Recensione Tales from the Borderlands - Episodio 1: Zer0 Sum

TellTale Games scende su Pandora

Tales from the Borderlands EP5
Recensione: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • PSVita
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Dobbiamo ammettere che avevamo qualche dubbio riguardo al buon successo di un progetto come Tales from the Borderlands. Non solo perché Telltale Games, con l'ultimo The Walking Dead e con The Wolf Among Us, non abbia proprio brillato in termini di ritmi e sceneggiatura: ma anche perché il contesto creato da Gearbox non ci sembrava proprio adatto ad ospitare una moderna avventura grafica, di quelle che smussano la componente enigmistica e puntano tutto sulla narrazione.
    La domanda, insomma, era lecita: si può raccontare una bella storia sostenuti dalla licenza di un gioco che, il plot, lo ha sempre lasciato in secondo piano?
    Ecco; il primo episodio di Tales from the Borderlands è una di quelle risposte secche e dure che ti lasciano ammutolito: ben confezionato, sceneggiato in maniera sopraffina, intriso di una comicità sempre guizzante e mai banale, questo “incipit” supera per qualità quasi tutte le altre proposte “stagionali” della software house. L'alternanza fra due protagonisti, i personaggi ben caratterizzati ed una insolita vivacità delle riuscitissime scene d'azione, ne fanno un prodotto fresco e piacevolissimo, che ribadisce ancora una volta il talento di Telltale e la qualità dell'immaginario a supporto dello Shooter-Looter targato 2K.

    Truffatori e inservienti

    Il primo episodio di Tales from the Borderlands è un concentrato di trovate narrative francamente geniali. Da una parte c'è il fatto che i protagonisti siano due, intenti a raccontare gli eventi dal proprio punto di vista: spostandosi quindi su due piani che a volte scorrono paralleli ed altre volte si intrecciano, per una progressione dannatamente dinamica. Dall'altra c'è il fatto che tutta la storia sia sia in verità un lungo flashback: i fatti vengono esposti con (poco) rigore da Rhys e Fiona, che si becchettano e si contraddicono, giocando in maniera sempre brillante con l'orizzonte d'attesa dello spettatore e divertendosi a “rileggere” le proprie gesta con ingiustificata indulgenza.
    La combinazione di questi due espedienti è davvero perfetta per costruire situazioni dalla vis comica non comune, orchestrate brillantemente.
    Pure la storia è piacevole: troviamo in primis il fedele impiegato della Hyperion che, dopo la morte di Jack il Bello, pensava di far carriera e si ritrova degradato ad inserviente, inaspettatamente affiancato da un'artista della truffa che cerca di incassare dieci milioni in cambio di una Chiave della Volta, ovviamente falsa.
    E' proprio Rhys, che ha rubato i fondi della Hyperion per ridicolizzare il suo nuovo boss, il “compratore” che Fiona vuole raggirare: a partire da questa situazione il racconto prosegue in direzioni inaspettate, alternando con discreto successo scene molto movimentate a sequenze invece più tese.

    Tutto funziona alla perfezione: le scene d'azione sono più ritmate rispetto a quelle di The Walking Dead, sebbene si appoggino sulla stessa struttura che prevede l'uso abbondante di Quick Time Event. La violenta brutalità che fa parte del DNA di Borderlands viene però sfruttata a dovere, sfociando in sequenze divertenti da guardare e da “interpretare”. D'altro canto, specialmente nei panni di Fiona, ci sono un paio di dialoghi veramente ben studiati, in cui si avverte in maniera sensibile il peso delle proprie scelte e la sceneggiatura dinamica veicola in maniera efficacissima il nervosismo della situazione.
    Tales from the Borderlands, insomma, è di fatto il più vario dei giochi Telltale, per questa sua capacità di far coesistere registri e ritmi diversissimi. La “duplicità” del titolo si mostra anche a livello visivo, dal momento che al cambio di personaggio corrisponde un netto mutamento dell'interfaccia: da una parte c'è quella iper-tecnologica di Rhys, dall'altra quella in stile “western” di Fiona. Sono le due anime che caratterizzano da sempre l'immaginario costruito da Gearbox, qui utilizzato in maniera efficace e creativa: al di là delle trovate stilistiche, Telltale Games si prende la libertà di tirare dentro alla vicenda personaggi importanti, stuzzicando quindi i fan di lungo corso.
    Aver giocato allo sparatutto pubblicato da 2K non è propedeutico per apprezzare l'esperienza con Tales from the Borderlands, giacché i protagonisti principali sono tutti nuovi e ottimamente caratterizzati: eppure chi si è fatto almeno un giro sul secondo capitolo trarrà sicuramente il massimo dal prodotto. Sappiate insomma che i riferimenti al bestiario tipico di Borderlands (fra Skag e Bullymong), l'irrispettosa esposizione di cadaveri celebri all'inizio dell'avventura, ma poi anche la comparsata di Zer0 e quella, ben più importante, di un altro personaggio alla fine della storia, presuppongono una conoscenza almeno preliminare della serie.

    Tales form the Borderlands, in ogni caso, funziona bene anche a livello visivo. Lo stile tipico delle produzioni Telltale si sposa perfettamente con il “toon shading” usato da Gearbox. Qui ci sono ancora i problemi classici dell'engine che ha animato The Wolf Among Us e The Walking Dead, fra cui annoveriamo qualche texture a risoluzione indecorosa e alcune compenetrazioni dei modelli. E' molto migliorato però il comparto animazioni e, soprattutto a livello quantitativo, Tales form the Borderlands non ha eguali fra i titoli della software house. Ci si muove dalla base spaziale di Hyperion, la Helios, alle strade polverose di Prosperity Junction, fino poi a scoprire i festival sgangherati degli Psycho. La speranza è quella che pure i prossimi capitoli dell'avventura propongano una varietà così accentuata, lontana dalla estrema povertà di location che invece abbiamo dovuto registrare giocando nei panni di Bigby Wolf. In questo senso, pare che il supporto anche economico di Gearbox abbia fatto bene. Anche alla longevità: servono quasi tre ore per completare il primo episodio, e visto il peso che le scelte “morali” hanno sullo sviluppo della trama, in molti vorranno avviare un nuovo salvataggio.

    Tales from the Borderlands Tales from the BorderlandsVersione Analizzata PCE' sempre molto difficile decidere quanta fiducia investire in un gioco ad episodi dopo aver giocato la “Season Premiere”. Ci sono tante cose che potrebbero andare storte, ed altri spunti che invece potrebbero arricchire in maniera consistente l'esperienza di gioco. L'uso degli impianti oculari di Rhys, che gli permettono di scansionare l'ambiente in cerca di indizi, o ancora il fatto che Fiona possa mettere da parte un bel gruzzolo, magari per corrompere qualche NPC o acquistare oggetti che potrebbero facilitarle la vita, sono aspetti che potrebbero influire sul gameplay, rendendolo un po' meno “passivo” del solito. Perchè in fondo, bisogna ricordarlo: se proprio non sopportate le avventure esclusivamente narrative, alla stregua di graphic novel interattive, non sarà certo Tales from the Borderlands a farvi cambiare idea: la formula brevettata da TellTale non cambia, nella sostanza. Eppure Tales from the Borderlands sembra avere una sua audacia e qualche guizzo che gli permette di superare i risultati dei suoi più celebri colleghi. Sarà la comicità sempre ben tenuta, mai triviale e scontata, che con tanta risolutezza lo allontana dal patetismo drammatico di The Walking Dead o dalle velleità investigative di The Wolf Among Us. Oppure sarà l'eccezionale dinamismo della sceneggiatura, che si muove con agilità fra dialoghi e QTE, raccontando una storia interessante con soluzioni non scontate. Fatto sta che l'incipit di Tales form the Borderlands è memorabile e divertente. Consigliatissimo ai fan della saga, lo tenga d'occhio anche chi è sempre rimasto lontano dagli sparatutto: potrebbe uscirne un grande titolo.

    8.5

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