Provato Need For Speed Most Wanted

Uno sguardo al Multiplayer, poco prima dell'uscita

Provato Need For Speed Most Wanted
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  • Xbox 360
  • PS3
  • PSVita
  • Wii U
  • Pc
  • Londra - L'appuntamento annuale con il “Fall Showcase” di Electronic Arts è ormai un rito di lungo corso. Tornando a puntualizzare l'eccezionale varietà della sua offerta videoludica, il publisher presenta alla stampa specializzata tutti i prodotti in uscita nel prossimo trimestre, allungandosi fino a considerare titoli ancora lontani (da Dead Space 3 al Fuse di Insomniac Games), ma anche release praticamente imminenti. Oltre al DLC di Battlefield 3 (Aftermath), alla versione Wii U di FIFA 13 ed allo shooter cooperativo Army of Two: The Devil's Cartel, abbiamo avuto occasione di testare per quasi due ore l'ormai prossimo Need for Speed: Most Wanted. Il titolo Criterion, sia in multiplayer che in single player, si presenta in gran forma, pronto a stuzzicare gli appassionati dei Racing Arcade con uno stile veramente inimitabile, mutuato dall'eccellente Burnout Paradise ma molto maturato in questi ultimi anni.

    Single Player

    Mettiamo le mani avanti per evitare brutte sorprese. Nel look, nel feeling di guida, e persino nello stile complessivo, Need for Speed Most Wanted è Burnout Paradise. Dopo l'ottima prova con Hot Pursuit, Critetion rispolvera la struttura open world che aveva abbandonato visto il successo non proprio esuberante di Paradise, e la “appiccica” su un nome che non può lasciare indifferente nessun appassionato di giochi di guida.
    Chi scrive ha passato ore ed ore a completare tutte le sfide disseminate per Paradise City, e una volta impugnato il pad si è sentito subito a casa. La città in cui si ambienta Most Wanted porta il nome di Fairhaven, ed anche qui ci sono chilometri di strade da percorrere senza costrizioni.
    La breve sequenza iniziale che ci presenta il titolo e la sua filosofia è accompagnata dal sottofondo di un brano dei Muse, le cui note meno esuberanti ben si confanno al colpo d'occhio meno sgargiante di Most Wanted. Burnout Paradise cominciava coi Gun N' Roses, ed esplodeva in una sinfonia di colori sgargianti e spiagge assolate, mentre il tono di questo Need for Speed non è altrettanto esagerato. Ma gli altri ingredienti sono proprio gli stessi. Ci sono i tabelloni pubblicitari da sfondare, le scorciatoie che ci permettono di spuntarla sugli avversari, e persino i cancelli da sfondare per accedere ad aree segrete in cui dedicarsi ai “trick” più assurdi: salti sui container, derapate oltre misura, testacoda esagerati.
    E ci sono anche le smisurate Highway che ci conducono su e giù per la mappa: sfrecciando lontani da downtown si arriva alla zona portuale, e poi oltre -superando un ponte che ricorda il Golden Gate (bellissimo al tramonto!)- si raggiungono le asperità rocciose delle zone montuose, in cui aumenta la pendenza delle strade e le curve si fanno insidiose.

    Anche solo mettersi a girare liberamente per Fairhaven è un'attività che compiace, mentre si saggia il modello di guida totalmente arcade. Acceleratore e freno sono tutto quello che serve per pennellare traiettorie perfette, senza parzializzare, ma con un rapido tocco sul brake per mandare di traverso ogni vettura. Il comportamento di una Ford è ovviamente diverso da quello di una Maserati, soprattutto per sensazione di velocità trasmessa e manovrabilità, ma non aspettatevi nessun tipo di pretesa simulativa.
    Quello che cambia rispetto a Burnout Paradise è la struttura e l'organizzazione degli eventi. Nel “predecessore spiriturale” si cambiavano le vetture a seconda del tipo di gara che volevamo affrontare: qui invece ogni auto ha una serie di prove da portare a termine. Basta un tocco sul D-Pad per aprire un comodissimo menù di gioco, che permette di selezionare un evento affinchè venga localizzato sulla minimappa. Una volta raggiunta la posizione di partenza, la classica sgommata per dare il via alla gara. Ci sono competizioni di diverso tipo, ma stavolta la libertà di interpretazione è molto minore rispetto a quella concessa da Paradise: la sequenza di checkpoint è ben specificata, e non se ne può saltare neppure uno. Una scelta vincente, se si considera che uno dei più grandi difetti del vecchio titolo era proprio la sua tendenza a risultare poco strutturato e molto dispersivo in fase di corsa. Che sia una Hot Road (un tratto da percorrere entro il tempo limite), una classica gara a checkpoint o una prova di velocità (bisogna raggiungere una certa velocità in un tratto di strada limitato), il percorso da seguire è marchiato chiaramente sulla minimappa.
    Evento dopo evento, si guadagnano gli Speed Point che ci permettono di salire in graduatoria e farsi belli con tutti gli amici presenti nell'Autolog. Ma si sbloccano anche parti aggiuntive per la vettura che stiamo guidando, così da poterne modificare le prestazioni. I pneumatici off road aumentano il grip, la trasmissione sportiva tira meno le marce, riducendo la fase di accelerazione, e ci sono addirittura diverse tipologie di turbo da poter equipaggiare. L'operazione di Tuning si effettua in un lampo, dal solito menù che appare come per magia dopo un click sulla freccia direzionale.
    Quando ci si stanca dell'auto che stiamo guidando, basta cercare bene per le strade della città: posteggiate nei parcheggi o negli spiazzi fuori mano si trovano Maserati, Porsche, Lamborghini: basta un click per cambiare vettura, e ricominciare subito la sfilza di eventi.

    Fra le novità di questo Need for Speed, oltre agli autovelox che vanno clamorosamente “bruciati” schizzando come fulmini di fronte alle telecamere, bisogna citare l'intervento della polizia, che si dimostra piuttosto agguerrita nel mettere i bastoni fra le ruote al giocatore. Interviene addirittura nel corso delle gare, mettendosi in mezzo alla pista a macinare takedown. Oltre agli avversari, quindi, bisogna tenere in debita considerazione posti di blocco, e persino strisce chiodate lasciate sulla carreggiata. Anche nel corso dei semplici giri di ricognizione le auto della polizia ci saranno spesso alle calcagna, e dovremo seminarle curva dopo curva, fino ad uscire dalla zona a rischio.
    Complessivamente, il Single Player di Need for Speed Most Wanted ci è sembrato molto divertente e dinamico. Il modello di guida abbandona ogni pretesa simulativa, allontanandosi dalla strategia “ibrida” del precedente Hot Pursuit: immediatezza e rapidità sono le parole d'ordine di questo capitolo, che trasmette un eccezionale senso di velocità e sollazza i malevoli fan di Burnout con i soliti Takedown. In più, oltre alle gare finalmente ben strutturate, l'approccio Open World regala un'infinità di cose da fare e posti da visitare. Insomma: bello e abbondante.

    Multiplayer

    Con la stessa rapidità con cui si cambiano pneumatici e componenti della vettura, il menù di gioco permette di accedere alla modalità Online. Anche in questo caso Need for Speed Most Wanted segue la traccia di Burnout Paradise: è infatti possibile avviare un evento ospitando fino ad otto giocatori, che si sfideranno in una serie di competizioni delle tipologie più disparate. Dapprima tutti si corre verso il Meeting Point, e poi via: magari a rotta di collo per una gara a checkpoint, magari in direzione della zona industriale per cercare di realizzare il salto più lungo. Ancora, ci sono gare di drifting oppure ben più insidiose corse takedown, in cui oltre a cercare un buon piazzamento, si guadagnano punti per ogni avversario messo KO. E si noti una finezza: ogni nemico spinto contro il muro al momento opportuno vedrà la tarda del suo “carnefice su ruote”, che ovviamente può essere personalizzata. Limitate le offese, se possibile (vi basti poter scrivere un delicato: U Noob).

    L'online di Need for Speed Most Wanted, per come l'abbiamo provato, è divertente e sostenuto da un ottimo netcode, ma di certo è un po' caciarone e incline a diventare molto confusionario. Perfetta per qualche ora di divertimenti disimpegnato, questa modalità (chiama Speedrun) non è certo adatta ai più competitivi. Il team assicura che sarà possibile organizzare gare più classiche, anche se purtroppo non abbiamo avuto modo di sperimentare questa opzione. Personalmente, troviamo abbastanza indovinato anche un approccio leggermente diverso rispetto a quello dei racing classici, tentato proprio da Paradise per la prima volta e poi purtroppo abbandonato.

    Need For Speed: Most Wanted (2012) Manca davvero poco al lancio di Need for Speed Most Wanted. Dopo averlo provato approfonditamente nel corso di questo Showcase, sappiamo già che qualche giocatore resterà probabilmente deluso dal corso che questa saga ha deciso di prendere: i puristi di Need for Speed avrebbero forse preferito una componente di tuning un più più sostanziosa ed una struttura più classica. Invece Criterion porta avanti con salda convinzione la sua visione creativa, legata ad una città liberamente esplorabile, con gare ad ogni incrocio, e ad un senso di velocità sempre esaltante, in relazione all'estrema semplicità del modello di guida. Chi ha amato Burnout Paradise troverà in Most Wanted il suo successore ideale. Ma anche chi adora il racing arcade, non necessariamente vistoso e “tamarro”, ma invece frenetico e immediato, sarà senza dubbio esaltato da un prodotto ricchissimo di contenuti, dotato di uno stile sopra le righe e di un concept finalmente fuori dagli schemi.

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