Recensione Ratchet & Clank: QForce

Il duo di Insomniac si dà al Tower Defence

Recensione Ratchet & Clank: QForce
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  • PS3
  • PSVita
  • Non è mai facile, per una serie videoludica, restare sulla cresta dell'onda per molti anni. Ci sarebbe bisogno di dosare bene le proprie apparizioni, mantenere la freschezza della formula di gioco, lavorando per reinventarsi o per consolidare le fondamenta su cui poggia il proprio successo.
    In pochi ci sono riusciti: il passaggio di generazione in generazione è stato invece traumatico per la maggior parte delle vecchie mascotte, che proprio non ce l'hanno fatta a reggere il peso delle aspettative dei fan. Sonic, Crash Bandicoot, Spyro: tutto in malora.
    Un po' meglio aveva retto invece la coppia di eroi partorita da Insomniac Games: nonostante qualche incertezza già al termine dell'epoca Ps2 (Gladiator non era proprio il massimo), Ratchet & Clank si erano comportati discretamente sulla nuova console, con un paio di capitoli interessanti. Ma poco a poco anche il due spaziale ha perso un po' di smalto: sarà stato a causa del generale immobilismo della saga, che ogni volta si ripresentava con la stessa formula, senza riuscire a vivacizzarla con nuove trovate sul fronte del level design o della componente artistica. Da quando poi il team di sviluppo è diventato multipiattaforma, impegnandosi a pieno regime sullo shooter cooperativo Fuse, le cose sembrano destinate a peggiorare. Ce lo dimostra, in verità, anche l'insipido QForce, che giunge poco prima della fine dell'anno ma non convince come i precedenti capitoli. Nel tentativo di dare una sferzata alla saga (non c'era riuscito neppure All 4 One), QForce mescola le dinamiche classiche dei vecchi episodi con un'impostazione da Tower Defence, dedicandosi principalmente al multiplayer online, ed offrendo una campagna senza mordente.

    Attacco e Difesa

    Una breve cut-scene introduce gli avvenimenti della risicata trama di QForce, che ci vede impegnati, nei panni dell'omonimo corpo speciale fondato dal capitano Qwark, a liberare vari sistemi galattici da un'invasione aliena. Per farlo bisogna scendere sulla superficie dei pianeti e riattivare le difese spaziali, ridando energia alla base principale del sistema. Il problema è che i generatori sono finiti sotto il controllo dei nemici, che non esiteranno a difendere la posizione e attaccare, al contempo, la nostra installazione, nel tentativo di distruggere i sei generatori che la mantengono attiva.
    Ratchet & Clank QForce, quindi, ci chiede di lavorare su due fronti: da una parte difendere la base dalle incursioni, di persona o costruendo torrette difensive; dall'altra esplorare i pianeti alla ricerca dei generatori da riattivare. Il gameplay di base è quello tipico della serie: fin da subito equipaggiati da graviscarponi, scorrazziamo per l'ambiente di gioco e spariamo a tutto ciò che si muove, selezionando le nostre armi dalla classica Weapon Wheel. In verità anche le bocche da fuoco vanno raccolte sul campo di battaglia, attivando speciali installazioni catapultate sul pianeta dalla nave madre. L'arsenale a disposizione, che in ogni missione si sblocca gradualmente, è comunque quello classico, fatto di Mr. Zurkon, Lancialame, Pyroblaster e tutti gli stravaganti strumenti che abbiamo imparato a conoscere.

    Ogni tanto le stazioni di rifornimento ci regalano anche qualche gadget, come l'immancabile slingshot, dandoci così accesso ad altre aree della mappa in cui presumibilmente si trovano i generatori, casse di bolt e nuove armi.
    Ed è proprio l'accumulo di bolt che diventerà ben presto una necessità: grazie a questi potremo acquistare torrette, mine e muri per potenziare le difese della nostra base, rendendo i due canali d'accesso (destro e sinistro) sempre più impenetrabili. Operazione indispensabile, dal momento che di tanto in tanto manipoli di avversari si precipiteranno nella stazione, cercando di attaccare i generatori.
    All'inizio l'idea pare interessante, e nel corso delle prime partite è persino divertente potenziare la struttura del quartier generale e vedere i nemici cadere sotto i dardi delle nostre torrette. Ben presto si scopre però che QForce ha seri problemi di bilanciamento, costringendoci ad un tedioso andirivieni dalle piane dello stage alla base principale. Anzitutto, c'è davvero pochissima tattica nel posizionamento delle torrette e delle mine. Anche se si sbloccano rapidamente difese di diverso tipo, queste possono essere posizionate semplicemente ai lati di uno dei due corridoi d'ingresso. Non ci sono torrette specifiche per particolari tipi di nemici, né torrette potenziabili, e la discriminante è una sola: più costa, più fa male.
    Il problema è che tutto costa parecchio ed è praticamente impossibile allestire una difesa ben bilanciata che tenga la base al sicuro anche quando non ci siamo noi a difenderla. Quindi c'è poco da fare: ogni volta che una navicella catapulta sul pianeta delle truppe d'assalto, con resta che correre alla base e dedicarsi ad una tediosa opera blastatoria. I nemici, che si gettano a testa bassa verso i generatori, neppure ci attaccheranno, ed il nostro unico scopo è quindi quello di fare presenza, consumando munizioni per annullare la minaccia momentanea.
    Si potrà poi tornare ad esplorare il livello, ma in fretta: il gioco ci chiede di andare all'altro capo dello stage per attivare una fonte d'energia, ma è anche pronto a farci correre indietro proprio mentre stavamo a metà dell'opera.
    Ben presto la formula di gioco viene potentemente a noia. Il tempo di sbloccare tutte le armi, potenziarne qualcuna fino al livello tre, e tutta la verve di QForce si sarà esaurita. Anche perché le tipologie di nemici sono poche, e la struttura ad arene non fa nulla per valorizzare un level design piattissimo, senza sorprese, che priva la serie delle sue ottime fasi platform e della varietà che l'ha sempre tenuta a galla. La difficoltà che aumenta rapidamente e l'impostazione del gioco allungano i tempi delle partite, che durano più di mezz'ora nello stesso stage, mentre massacriamo nemici fondamentalmente inermi, senza conseguenze se disgraziatamente veniamo uccisi (c'è ovviamente il respawn).

    Insomma l'avventura principale è tediosa all'inverosimile, sia in solitaria che in coppia, ed il numero ridottissimo di livelli rende QForce un discreto fallimento.
    Per fortuna le cose si risollevano in parte quando si gioca al multiplayer competitivo. La partita, in questo caso, si divide in tre fasi. Nella prima, quella di ricognizione, i due giocatori lottano sul campo per il controllo dei rifornimenti e del nodo che garantirà, ad uno soltanto, una potente arma esplosiva. In questa fase bisogna anche accumulare più bolt possibili, perchè la fase due consiste nella creazione delle proprie difese e, eventualmente, di una forza d'attacco (le ondate da inviare al campo nemico si comprano come le torrette). L'ultima fase è l'attacco vero e proprio: bisogna decidere se restare in difesa e partire in direzione della base avversaria solo dopo aver distrutto le armate del nemico, oppure se caricare fin da subito, sperando di ripulire il campo base in fretta e senza problemi. Attenti però che, una volta per partita, i giocatori possono attivare le difese d'emergenza, che rendono i generatori invulnerabili per trenta secondi. Il multiplayer competitivo, insomma, è una modalità dai ritmi più scanditi, meno tediosa e certo meno ripetitiva, persino capace di mostrare qualche interessante spunto tattico. Grazie al buon netcode e ad un matchmacking rapido, anche le partite 2vs2 si giocano piacevolmente. Peccato per l'assenza di modalità alternative e per il risicato numero di mappe a disposizione.
    Prima di chiudere, qualche accenno sul versante tecnico. Purtroppo Ratchet e Clank non sembrano molto in forma in quest'ultima apparizione: sui modelli poligonali abbastanza abbozzati si può soprassedere (lo stile della produzione aiuta, in questo senso), ma non certo sulle texture sgranate, o sull'assenza di un filtro anti-aliasing degno di tal nome. In generale la produzione Insomniac Games è quella che negli anni si è evoluta meno, mantenendo un look molto scheletrico, palette di colori troppo slavate, e trascinandosi dietro campionature musicali e brani di qualità non certo eccelsa.

    Ratchet & Clank: QForce Ratchet & Clank: QForceVersione Analizzata PlayStation 3QForce si salva grazie ad una modalità competitiva che risulta divertente per i fan della saga, aggiungendo sostanza ad un prodotto altrimenti inconsistente. La modalità Single Player soffre a causa del pessimo bilanciamento dell'esperienza di gioco: noiosa, ripetitiva, superficiale, e senza quegli elementi chiave che hanno reso grande la serie Insomniac. L'ibridazione con i Tower Defence, quindi, non funziona, e sembra quasi che QForce sia uno spin-off estratto da un ipotetico nuovo capitolo dalla saga, i cui intermezzi siano stati trasformati in un prodotto apparentemente fatto e finito. Per fortuna del team, la formula funziona in multiplayer, garantendo un po' di tatticismo ed un buon senso di sfida. Resta comunque troppo poco per sperare in qualcosa di più che in una risicata sufficienza.

    6

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