Recensione The Wolf Among Us - A Crooked Mile

Il terzo episodio dell'adattamento videoludico di Fables non convince

Recensione The Wolf Among Us - A Crooked Mile
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  • Arriva al giro di boa The Wolf Among Us, l'avventura grafica firmata Telltale che di mese in mese si alterna con il ben più famoso adattamento videoludico di The Walking Dead. Dopo un inizio eccezionale ed un secondo episodio che ha rappresentato un passo falso, la terza “puntata” aveva l'obiettivo di riportare la serie in carreggiata, avviandola verso le fasi finali. E invece A Crooked Mile zoppica, inciampa e non convince, cadendo negli stessi errori di “Smoke and Mirrors”: da una parte una componente investigativa scialba e lineare, dall'altra un set di ambientazioni generalmente già calcate ed un cast di personaggi ormai troppo noti.
    Sembra quasi che pure questo capitolo sia stato sviluppato con l'intento di “allungare il brodo”, eliminando ogni dubbio sulla colpevolezza di Ichabod Crane (ma qualcuno li aveva davvero?) per tirare in ballo cospirazioni misteriose a cui comunque si accennava già dal primo episodio.
    Ci sono un paio di scene che tengono in piedi la vicenda, una nuova comparsa sommariamente interessante e soprattutto delle possibilità di scelta che quantomeno danno l'idea di una certa libertà interpretativa. Eppure, complessivamente, non si può non iniziare a sentirsi un po' infastiditi da una vicenda con poco mordente, e da un titolo che sembra sviluppato troppo in fretta, come se fosse un'avventura “in tono minore”.

    Rivelazioni Scontate

    La vicenda di A Crooked Mile riparte immediatamente dopo la “terribile” scoperta di Wolf, preoccupato per la sicurezza di Snow White e infuriato per il “tradimento” di Crane. In verità nel corso delle fasi iniziali il giocatore di trova quasi a lottare con i dialoghi a scelta multipla, cercando in ogni modo di non saltare a conclusioni affrettate. Nonostante il protagonista proponga a più riprese deduzioni francamente insostenibili, i più arguti avranno già capito che il pavido Ichabod non ha certo a che fare con gli efferati omicidi dei primi due episodi, e l'unica cosa di cui dovrà rispondere sarà semmai la sua monomania erotica.
    E' così che l'insipido cliffhanger di “Smoke and Mirrors” si riflette in negativo anche sull'incipit della nuova vicenda, in cui Bigby si lancia comunque alla ricerca dell'ormai destituito procuratore di Fabletown. Per cercare indizi su dove possa essere finito, al giocatore vengono proposte tre diverse location: il problema è che il tempo stringe, e ci sarà la possibilità di visitarne al massimo due. L'idea di mettere l'utente di fronte ad un bivio è sicuramente indovinata (così come lo fu nel primo episodio, Faith), ma la gestione delle fasi investigative è davvero superficiale.


    Gli indizi che ci porteranno a trovare la strega “privata” di Crane vengono dispensati in maniera quasi automatica, a volte persino gratuita, e se inizialmente si poteva sentire un po' di urgenza, ben presto si capisce che questa fase rappresenta solo “una pura formalità”. A seconda delle scelte, è vero, si finisce in un paio di ambientazioni inedite, ma sono tutte di dimensioni molto piccole e non c'è mai quello stesso fascino, misto alla meraviglia della scoperta, avvertibile la prima volta che abbiamo messo piede negli uffici del distretto. I riferimenti al mondo delle fiabe si fanno sempre più rarefatti, gli oggetti con cui interagire sono pochi, e insomma il lavoro di caratterizzazione degli ambienti è spicciolo, per nulla in grado di valorizzare il “lore” dell'opera di Bill Willingham.
    Anche la parte finale della vicenda procede con poca convinzione. L'incontro con la strega è frettoloso, sbrigativo, e solo l'ultima scena riserva qualche soddisfazione.
    Qui fa la sua comparsa un nuovo personaggio, forse un po' troppo slegato dall'immaginario fiabesco ma con un suo fascino distorto. Ma è soprattutto l'escalation di violenza di una sequenza d'azione ben tenuta che sembra tenere in piedi tutta la vicenda, galvanizzando il giocatore che proprio non vedeva l'ora di sfogarsi.

    Purtroppo, nonostante l'esaltazione “ferina” dell'ultima scena, a mente fredda bisogna ammettere che A Crooked Mile se ne va senza lasciare traccia. Non c'è un colpo di scena, non c'è neppure quella tormentata introspezione del protagonista che invece affiorava dopo le scene violente del primo episodio.
    Persino le anticipazioni del prossimo capitolo lasciano abbastanza tiepidi, e insomma non si può proprio dirsi contenti.

    The Wolf Among Us The Wolf Among UsVersione Analizzata PCTellTale si sta facendo sfuggire una grande occasione. Pur non investita della stessa attenzione mediatica di The Walking Dead, la sua seconda serie di “graphic novel interattive” aveva mostrato ottimi spunti: un'ambientazione interessante e misteriosa, un tocco noir sicuramente apprezzato, un'anima da detective story che avrebbe potuto interfacciarsi in maniera eccellente con la struttura narrativa a bivi che affiorava nel primo capitolo. E invece la sceneggiatura non sembra reggere il passo: troppo lineare e frettolosa, procede fra colpi di scena poco convincenti e si trova a lavorare con personaggi e ambienti mal caratterizzati e sovrasfruttati. Sembra quasi che il team stia portando avanti lo sviluppo senza convinzione e senza risorse: magari TellTale non riesce a reggere la presenza di due serie attive e due in arrivo entro la fine dell'anno. Qualunque sia la ragione, A Crooked Mile ci è parso un episodio insipido, di transizione e persino un po' troppo corto. L'adrenalina dell'ultima scena non basta, e se le cose non si risolveranno con il quarto capitolo, The Wolf Among Us potrebbe fare davvero una brutta fine.

    5.5

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