Dungeon Siege 3 Recensione: un hack'n'slash solido e divertente

Obsidian nell'ennesimo "lavoro su commissione". Un Hack'n'Salsh solido e divertente

Dungeon Siege 3
Recensione: PlayStation 3
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Quello del Dungeon Crawling è un genere oggi quasi scomparso, almeno in ambito console. Trattasi, in sostanza, di videogame “alla Diablo” (per farla breve) dove ad una componente action rigorosamente in tempo reale si unisce la metodica esplorazione di dungeon labirintici, unita alla pratica comunemente definita loot (ovvero il recupero di equipaggiamento/monete da cadaveri/elementi dello scenario). A sdoganare questo sotto-genere del role playing game su console vuole pensarci Obsidian Entertainment, proponendo oggi, anche su Xbox 360 e Playstation 3, Dungeon Siege 3. Il titolo è disponibile sugli scaffali a partire dal 17 Giugno.

    Cavalieri e vendetta

    Prima di proseguire è doveroso un breve accenno alle vicende che faranno da sfondo all’azione, per quanto non ricoprano un ruolo centrale nella produzione. Il regno di Ehb è stato recentemente scosso dall’assassinio del Re, al quale a fatto seguito una feroce repressione da parte degli integralisti religiosi (alla testa di Jayne Kassynder). L’inaudita ferocia vendicativa si è erroneamente abbattuta sui membri della Decima Legione, un gruppo di guerrieri specializzati con l’incarico di difendere il regno, ora ritenuti responsabili dell’accaduto. A noi toccherà impersonare uno tra i pochi superstiti di tale massacro, alle prese con l’arduo compito di radunare i compagni e marciare in nome della giustizia. Nella ventina abbondante d’ore di gioco che si pareranno davanti ad un’incipit piuttosto stringato avremo modo d’incontrare diversi comprimari, che faranno luce su ogni più recondito aspetto della vicenda. Pochi colpi di scena piuttosto prevedibili non allontanano tuttavia il comparto narrativo dall’apoteosi di cliché fantasy ai quali, inevitabilmente, andremo incontro. A rendere interessante e godibile il plot ci penseranno, fortunatamente, le linee di dialogo studiate da Obsidian, che aggiungeranno anche alla conversazione più frivola elementi capaci di mantenere vivo l’interesse sul contesto di fondo.

    Quest e combattimenti, combattimenti e Quest

    Prima d’iniziare l’avventura vera e propria ci verrà chiesto di selezionare l’eroe in cui vorremo immedesimarci. Due guerrieri (un maschio ed una femmina), un mago ed una muta-forma (in grado di trasformarsi in un essere elementale ed utilizzare tanto il melee quanto la magia) costituiranno la rosa a disposizione. La scelta, a dire il vero, prevederà solamente un differente approccio alle battaglie, veicolato attraverso i diversi talenti d’ognuno; trama e prosieguo -benché alcune linee di dialogo subiscano gli influssi della scelta- non verranno modificate, così come la disponibilità di quest ed il loro ordine cronologico d’apparizione.
    Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, come si diceva, le peculiarità sono quelle di un Dungeon Crawler tra i più classici. Ci ritroveremo dunque, missione dopo missione, ad esplorare ambienti più o meno articolati per recuperare o distruggere artefatti, uccidere su commissione o aiutare NPC in difficoltà. Il sistema degli incarichi prevede, in realtà, un’approccio piuttosto elastico: una volta ottenuto il compito -principale o marginale che sia- potremo scegliere, attraverso un comodo menù, di porvi o meno la nostra attenzione, attivando sulla mappa il tracciamento virtuale dell’obiettivo. In maniera del tutto autonoma potremo anche decidere di tralasciare -momentaneamente o per sempre- alcuni incarichi secondari per seguire la main quest o semplicemente per dare libero sfogo alle nostre velleità esplorative. Volenti o nolenti ci imbatteremo in numerose creature ostili che metteranno alla prova le nostre abilità, mettendo in luce pregi e difetti del battle system, vero e proprio cuore della produzione Obsidian. Ai front button verranno assegnati l’attacco principale (il cui utilizzo in sequenza produrrà combo da tre o quattro colpi) e lo sfruttamento delle varie abilità d’attacco e di difesa; al grilletto sinistro la parata ed al dorsale destro lo sfruttamento dell’abilità peculiare (ad esempio nel caso del guerriero il cambiamento di stance, nel caso della mutaforma la trasformazione elementale). Con questi elementi a disposizione starà a noi decidere in che maniera affrontare gli avversari che -solitamente in gruppo- ci si pareranno di fronte. Potremo optare per un assalto frontale, gettandoci nella mischia, oppure tentare di isolare ed attirare ad uno ad uno i cattivi, per incorrere in minori pericoli. Una struttura estremamente semplice ed immediata che non lesina comunque qualche tatticismo. Dovremo infatti stare attenti alla barra dei Punti Azione, che s’esaurirà sfruttando le abilità offensive e difensive del combattente, costringendoci ad impegnarci in mischia per ricaricarla. Inoltre, in parte degli scontri che affronteremo, l’avversario più potente avrà una particolare “area di influenza” (visibile a schermo) all’interno della quale i nostri eroi riceveranno dei malus, e i nemici dei bonus.
    Nonostante le fasi di combattimento scorrano piuttosto bene, l’esigua varietà tra le file nemiche e l’ancor più irrisoria differenziazione tra i pattern d’attacco e difesa avvierà la produzione, dopo poco, verso il desolato binario della ripetitività. A venire in soccorso del giocatore, fortunatamente, un sistema di crescita dei personaggi (potremo avere un party di quattro pur controllandone direttamente soltanto uno) davvero ben congegnato. Aldilà degli attributi fisici e mentali (in crescita automatica) avremo la facoltà di spendere i punti guadagnati per acquisire nuovi talenti/abilità e potenziare quelle già ottenute. Il sistema, in questo caso, si ramifica: per quel che riguarda le abilità “attive” saremo in grado di accrescere potenzialità di tipo offensivo (maggior danno, più alta percentuale di critici) e difensive (protezione, possibilità di recupero HP), nonché l’efficacia globale (chiamata Maestria), in questo caso, semplicemente utilizzandole il più possibile. Sul fronte di quelle “passive”, invece, potremo solamente accrescere gli effetti. A tali meccaniche va ad aggiungersi una vera e propria caterva di oggetti -reperibili sul campo o acquistabili- atti a potenziare le caratteristiche dei propri beniamini con una regolarità maniacale. Si configura dunque, a dispetto di un ripetitivo button mashing a far da grigio fondale, un sistema di gioco piuttosto assuefacente, sia in singolo che in coop. La modalità collaborativa online, però, soffre di un grave problema strutturale, forse risolvibile con grosse patch (ma è solo un’ipotesi). Il salvataggio delle partite avverrà solamente sulla console di chi hosterà la partita, rendendo dunque impossibile trasportare oggetti/exp all’interno della propria campagna single player. Molto peggio, risulta praticamente impossibile giocare "a cuor leggero" con qualsiasi amico della propria lista: entrando nella "sua" partita, la nostra campagna non avanza, e se si decidesse di fare da Host anche dopo aver passato ore a giocare con lui, si dovrebbe ricominciare tutto da capo. Un vero peccato che la produzione Obsidian, insomma, sia frenata -proprio sul fronte che più dovrebbe spingerla- da evidenti difetti di progettazione. Se dunque la modalità cooperativa è divertente e piacevole, le scelte assurde che il team di sviluppo ha portato avanti nonostante gli avvertimenti di pubblico e stampa castrano di fatto il comparto multiplayer di questo Dungeon Siege. Un vero peccato, perchè procedendo metodicamente nell'avventura principale, ben più di un giocatore rischia di avvertire con discreto anticipo quella stanchezza e quella ripetitività che in fondo ombreggiano tutta la progressione.

    Panorami

    Dal punto di vista tecnico Dungeon Siege 3 svolge egregiamente il suo dovere. La modellazione poligonale dei personaggi appare piuttosto curata, anche se l’espressività dei primi piani lascia piuttosto a desiderare. Fluido e decisamente variegato il comparto animazioni, coadiuvato da un crogiolo di effetti speciali ben implementati ed in grado di vivacizzare in maniera convincente la scena. D’impatto anche modellazione e texturizzazione dei fondali, che beneficiano soprattutto di mappe superficiali di discreto livello, shader molto curati ed una sapiente gestione dell’illuminazione che impreziosisce il colpo d’occhio globale. Scendendo nel dettaglio (grazie allo zoom della telecamera) è in ogni caso possibile notare una certa mancanza di caratterizzazione artistica ricercata e un ben più fastidioso effetto bloom che affligge i modelli poligonali.
    Per quanto concerne il comparto sonoro va registrata una più che discreta campionatura ambientale, alla quale s’unisce un doppiaggio (rigorosamente in inglese) di alto livello. Per la versione PAL, naturalmente, sono previsti i sottotitoli in italiano.

    Dungeon Siege 3 Dungeon Siege 3Versione Analizzata PlayStation 3Pur alla luce di un plot lineare e ricco di cliché e di un gameplay alla lunga molto ripetitivo, Dungeon Siege 3, grazie ad una struttura di gioco assuefacente, si è dimostrato in grado di mantenere vivo l’interesse del giocatore, dall’inizio alla fine. Un titolo indicato soprattutto ai fan del genere ma adatto anche a chi fosse alla ricerca di qualcosa di immediato e divertente alla Dark Alliance. Peccato per i limi della modalità cooperativa, che avrebbe potuto spingere molto di più il prodotto Obsidian.

    7

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