Recensione Dust 514

L’MMOFPS free-to-play, parte integrante di EVE Online, alla prova del nove

Recensione Dust 514
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  • PS3
  • Approcciarsi a un prodotto come Dust 514 non è per nulla facile. Annunciato nel 2009, durante la GCD di Colonia, pur senza rocamboleschi cambi di programma o riprogettazioni, ha richiesto quasi quattro anni di sviluppo prima di essere pubblicato ufficialmente e definitivamente sul PSN. Il motivo di una così prolungata gestazione è insito nella natura stessa del prodotto, che ne designa immediatamente ambizioni e orizzonti. Non si tratta di un normale titolo a sé stante, né di uno spin-off o sequel. Abbiamo a che fare con una sorta di add-on che interagisce a doppio senso con un altro videogioco uscito diversi anni fa e usufruibile esclusivamente su PC o Mac. Stiamo naturalmente parlando di EVE Online, famosissimo MMO prodotto da SOE stessa che dal 2003 intrattiene una community ben amalgamata e inossidabile. Ambientato in un universo finzionale dove imperi e governi democratici si contendono il controllo di interi sistemi solari, patch dopo patch si è progressivamente perfezionato e approfondito, sviluppando meccaniche politico-economico di tutto rispetto in un ginepraio di alleanze, corporazioni e regole non scritte difficili da apprendere per un neofita. Dust 514 si sovrappone (meglio: vorrebbe sovrapporsi, come vedremo) a EVE Online, facendo ben più che ereditarne l’art design, fazioni e pianeti: le azioni intraprese dagli utenti di un gioco avranno dirette ripercussioni sull’altro e viceversa.
    Con una simile impostazione, diventa difficile allo stato attuale giudicare con tanta leggerezza Dust 514. Da una parte infatti, vanta un’infrastruttura intrigante che non potrà che potenziarsi ulteriormente con futuri aggiornamenti. Dall’altra, come testimonia il voto a fondo pagina, presenta fin troppi limiti e difetti. Inoltre la presenza di molti menù tra cui districarsi, per nulla user friendly, mal di sposa con l’utenza console, di gran lunga più abituata all’immediatezza rispetto a quella PC.

    Un universo gigantesco

    Dust 514 paga lo scotto di essere fondamentalmente un titolo ibrido. Un esperimento, che saprà sicuramente fare la felicità di qualcuno, ma che percorre con fin troppa poca convinzione il sentiero che si era promesso di tracciare. Pioniere del suo genere su PS3 (stiamo parlando del primo MMOFPS free-to-play a sbarcare sull’ammiraglia Sony) sulla carta possiede tutti i requisiti necessari per far felici in un colpo solo fan del brand e amanti degli sparatutto fantascientifici. Purtroppo all’atto pratico il gameplay non si rivela sufficientemente accattivante, limitando di fatto il suo pubblico di riferimento ai soli utenti di EVE Online, vogliosi di interagire con il brand in un modo inusuale e maggiormente adrenalinico.
    Le premesse sono incoraggianti. Uno spettacolare video in CG ci introduce a un universo dominato da diverse società, culturalmente eterogenee, in guerra costante tra loro in mondi sopraffatti, ma non per questo deturpati e sviliti, dalla conquista di esseri alieni. Purtroppo si tratta di un gigantesco specchietto per le allodole: appurata l'assenza di una campagna single player, assolutamente comprensibile e giustificata visto che non rientra nella filosofia del prodotto, appare quantomeno bizzarro che ogni riferimento narrativo venga di colpo cancellato dopo questa accattivante introduzione. La roboante presentazione si limita a fornire una spiegazione pressoché razionale ai continui respawn del giocatore e nessun’altra scena di intermezzo o testo su schermo si prenderà la briga di caratterizzare le location in cui vi darete battaglia.
    Purtroppo questo è un difetto congenito di Dust 514. Appoggiandosi completamente a un MMO in costante evoluzione, già di per sé privo di una vera e propria trama, non può far altro che ereditare passivamente questo carattere genetico. Se quest’aspetto verrà sicuramente digerito da chi già conosce EVE Online, i neofiti potrebbero sentirsi totalmente disorientati, inizialmente incapaci di inquadrare correttamente il senso delle proprie battaglie, al di là dell’istintuale gusto di scaricare tonnellate di piombo sui nemici.

    Muovere i primi passi nel gioco significa attraversare le diverse fasi di editing dell’avatar. Se ne possono creare sino a tre e la scelta tra quattro differenti razze non pregiudica alcunché in termini di equipaggiamento e statistiche del personaggio. A cambiare sarà l’aspetto dell’armatura e la sensazione di rappresentare un appartenente dell’Impero più potente dell’universo, piuttosto che della più grande democrazia di tutti i tempi. Le possibilità di personalizzazione estetica, lo diciamo a scanso di equivoci, sono assolutamente nulle. Al di là del sesso, attualmente non è possibile nemmeno applicare qualche sticker distintivo sulle armi, né scegliere il colore della tuta dell’avatar.
    Espletati i (pochi) passaggi dell’editor verrete scaraventati nella stanza personale del soldato appena creato. L’uso del termine “scaraventati” non è affatto casuale, né iperbolico. Sebbene una stonatissima voce computerizzata, con la complicità di qualche testo a video, dimostri l'intenzione di aiutarvi a navigare i vari menù attivabili nella sala, tutto è vano. Schermata dopo schermata verrete progressivamente intontiti e alienati da un’interfaccia per nulla user-friendly ed anzi molto caotica. Numeri, statistiche e scritte si materializzeranno ovunque, scoraggiandovi inesorabilmente. Il discorso è generalizzato, ovviamente, ma anche chi proviene dal mondo PC e da quello di EVE Online perderà più di qualche minuto per capire il da farsi.
    Purtroppo questo è un grande difetto di Dust 514 per due motivi: da una parte non farà che allontanare immediatamente i videogiocatori meno pazienti, dall’altra mortifica quello che è indiscutibilmente l’aspetto più riuscito della produzione. A poco a poco infatti, si scopre un’infrastruttura solidissima e profonda: ideale per dare vita a una lunga lista di loadout perfetti per ogni tipo di battaglia.

    I numerosi terminali serviranno per curare ogni ambito possibile. Quello relativo alle classifiche vi fornirà ogni dato utile sia sulla vostra condotta, sia su quella delle varie corporazioni a è possibile affiliarsi. Il Mercato, l’Assemblaggio Armatura, l’Assemblaggio Veicolo e la Scheda Abilità invece, collaborano alla definizione dell’avatar. Anche in questo caso è una vera e propria impresa riuscire a comprendere al volo tutti i meccanismi che regolano l’accessibilità di un’arma o di un’abilità, ma le scelte effettuabili sono moltissime. Naturalmente prima di tutto dovrete accumulare punti esperienza. Battaglia dopo battaglia salirete di livello rendendo disponibile così nuovo equipaggiamento e sbloccando i vari rami dello skill tree. Non vi basterà questo però per potenziare effettivamente il personaggio. Per ogni oggetto dovrete spendere cifre considerevoli, usando due differenti tipi di valuta: gli ISK, ottenibili direttamente dalle partite, e gli AUR, acquistabili sul PSN. Se sentite nell’aria puzza di “pay to win” non siete così lontani dalla realtà dei fatti. Se è vero che ogni item presente sul mercato non richiede necessariamente AUR, l’equivalente in ISK è spesso spropositato, costringendovi implicitamente a scegliere tra spendere una piccola somma o passare ore e ore sul campo di battaglia prima di fare vostro l’agognato mitragliatore o armatura del caso. Come se non bastasse gli sviluppatori hanno ideato un ulteriore trucchetto per farvi cadere in trappola. Ogni loudout avrà il suo prezzo. Se quelli base, che definire quasi inutili è un complimento, sono infiniti, tutti gli altri andranno riacquistati dopo ogni respawn. In altri termini: gli ISK tenderanno a finire con una certa velocità e dovrete faticare non poco per potenziarvi a sufficienza rinunciando alla scorciatoia rappresentata dagli AUR.
    Difficile comunque non restare abbagliati dalle proporzioni esorbitanti di quest’ambito del gioco. Senza contare le ovvie espansioni che non mancheranno di ampliare ulteriormente l’offerta, il Mercato è già vastissimo e tra nuove bocche di fuoco e potenziamenti vari, anche il videogiocatore più esigente riuscirà a mettere a punto l’equipaggiamento dei propri sogni. Grazie allo skill tree potrete vestire armature sempre più efficienti, incrementare la potenza delle torrette difensive che potrete installare negli scenari e apportare migliorie ai veicoli. Costosissimi, possono essere richiamati in qualsiasi momento sul campo di battaglia e spaziano dai fuoristrada, ai quad, senza dimenticare i micidiali elicotteri.
    Da questo punto di vista CCP ha fornito una cristallina prova di forza grazie a un’infrastruttura ruolistica solida e profondissima. Non tutti apprezzeranno la relativa complessità di lettura dei vari menù, ma chi avrà pazienza a sufficienza non se ne pentirà di certo.

    Per ogni pro, c’è un contro

    Purtroppo, parlando di gameplay vero e proprio, Dust 514 denuncia tutta una serie di limiti difficilmente ignorabili, che attutiscono fortemente l’impatto che avrebbe potuto avere su chi è assolutamente digiuno di EVE Online.
    Due i problemi principali. La mancanza di carattere e l’interattività tra i due giochi: quest'ultima tutt’altro che evidente e proprio per questo non sufficiente a rappresentare quel plus che ci si sarebbe aspettati. Da una parte i giocatori dell’MMO potranno di tanto in tanto offrire supporto alla propria fazione a terra colpendo i nemici con un devastante raggio laser, sprigionato da una stazione spaziale orbitante. Dall’altra gli utenti di Dust 514 diventeranno parte attiva dei conflitti avviati su EVE Online, influenzandone l’esito grazie alle loro vittorie (o sconfitte). Purtroppo la realtà dei fatti, in questo senso, è persino peggiore di quanto preventivato: il più delle volte vi dovrete accontentare di partite casuali, totalmente sconnesse dalle battaglie interplanetarie del gioco per PC. Sinceramente ci saremmo aspettati qualcosa in più in questo senso, ma siamo assolutamente sicuri che nei mesi avvenire CCP farà di tutto per incrementare l’interdipendenza tra le sue creature.

    Scesi sul campo di battaglia si provano sensazioni contrastanti. Le dimensioni della mappa sono ragguardevoli e la loro generazione casuale impedirà l’affermarsi di camper. Tuttavia i playground si assomiglieranno fin troppo tra loro e la conformazione, che predilige lunghe distese in cui trovano sede piccoli edifici, le rendono eccessivamente monodimensionali: i cecchini se la godranno alla grande, mentre chi è equipaggiato di armi a corto raggio avrà ben poche chance. L’idea che ogni respawn vi costerà del credito vi spingerà a dare sempre il meglio, ma i pochi ISK che accumulerete vi costringeranno a un selvaggio (ed eccessivamente prolungato) grinding, alla lunga frustrante e avaro di soddisfazioni. Veicoli e armi vivacizzano incredibilmente gli scontri e spesso sarete testimoni di lotte piuttosto accese ed emozionanti, ma lamenterete con ancor più frequentemente l’assenza di fisicità. L’avatar sembra camminare su morbidi materassi invece che sulla dura terra, e ogni colpo andato a segno non vi restituirà il giusto feedback, con ripercussioni negative sia sul divertimento, sia sull’effettiva comprensione di cosa stia realmente accadendo intorno a voi.
    Per ogni pregio, c’è un difetto pronto a palesarsi, in una continua rincorsa che alla lunga vi stancherà e innervosirà.
    Anche le modalità di gioco non aiutano un granché. I Deathmatch, forzatamente a squadre per un massimo di 48 partecipanti permettono solo un tot di respawn per parte. Gli altri tipi di scontro vi spingono a prendere il controllo di una o più strutture per distruggere il centro di comando orbitante avversario e, al contempo, difendere il proprio. poche novità, insomma.
    Non vogliamo dire che Dust 514 non sia divertente: il problema è altrove. Perché perdere tempo con uno sparatutto tutto sommato solo sufficiente e per nulla originale, quando su PS3 esistono altri prodotti molto più curati e riusciti? Si torna allora a quanto detto in apertura di recensione: solo i fidelizzati al brand, o chi proprio non riesce a resistere al fascino di un gioco free-to-play, spenderà qualche ora sui vari pianeti dell'universo di EVE. Gli altri non tarderanno a denunciarne i difetti e, in assenza del fascino dell’interattività con l'MMO principe di CCP, passeranno piuttosto in fretta ad altro.

    Tanti pianeti, ma tutti uguali

    Purtroppo le magagne non sono finite qui e proseguono nell’analisi dell’aspetto tecnico.
    In primis il netcode è semplicemente imbarazzante allo stato attuale. Non solo il matchmaking è macchinoso e prolungato, ma una volta in battaglia vi capiterà di tutto: dai rallentamenti, ai glitch, alle miracolose sparizioni/apparizioni di alleati e nemici. Le partite prive di problemi ci sono, ma rappresentano una risicata minoranza.
    Anche il motore grafico non se la passa tanto meglio. Il pop-up delle texture è ordinaria amministrazione, ma almeno i modelli poligonali di personaggi e veicoli si lasciano apprezzare. Purtroppo l’art design è deludente. Se armi e armature dimostrano l’impegno degli sviluppatori, non ci è ancora chiaro perché i pianeti si assomiglino tutti ed il team non si sia sforzato in alcun modo di offrirci qualche scorcio evocativo.
    Almeno il sonoro si difende piuttosto bene, voce del computer di bordo a parte. Gli effetti ricreano degnamente la cacofonia di uno scontro a fuoco e i pochi brani presenti sottolineano caparbiamente l’atmosfera futuristica e di conflitto che si respira.

    Dust 514 Dust 514Versione Analizzata PlayStation 3Ben lontano dall’essere un disastro, Dust 514 è comunque un FPS solo sufficiente e scarsamente divertente. Se l’impianto ruolistico è di tutto rispetto, l’azione vera e propria denuncia fin troppi difetti che stancheranno presto l’utenza a caccia di uno sparatutto immediato e divertente. Come se non bastasse, chi volesse sfuggire al meccanismo del pay-to-win deve essere pronto al grinding estremo prima di mettere le mani su un equipaggiamento degno di questo nome. Solo gli appassionati di EVE Online potrebbero appassionarsi, più per il diretto richiamo al brand che per effettive qualità del prodotto. Dust 514 è gratis e questo, siamo sicuri, spingerà molti di voi a dargli almeno una possibilità. In molti, ne siamo sicuri, disinstalleranno il gioco prima del previsto. La speranza è che future patch possano rendere il titolo di CCP più funzionale e facilmente assimilabile ad un pubblico eterogeneo. Ma allo stato attuale dei fatti, non possiamo che consigliarvi di cercare un altro FPS. Nel caso in cui la componente massiva sia per voi una forte attrattiva, l'ottimo Planetside 2 potrebbe rivelarsi la scelta vincente.

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