Recensione Rocketmen: Axis of Evil

Uno sparatutto a scorrimento più un GdR? Rocketman è la risposta!

Recensione Rocketmen: Axis of Evil
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • I’m a rocketman!

    Capcom fa capolino sul Playstation Network di Sony con questo sparatutto a scorrimento vecchio stile. Le meccaniche di Contra (idolo incontrastato del genere) e Space Invaders si incontrano per dar vita ad un caos luminoso e fatiscente di raggi laser, esplosioni e power up devastanti. Dieci stage lunghi e tortuosi, giocabili in tre differenti livelli di difficoltà, vi terranno compagnia per molto tempo, sempre che la noia o la frustrazione non vi assalti prima. Ebbene si, Rocketman è un titolo davvero tosto, difficilmente apprezzabile dalla massa e facilmente accantonabile dai veterani per via della linearità a volte troppo marcata e di un gameplay che rasenta appena la sufficienza. Axis of Evil rappresenta però l’unico candidato, ad ora, a proporsi su PS3 nella lista elettorale degli Shooter in terza persona, e se nella modalità single player presenta una pagella disastrosa, in multiplayer il titolo invece riesce ad evitare il linciaggio. Fino a quattro giocatori potranno cooperare per portare a termine le varie missioni proposte, sia in locale con l’ausilio di altrettanti Sixaxis, sia in rete partecipando in stanze pubbliche, private e personalizzate (permettendo di invitare gli amici tramite un semplice messaggio). La creazione del vostro “Rocketman” vi permetterà di distinguervi dai vostri alleati evitando in gran parte la confusione che si creerà sullo schermo. Avrete a disposizione varie razze tra cui scegliere, differenziabili per sesso, vestiti, colore ed attitudini. Con l’avanzare del gioco ed accumulando punti bonus otterrete parti extra di armature o abilità particolari che incrementeranno velocità, potenza, precisione o difesa del vostro alter ego. Al termine di ogni livello potrete affidarvi ad un negozio dove potrete effettuare degli upgrade alle vostre armi o acquistarne di nuove, che forniranno un notevole aiuto nell’eliminazione delle nuove truppe ribelli. Il sistema di controllo di R:AoE è molto semplice: le due levette analogiche rappresentano il fulcro dei comandi. Con L muoveremo il nostro personaggio, con R imposteremo la direzione dello sparo dell’arma. Con la pressione del tasto X azioneremo leve, apriremo porte ed utilizzeremo oggetti utili per la riuscita di alcuni obbiettivi; con l’ausilio del tasto O invece attiveremo la funzione “aspira bottino”, che avvicinerà a noi tutti i power up e i bonus lasciati dai nemici appena eliminati. Tutte le armi raccolte, sia primarie che secondarie, avranno una durata entro cui poter essere utilizzate per poi scomparire nel nulla: raccogliendo più oggetti dello stesso genere riusciremo a prolungarne l’effetto beneficiandone per più tempo. Visto l’elevato tasso di difficoltà imposto anche nella modalità Facile Capcom ha deciso di eliminare del tutto il Game Over, dando la possibilità al giocatore di resuscitare ogni qual volta lo ritenga opportuno: perdendo il 10% dei punti guadagnati nel livello corrente potrete tornare in vita e continuare senza problemi di sorta la vostra missione.

    Un cartone... poco animato

    L’ennesimo problema di questo titolo è il comparto tecnico, che si presta ad essere definito senza ombra di dubbio old gen. Non solo la storia raccontata come un vero e proprio fumetto si dimostra infantile e povera di stile ma anche nel complesso il gioco non fatica a mostrare il peggio di sé. Aliasing sempre presente, texture di bassa qualità ed un interazione con i livelli povera ed inutile in termine di gameplay. Tutto ciò è accompagnato da una caratterizzazione dei personaggi scialba, da un level design ripetitivo e privo di immaginazione, senza dimenticare il pessimo numero di animazioni con cui vengono mosse tutte le creature presenti a video. La telecamera fissa (quasi isometrica) si dimostra poco funzionale nella maggior parte dei casi. Capiterà spesso di trovarsi incastrati nello scenario, impossibilitati a raggiungere un power up per pochi millimetri, gettando al vento la possibilità di completare lo stage al 100%. Come se non bastasse anche l’audio e le musiche di sottofondo risultano ripetitive e facilmente detestabili dopo i primi dieci minuti. Gli effetti sonori di colpi ed esplosioni non spiccano di certo per bontà e varietà ma fanno discretamente il loro lavoro senza però eccellere. La longevità è in realtà molto buona, ma solo i più temerari e curiosi porteranno a termine l’avventura, per via delle grandi limitazioni descritte in precedenza. Oltre alle classiche modalità single player e multiplayer è presente anche una classifica online con la quale poter comparare i propri risultati in tempo reale con il resto del mondo ludico.

    Rocketmen: Axis of Evil Rocketmen: Axis of EvilVersione Analizzata PlayStation 3Rocketman: Axis of Evil non riesce nell’intento di riportare un genere ai grandi fasti di Contra. Nonostante il tentativo di proporre qualcosa di nuovo aggiungendo una piccola componente gdr (la possibilità di migliorare le caratteristiche del proprio alter ego), i problemi a livello di gameplay e la monotonia degli scenari affossano le possibilità che il titolo ha di spiccare. Tutto il comparto audio/video lascia parecchio a desiderare e anche se la modalità multiplayer riesce dove il singleplayer cade miseramente, dobbiamo a malincuore constatare come il rapporto qualità/prezzo sia decisamente scadente.

    4.5

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