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Recensione The Sims Medieval
I Sims con spada e scudo
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Enrico Spadavecchia
Disponibile periPhone
Pc
Sono passati ben undici anni da quando il genio di Will Wright, già creatore dei più conosciuti sandbox della serie Sim City, partorì l’idea malsana che avrebbe dato vita ad un franchise immortale: perché non creare un gioco in cui bisogna semplicemente vivere? Tre titoli e oltre venti espansioni dopo, mettiamo finalmente le mani su questo The Sims: Medieval, per scoprire che la serie, in stallo da qualche anno, è giunta inaspettatamente ad una svolta.
Una volta qui era tutta campagna
La vita di tutti i giorni resta il punto focale del gameplay, come accadeva già nei precedenti the sims, con la sola differenza che in questo caso le vite in ballo saranno quelle di impavidi eroi e ricchi monarchi di un inedito -almeno per quanto riguarda il panorama Maxis- scenario fantasy. Quello che salterà subito all’occhio, oltre all’ambientazione tutta nuova, è la scomparsa delle mille barrette dei bisogni dei sims, gingillo prediletto degli amanti della gestione compulsiva e vero incubo degli annoiati casual gamers in cerca di svago. Ciò che resta è una coppia di timidi indicatori - “fame” e “energia” - in un sistema decisamente più accessibile. Se da un lato i ‘puristi’ del genere non mancheranno di storcere il naso di fronte alla pesante revisione del sistema dei bisogni dei sims, bisogna ammettere che la semplificazione di tale aspetto concede al giocatore più tempo per compiere azioni più varie. Potremo quindi evitare di far correre i sims su e giù per le loro abitazioni, con un occhio fisso sugli indicatori, costretti a compiere sempre lo stesso ciclo di azioni.
Ogni partita è preceduta dalla scelta di un’ambizione, un obiettivo da raggiungere a lungo termine, non prima di aver portato a compimento tutti gli incarichi secondari; la struttura a quest di The Sims Medieval rappresenta quindi la vera svolta del franchise: allontanarsi dal sandbox puro si è dimostrata un’ottima scelta. La noia che, alla lunga, scaturiva dall’esperienza di gioco dei precedenti capitoli era data, fondamentalmente, dall’eccessiva libertà data al giocatore, trascurando la presenza di una vera vetta da raggiungere a fine partita. Al compimento delle ambizioni, il gioco genererà automaticamente una piccola sezione narrativa che descriverà dettagliatamente le vittorie e le sconfitte dell’eroe coinvolto; il giocatore avrà inoltre la possibilità di continuare la partita una volta conseguito l’obiettivo finale, in puro stile sandbox.
Il gameplay dell’ultima fatica Maxis risulta, nonostante le succitate limitazioni, davvero ricco: di carne al fuoco ce n’è anche per gli amanti dei gestionali, se contiamo la possibilità, seppur abbozzata, di amministrare i vari mercati, botteghe e luoghi di culto. Una volta accumulato un buon numero di punti regno -ottenibili completando le varie missioni- sarà possibile infatti sbloccare nuove aree funzionali per la riuscita dei successivi obiettivi. L’unica grave pecca della revisione del sistema di gioco è rappresentata dall’impossibilità di costruire il nostro regno da zero, sebbene il sistema di arredamento sia rimasto pressochè invariato rispetto ai precedenti titoli; il mercato, la taverna e i vari luoghi avranno infatti delle strutture fisse, non modificabili se non per quanto riguarda il mobilio e gli accessori decorativi. Per il piacere degli innumerevoli fan della serie, molti altri degli aspetti già presenti nei vecchi The Sims sono stati risparmiati dal restyling, come il marcato umorismo e le simpatiche conversazioni in simlish, oltre alle utili funzioni di base come la possibilità di accelerare il passare del tempo.
Diversamente da quanto accadeva in passato, è ora possibile prendere il controllo del solo sim-eroe col quale sceglieremo di intraprendere una missione; la scelta, che ai più sembrerà azzardata, si rivela invece come un ulteriore spunto per focalizzare il gameplay e renderlo meno dispersivo. L’eroe, che potremo creare con l’apposito editor o generare randomicamente, sarà caratterizzato da tratti di personalità definiti da due peculiarità positive e, obbligatoriamente, una negativa. La scelta delle peculiarità è da prendere con estrema cautela, giacché i bonus e i malus che ne derivano influenzeranno pesantemente le azioni svolte durante la partita, i bisogni dell’eroe e la sua concentrazione. La concentrazione è un parametro da tenere d’occhio con una certa frequenza, in quanto influenzerà l’efficienza del sim e delle sue azioni; essa può essere incrementata adempiendo ai doveri quotidiani del sim, nutrendolo con cibi più sofisticati, o curando le relazioni con gli altri abitanti della corte.
Gli eroi disponibili sono ben dieci, ognuno dotato di azioni “di classe” e determinate peculiarità che li rende unici e sempre divertenti da gestire, sebbene l’originalissima figura del monarca finirà per essere la preferita dei più. Le ambizioni selezionabili ad inizio partita sono circa una dozzina, espandibili mediante download content, e contano un numero notevole di missioni secondarie, garantendo potenzialmente un’esperienza di gioco di svariate ore. Risparmiando l’affrettato paragone con quel “My Sims” destinato ad un’audience nettamente più giovanile, The Sims Medieval mantiene per tutta la durata del gioco una difficoltà piuttosto blanda, ma, considerando che nei precedenti capitoli il fallimento in senso stretto non era in alcun modo contemplato, possiamo ritenerci soddisfatti.
La bottega dell'artigiano maxis
Graficamente The Sims Medieval non stupisce. Se non fosse per il cambio totale dell’ambientazione, ci troveremmo di fronte all’ennesima espansione di The Sims 3. Seppure il numero di dettagli sia -di poco- aumentato, non ce la sentiamo di lodare più di tanto questo aspetto; la resa grafica a dettagli massimi è pulita e gradevole e la realizzazione della vegetazione sembra aver fatto qualche passo avanti, ma niente di quello che apparirà sullo schermo farà pensare ad una produzione volta a catturare l’occhio del giocatore. Per quanto riguarda le musiche, Maxis non ha mai deluso le aspettative dei giocatori, al punto che molti ricorderanno tutt’ora gli incalzanti motivetti di piano dei primi prodotti della serie; anche stravolgendo lo stile rispetto al coloratissimo mondo di The Sims 3, le musiche restano in totale armonia con l’ambiente, senza mai cadere nel monotono, né tantomeno nel banale. I controlli restano invece fondamentalmente gli stessi rispetto ai titoli precedenti e districarsi fra i vari menu di gioco risulta abbastanza semplice, soprattutto per i vecchi fan della serie. Decisamente traumatico invece il primo impatto con la gestione della visuale di gioco, decisamente poco ottimizzata ed eccessivamente macchinosa.
Tecnicamente quindi non siamo proprio al top, ma, data la possibilità di giocare decentemente anche su macchine di fascia medio-bassa -cosa che di questi tempi è difficile aspettarsi, se non da produzioni indipendenti- non ce la sentiamo di condannare il titolo solo per il mero aspetto tecnico.
7.5
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The Sims MedievalVersione Analizzata PCSe siete fra quelli che hanno apprezzato nei vecchi The Sims la possibilità di creare da zero gli ambienti di gioco e l’aspetto prettamente gestionale della vecchia ‘simulazione di vita’, The Sims Medieval non fa per voi. Se siete fra quelli che hanno abbandonato per noia tutte le produzioni Maxis a partire da Livin’ it up, consigliamo vivamente un tentativo.