Recensione Hatsune Miku Project Diva F 2nd

Torna la popstar virtuale, con un nuovo Rhythm Game

Recensione Hatsune Miku Project Diva F 2nd
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  • PS3
  • PSVita
  • Quante volte, nel corso della nostra carriera (soprattutto) videoludica, in presenza di qualche produzione tipicamente nipponica ci siamo trovati a formulare un’esclamazione di Obelixiana memoria: “sono pazzi questi giapponesi!”. Detto con estremo affetto, sia chiaro, e con un pizzico di ammirazione per la capacità di cercare il nuovo, il diverso, avendo la forza di proporre idee originali (per quanto sovente strampalate) contrapposte al rigido immobilismo che molto spesso sembra purtroppo pervadere l’offerta nostrana. Tra gli innumerevoli esempi che si potrebbero portare, ci limitiamo in questa sede ad un fenomeno di costume che veste i panni di una tenera teen idol appena sedicenne e che in patria (e non solo) ormai ha assunto proporzioni enormi. Hatsune Miku infatti trascende qualsiasi barriera culturale e qualsivoglia media. La ragazzina in questione ha una collana manga dedicata, milioni fan in visibilio la seguono con profonda dedizione, i suoi dischi vanno letteralmente a ruba, tournée e concerti in giro per il mondo registrano puntualmente il sold out (non più tardi di due mesi fa il Nokia Theatre di Los Angeles era gremito con oltre diecimila persone), apre le performance di Lady Gaga e trova perfino il tempo di fare quattro chiacchiere con David Letterman nonché esser protagonista indiscussa di pubblicità e videogiochi di successo. Non male per essere “solo” una creatura digitale, non trovate?

    LE ORIGINI DEL SUCCESSO

    Hatsune Miku, in realtà, è una ragazzina di umili origini, ma dalla storia molto interessante. La sua carriera inizia nel 2007, quando nasce come mascotte della seconda versione di un programma di sintetizzazione musicale (il Vocaloid 2) targato Crypton Future Media, che in breve tempo spopola grazie e soprattutto alla diffusione di contenuti multimediali creati dai fan e condivisi in rete. Per ridurre tutto ai minimi termini e non perderci in evoluzioni astruse, tale software in buona sostanza è in grado di riprodurre parole ed inflessioni realistiche, creando una canzone completa semplicemente codificando testo, melodia e una limitata campionatura vocale. In questo caso, la voce di Hatsune Miku si ottenne grazie alla campionatura di alcuni fonemi pronunciati da Saki Fujita, già famosa doppiatrice di anime (Attack on Titan) e videogiochi (Agarest, Street Fighter, Monster Monpiece) in madrepatria.

    Il resto, ormai, è storia. Con l’aumento delle possibilità creative permesse dal software crebbe esponenzialmente il numero degli utenti desiderosi di condividere le proprie creazioni online, e ciò creò un circolo virtuoso in grado di auto sostenersi e di non lasciare indifferente il mutevole mondo del marketing e del merchandising, sempre alla ricerca di fenomeni da dare in pasto al pubblico. In breve per la piccola Hatsune giunse la popolarità cui facevamo cenno prima e, a distanza di quasi otto anni, la ragazzina è ancora in grande forma: adesso giunge anche nel caro Vecchio Continente a distanza di qualche mese dal primo capitolo, vero debutto occidentale per la Vocaloid dopo anni di successi videoludici in terra nipponica.

    UNA DIVA CAPRICCIOSA

    Project Diva F 2nd non intende certo mutare la formula che ha reso popolare il brand in ambito videoludico. Ecco perché Hatsune Miku, Rin, Len, Meiko, Kaito tornano protagonisti di un rhythm game alquanto peculiare, leggermente diverso rispetto ai congeneri. Anzitutto, essendo un fenomeno di costume, nato e cresciuto nella terra del sol levante, non possiamo stupirci più di tanto se la struttura di gioco si adagia appieno su un morbido giaciglio fatto di fan service. A questo però non deve assolutamente esser data una connotazione negativa, dato che il titolo risulta comunque divertente - ancorché molto tecnico - e davvero godibile, in barba alla nostra occidentale seriosità. Dopo un rapido tutorial in cui, a ritmo di Levan Polka, una super-deformed Miku ci introduce ai controlli basilari, possiamo buttarci a capofitto e testare la nostra prontezza di riflessi sulle quasi quaranta canzoni, marcatamente J-Pop, J-Rock e qualunque altro genere a cui si possa aggiungere il prefisso “J”, messe a disposizione in questo episodio (ma quasi la metà erano già presenti nei precedenti capitoli). Come al solito, essendo un rhythm game lo scopo ultimo è sempre lo stesso: cercare, nel modo più preciso possibile, di ripetere i comandi e le combo che compariranno a schermo, seguendo precise sequenze basate sulla metrica della melodia. Un compito più facile a dirsi che ad eseguirsi: Project Diva F 2nd è infatti un titolo molto tecnico e la curva di difficoltà inizia ad impennarsi in modo sensibile già in alcune canzoni a livello "normale". Di conseguenza il consiglio, se siete digiuni del genere, dato che ogni canzone per considerarsi superata deve esser completata sempre almeno all'80%, è quello di iniziare prendendo dimestichezza con il sistema di controllo, passando qualche ora "tranquilla" ai livelli più bassi e maggiormente accessibili. Ciò anche per il fatto che l'interfaccia solitamente “lineare” che caratterizza i rhythm game qui è messa da parte in favore di un utilizzo piuttosto libero ed estroso degli indicatori e delle icone, che appaiono sullo schermo piovendo da ogni parte e fermandosi in zone sempre diverse del touchscreen. Ciò rende tutto più caotico e contribuisce, almeno all'inizio, a creare un leggero senso di spaesamento; quest'ultimo dovuto anche ai bei video psichedelici in background che tendono a distrarre il giocatore invece che farlo concentrare sui target da "colpire". Ad ogni modo, nulla che non possa esser superato con qualche ora di allenamento con le martellanti note J-Pop sparate in cuffia.

    Tornando per un momento al sistema di controllo, i quattro tasti frontali possono essere usati singolarmente, nel momento in cui compare la relativa icona, oppure in combinazione con i pulsanti della croce direzionale. Coinvolte nel sistema di controllo vi sono anche le due levette analogiche, sovente utilizzate nelle sezioni "tecniche". Il gameplay sa essere accessibile ma anche piuttosto complesso, per fortuna evitando anche di trasformarsi in un incostante button mashing. Le sfide legate alle canzoni possono poi essere personalizzate, non solo esteticamente, ma anche attraverso l’acquisto di bonus e malus, a seconda che vogliate avere qualche aiutino in itinere oppure, al contrario, alzare ancora di più il tasso di sfida. Queste personalizzazioni, chiaramente, influiscono non solo sul punteggio finale della singola canzone, ma anche sui cosiddetti Diva Points, ossia la "valuta" di gioco, utilizzabile per acquistare i bonus/malus di cui sopra, nonché le centinaia di orpelli estetici, nuovi outfit, ammennicoli vari, oggetti d'arredo e regalini per la nostra (o meglio, i nostri) viziati Vocaloid. Il tutto confluisce poi nella DIVA Room in cui ci ritroviamo, per così dire, in intimità con la ragazzina capricciosa, con la possibilità di interagire con lei accarezzandola (in maniera innocente, sia chiaro!) oppure, come accade con ogni signora che si rispetti, portandole dei doni (che saranno graditi o meno, a seconda delle preferenze). Quest'ultima sezione probabilmente non verrà nemmeno sfiorata dai più ma, considerando l'elevato numero di fan di Hatsune e soci, la presenza di tale opzione è da considerarsi una simpatica possibilità per avvicinarsi ancor più al proprio personaggio preferito: una “delizia” di fan service.

    CONDIVIDI CHE TI PASSA

    Ad estendere in modo esponenziale la longevità del titolo, oltre alla possibilità di sbloccare le centinaia di oggetti ed alle decine e decine di ore necessarie solo per imparare a destreggiarsi a livelli di difficoltà più elevati, ci penseranno (nel prossimo futuro) i canonici DLC, assieme ad un editor corposo e profondo ed alla possibilità di condividere, con la nutritissima comunità, le nostre creazioni via PSN. Per quanto concerne l'editor, esso permette di creare il proprio videoclip, scegliendo e settando ogni minuscola impostazione, dal tempo di battitura al movimento delle telecamere, sino alla posizione e velocità di apparizione delle icone da premere. Solo all'apparenza semplice (almeno, reso comprensibile attraverso un rapido tutorial e alla modalità per noob), anche questa funzione, al pari del rhythm game vero e proprio, necessita di ore di studio per capire al meglio il suo funzionamento e padroneggiare tutti i trucchetti per creare un video ed una sfida con i contro fiocchi. Una volta completata l'opera, potete decidere di fare l'upload in rete, condividendo la vostra creazione con la vasta comunità: che per inciso è da sempre attivissima su questo fronte. Se non volete dedicarvi alla creazione in prima persona, potete sempre scaricare sino ad ottanta file creati dagli utenti, in modo da rinnovare costantemente l'esperienza di gioco. Certo, non tutte le canzoni homemade sono al livello di quelle predefinite, ma vale la pena controllare: qualche piccola perla si trova sempre. Da ultimo, il fan accanito che acquisterà anche la versione portatile dell'avventura musicale di Hatsune, può non solo importare i dati di una eventuale versione giapponese acquistata in precedenza, ma utilizzare anche la funzione cross save per continuare la sessione di gioco ovunque si trovi.

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    Project Diva F 2nd è un titolo che soffre purtroppo di un contrasto interno, che lo vede frammentare l’intera esperienza di gioco -fondata sulla velocità quasi frenetica delle tracce, con le molte schermate di caricamento che allenano i ritmi di gioco. I caricamenti sono presenti in generosa quantità, dalla semplice navigazione tra i menu, sino al cambiamento di abito della Diva o alla semplice selezione di una canzone. Tutto viene preceduto da immobili schermate che spezzano in maniera significativa l’azione di gioco. Per ciò che concerne l’engine grafico, esso svolge bene il proprio lavoro, ma senza grandi acuti. Gli stage sono sempre accompagnati dai movimenti dei vocaloid in videoclip a tema, alcuni davvero suggestivi, evocativi e molto belli da vedere, anche se questa distrazione è esattamente ciò che il giocatore dovrebbe evitare. Altri videoclip invece, quelli maggiormente movimentati e con svariati effetti prismatici, pur distraendo meno il giocatore, riescono comunque a causare un po’ di confusione all’occhio meno allenato, che vede sovrapporsi ed alternarsi velocemente colori e icone, correndo il rischio di lasciarsi sfuggire qualche nota. La soundtrack è composta ovviamente da canzoni di derivazione prettamente orientale, soprattutto J-Pop, anche se non mancano digressioni verso altri generi. Probabilmente a non tutti piacerà la tipologia, ma vi possiamo assicurare che dopo poche comincerete ad apprezzare le tracce più che orecchiabili. Complessivamente, almeno dal punto di vista musicale, si tratta di un'ottima, per quanto particolare, aggiunta nel panorama dei rhythm game.

    Hatsune Miku Project Diva F 2nd Hatsune Miku Project Diva F 2ndVersione Analizzata PlayStation 3Hatsune Miku Project Diva F 2nd è un titolo peculiare. Sino a qualche tempo fa noi utenti occidentali non avevamo alcuna idea di chi fossero Hatsune Miku, Rei, Len e gli altri vocaloid della compagnia, ed invece ora eccoci qui, testimoni dell’enorme successo di questi adolescenti digitali. A distanza di poco meno di una anno dalla prima apparizione nel mercato occidentale, Project Diva torna completo, migliorato, esteso e più difficile che mai. Certo, in alcuni punti sembra fatto unicamente per soddisfare le voglie di fan sfegatati della piccola Miku; ciò non toglie che l’offerta non è solo corposa, ma anche divertente e consigliata a tutti; anche a chi non piacciono le canzoni giapponesi. Project Diva è un rhythm game bello, impegnativo, divertente, per nulla scontato. E' molto difficile e richiede dedizione ed impegno, soprattutto se vorrete sostenere all’improba impresa che vi attende al livello Extreme. La funzionalità cross save, unita alla possibilità di fare il download o l’upload delle canzoni e dei videoclip editati, estende in modo esponenziale un’esperienza di gioco: da provare.

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