Recensione Sleeping Dogs

Square Enix e United Front Games ci propongono uno dei migliori Free Roaming degli ultimi tempi

Recensione Sleeping Dogs
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Dopo alterne fortune ed un repentino cambio di publisher, arriva finalmente su Console e PC lo Sleeping Dogs di United Front Games. Rifiutato da Activision quando ancora portava il prefisso True Crime, l'ultimo episodio di una serie di Free Roaming non certo diffusissima ai tempi della Ps2 è stato raccolto e accudito da Square Enix, che adesso se la ride sotto i baffi: senza mezzi termini, questo Sleeping Dogs è di fatto uno dei Free Roaming più interessanti della generazione, ben superiore negli esiti a moltissimi congeneri e perfetto per smorzare la devastante attesa per il futuro GTA V.
    Ambientato nell'isola di Hong Kong, pronto ad integrare un ottimo sistema di combattimento ad un buon modello di guida (del resto fanno parte del team molti “fuoriusciti” di Black Box che hanno lavorato si Need For Speed), sicuramente spettacolare, Sleeping Dogs si presenza insomma in forma smagliante, pronto a sollazzare tutti gli amanti del genere ma deciso anche a convincere i detrattori più arcigni. Noi l'abbiamo trovato, nonostante qualche spigolo da limare, un titolo perfetto per ricominciare la stagione videoludica, pensato sia per sessioni di gioco rapide e disimpegnate, e comunque mai banali, sia per una fruizione dai ritmi più distesi, adeguata a godersi le gioie di una ricostruzione ambientale ed architettonica di prim'ordine. Vediamo insieme gli assi nella manica di Wei Chen.

    Undercover

    Il protagonista di Sleeping Dogs è uno di quei ragazzi sciupati da una vita un po' troppo sregolata. Spregiudicato, impulsivo, con qualche cicatrice sul corpo e altre -più profonde- nel suo passato. Non sappiamo quasi niente di quello che è successo mentre si trovava in America, ma le cose non sono andate per il verso giusto, se adesso è tornato in città, forse braccato da una colpa troppo grande. Per uno come lui, a Hong Kong, la strada è una sola, e porta diritto al cuore nero della città: un intrico di traffici loschi, di malaffare, un gorgo spietato che inghiottisce tutta la città, manovrato dalle Triadi che controllano tutto, persino il prezzo della vita. Alle volte anche questo essere bituminoso ti rigetta, e Wei Chen dev'essere risultato un po' indigesto, se attualmente si trova dietro le sbarre. Deciso a cambiare le cose accetta di collaborare con l'Interpol, che vuole utilizzarlo come agente sotto copertura, per cercare di capire i meccanismi interni alle organizzazioni mafiose, e smontare pezzo dopo pezzo il loro business.
    La trama di Sleeping Dogs parte da premesse abbastanza abusate, e in fin dei conti non riesce quasi mai a spiccare per originalità o efficacia dei colpi di scena (che non mancano, ma sono abbastanza prevedibile, soprattutto per gli amanti dell'Hard Boiled). Al di là del plot, la costruzione narrativa risulta in ogni caso accattivante, soprattutto perchè si fa pochi scrupoli a misurarsi con una realtà cattiva, violenta e brutale, che molto spesso dimentica addirittura il senso dell'onore e non conosce pietà per nessuno. La ricostruzione di un ambiente malavitoso tentacolare e onnivoro è sicuramente uno dei punti di forza di Sleeping Dogs, che finalmente si lava di dosso buona parte di quel buonismo spicciolo che aveva affossato i primi True Crime. Resta comunque un titolo che non vuole in alcun modo celebrare le perversioni (del potere, della violenza, del denaro), piuttosto offrire uno spaccato quasi “verista” lasciando trasparire in controluce un sottile messaggio di speranza. Forse è proprio questo aspetto che impedisce non solo a Sleeping Dogs, ma a qualsiasi altro videogame “criminoso”, di spuntarla sul colosso Rockstar: la cattiveria gratuita di Grand Theft Auto, il gusto delle deviazioni, l'abbandono di ogni pudore in barba ai benpensanti rendono il contesto di GTA un allucinato luna park delle cattiverie, mentre qui si parla in fin dei conti del “solito crimine”, quello che dalla Las Vegas di Casinò (Scorsese, 1995) al Bronx di Robert De Niro (1993), si è propagato fino ai giorni nostri in lungo ed in largo.
    La sceneggiatura di Sleeping Dogs si concede in ogni caso qualche momento sopra le righe, abbandonandosi al trash talking più spinto, esaltando in certi casi una violenza brutale, e sostenendo il tutto con un'ottima recitazione digitale. Alla fine, pur senza restare impressa a fuoco nella mente del giocatore (anche per i demeriti di un protagonista non troppo carismatico), la parentesi del titolo Square Enix si apre e si chiude lasciando soddisfatti gli amanti del genere.

    Killing me softly

    Dal punto di vista prettamente strutturale, Sleeping Dogs si allaccia con una fedeltà impressionante ai canoni del Free Roaming urbano. Sappiamo tutti, quindi, cosa aspettarci: sparatorie, sessioni di guida, side quest che si alternano alla missione principale, ed una buona dotazione di attività collaterali. Ma il titolo di United Front Games si sforza in maniera esemplare per uscire dal seminato, sperimentando nuove soluzioni su quasi tutti i fronti. Il fiore all'occhiello della produzione è rappresentato senza ombra di dubbio dal sistema di combattimento corpo a corpo che, essendo il titolo ambientato in un paese in cui le arti marziali sono diffusissime, non poteva che essere prioritario. Il Combat System recupera, dal punto di vista concettuale, l'insegnamento di Batman Arkham City, un videogame che ha influenzato pesantemente moltissime produzioni, riuscendo a coniugare ricercatezza tecnica e spettacolarità.

    L'esecuzione delle combo si basa sempre sulla pressione di due tasti, mentre il protagonista esibisce il suo ottimo repertorio di calci rotanti, colpi al volo e contromosse. Ovviamente nel corso dell'avventura ci sarà modo di aumentare le mosse a disposizione di Chen, non dovesse bastare l'irruenza dei suoi modi. Oltre all'utilizzo di qualche arma di fortuna, nel corso degli scontri il nostro protagonista si diverte a mettere fuori gioco gli avversari con una serie di esecuzioni che sembrano uscite direttamente dalla serie Yakuza: una volta storditi, i nemici possono essere condotti vicino agli elementi interattivi dello scenario, per attivare un colpo di grazia poco rispettoso della loro integrità ossea. Zigomi frantumati sui parapetti, pelle abbrustolita sulle centraline elettriche, nasi schiacciati sui tavoli e chi più ne ha più ne metta: il giocatore alla ricerca di qualche k.o. fantasioso non ha altro da fare che esplorare l'ambiente pensando ai modi più cattivi per terminare lo scontro.
    Il sistema, comunque, funziona molto bene, non fosse per una certa passività di molti nemici, che stentano ad attaccarci in gruppo e soprattutto ci lasciano liberi quando stiamo trascinando i loro compagni tramortiti. E' lontana la cattiveria degli avversari di Arkham City, e quindi non si replica la stessa alchimia. Spettacolare e dinamico, insomma, il combat system di Sleeping Dogs pecca sul fronte del grado di sfida, risultando dopo molte ore di gioco meno appetitoso. Esaltante all'inizio dell'avventura, cala un po' col passare delle ore, pur senza mai diventare tedioso o meccanico.

    Una città viva

    Oltre alle sessioni di combattimento non mancano le sparatorie, molto più canoniche rispetto a quanto appena descritto. Sleeping Dogs propone per gli scontri a fuoco un sistema di coperture simile a quello di Gears of War, ma in fin dei conti un po' meno efficace, sia perchè l'entrata in copertura non è automatica, sia perchè non sempre i ripari ci mettono totalmente al sicuro dal fuoco nemico. In certi momenti dell'avventura principale si procede quasi per tentativi, alla ricerca del riparo più utile e funzionale, di fronte a dei nemici che nuovamente non brillano per spirito d'iniziativa. Questi spigoli sono comunque smussati dalla presenza del Bullet Time, che può essere attivato abbastanza spesso, visti i permissivi tempi di ricarica della barra apposita. Di nuovo, quindi, Sleeping Dogs si conferma un prodotto che punta più sulla spettacolarità che sul grado di sfida, mirando a sollazzare i consumatori con un avanzamento non sempre impegnato ed invece attentissimo a replicare la caciara tipica degli Hard Boiled. Anche quando si affrontano immancabili sequenze on-rail la sovrabbondante dose di esplosioni, elementi che vanno in frantumi e corpi brutalmente martoriati pone l'accento sull'esaltazione dei sensi, piuttosto che sul ragionato tempismo e sull'attenta valutazione delle minacce.

    Il sistema di guida conferma: abbastanza leggero, non spinge certo il pedale sul realismo, ed anzi propende per un approccio abbastanza superficiale, fatto di derapate e non sempre incline a sottolineare le diversità dei mezzi. Un risultato opportuno, se si considera il genere d'appartenenza: un sistema di guida non eccelso ma neppure troppo permissivo, che richiede qualche ora di adattamento prima di rivelare i suoi segreti. Fortunatamente le sequenze alla guida restano abbastanza a margine dell'esperienza, che si focalizza di più su sparatorie e combattimenti: del resto, al di là della chicca di una circolazione che procede guidando sulla sinistra (un altro punto a supporto del realismo), le sequenze di guida restano quelle meno riuscite. Possono servire più che altro per ascoltare una delle molte stazioni radio spostandosi da un punto all'altro della mappa.
    Un'altra “novità” di Sleeping Dogs sono gli inseguimenti a piedi. Coreografiche e ritmate, queste sequenze in stile Parkour mescolano scalate in stile Uncharted con Quick Time Event ben dosati, e risultano ben integrate nella progressione e ottimamente sposate con l'ambientazione ed il level design, sempre ricco di stimoli.
    Sulle prime questa discreta densità di eventi, situazioni, soluzioni ludiche, compiace e sollazza anche i giocatori più inclini a sentire il peso della troppa leggerezza e della scarsa specificità di molti free roaming. Sleeping Dogs riesce a conquistare anche i più resistenti, esaltando poi i fan del genere. Tuttavia poco a poco le missioni tendono a diventare un po' ripetitive, risultando un mix eterogeneo fra le varie sequenze sopra descritte. Che siano quest principali o -soprattutto- secondarie, sappiamo già subito a cosa andare incontro. Il team si è sforzato molto, soprattutto per la storia principale, di stupire con trovate nuove e inconsuete, riuscendo in parte nell'intento, grazie ad un serie di attività collaterali che spuntano fuori sorprendendo l'utente. E c'è da dire che la “fase di stanca” che prima o poi coglie il fruitore di un qualsiasi free roaming arriva con discreto ritardo. I più intransigenti non si metteranno certo a trafficare con gli stupefacenti o a superare tutte le side quest assegnate da poliziotti e Triadi (che regolano un basilare sistema di affinità con le due fazioni in lotta nell'isola di Hong Kong). Ma magari di tanto in tanto, spinti dalla curiosità, si potrà darsi a qualche digressione, allungando di un po' la già ottima longevità di un prodotto davvero difficile da esaurire (è facile raggiungere la ventina d'ore di gioco in un playthrough rilassato, dedicato anche all'esplorazione della città, ricca ovviamente di “collectibles” e amenità di ogni genere). E proprio Hong Kong è del resto la vera protagonista della produzione: un'ambientazione vorace, che cattura lo sguardo ed i sensi, grazie ad un'eccellente e meticolosa ricostruzione. La città seduce con il suo trionfo di luci e colori afrodisiaci, e conquista grazie al suo sincretismo culturale. United Front Games ha preso a modello l'attuale conformazione della città esaltando la recente colonizzazione britannica con i suoi grattacieli asettici tali da perdersi nell'azzurro del cielo e richiamando nei vicoli brulicanti di gente il comune passato della Cina imperiale. Un grattacielo di cento e passa piani convive tranquillamente con un tempietto buddista qualche metro più in là. Sono quattro le zone peculiari qui rappresentate: il quartiere caotico e popolare di North Point, il mercato del pesce di Aberdeen, il Centro turistico ed economico, il lussuoso e collinare Kennedy Town, a sostegno di una buona diversità architettonica. C'è il Night Market dall'atmosfera caotica e popolare, ci sono alcuni palazzoni edificati dai ricchi troppo ricchi e ci sono svariati moli dove proliferano attività criminali con il beneplacito della polizia collusa. Il motore grafico muove con una discreta fluidità tutti gli elementi a schermo, minimizza il fenomeno dei pop up lungo i grandi viali trafficati e lo abbatte nelle vicoli trasversali. I colori rapiscono: la qualità delle texture è davvero sopraffina, le scelte cromatiche talmente agli antipodi da funzionare tra lo squallore del tendaggio del covo di Wei Chen e la ceramica italiana delle abitazioni dei boss. Grazie alla presenza di moltissimi NPC che popolano le strade, Hong Kong appare davvero vibrante, pulsante di vita, capace di vivere e svilupparsi e occultare il suo marciume etico anche senza l'aiuto o le azioni del protagonista. E' questa senza ombra di dubbio la migliore qualità del titolo Square Enix.

    Le luci della città

    Del comparto tecnico si è già accennato. Sleeping Dogs fa sfoggio di un buon engine, che lavora la meglio sugli ambienti. Il motore sviluppato da United Front Game mostra tutto il proprio valore è nel livello di dettaglio dei poligoni e nella colorazione delle texture. Hong Kong appare in tutta la sua vibrante luminosità garantita tanto da lanterne di cartapesta quanto da luci al neon di qualche sexy shop. Ogni strada è popolata da caratteristici volti orientali, personaggi che non si ripetono con eccessiva frequenza in quanto la loro IA gestisce l'arco giornaliero suddividendolo in molteplici attività. I colori sono corposi e ricchi di sfumature, assorbendo anch'essi lo scontro culturale in atto ad ogni livello della metropoli asiatica: ogni più piccolo oggetto è minuziosamente dettagliato e dipinto con cura certosina, l'arredamento di ciascuna stanza e di ogni vicolo è coerente con la zona in cui ci troviamo e si amalgama con il profilo della città una volta che puntiamo lo sguardo verso l'orizzonte.
    Ottimo lavoro anche nella realizzazione dei personaggi. Particolare enfasi pare è stata posta nella riproduzione delle animazioni facciali, con rughe d'espressione ed un buon morphing, fra sguardi torvi e tic pronti a caratterizzare ogni battuta di protagonisti e comprimari. Anche la modellazione globale dei personaggi a schermo si mostra di ottimo livello, forte di una costruzione molto rispettosa delle proporzioni fisiche ed abbellita da una texturizzazione di alto livello che evidenzia cicatrici e tatuaggi perfetti sin nei minimi dettagli.
    La versione Playstation 3 ci è sembrata quella più in forma e meglio ottimizzata: soffre meno dei lievi cali di frame rate che si presentano con relativa frequenza sul codice Xbox 360
    Il comparto audio propone tutta una serie di brani (alcuni anche cantati) creati ex novo per il gioco. Si è cercato anche in questo caso di restituire la dinamicità della città, assecondando sopratutto le moderne sonorità pop sparate a tutto volume dalle autoradio, selezionando la stazione radio che più preferiamo. Di ottimo livello il doppiaggio, efficacemente ripartito tra inglese e cinese con sottotitoli. Per fortuna che manca un adattamento vocale italiano: le sfumature della recitazione digitale si assaporano molto meglio, “disturbate” solo dai sottotitoli (buono, per altro, l'adattamento testuale).

    Sleeping Dogs Sleeping DogsVersione Analizzata PlayStation 3Sleeping Dogs è un Free Roaming solidissimo, che non si limita a riproporre la solita formula fatta di inseguimenti in auto e sparatorie, ma aggiunge qualche nuovo ingrediente nel calderone. I pregi di un combat system ispirato a quello di Batman Arkham Asylum e sempre pronto a sottolineare gli eccessi violenti del Kung Fu alla Ong Bak si mescolano quindi con fughe a piedi spettacolari e ritmate, e persino gli scontri a fuoco riescono a veicolare con successo il fare un po' smargiasso che caratterizza la produzione United Front Games. Questo fa in modo che il titolo incuriosisca nel corso delle prime fasi e resti abbastanza fresco per molte ore. Inevitabilmente arriva un momento in cui l'entusiasmo cede il passo di fronte alla standardizzazione delle missioni, anche e soprattutto per colpa di un'IA avversaria poco reattiva. Che si tratti di scontri a fuoco o sonore scazzottate, la mancanza di una sfida vera e propria rende alcune delle sequenze di Sleeping Dogs un po' meccaniche e trite. Per fortuna ci mette una pezza il fascino sudato e afrodisiaco di Hong Kong, ricostruita perfettamente e caratterizzata al meglio. Il titolo resta al top di questa generazione, assieme a pochi altri Free Roaming, ancora un gradino sotto a Grand Thef Auto (anche al punto di vista della narrazione e della bvrillantezza della sceneggiatura) ma sicuramente interessante sia per soluzioni ludiche e setting. Seriamente consigliato a tutti i fan del genere.

    8.5

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