Speciale PES 2012 Vs FIFA 12

I due simulatori calcistici per antonomasia a confronto

Speciale PES 2012 Vs FIFA 12
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  • PS2
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Pc
  • Psp
  • Con Pro Evolution Soccer 2012 e FIFA 12 ormai sugli scaffali, agli amanti del calcio videoludico non resta che effettuare una scelta: comprarli entrambi o optare per una delle due simulazioni? La prima opzione, a fronte dei 70€ necessari all’acquisto del singolo, ci pare la meno probabile; dunque, come di consueto, vi proponiamo un raffronto (senza intenti bellicosi ma senza fronzoli) tra le offerte Konami ed EA Sports che possa esser utile a valutare quale delle produzioni rispecchi i vostri gusti calcistici. Insomma: meglio PES 2012 o FIFA 12?

    Offerta videoludica

    Per quanto riguarda le modalità di gioco in PES 2012 ritroviamo l’inestimabile fascino delle competizioni internazionali come Champions League e Copa Santander Libertadores (senza dimenticare l’Europa League), che offrono -grazie alle licenze ufficiali- un’esperienza davvero unica nel panorama odierno. Unica soprattutto alla luce dell’implementazione piuttosto marginale (e del tutto anonima) delle stesse in FIFA 12, che le integra (eccezion fatta per la Libertadores) a partire dal secondo anno della Carriera, dimostrando però di non saperne cogliere il pathos. Konami, negli ultimi anni, ha dimostrato infatti di saper catturare in maniera davvero stupefacente l’atmosfera di queste manifestazioni, curando minuziosamente anche il contorno (fatto di inni ufficiali, celebrazioni e quant’altro). D’altra parte, però, bisogna fare i conti con un PES che -al momento- presenta squadre aggiornate alla penultima finestra di mercato e quindi sostanzialmente incomplete (Eto’o è ancora all’Inter, tanto per fare un esempio - Zarate e Forlan alla Lazio e all’Atletico Madrid), mentre FIFA può contare non solo su un database aggiornatissimo e accurato persino sotto il profilo tattico, ma anche sul fantomatico Live Season, ossia la possibilità di aggiornamento automatico settimanale su infortuni, stato di forma e quant’altro.
    Ciò detto, un rapido passaggio all’intero dei menù mostra come entrambe le produzioni siano in grado di offrire competizioni personalizzate con miriadi di settaggi dedicati sia ai novellini che ai più smaliziati. La “sfida” si gioca dunque nelle modalità in grado di immergere il giocatore nel magico mondo del Football. Da questo punto di vista FIFA è sicuramente quello che, in questi ultimi anni, si è dato più da fare: la possibilità di gestire sin dal principio la propria squadra del cuore (con il roster “vero”), unita alle moltissime migliorie al mercato calciatori e al settore giovanile, rendono il titolo EA Sports decisamente più maturo. Konami, infatti, si è limitata ad approfondire -in maniera non del tutto convincente- il rapporto allenatore-dirigenza e allenatore-giocatori, tuffandosi nel passato per quanto concerne la scelta iniziale del roster, limitata ancora una volta agli inutili Miranda & Co. La simulazione nipponica ha sicuramente dalla sua una più accattivante partenza “dal basso” (qualsiasi squadra sceglieremo ci ritroveremo in seconda divisione) ma, anche qui, la mancanza dell’80% delle licenze ufficiali alla lunga fa davvero storcere il naso.
    Molto più equilibrato il discorso concernente il Diventa un Mito (o Virtual Pro, a seconda). Le produzioni, in questo caso, si pongono obiettivi completamente opposti, riuscendo in egual misura a soddisfare i loro sostenitori. I canadesi hanno implementato un sistema totalmente incentrato sul calciatore, le cui skill miglioreranno superando sfide sempre più difficili ed appaganti (in ogni sezione del gioco, oltretutto); i giapponesi, invece, hanno preferito far leva sul gioco di squadra, “obbligando” il videogiocatore ad immergersi nello spogliatoio, integrarsi e collaborare con i compagni prima di veder risplendere la propria stella nel firmamento calcistico. Due strade diverse per due modalità che hanno dimostrato (e dimostrano) di funzionare sempre alla grande. Si potrebbe aggiungere che FIFA offre la possibilità di scaricare il proprio GameFace (la foto in alta risoluzione dal sito EASport), se non fosse che il risultato finale appare talmente deludente da far rimpiangere la “fatica”.
    Si chiude con il comparto online, in cui FIFA oramai domina. Nonostante le problematiche riscontrate negli anni riguardo a cheaters/glitchers/quitters e chi più ne ha più ne metta, l’offerta EA è davvero ampia. Il Club, le possibilità di gioco 11 vs 11, le stanze dedicate e l’ottima aggiunta del Football Club per supportare la propria squadra del cuore eclissano nel vero senso della parola la sola Master League online sulla quale s’incentra PES. E non bastano certo le opzioni sociali introdotte dal MyPES (peraltro neppure in beta ancora) ad affrontare una tale disparità d’offerta in questo settore.

    Gameplay

    Scesi in campo le differenze tra FIFA 12 e PES 2012 sono meno evidenti di quanto si potrebbe immaginare. Iniziando dal reparto difensivo vediamo come entrambe le produzioni abbiano oramai abbandonato il pressing asfissiante a favore di una ben più intelligente e credibile difesa di posizione. I due sistemi risultano piuttosto simili ma, a parità di difficoltà, Pro Evolution Soccer dimostra di essere ancora mezzo passo avanti per quel che riguarda i movimenti della CPU, capace di coprire in maniera più efficace inserimenti e diagonali. Spostandoci brevemente verso l’area di rigore, tuttavia, dobbiamo ammettere che tutto l’ottimo sforzo profuso dai difensori Konami viene clamorosamente annullato dalla dabbenaggine dei portieri, afflitti da una serie di difetti ben peggiori rispetto alla scorsa incarnazione. La controparte canadese, pur mostrando ancora qualche falla nei movimenti “artificiali”, presenta il portiere come ultimo baluardo in difesa della propria roccaforte. Quest’anno, in particolare, gli estremi difensori di FIFA risultano credibili ed efficaci al punto giusto, riequilibrando notevolmente il reparto arretrato.
    Spostandoci a centrocampo, e dunque sulla costruzione del gioco, non possiamo non continuare ad ammirare lo sforzo di David Rutter e compagni nell’offrire una genuina libertà di costruzione (sostenuta, peraltro, dalla drastica diminuzione del pressing). Gli oramai conosciutissimi “settaggi manuali”, uniti alla pressoché totale eiliminazione dei “binari”, sono stati la vera e propria rivoluzione copernicana del titolo EA Sports, che ha cominciato veramente a simulare calcio da quattro anni a questa parte. La produzione orientale ha subito invece un grosso arresto da questo punto di vista, quasi un’inversione di tendenza. Sono infatti tornati i fastidiosi binari sui quali vediamo calciatori correre incontro alla palla senza possibilità di accorciare o tagliare manualmente, ed è tornato persino un certo grado di assistenza nei passaggi, anche impostando a zero il valore relativo. La maggiore libertà di FIFA 12, tuttavia, si scontra -avanzando appena qualche metro nel campo- con movimenti degli attaccanti non sempre soddisfacenti (mantenendo le tattiche di default, ovviamente); un aspetto invece molto curato in quest’ultima incarnazione di PES 2012, che non mette in campo soltanto i migliori tagli in profondità mai visti in un videogioco ma consente, recuperando una feature dalla versione Wii, di far scattare in profondità un compagno deliberatamente selezionato. Il meccanismo (applicabile con molta soddisfazione anche sui calci piazzati) risulta molto complesso da padroneggiare ma, una volta giunti al traguardo, capace di donare grandi soddisfazioni e gran varietà alla manovra.
    Si giunge così all’ultimo grande quesito che da anni affligge i videogiocatori in Ottobre: il modus operandi della CPU. In questi mesi se ne sono sentite di tutti i colori, con picchi di fanboysmo tali da elevare una o l’altra produzione a vero e proprio miracolo nella riproduzione del “carattere” dei team rappresentati. Ebbene vi assicuriamo che non è così, ne in FIFA ne tantomeno in PES. Per quanto abbiamo potuto appurare nella nostra esperienza le differenze sottendono la fase stessa di programmazione dell’IA computerizzata. Mentre nel calcistico nipponico gli algoritmi sembrano programmati in maniera da reagire a quanto proposto dal videoplayer, andando a pescare in una sorta di database comune di giocate, in quello canadese la sensazione è che ogni compagine abbia a disposizione un set predefinito (e più limitato) di situazioni da sfruttare. Benché il divario -quest’anno- si sia enormemente assottigliato, giocare contro la CPU in PES 2012 risulta ancora leggermente più appagante rispetto a FIFA 12, che risponde tuttavia implementando le sliders atte a modificare il gameplay. Agendo con la dovuta pazienza su questi parametri (e sulle tattiche) è infatti possibile cambiare completamente il gioco, plasmandolo ad nostra immagine e somiglianza. Ma noi, almeno in questo caso, dobbiamo tener conto delle impostazioni di default prima di tutto. Ad onor del vero un approccio più realistico senza “smanettare”, in FIFA, lo si può avere già dalle squadre della Premier League, riprodotte in maniera davvero maniacale. Dopotutto la produzione canadese è modellata in toto sul campionato inglese.

    Grafica e Tecnica

    Quello della grafica è uno dei tanti motivi di discussione che si accendono nelle community online che, soprattutto in questo periodo, sono impegnate ad ospitare vere e proprie guerriglie tra i sostenitori di FIFA 12 e quelli di PES 2012. In realtà, a differenza del gameplay, qui non c’è molto da disquisire. Per quanto riguarda la modellazione dei volti e delle corporature i prodotti si equivalgono: Konami, tra alti e bassi, riesce a mostrare una riproduzione convincente di gran parte dei giocatori più e meno conosciuti, mentre EA preferisce eccellere sui più noti (e sulla Premier) grazie al suo oramai famoso Scan Face (in grado di riprodurre ogni più piccolo particolare) e lasciare gli altri modellati con l’editor interno. Questa pratica, in realtà, svaluta leggermente la produzione canadese, che mostra una forbice sin troppo aperta tra la qualità dei volti scannerizzati e quelli non scannerizzati. Una simulazione sportiva, in ogni caso, non è tale finché non si mette in moto, e da questo punto di vista non c’è nessuno in grado di tenere testa a FIFA 12. Il nuovo capitolo EA Sports mostra una varietà ed un’accuratezza nella riproduzione delle animazioni da spazzare via qualsiasi concorrenza, compresa quella di Pro Evolution Soccer 2012, che invece mostra le vetuste ed ancora legnose animazioni di due o tre anni fa. Non bastasse, la produzione canadese ha quest’anno fatto debuttare l’Impact Engine, motore capace di riscrivere completamente le collisioni a terra ed in aria, mostrando quindi finalmente una gestione dei colpi di testa credibile. Dove il simulatore con gli occhi a mandorla recupera è nella rappresentazione degli stadi (creati davvero a puntino) e nella riproduzione -in game- dell’atmosfera tipica delle grandi occasioni. Come abbiamo detto in apertura le varie celebrazioni e introduzioni si amalgamano in maniera perfetta alla sempre esaltante partecipazione dei tifosi, rendendo PES, da questo punto di vista, decisamente più “immersivo”. Un’immedesimazione che viene coronata, infine, da una telecronaca di livello decisamente superiore. Francamente il duo Caressa - Bergomi ha stufato all’unanimità; il commento di Pierluigi Pardo e Gianluca Marchegiani non è soltanto più gradevole e vario ma anche più coerente con le situazioni di gioco proposte.

    Pro Evolution Soccer 2012 E dunque: meglio FIFA 12 o PES 2012? Come aveta avuto modo di leggere non è una domanda a cui è facile rispondere. Trovate ovviamente le nostre recensioni, che entrano molto più nel dettaglio, discutendo oggettivamente i valori messi in campo dalle ultime produzioni calcistiche. Ma quest’analisi comparata ci mostra chiaramente come, al di là dei valori produttivi, pro e contro di FIFA 12 e PES 2012 possano tranquillamente far pendere l’ago soggettivo della bilancia tanto verso l’uno quanto verso l’altro. Non resta dunque che da chiedersi quale sia il più adatto alle nostre esigenze.

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