Recensione Oddworld Stranger's Wrath HD

Torna il terzo capitolo della Quintologia di OddWorld, in Alta Definizione

Recensione Oddworld Stranger's Wrath HD
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  • Xbox
  • PS3
  • iPhone
  • iPad
  • PSVita
  • Mobile Gaming
  • Pc
  • Switch
  • La saga di OddWorld, da Abe's Oddysee a Stranger's Wrath, compone un pezzo di storia videoludica coinvolgente e malinconico. Il massiccio team di sviluppo OddWorld Inhabitants, al momento di esordire sulla grigia Playstation con uno dei più brillanti e originali Platform dell'epoca, si affacciò sul mercato esibendo una verve creativa che pochi altri hanno dimostrato in futuro, e conquistando d'un colpo il cuore di schiere interminabili di giocatori. L'avventura di Abe, allungata elegantemente nel mai ridondante Exoddus, dipinse un mondo attraversato da un vibrante e distaccato cinismo, pervaso di una cura stilistica e di di una coesione che pochi altri “universi” avevano. Fra Glukkon e Paramiti, antiche leggende di Scrub e Slig meccanizzati, OddWorld era un fulgido esempio dei risultati a cui può portare l'entusiasmo creativo di un risoluto team.
    Poi fu il 3D. E l'Odissea di Munch non seppe replicare la magia, inchiodata a terra da un sistema di controllo non eccezionale e da soluzioni ludiche molto meno brillanti. Convinti ad andare avanti nel loro progetto di una “quintologia” che presentasse diversi personaggi ed esplorasse cinque generi diversi, gli Inhabitants tentarono il tutto per tutto con Stranger's Wrath, pubblicato come il suo predecessore su Xbox. Un deciso cambio di rotta, dopo il quale il gruppo non riuscì più a trovare convinzione e fondi, svanendo ufficialmente dalle scene.
    Questo almeno fino a poco tempo fa, quando gli Inhabitants annunciarono il loro ritorno, accompagnato da una rivalutazione dell'intera line-up dei loro prodotti. Giunta su PC la OddBox (contenente tutti e quattro i titoli sviluppati), e riproposti sugli scaffali digitali del PSN i due classiconi Playstation (comprateli!), il Team ha affidato a Just Add Water il compito di curare la riedizione in Alta Definizione di Stranger's Wrath. Dopo molti rimandi, che hanno fatto slittare i lavori sul remake HD di Munch's Oddysee (ignoto attualmente lo stato dei lavori), lo Straniero arriva finalmente su Playstation Network, deciso a conquistare nuovi adepti e ad irretire i vecchi appassionati. Vediamo cosa ci riserva la sua avventura.

    Un Far West troppo vicino

    Stranger's Wrath ci catapulta subito al centro dell'azione, senza troppi preamboli narrativi. Figlio di un tempo in cui, prima di giocare, si leggeva il manuale. In questa edizione tutta digitale, tuttavia, bisogna far lavorare un poco la fantasia, superando gli spiazzanti momenti iniziali, scoprendo poco a poco l'ambientazione ed il protagonista mentre si seguono le indicazioni di un lungo Tutorial. Sostanzialmente, Stranger's Wrath racconta la storia dello “straniero” uno spietato cacciatore di taglie finito chissà come sulla frontiera. Il brivido della caccia, si scoprirà ben presto, non è l'unico motivo per cui il protagonista da la caccia ai ricercati più terribili delle lande selvagge. Raccogliere un bel gruzzolo è indispensabile per la sua costosissima operazione, che rappresenta l'unico modo per sopravvivere.
    Inizialmente sembra quasi di trovarsi di fronte ad un'accozzaglia poco organica di missioni, da compiere in sequenza per arraffare più denaro possibile. Fortunatamente più avanti si scopre un plot ben più originale, legato alla misteriosa estinzione degli Steef, creature mitiche la cui civiltà è sfiorita dopo che l'espansione territoriale ha modificato l'orografia del territorio.
    Ancora una volta, dunque, Oddworld Inhabitants si diverte a giocare con specie in pericolo, costrette a vivere in ecosistemi spietati e costantemente piegati alle esigenze dell'industrializzazione e del progresso. E ancora una volta, così come fu nel caso di Abe, il giocatore sente il fascino di questo mondo crudo e brullo, disincantato e spolpato dall'interesse economico.
    Sfortunatamente il lavoro di caratterizzazione non è incisivo e curato come quello dei primi lavori del Team. L'idea di base è quella di dipingere il “selvaggio west” di Oddworld, popolandolo di nuove razze. Ma le galline spennacchiate che masticano tabacco e fili d'erba, o le timorose lucertole che scappano all'impazzata alla vista dello Straniero, sono in verità brutte copie di Yankee e Indiani, e non riescono mai a bucare lo schermo. Troppo antropomorfi, troppo poco originali. Persino i nemici restano nel più totale anonimato, come grossi orchi armati di archibugi e mitragliette. Sono lontani i tempi di Scrub e Paramiti.
    Nonostante la caldissima accoglienza che la stampa riservò al titolo, rinnovata adesso a questa edizione HD, il carattere di Stranger's Wrath abbare molto spuntato. L'accento texano esibito fino allo stremo, con dialoghi che in certi casi sconfinano in un indistinto biascichio, è il chiaro simbolo di un prodotto che ha perso, almeno dal punto di vista concettuale, buona parte delle energie creative che avevano reso grande il team di sviluppo, e che di fatto rappresenta il prodotto meno ispirato del loro personalissimo quartetto.

    Proiettili Vivi?

    Al di là di trama e caratterizzazione, Stranger's Wrath si presenta come un Action Shooter con visuale mista, che si alterna fra la prima e la terza persona. La telecamera alle spalle del protagonista si utilizza nelle fasi di esplorazione ambientale: quando si percorrono a tutta velocità le steppe aride della frontiera, o quando ci si arrampica sulle corde tese, guizzando da una piattaforma all'altra con doppi salti purtroppo non ottimamente calibrati. La componente esplorativa non è comunque prioritaria all'interno dell'economia di gioco.
    Compito dello straniero, del resto, è quello di ripulire i covi in cui si sono rintanati i banditi più pericolosi del west, al fine di incassare la nutrita taglia che pesa sulle loro teste e su quelle dei loro compari. Per farlo, il nostro eroe sfrutterà una stravagante balestra, capace di lanciare niente meno che la fauna locale. Con un click della levetta analogica destra passeremo immediatamente alla visuale in prima persona, e potremo così bersagliare gli avversari, per stordirli o ucciderli. Frugando poco discretamente nelle tane di insetti e piccoli animali, lo Straniero arricchirà il suo improbabile arsenale, scoprendo utilizzi di certo poco convenzionali delle creature che popolano il sottobosco di Oddworld. Nonostante l'arma a disposizione si una sola, dunque, a livello di varietà c'è da stare tranquilli, mentre con i pulsanti del D-Pad si selezionano i vari tipi di munizioni biologiche.
    Fin da subito scopriamo ad esempio che lanciare le Bolamiti (minacciosi ragni neri) sugli avversari ha l'effetto di intrappolarli per qualche secondo in una robusta tela. Possiamo così avvicinarci indisturbati e “aspirarli” (letteralmente) per incassare la taglia. Gli Scoiattoli, invece, emettono un suono così fastidioso che possono fungere da perfette esche per tendere una trappola. Si trovano poi munizioni più classiche: vespe pungenti da sparare a raffica come se imbracciassimo una mitragliatrice, e gli esplosivi Boombats, pipistrelli che fungono sostanzialmente da granate. L'idea alla base, come sempre, è particolarmente brillante e divertente, ma la realizzazione è riuscita solo a metà, e finisce per ricalcare gli stilemi classici di uno sparatutto senza troppe variazioni di rilievo. Il fatto che lo Stranero debba cacciare in autonomia le proprie munizioni diventa ben presto un'operazione di routine, mentre il gioco si limita a disseminare qua e là le tane delle bestiole come fosse casse di rifornimenti. La presenza di una “mosca elettrica” che può essere sparata senza riserve, poi, nonché la macchinosa operazione di cambio delle munizioni, finisce per incidere negativamente sulla pluralità di approcci. Spesso il giocatore preferisce infatti andare sul sicuro, nascondendosi dietro i ripari ambientali per attirare uno alla volta i nemici, stordendoli con una mosca caricata e aspirandoli per incassare il massimo della taglia. Falciando infatti gli avversari con le munizioni letali, non solo recupereremo molti meno Moolah (la moneta locale), ma avremo anche pochissimo tempo per agguantare i corpi, che tenderanno a decomporsi piuttosto velocemente. L'approccio più ragionato, dunque, è sostanzialmente l'unico che paga, anche se in certi casi di sovraffollamento un'esplosione liberatoria è sicuramente consigliata. Le routine comportamentali molto rudimentali, come si accennava, non fanno altro che rendere abbastanza monocorde ogni scontro: è fin troppo facile occuparsi di nemici non sempre propositivi, sia quando ancora non siamo stati individuati sia quando tutti gli avversari sono in massima allerta.
    Tuttavia c'è da dire che alle difficoltà più elevate (saltate a piè pari il livello “normale” se non siete dei pivelli) Stranger's Wrath riesce a proporre una sfida dalla portata notevole, mentre si lotta con avversari più agguerriti e si cerca di amministrare al meglio il sistema dell'energia (che può essere recuperata scrollandosi di dosso i dardi conficcati nelle carni, ma solo in una quantità limitata). Dopo un paio d'ore di gioco, poi, le aree diventano molto vaste, ricordandoci di un tempo in cui la linearità era nemico giurato del Game Design, e non un mezzo per veicolare una spesso sopravvalutata spettacolarità e garantire un'accessibilità fin troppo lesiva della dignità degli Hardcore Gamer.
    Ed ecco, dunque, il punto di forza di questo Strangers' Wrath HD: il suo essere un titolo profondamente diverso rispetto a quelli che si giocano oggi. Un titolo antico ma non invecchiato, che procede con ritmi meno accesi (la narrazione si prende i suoi tempi, la longevità supera quella di molti prodotti moderni) lungo un percorso ormai divenuto minoritario. Per molti, riscoprire il seme di questo modo d'intendere il videogame, che discende dai grandi classici intramontabili dell'era 128 bit, sarà un piacere assoluto, ben oltre l'esercizio “filologico” della riscoperta di un titolo perduto. Sarà come inquadrare una modernità non attualizzata, nella speranza che i nuovi prodotti di Oddworld Inhabitants rispettino proprio queste radici.
    Insomma, pur non essendo un prodotto perfetto, ed anzi rappresentando forse “l'anello debole” del quartetto incluso nella OddBox, Stranger's Wrath è un titolo vario e complesso, che incuriosisce e trascina, e si concede ai capricci del videogamer lasciandogli la libertà di sperimentare. Come non succedeva da anni.

    Remake

    Dal punto di vista tecnico il lavoro di conversione è molto buono: garantita la fluidità in ogni situazione, ridotti i tempi di caricamento, rimodernate le texture ed in qualche caso persino i modelli poligonali. Il look del protagonista è accattivante, con il poncho logoro che cade dalle spalle, fin troppo similare a quello del “monco” per non considerarla una citazione voluta.
    Il comparto animazioni vive di alti e bassi, le collisioni non sono sempre precise, ma in generale non c'è nulla che rovina l'esperienza di gioco, se non l'ossessiva ripetizione degli effetti sonori legati al salto, troppo “retrò” per non risultare fuori posto. Il colpo d'occhio delle ambientazioni, soprattutto data la loro discreta grandezza, riesce a compiacere, mentre scopriamo antiche rovine, rugginosi relitti di barche allo sbocco di sozzi sistemi fognari, complessi industriali e dighe mastodontiche, o semplici fattorie.
    Purtroppo c'è sempre questo retrogusto amaro, quando si incontrano pennuti in salopette che scimmiottano i contadini texani. Invece che una versione alternativa del west che conosciamo, avremmo preferito una reinterpretazione totale, più cupa e originale: speriamo vivamente che il team di sviluppo torni a spolverare alcune delle sue creature migliori, per il prossimo progetto.

    Oddworld Stranger's Wrath HD Oddworld Stranger's Wrath HDVersione Analizzata PlayStation 3OddWorld Stranger's Wrath non è l'opera migliore degli Inhabitants, e forse sarebbe stato meglio seguire fedelmente la cronologia delle pubblicazioni e rispolverare prima Munch's Oddysee, in cui ancora lo sperimentalismo ludico e la verve stilistica si facevano sentire più prepotentemente. Ma del resto un action shooter si adatta più ai gusti del grande pubblico. Eppure, dei tratti di blockbuster e sparatutto, questo Remake in HD non ha quasi niente. Si presenta invece come un prodotto ancora fresco, alternativo, e nonostante qualche leggerezza di game design (perdonabile ai tempi dell'uscita, molto evidente adesso), l'avventura dello straniero si lascia giocare e scoprire gradualmente, coinvolgendo con trovate molto brillanti e garantendo un approccio mai lineare. Supportare questa riedizione è importante, sia per testimoniare la propria fiducia ad un team storico tornato finalmente sulle scene, e per riscoprire un modo di fare videogame che sembra ormai sfiorito, ma che avrebbe molto da dare a tutti i giocatori. Soprattutto in questo periodo in cui l'onda entusiastica della spettacolarità ad ogni costo è ormai infranta sugli scogli dell'omogeneità, e a noi tocca vivere immersi nella risacca.

    8

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