questi, infatti, il tempo ed il (non poco) denaro necessari a seguire lo sviluppo del nuovo titolo dell'universo di Fallen London potrebbero tradursi in una delle migliori sorprese di questa stagione.

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