Recensione Armored Core: Verdict Day

From Software ci riporta a bordo di un mech. Un po' malandato.

Recensione Armored Core: Verdict Day
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Annoverabile come una tra le serie videoludiche moderne più longeve, Armored Core raggiungerà questo 26 settembre l'invidiabile quota di quindici capitoli (tra episodi della saga principale, add-on e spin-off) proprio con il qui presente Verdict Day. Nata nel lontano 1997 su PS One, l'epopea mech di From Software ha conosciuto durante gli anni un successo di critica e pubblico altalenante, perfettamente in linea con la qualità dei suoi titoli: dopo un ottimo esordio, infatti, il susseguirsi di capitoli meno riusciti e l'introduzione di novità poco gradite anche ai fan più accaniti della serie, ha portato Armored Core lontano dalla reputazione di elemento indispensabile nella collezione di ogni amante di combattimenti robotici, avvicinandolo più ad una ristretta nicchia di appassionati estremi, e non riuscendo più ad attecchire al di fuori di essa.
    Con Verdict Day, From Software cerca di ribaltare le sorti dell'intera saga affidandosi ad una modalità multiplayer e ad una campagna per giocatore singolo nuove di zecca, proponendole ad un solo anno di distanza da un quinto capitolo, con il quale sembra condividere ben più che un nome altisonante sulla copertina.

    Meglio soli...

    L'inizio non è decisamente dei più incoraggianti e, per quanto aspetto assolutamente insignificante per appassionati ed integralisti del mech design, non si può fare a meno di notare come a livello narrativo gli sforzi profusi siano stati ai minimi storici: tre fazioni, corrispondenti ad altrettante futuristiche mega-corporazioni, si contendono l'utilizzo delle ultime risorse naturali rimaste su un pianeta terra ormai allo sbando, stretto sotto la morsa di un conflitto globale ed in continua evoluzione. In questo sconvolgente scenario, il giocatore seguirà la storia di un gruppo di mercenari dallo stereotipo facile e dalle vicende non particolarmente esaltanti né avvincenti. Fortunatamente, la marginalità delle vicissitudini alle quale il giocatore farà da spettatore, non gli permetterà di pesare in modo tale da rovinare l'esperienza di gioco. Ma a quello ci penserà altro: non appena affronteremo la prima manciata di missioni dello Story Mode (dieci principali, che sbloccheranno un gruppo di cinque sotto-missioni ciascuna) dovremo infatti fare i conti con la ripetitività dei compiti da esse richiesti. Anche quando gli obiettivi assegnati andranno oltre (e non lo faranno molto spesso) alla semplice distruzione di tutto ciò che si muove su schermo, l'intelligenza artificiale dei nemici non permetterà molti altri tipi di manovra: la tendenza dei mech nemici è infatti quella di attaccare a testa bassa qualsiasi cosa entri nel raggio d'azione di una delle armi del loro arsenale, spesso ignorando, in modo paradossale, anche la loro semplice linea visiva. Un esempio emblematico di ciò è dato da una particolare tipologia di mech nemico con compiti di incursione e di disturbo il quale, non appena vi ritroverete all'interno della sua area d'azione, inizierà a volare esattamente sopra le vostre teste con continui movimenti circolari, scaricandovi addosso tutti i proiettili in suo possesso, senza il benché minimo piano di attacco.

    Nonostante gli altri mech nemici non arrivino a tali picchi di povertà tattica, la generale mancanza di manovre evasive o di accerchiamento degne di nota palesa una serie di carenze strategiche e tattiche capaci di influenzare l'aspetto ludico sul medio/lungo periodo. Esulano da queste imperfezioni alcuni singoli mech, guidati da personalità di spicco avversarie, che però, se contrastati con il giusto setting del proprio mezzo, non riescono comunque a portare il tasso di sfida al livello di altre produzioni del genere. Proprio il bilanciamento della campagna, con il suo continuo barcamenarsi tra picchi di difficoltà improvvisi (dovuti principalmente al numero di avversari da affrontare) e semplici scampagnate a bordo del nostro mech, è uno dei principali ostacoli verso il completo apprezzamento del gioco in singolo, capace così di appassionare solamente i fan di vecchia data della serie. Per questi ultimi, farà il suo gradito ritorno anche il classico schema di controllo della saga, grazie al quale nessuno dei bottoni presenti sul joypad rimarrà inutilizzato, costringendo i neofiti ad un necessario periodo di rodaggio e ambientamento prima di poterlo padroneggiare completamente.

    ...o in compagnia?

    Il ruolo di vera colonna portante dell'esperienza di gioco di Verdict Day, passa quindi in mano alla componente multiplayer e alle novità apportate in esse. Ambientata all'interno dello stesso conflitto tra corporazioni che contraddistingue la campagna in singolo, la nuova modalità multigiocatore permette di formare squadre di cinque elementi, nel quale un giocatore ricoprirà il fondamentale ruolo di Operator: chi rivestirà questo particolare 'grado' avrà la capacità di monitorare tutta la zona di battaglia grazie ad una mappa bidimensionale dell'intera area, nella quale verranno contrassegnati i movimenti di mech nemici ed alleati. A questi ultimi sarà possibile dare indicazioni su quali mosse effettuare e percorsi seguire in base agli spostamenti nemici, con la possibilità di controllare in tempo reale gli sviluppi della battaglia tramite finestre in-screen che ne seguiranno l'azione.
    Nell'eventualità, per la verità non molto rara, in cui non siano disponibili giocatori online disposti ad unirsi al nostro team, il gioco permette di creare quattro mech controllati dalla IA che risponderanno alle nostre indicazioni tattiche in modo soddisfacente ma non sempre all'altezza di controparti reali: questo tipo di impostazione rimane comunque apprezzabile, in quanto diversifica l'esperienza di gioco, rendendola simile a quella di uno strategico in tempo reale, e permette anche ai lupi più solitari di lanciarsi in sortite multiplayer certamente più avvincenti di quelle della campagna in singolo.

    La modalità multigiocatore ruota infatti intorno alla persistenza del suo universo di gioco, nel quale vittorie e sconfitte dei giocatori influenzeranno la potenza e la quantità di territorio controllato dalla loro fazione di appartenenza, parametri in costante aggiornamento che vengono resettati solo in caso di vittoria completa di una delle fazioni o alla fine di una delle 'Season' nelle quali lo sviluppo temporale del gioco è basato. Direttamente dal precedente episodio torna la possibilità, ampliata in questo Verdict Day, di customizzare ognuna delle cinquantasei mappe di gioco con postazioni difensive posizionabili in appositi slot ed alimentate da un quantitativo di energia, diverso per ognuno dei sette territori di appartenenza, a limitarne l'uso sconsiderato, aggiungendo un'ulteriore vena strategica ai combattimenti.
    L'aspetto in grado di risollevare le sorti di una produzione dalle tante zone d'ombra è sicuramente la ricchezza di opzioni disponibili nella propria officina: il tuning di ognuna delle componenti (tra le quali si possono contare decine e decine di nuovi arrivi e vecchie conoscenze) e delle armi dei propri mech abbraccia una quantità di variabili elevatissima, tanto esteticamente quanto in termini di pura funzionalità, confermando la serie come una vera manna per tutti gli appassionati di mech design.

    MECH NUOVI, MOTORI VECCHI

    A livello tecnico Verdict Day continua sulla linea di prestiti dal quinto capitolo, proponendo un motore grafico in tutto e per tutto identico a quello del suo predecessore, già piuttosto obsoleto: mech a parte, nulla degli scenari di gioco colpisce particolarmente il giocatore, sia a livello di complessità e ricchezza poligonale sia per la scelta di palette di colori povere e poco varie. Gli ambienti, di dimensioni variabili ma comunque sempre discrete, risultano spesso spogli e con pochissimi elementi distruttibili, caratteristiche certamente accessorie in alcune delle locazioni, ma sicuramente non invidiabili per una simulazione di combattimenti tra robot alti come palazzi di tre piani. Nemmeno la qualità del comparto audio riesce a staccarsi dalla mediocrità, con effetti sonori discretamente realizzati accompagnati, purtroppo, da una qualità del doppiaggio (unica componente del titolo From Software non localizzata in italiano) decisamente da dimenticare, tanto per recitazione che per banalità e linearità dei testi.

    Armored Core: Verdict Day Armored Core: Verdict DayVersione Analizzata PlayStation 3Nuovo capitolo nell'inesauribile saga targata From Software, Verdict Day sposta l'attenzione su una componente multiplayer migliorata ed arricchita rispetto al predecessore, nonché efficacemente contestualizzata all'interno della sua ambientazione. Questa, purtroppo, viaggia insieme ad una campagna single-player poco ispirata e troppo lineare, nella quale la scarsa IA nemica non è in grado di offrire gli stessi stimoli presenti nella nella modalità multigiocatore. Le innumerevoli possibilità di personalizzazione dei propri mech arricchiscono un prodotto in grado di soddisfare ancora una volta le richieste dei fan più fedeli della serie ma che, anche grazie ad un versante tecnico decisamente sottotono, difficilmente potrà attirare nuova utenza solamente grazie alle nuove modalità online. Anche per questo capitolo, quindi, l'abitacolo degli Armored Core di From Software sembra destinato ad accogliere più veterani che nuove reclute.

    6

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