Recensione Retro/Grade

Un finto sparatutto a scorrimento che nasconde un rhythm game

Recensione Retro/Grade
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  • PS3
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  • Errori di stompa

    Dopo l’incredibile successo ottenuto da Guitar Hero e dal suo seguito spirituale, quel Rock Band che ha portato alle estreme conseguenze l’utilizzo dei "plasticosi" strumenti musicali, il genere dei rhythm game ha fortemente rischiato il collasso, inflazionato da innumerevoli produzioni interessate solo a seguire la scia delle precedenti, senza aggiungere nulla di nuovo.
    Ormai lontani da quel periodo, gli sviluppatori di tutto il mondo non hanno comunque smesso di investire su questo tipo di giochi. Ne sono un esempio piuttosto efficace Rocksmith, produzione Ubisoft che è stata finalmente svelata nel corso della GamesCom da poco conclusa, e il qui preso in esame Retro/Grade. Dando un’occhiata alle immagini che accompagnano quest’articolo si potrebbe rimanere inizialmente confusi. Una navicella, astronavi aliene e decine di raggi laser che impazzano in tutte le direzioni: sicuri che non ci sia un errore? Non si dovrebbe trattare di uno sparatutto 2D a scorrimento? Cosa c'entra questo discorso legato ai giochi musicali?

    Indietro nel tempo

    Retro/Grade, lo confermiamo, è un rhythm game piuttosto atipico nelle premesse e anche nello svolgimento. L’inizio dell’avventura è quanto mai spiazzante: a bordo della navicella guidata da Rick vi ritroverete a sparare i colpi di grazia che abbatteranno il boss finale del gioco. Si tratta di una semplice formalità: un paio di blasterate nei punti giusti e il minaccioso bestione di ferro verrà giù senza troppi compianti. Complimenti, avete salvato la galassia: pronti a godervi i crediti finali del gioco? Fortunatamente, prima che possiate spengere indignati la PS3 pensando a una truffa bella e buona, la vera avventura inizierà. Lo schermo verrà invaso da un sinistro buco nero, che minaccerà il normale continuum spazio-temporale dell’universo. Toccherà a voi rivivere all’indietro nel tempo le gesta che hanno portato Rick dalla fine all’inizio della sua eroica epopea. Ciò significa che non dovrete effettivamente sparare ai nemici ed evitare i loro colpi: si tratterà di ripetere i movimenti che la navicella ha fatto nel passato, evitando accuratamente variazioni sul tema che creerebbero dei paradossi temporali capaci, a lungo andare, di causare la distruzione dell’universo.
    Viene così a crearsi in maniera naturale la struttura da rhythm’n games. Su musiche elettroniche che vantano sonorità gracchianti in pieno stile 8-bit, ogni livello verrà diviso in due o più linee, a seconda della difficoltà selezionata, lungo le quali l’astronave potrà viaggiare. Esattamente come accadrebbe in un normalissimo Guitar Hero, cominceranno a piovere i “comandi”. Invece che note, però, vedrete scorrere da una parte i raggi laser che Rick esploderà, che vi imporranno di premere con il giusto tempismo il pulsante di fuoco, dall’altra i colpi nemici che dovrete evitare spostando il velivolo su una differente linea.

    A partire da questa struttura basilare, si svilupperanno poi diverse variazioni. I flussi al plasma, tanto per cominciare, vi imporranno di tenere premuto un pulsante mentre li seguirete tra le righe. I missili che Rick lancerà in direzione dei nemici, al contrario, vi costringeranno a picchiettare di continuo il tasto di fuoco. Inoltre non mancheranno buchi neri, da evitare a tutti i costi, e veri e propri scontri con boss di fine livello che metteranno in difficoltà il vostro senso del ritmo.
    Avrete insomma moltissimi elementi a cui prestare attenzione e gli sviluppatori sono stati abilissimi nell’inserire in ogni livello qualche novità capace di rinvigorire la formula con efficacia. Inoltre, pur non raggiungendo la complessità delle canzoni di un qualsiasi Guitar Hero, Retro/Grade riesce ad essere estremamente ostico. Se ai livelli di difficoltà più bassi supererete con poca fatica la fine/inizio del livello, a quelli più alti impazzirete letteralmente.
    Purtroppo bisogna segnalare una lettura dello schermo non sempre facilissima. Soprattutto attivando il moltiplicatore del punteggio, disponibile “sparando” correttamente alcuni raggi laser, lo schermo tende a diventare sin troppo brillante e pieno di colori. Di fronte a un tale caos, unitamente alla necessità di tenere sempre sotto controllo entrambi i bordi dello schermo, vi capiterà di perdere per strada una “nota”. La cosa è indiscutibilmente fastidiosa e si tratta di un difetto del gioco, ma fortunatamente la situazione non è così grave ed è rarissimo che capiti.
    Il gameplay di Retro/Grade è insomma geniale e ben realizzato. Lasciarsi trasportare dalla musica elettronica, mentre si evitano e si sparano raggi laser all’indietro nel tempo, è un’attività capace di tenervi incollati allo schermo per lungo tempo. Non manca qualche piccola sbavatura, come detto, ma il divertimento è assolutamente garantito, anche per i non appassionati ai rhythm game, attratti dall’atipica struttura di gioco.

    Alla Campagna, che vanta solo dieci livelli, si aggiungono poi centoventi Sfide. Queste vi imporranno diverse condizioni di vittoria e difficoltà ulteriori, come la modalità specchio o la tendenza dei laser a cambiare all’ultimo secondo la linea da cui vanno esplosi. Purtroppo ognuna di esse riproporrà scorci già apprezzati e giocati nel corso dell’avventura principale. Si giunge così a dover commentare il difetto principale di Retro/Grade: la longevità piuttosto contenuta. Se infatti è innegabile che tra Campagna e Sfide avrete la possibilità di passare svariate ore giocando al titolo firmato 24 Caret Games, l’esiguo numero di tracce musicali e ambientazioni che attraverserete rende piuttosto facile il sopraggiungere della noia. Fortunatamente il costo contenuto, circa dieci euro, rende il rapporto quantità/prezzo piuttosto vantaggioso. Impossibile però non rimanere lievemente perplessi quando si considerano le dimensioni anoressiche di una tracklist composta da soli dieci componimenti, per quanto tutti validissimi.
    Graficamente Retro/Grade si difende piuttosto bene. Nonostante un art design non troppo convincente, l’effetto scenico garantito da innumerevoli effetti speciali e il frame-rate granitico garantiscono la piena sufficienza da questo punto di vista.
    Prima di concludere vale la pena citare un’altra caratteristica estremamente interessante di questo gioco. Oltre che con il fidatissimo Dualshock 3, è infatti possibile giocare a Retro/Grade utilizzando una qualsiasi chitarra ereditata da Guidar Hero o Rock Band. Senza analogico e tasti, il titolo si avvicina ancora di più al genere di appartenenza, per quanto il control scheme si complichi lievemente. Chi ne ha la possibilità, comunque, non dovrebbe farsi mancare l'occasione di testare questo strambo sistema di controllo.

    Retro/Grade Retro/GradeVersione Analizzata PlayStation 3Retro/Grade è un esperimento perlopiù riuscito, nonostante non manchi qualche perplessità. Il gameplay atipico lo rende un prodotto adatto a un pubblico eterogeneo, avvezzo ai più disparati rhythm game ma non solo. La scalabilità del livello di difficoltà è tale da permettere a chiunque di trarre soddisfazioni e divertimento, anche senza una grande esperienza con videogiochi simili. Il numero esiguo di tracce sonore e la difficoltà di lettura che ogni tanto si crea su schermo sono difetti che azzoppano la produzione e gli impediscono di raggiungere un giudizio ancor più positivo. Retro/Grade è insomma un’esperienza che merita di essere provata in prima persona, anche se dopo qualche giorno vi ritroverete con ben poche motivazioni per affrontare nuovamente i livelli a bordo dell’astronave di Rick.

    7.5

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