Recensione Warhammer 40.000: Armageddon

La strategia di Slitherine nel mondo di Games Workshop

Recensione Warhammer 40.000: Armageddon
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  • In occasione della nostra Anteprima di Mordheim: City of the Damned, abbiamo ricordato il vasto seguito di spin-off che, fino all’anno scorso, avevano aggiunto interessanti variazioni alle regole classiche dei wargame Warhammer Fantasy e Warhammer 40.000 di Games Workshop. Tra questi, Battle for Armageddon si era distinto, nei primi anni ’90, come primo e unico boardgame prodotto dalla casa di Nottingham a non fare uso delle famose miniature, sostituite da segnalini da ritagliare e piazzare sulla mappa. Così come per altri Specialist Games, anche Battle for Armageddon è sopravvissuto alla “purga” del 2013, sotto forma dello strategico a turni Warhammer 40.000: Armageddon, sviluppato dallo studio indipendente Slitherine e uscito a ridosso della stagione natalizia.
    Pur non essendo il primo videogioco strategico tattico ambientato nel quarantunesimo millennio (ricordiamo, nel secolo scorso, i pregevoli Final Liberation e i suoi interessanti filmati d’intermezzo live action, Chaos Gate e Rites of War), Warhammer 40.000: Armageddon si è rivelato essere un buon esponente del genere che, nonostante non sia aderente al 100% alle regole del boardgame originario, è riuscito a proporre un gameplay interessante e avvincente sia per gli appassionati di Warhammer 40.000, sia per gli strateghi in cerca di una sfida seria.

    Armageddon non deve cadere

    All’interno della vasta e rarefatta backstory che costituisce l’universo di Warhammer 40.000, Armageddon è un pianeta piuttosto sfortunato: pur non trovandosi nei pressi dell’Occhio del Terrore (la fenditura stabile nel tessuto dimensionale che collega l’Universo con il Warp, attraverso cui entrano ed escono le flotte degli Space Marine del Chaos) come Cadia, il sistema Armageddon e, in particolare, il suo pianeta principale, è sede di alcuni fra i più importanti centri di produzione dell’Imperium, dove vengono prodotti diversi modelli di Titani. L’enorme importanza strategica di questi stabilimenti ha reso Armageddon oggetto di ben tre tentativi di invasione, uno da parte dei suddetti Marine del Chaos e gli altri due ad opera degli Orki, ovvero la Waaagh! (“esercito”, nella lingua degli Orki) di Ghazghkull Mag Uruk Thraka, il Kapoguerra più potente e temuto dall’Imperium. Warhammer 40.000: Armageddon è ambientato durante la prima discesa di Ghazhkull, in cui gli abitanti e i difensori del pianeta riuscirono a sopravvivere all’inarrestabile avanzata dei pelleverde, nonostante la continua inettitudine del Governatore von Strab, soprattutto grazie al coraggio e all’eroismo del Commissario Yarrick, unico ufficiale a rendersi conto dell’invasione imminente.
    Laddove il boardgame originale non ha potuto godere dell’estensiva backstory ricamata, negli anni, dagli scrittori della Black Library, Slitherine è riuscita a creare per Warhammer 40.000: Armageddon una campagna lunga 30 missioni, o scenari, alternate da intermezzi in cui “volti” noti come il Commissario Yarrick, von Strab, Lord Dante degli Angeli Sanguinari e Ghazghkull Thraka, e personaggi secondari come l’Ufficiale Trelssa e l’inflessibile Sergente Istruttore Goryle narrano la loro visione della Seconda Invasione di Armageddon.

    Anche le regole originali del boardgame sono state sostanzialmente ignorate dallo sviluppatore, a favore di una struttura di gioco più classica, nell’ambito degli strategici a turni. In modo simile a titoli come i vecchi Panzer General e la serie Steel Panthers, i combattimenti di Warhammer 40.000: Armageddon si svolgono su una mappa esagonale, su cui si muovono le unità del giocatore e le forze orkesche, guidate dall’IA, con l’obiettivo generale di conquistare e mantenere determinati punti di controllo. Rispecchiando il mondo devastato dall’ipersviluppo industriale promosso dall’Umanità nei millenni, le mappe sviluppate da Slitherine presentano ostacoli e azzardi di ogni tipo, dai fiumi di sostanze tossiche a foreste invalicabili da qualsiasi unità che non siano i possenti Titani, passando per zone popolate dai mostri Helsreach, che danneggiano qualsiasi unità debole che ci finisca nel corso del proprio turno. Divise nelle sette categorie di Fanteria, Robot Camminatori, Veicoli, Carri Armati, Artiglieria, Aerei e Titani, le unità sono caratterizzate da un esteso elenco di statistiche, che includono il costo in Requisition Points (il cui numero varia a seconda dalla performance nelle missioni precedenti), la Forza Combattiva (ovvero il numero di soldati inclusi in un’unità di fanteria o l’equipaggio dei mezzi) e il numero di caselle entro cui ci si può spostare; a queste si aggiungono quelle relative alle armi equipaggiate, che possono godere di caratteristiche speciali come il fuoco indiretto (in particolare l’artiglieria) e l’attacco in assalto (come nel caso delle unità di fanteria dotate di armi corpo a corpo come le spade a catena). Nonostante la quantità d’informazioni di cui tener conto possa sembrare inizialmente scoraggiante, bastano poche missioni, ovvero quelle del tutorial, ben strutturate, per familiarizzare con aspetti gestionali come gli ordini di riposo e la richiesta di rinforzi, il mantenimento del morale della truppa (che diminuisce con il protrarsi della partita e crolla quando si viene attaccati) e, ovviamente, l’ingaggio dei nemici e la copertura degli alleati.

    La curva di apprendimento, comunque, ci è sembrata piuttosto severa, anche alle difficoltà più basse, ponendoci di fronte a forze apparentemente inesauribili (tipiche delle invasioni orkesche) già dalla prima missione della campagna, costringendoci a pensare attentamente quali unità dispiegare dalla riserva, composta dai veterani delle missioni precedenti, quali potenziare con equipaggiamenti bonus (trasporti Chimera, veicoli d’assedio Gorgon). Lo sblocco delle unità Space Marine, rappresentanti l’arrivo sul pianeta degli agognati rinforzi, guidati dal Maestro Capitolare degli Angeli Sanguinari, Lord Dante, nelle fasi avanzate della campagna aggiunge ulteriore varietà alla già vasta scelta di uomini mezzi a disposizione della Guardia Imperiale.

    Strategia gotica

    Come intuibile dai titoli che ne hanno ispirato il gameplay, Warhammer 40.000: Armageddon è un prodotto pensato per la nicchia di amanti degli strategici che pone in secondo piano aspetti come grafica e sonoro, e tanto traspare dall’esecuzione di Slitherine Strategies. Gli scenari di gioco, isometrici, sono stati realizzati in grafica strettamente bidimensionale, così come le “pedine” che rappresentano le unità combattenti, gli sfondi degli intermezzi e gli avatar dei personaggi dialoganti; le uniche animazioni che evidenziano lo svolgimento dell’azione sono quelli degli spari o degli attacchi corpo a corpo. Le suddette pedine, in ogni caso, risultano ben realizzate e fedeli alle miniature originali, mentre gli avatar e gli sfondi degli intermezzi richiamano con efficacia l’atmosfera distopica di Warhammer 40.000, in particolare gli sfondi raffiguranti le massive città alveari che inglobano gran parte del paesaggio. Il comparto audio, infine, alterna effetti sonori essenziali a dialoghi ben recitati, il che non fa comunque dispiacere.


    Warhammer 40.000: Armageddon Warhammer 40.000: ArmageddonVersione Analizzata PCWarhammer 40.000: Armageddon è un degno erede digitale di uno dei tanti Specialist Games di Warhammer 40.000 soppressi nel recente passato dall’editore Games Workshop. Sviluppato da uno studio come Slitherine Strategies, altamente specializzato negli strategici a turni e, soprattutto, composto da appassionati del boardgame originale, Armageddon ha tutte le carte in regola per attirare l’attenzione sia degli appassionati di strategia classica, sia degli appassionati del quarantunesimo millennio. Relativamente facile da apprendere e punitivo anche ai livelli di difficoltà bassi, lo strategico di Slitherine ci ha impegnati fin da subito in una lotta per la sopravvivenza contro le soverchianti masse urlanti della Waaagh! più famosa della storia dell’Imperium, riuscendo nel difficile compito di non far risultare troppo banali missioni il cui obiettivo, generalmente, consisteva nel conquistare e mantenere determinate caselle della mappa. I dialoghi d’intermezzo fra personaggi famosi di Warhammer 40.000 come il Commissario Yarrick, Lord Dante e Ghazghkull Mag Uruk Thraka, inoltre, aggiunge un gradito approfondimento narrativo a un titolo che, altrimenti, perderebbe in fretta la presa su chi cerca qualcosa in più.

    6.8

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