Recensione Wanderlust: Rebirth

Un Action RPG cooperativo che mescola la nostalgia dell'epoca 16 Bit con un Gameplay moderno e ben studiato

Recensione Wanderlust: Rebirth
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  • Wanderlust è una parola che, nella lingua inglese, sta a significare “un forte o irresistibile impulso che spinge a viaggiare”. Nel lontano Dicembre del 2006, Mattew Griffin, Jason Gordy e Lauren Feehery decisero di unire le loro forze per dare luce a ciò che fu la loro visione artistica (e videoludica) del viaggio, e la chiamarono Wanderlust: Rebirth. Sviluppato grazie alla piattaforma Game Maker 7.0, il titolo è stato concepito come un gdr action cooperativo che cerca di combinare le migliori caratteristiche dei giochi di ruolo occidentali e orientali. Dopo ben cinque anni di sviluppo, Wanderlust: Rebirth è finalmente approdato su Steam ed ha già registrato un discreto successo tra una comunità di giocatori sempre più affamata di indie game e determinata a investire nelle grandi idee che nascono da queste piccole produzioni.

    QUATTRO IS MEGLIO CHE ONE

    La trama di Wanderlust non è certo il piatto forte di questo gdr action cooperativo e, come in altri titoli appartenenti allo stesso genere, serve solo a presentare agli utenti il lore fantasy del gioco, gettando le linee guida che contestualizzano brevemente la main quest. Il plot vede i protagonisti intenti a fermare una minaccia che incombe sul mondo di gioco. Ad ogni modo, l'eroe principale comincerà le sue imprese disputando in un torneo e, dopo che ne sarà risultato il vincitore, inizierà il suo viaggio nelle terre del nord, dove passo dopo passo verranno svelati i dettagli della sua epica impresa. Non mancheranno di certo colpi di scena e risvolti dell’ultimo momento, ma in questo caso ci troviamo di fronte ad una regia alquanto prevedibile, che non riesce a suscitare particolare interesse nel giocatore.
    A parte questo, la modalità storia può essere affrontata sia singolo che con altri giocatori, sino ad un massimo di quattro. Inutile dire che il titolo è stato principalmente pensato per il co-op, e ne è prova che, qualora si volesse affrontare il gioco da soli, saremmo comunque seguiti da altri tre personaggi gestiti dalla cpu. Armatevi quindi di spirito cooperativo, e nel caso abbiate un gruppo affiatato di compagni pensate pure al “Four Pack” disponibile su Steam ad un prezzo interessante.

    Wanderlust, ad una prima occhiata, potrebbe ricordare un titolo che si rifà agli jrpg tipici del sol levante, ma a livello di gameplay ripercorre le orme occidentali dei grandi action rpg, rifacendosi soprattutto alla saga di Diablo. Sulle prime, nonostante il grande fascino old school, risaltano alcuni difetti imputabili probabilmente ad un iter di sviluppo che ha dovuto fare i conti con risorse abbastanza limitate. Il titolo pecca in termini di interattività sia dal punto di vista ambientale che di interazione con gli npc. Infatti durante il nostro girovagare guidato per le terre del nord potremo interagire solo con un numero ristretto di oggetti (semplici bauli o barili da cui raccogliere qualche risorsa), e anche l’interazione con gli npc è piuttosto limitata, visto che non è presente alcuna scelta di dialogo e soprattutto le quest secondarie si possono contare sul palmo di una mano. A parte i difetti sopraccitati, si entra subito in partita, grazie ad un sistema di controllo funzionale e ben realizzato. Il control scheme prevede l’esclusivo utilizzo della tastiera: i movimenti sono relegati ai classici tasti WASD, mentre con i tasti freccia (ad eccezione dei maghi che useranno il mouse) potremo lanciare i nostri attacchi. Il titolo ci permette di configurare a piacimento, tramite un menù hotkeys, sino a sei differenti abilità da attivare durante gli scontri contro i mob; la freccia destra ci permetterà di entrare in posizione di parata accedendo allo stesso tempo alle restanti tre abilità da noi configurate. Sempre nelle prime fasi di gioco ci si scontra con un altro grande difetto del titolo: quando l’azione si fa più concitata, troppo spesso capita di perdere di vista il proprio personaggio, confondendolo con un altro membro del gruppo. La generale confusione, a nostro avviso, tende a rovinare qualche sessione di gioco, ma fortunatamente il gameplay di Wanderlust: Rebirth risulta comunque divertente, lasciando trasparire in ogni momento la cura e la dedizione degli sviluppatori nella programmazione e nell'ideazione di sistemi di crescita originali e ben studiati. E non manca neppure un'ottima varietà, sostenuta proprio dalla presenza di quattro diversi approcci alla battaglia.
    Al momento dell’avvio l’utente dovrà creare un profilo e in seguito scegliere una delle quattro differenti classi a disposizione: guerriero, alchimista, chierico e mago elementare. Una volta scelto il proprio eroe, un facile tutorial spiegherà passo dopo passo le semplici ma profonde meccaniche che Wanderlust ha da offrire. Ciascuna classe ha i suoi punti di forza e le proprie debolezze, ed è in grado di sfruttare un’abilità unica che influenzerà anche gli altri membri del party. Il guerriero, ad esempio, è in grado di lanciare la skill Berserk, un’abilità che permetterà al gruppo di avere un netto vantaggio sul nemico incrementando il danno di ciascun eroe. A parte questo i guerrieri rappresentano i classici tank, in grado di incassare un gran numero di colpi ed allo stesso tempo sferrare potenti attacchi corpo a corpo, distraendo i mob dai membri del gruppo di più debole costituzione. L’alchimista, dal canto suo, è un personaggio in grado di lanciare pozioni esplosive, congelanti, stordenti e così, via risultando una classe dps perfetta per il mordi e fuggi, e utile quanto ci si ritrova sovrastati da una moltitudine di nemici; oltretutto la sua abilità di gruppo permette una ricarica più rapida dei Special Points, ovvero quei punti necessari per poter utilizzare skill e magie. A seguire, il chierico rappresenta il classico healer, che vanta un vasto numero di abilità dedicate alla cura, protezione ed eventualmente resurrezione dei membri del party. Infine il mago è l’unica classe che viene gestita con una combinazione tastiera/mouse: il mouse serve per tracciare delle linee su una sorta di pentacolo di rune, selezionando in questa maniera l'incantesimo che vogliamo evocare . Il mago è in grado di lanciare magie elementari come schegge di ghiaccio e palle di fuoco; la sua abilità speciale gli permette di evocare una tormenta di neve nella zona circostante che consentirà di congelare tutti i nemici presenti. I livelli più alti di questa skill addirittura trasformeranno addirittura il paesaggio in una zona completamente innevata: coreografica e perfetta per il crowd control.
    Durante lo svolgimento della nostra prova, abbiamo constatato con piacere che avere nel proprio party ciascuna delle quattro differenti classi significa avere un gruppo perfettamente bilanciato. Questo è sicuramente il risultato di un accurato studio che i programmatori hanno dedicato per poter offrire un titolo dove la cooperazione sta alla base di tutto. Le sessioni di gioco si animano immediatamente, e non manca mai l'idea di sentirsi parte di un ingranaggio ben oliato. Grazie a questo aspetto i limiti sopra citati vengono facilmente messi da parte: Wanderlust punta tutto sul divertimento puro e sul replay value, sostenuto come vedremo da un sistema di crescita ben studiato e da una seconda modalità decisamente azzeccata.

    L’ESPERIENZA VIENE DALLA QUALITà, NON DALLA QUANTITà

    Una delle cose che ci ha colpito di più è che, in Wanderlust, lo sviluppo del personaggio avviene in base al punteggio ottenuto ogni volta che si termina un capitolo della modalità storia. In pratica, se si ottiene un punteggio superiore a quello ottenuto in una partita precedente, il giocatore avrà un determinato numero di “Character’s Points” da utilizzare a piacimento per incrementare le abilità del proprio eroe. Tuttavia se al contrario si ottenesse un punteggio inferiore, rimarremmo a bocca asciutta, senza neppure un punto per sviluppare il nostro protagonista. Chiara intenzione degli sviluppatori è quella insomma di creare un titolo dove non sia l’ammontare di ore passate a massacrare i mob a premiare il giocatore, bensì la qualità del giocato. Questo sprona l'utente a superare costantemente se stesso. Ovviamente il punteggio ottenuto in ogni capitolo viene calcolato da diverse variabili: in base ad esempio alla capacità di parare, a quella di combinare più skill, al numero di morti ma anche all'importanza del ruolo di supporto. Insomma non ci sono “facili scorciatoie”, e per poter potenziare il proprio personaggio bisogna impegnarsi costantemente. Dobbiamo confessare di aver trovato questo particolare sistema di progressione decisamente stimolante e competitivo: sposandosi tra l’altro perfettamente con il gameplay del titolo, corale e stratificato, aumenta addirittura la già alta rigiocabilità. Infatti sebbene la modalità storia possa essere completata in circa cinque ore, riaffrontare tutti i dieci capitoli (disponibili in tre livelli di difficoltà) rappresenta la vera sfida del gioco, che ci vede impegnati nella ricerca di un migliore equipaggiamento, nel recupero di tesori e boss segreti: il tutto per sbloccare il vero finale del gioco, che si ottiene con fatica e dopo diversi Playthrough.

    CRAFTING CHE PASSIONE!

    Le meccaniche di gioco di Wanderlust: Rebirth danno particolare importanza al crafting, tanto che il loot rilasciato dai nemici è principalmente costituito da materie prime, che verranno utilizzate per la costruzione di armi e armature. Il giocatore verrà portato a familiarizzare con questo aspetto del gioco sin dal tutorial, e fortunatamente la gestione del tutto è davvero semplice, tanto che persino i neofiti del genere possono trarne vantaggio sin da subito.
    Gli oggetti che troveremo nel mondo di gioco sono costituiti da materie prime, armi e schemi. Questi ultimi ci permetteranno di vedere quali oggetti potremo costruire, indicandoci una lista con il quantitativo di materie prime necessarie. Spesso per poter ottenere un’arma o un elmo più potente, insieme ad alcuni elementi rari, ci verrà richiesto di sacrificare anche un certo tipo di equipaggiamento di livello inferiore. La suddivisione degli oggetti da comuni a rari avviene in base ad un semplice ed intuitivo sistema di colorazione: grigio per quelli comuni, blu per quelli non comuni e arancione per tutti i drop rari. Una volta raccolto tutto il necessario basterà accedere al proprio inventario, aprire lo schema e selezionare le materie richieste per la creazione. Naturalmente gli schemi non sono cumulativi e spariranno dalle nostre tasche appena costruito il nostro (sudato) oggetto.

    Per facilitare la raccolta di materiali destinati al crafting, gli sviluppatori hanno predisposto due comodi bauli (uno di questi diverrà disponibile quando si sarà conclusa la modalità storia per la prima volta) presenti nell’area comune, dove si accede quando si fa il login al gioco. Inoltre è presente anche una modalità di gioco dedicata solo alla raccolta del loot: Crawl. In questa modalità il party disputerà la partita in mappe a rotazione casuale, come in una sorta survival mode dove, al termine delle ondate di mob, si potrà rufolare in bauli contenenti oggetti più o meno rari. Una particolarità di Crawl sta nel fatto che gli eroi non potranno accumulare esperienza per salire di livello: una scelta decisamente azzeccata a nostro avviso, dato che obbliga i giocatori ad esplorare il gioco in entrambe le modalità disponibili. Inoltre, in Wanderlust, il loot rilasciato è individuale per ciascun giocatore, impedendo così agli utenti di sgraffignare il bottino dei compagni.
    Purtroppo dobbiamo registrare una nota dolente: il titolo non prevede lo scambio di oggetti ed equipaggiamenti tra giocatori, obbligandoci (almeno per ora) a servirci dell’unico npc che fa da mercante nella Lobby principale del gioco. Questo pone dei seri limiti all’interazione tra i vari utenti, rodendo leggermente lo spirito cooperativo, che invece si respira nelle varie sessioni di gioco.

    LA TECNICA DEL VIAGGIO

    Graficamente parlando, Wanderlust cavalca l’onda della nostalgia, proponendo un look “16 bit” che si rifà a capolavori come Legend of Zelda ed i primi Final Fantasy. Gli sviluppatori hanno fatto davvero un ottimo lavoro nel ricreare una discreta diversità di ambienti, che variano dalle foreste sempreverdi sino ai dungeon più cupi, passando per paesaggi innevati e dipingendo atmosfere evocative e sempre azzeccate. Grazie alla pressione del tasto F11 si può decidere se giocare in finestra, oppure a tutto schermo sacrificando un po' la definizione. Ottimi e ben caratterizzati gli sprite, animati in maniera eccellente e mai troppo semplicistici. La buona varietà di ambienti e nemici garantisce che il breve viaggio del videoplayer sia sempre accompagnato dal senso della scoperta e dalla curiosità, e insomma Wanderlust ci pare in definitiva un titolo ben azzeccato per questa produzione.
    A parte qualche sporadico fenomeno di lag, il comparto multiplayer (che rappresenta il cuore pulsante del titolo) è solidissimo, grazie anche ai continui aggiornamenti che gli sviluppatori rilasciano sulla piattaforma proprietaria Valve.
    Anche sotto il profilo audio, Wanderlust vanta un’ottima colonna sonora, con temi che si sposano perfettamente con gli ambienti di gioco e cambiano ritmo quando c’è qualche minaccia, risultando quindi un campanello di allarme. Persino i suoni di campionamento ambientale, nel loro piccolo, sono registrati con molta cura ed in buona quantità, in modo da non risultare noiosi.

    Wanderlust: Rebirth Wanderlust: RebirthVersione Analizzata PCWanderlust: Rebirth è davvero un piccolo gioiellino, che merita sicuramente un'occhiata da parte di tutti quei giocatori che cercano un action gdr da giocare in cooperativa. Nonostante alcuni difetti, dei quali il più grave a nostro avviso è l’eccessiva confusione che si viene a creare negli scontri più concitati, il titolo ha fatto breccia nei nostri cuori grazie anche alle amorose cure che gli sviluppatori hanno profuso nello sviluppo. Forte di un buon level design, ma sopratutto di meccaniche di gioco ben strutturate e corali, unite ad un sistema di crescita perfettamente studiato, Wanderlust rappresenta addirittura un ottimo titolo di partenza per i neofiti che volessero avvicinarsi per la prima volta a questo genere. Ovviamente anche i veterani troveranno ottimi spunti in questo Rebirth: su tutti una coppia di modalità complementari, adeguate sia a qualche sessione di gioco disimpegnata (Crawl) che a momenti più attenti, in uno story mode che non sacrifica mai l'esplorazione, il senso di meraviglia, la curiosità. In conclusione consigliamo vivamente questo titolo a chi cerca un action rpg dalla giocabilità immediata ma con buone idee concettuali. Basato sul “crafting selvaggio” e poco sul “grinding spietato”, Wanderlust: Rebirth mescola classicità e innovazione, risultando davvero eccellente. Nel caso il titolo finisca nei prossimi saldi Steam, compratelo tranquillamente ad occhi chiusi, anche se il genere di riferimento non è proprio il vostro forte: potreste scoprire una nuova passione.

    8.8

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