Recensione The Turing Test

Dagli autori di Pneuma arriva The Turing Test, puzzle game che potrebbe conquistare gli amanti del genere pur non essendo privo di difetti.

Recensione The Turing Test
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Stadia
  • Presentato pochi mesi fa dal publisher Square-Enix ed arrivato in gran fretta sul mercato, The Turing Test si colloca in un settore decisamente insidioso. Si tratta infatti di un puzzle game in prima persona, che deve confrontarsi giocoforza con i grandi della categoria: senza scomodare il The Witness di Jonathan Blow (un titolo sostanzialmente unico e fuori da ogni schema), The Turing Test se la vede direttamente con Portal 2 e pure con il più recente The Talos Principle, capolavoro di Croteam. Sviluppato da Bulkhead Interactive, team che qualche anno fa ha dato i natali al discreto Pneuma: Breath of Life, il gioco non si tira certo indietro, mettendo in campo enigmi stimolanti, un'ambientazione affascinante, e soprattutto un racconto capace di toccare tematiche avvincenti. Purtroppo, però, a The Turing Test manca il respiro, l'estensione e soprattutto la varietà dei suoi colleghi. Consigliatissimo agli amanti del genere, rimane quindi un po' in disparte: un titolo autosufficiente ma non certo memorabile.

    Una prova d'umanità

    Ava Turing viene svegliata dal sonno criogenico nella stazione spaziale che orbita attorno ad Europa, il glaciale satellite di Giove che ospita una base dell'International Space Agency. La accoglie la voce robotica di T.E.D., l'intelligenza artificiale che supervisiona l'intera struttura e sorveglia l'equipaggio: il contatto con il personale di terra si è interrotto da diverse ore, a seguito della scoperta di una nuova, misteriosa forma di vita. Arrivata, dopo una breve introduzione scarsamente interattiva, all'interno della base di Europa, Ava scopre che l'equipaggio ha riconfigurato tutta la struttura in modo da costruire una serie di stanze-sfida: una sequenza interminabile di Test di Turing, pensati per poter essere superati soltanto da un umano e non da una macchina senziente. Sarà proprio questa scoperta a gettare i primi dubbi nel giocatore, che inizierà a chiedersi se sia saggio "accompagnare" all'interno della struttura l'Intelligenza Artificiale che gli altri astronauti volevano tenere a debita distanza. L'intrigante sceneggiatura, meno criptica rispetto a quella di The Talos Principle ma comunque molto appassionante, finirà per ragionare di temi legati al libero arbitrio, all'opposizione tra logica e istinto, mettendo a confronto il punto di vista di un'esistenza rigorosamente "giusta" e matematica a quello di una creatura fallibile ed emotiva. L'espressivo doppiaggio in inglese (non c'è traccia dell'adattamento in italiano) rende i dialoghi molto interessanti, riuscendo ad incuriosire i giocatori più attenti e sottolineando l'acume non comune del racconto. All'ottimo plot fa da contraltare un gameplay modellato sulla base dei titoli già citati: ci si muove in prima persona cercando di interagire con i meccanismi delle stanze, tra porte automatiche, montacarichi e piastre a pressione. Ci sono grossi generatori che servono per attivare i misteriosi macchinari della stazione, e spesso e volentieri bisogna raccogliere questi blocchi, spostarli da una stanza all'altra facendoli passare in qualche fessura, oppure muoverli grazie ad enormi magneti di cui possiamo prendere il controllo. Le cose si complicano quando si comincia ad usare l'ETM, acronimo di Energy Manipulation Tool: è una sorta di pistola con cui possiamo acchiappare, anche a distanza, alcuni nuclei energetici, per poi spararli successivamente all'interno di altri attivatori. Andando avanti nell'avventura la varietà di situazioni aumenta leggermente. Procedendo all'interno della stazione si trovano nuclei che si attivano a intermittenza, raggi che possono essere interrotti come una sorta di interruttore booleano, piattaforme semoventi.

    E ancora, verso la fine, è possibile prendere il controllo di telecamere e piccole unità robotiche. L'impianto enigmistico, insomma, è solido, anche se non raggiunge mai i picchi di complessità di certe prove di The Talos Principle, né la varietà di permutazioni che ha resto immortale il secondo Portal. Tutto concentrato sulla gestione "energetica" di nuclei e generatori, The Turing Test utilizza solo marginalmente le routine fisiche, ed è un peccato, perché alcuni degli enigmi più creativi sono proprio quelli in cui bisogna smettere di pensare alle stanze come ad enormi circuiti, iniziando invece a considerare la massa degli oggetti, il loro ingombro ed il loro peso. Peccato che questo succeda soltanto in alcune aree opzionali, che ci propongono puzzle tra i più riusciti dell'intera produzione. Il team di sviluppo, insomma, avrebbe potuto allontanarsi un po' di più dal concept di base, ma soprattutto avrebbe potuto approntare un'avventura un po' più estesa.

    Chi è abituato a questo genere di prodotti, del resto, potrà portare a conclusione l'avventura di Ava in poco più di quattro ore, scontrandosi per altro con una manciata di enigmi che sembrano semplici variazioni su tema di altri già affrontati poco prima. Anche al netto di una durata non proprio esemplare e di qualche puzzle sottotono, The Turing Test resta stimolante, a tratti difficile, in alcuni casi persino brillante. Erede meno ambizioso dei videogiochi che l'hanno ispirato, rappresenta un'esperienza misurata e gradevole per gli appassionati del genere, aprendosi addirittura a chi ha trovato troppo cervellotici i titoli più volte citati. Dal punto di vista tecnico, il gioco si comporta bene, sostenuto da una discreta performance dell'Unreal Engine 4. Gli interni della stazione spaziale sono molto piacevoli da visitare, grazie alle ottime texture, alle mappe di superficie che rendono la scena più credibile, e persino agli effetti speciali che contribuiscono a costruire un'atmosfera riuscita, addensando in certi casi una coltre di nebbia gelida che si insinua negli angoli delle stanze. Perduti in un ambiente asettico, in un dedalo di corridoi metallici e porte automatiche, ci troveremo avvolti da un profondo senso di solitudine, per nulla smussato dal distacco con cui ci parlerà il nostro supervisore virtuale. Il riciclo di elementi grafici resta però evidentissimo, alle volte arrivando ad ammorbare il giocatore: nel contesto di un titolo comunque lineare ed inquadrato, il peso della scarsa varietà stilistica e architettonica si fa sentire notevolmente.

    The Turing Test The Turing TestVersione Analizzata PCPuzzle game solido ma non eccellente, The Turing Test è un titolo piacevole, sia dal punto di vista enigmistico che da quello narrativo. Per quanto stimolanti restino alcune stanze-sfida, tuttavia, arrivati alla fine dell'avventura gli enigmi veramente memorabili saranno meno di quanto non fosse lecito aspettarsi (anche per colpa della durata non troppo estesa). La narrazione, per contro, risulta l'aspetto più riuscito del prodotto, mettendoci di fronte a dialoghi ispirati ed alle disturbanti prospettive che da sempre contraddistinguono le migliori opere di science-fiction. Giocatelo se siete appassionati del genere, ma anche se volete un prodotto che vi introduca alla categoria dei First Person Puzzler: con le sue dissertazioni filosofiche ed un livello di difficoltà non proibitivo, The Turing Test potrebbe rappresentare un'ottima soglia d'ingresso in un modo sicuramente affascinante.

    7.8

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