Speciale Sony e Gaikai

Sony Acquista Gaikai. Quale futuro per il Gaming?

Speciale Sony e Gaikai
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Ai rumor che puntualmente precedono ogni importante annuncio del mondo videoludico non era scappato neppure l'interesse che Sony aveva dimostrato per Gaikai, colosso nipponico specializzato in servizi legati al Cloud Gaming. Prima dell'E3, anzi, in rete si erano diffuse voci riguardo ad una possibile acquisizione dell'azienda da parte della casa della PlayStation, e tutti ci aspettavamo un grande annuncio sul palco della conference.
La conferma è arrivata invece un mese più tardi, quando Sony Computer Entertainment ha ufficializzato di aver rilevato Gaikai con un'operazione da 380 milioni di dollari. Mossa vincente?
Sul web si è scatenata una vera e propria guerra d'opinione, che in qualche maniera ha coinvolto addirittura i diretti concorrenti di PlayStation. Interpellata a più riprese sull'argomento Microsoft ha puntualizzato che l'utilizzo di tecnologia Cloud è da sempre considerata una priorità per l'azienda, che la impiega largamente per immagazzinare i dati degli utenti. Con Windows 8 i servizi Cloud rappresenteranno un'area d'investimento sempre più ampia, e gli utenti possono aspettarsi grosse novità a riguardo.
Insomma, attorno alla “nuvola informatica” c'è un ultimamente un gran fermento. Cerchiamo di capire che cosa potrebbe significare l'adozione di questa tecnologia per il futuro del gaming.

Fra le nuvole

Con il termine Cloud, genericamente, s'intende una tecnologia che permette di memorizzare, archiviare o elaborare dati grazie all'utilizzo di risorse “distribuite e virtualizzate” in rete. In pratica, questa “nuvola” è rappresentata dai dati che vengono “nebulizzati” attraverso un'infrastruttura informatica, archiviati o elaborati in remoto da hardware non fisicamente a disposizione dell'utente.
Alla diffusione del termine ha contribuito anche Apple, che con la sua iconica “i” ha coniato il prevedibile iCloud. Un servizio che permette di immagazzinare tutti i dati presenti su iPhone, iPad e MacBook in un server remoto, per recuperarli in ogni momento e da un qualsiasi dispositivo che sia connesso ad internet. Che siano i contatti della vostra rubrica o le foto dell'ultima vacanza, una volta inviato il materiale su iCloud l'utente può dormire sonni tranquilli, sapendo che tutte le sue preziose informazioni sono al sicuro da qualche parte (presumibilmente) ben salvaguardata.
Apple è una delle aziende che più sembra credere nelle possibilità del Cloud Computing, sfruttato dalla società di Cupertino anche per la fornitura di contenuti musicali: grazie ad iTunes Match, ad esempio, è possibile sincronizzare tutta la propria libreria con iCloud, e poi scaricare i brani in streaming su un qualsiasi device marchiato con la mela morsicata. Il prezzo di 25 euro all'anno risulta molto modico, se si pensa che la sincronizzazione avviene anche per quei brani non direttamente acquistati su iTunes.
Questa opportunità sembra del tutto simile a quella offerta dal Music Unlimited di Sony, che già qualche mese prima di Apple aveva cominciato a puntare sullo streaming per la fruizione di contenuti musicali sui propri dispositivi (prima su Ps3, poi su PlayStation Vita).
Ed ecco quindi che ci riallacciamo alla notizia da cui abbiamo cominciato. Da qualche tempo Sony ha infatti avviato un lungo progetto di ristrutturazione dei servizi legati al suo “Entertainment Network”, culminato proprio con l'annuncio dell'acquisizione di Gaikai. E qui non si tratta più di Cloud utilizzato per immagazzinare dati, ma della possibilità di giocare “in streaming”, grazie ad una piattaforma che riceva costantemente i dati elaborati da un hardware remoto.
Insomma, se siete entusiasmati all'idea di poter immagazzinare i salvataggi dei vostri giochi in un server lontano lontano, sappiate che qui si parla di tutt'altro. Il servizio che Gaikai ha finora offerto ai suoi utenti è simile invece a quello di Onlive, che non ha rappresentato certo la rivoluzione che i suoi ideatori avevano in testa, ma che tutt'ora vive dignitosamente portando il gaming di buon livello nelle case di moltissimi americani.
Cosa dobbiamo aspettarci noi videogiocatori, nel futuro di Sony? Molto probabilmente l'acquisizione di Gaikai non influenzerà il modo che avremo di giocare nel prossimo futuro. Pensare che ad oggi il Cloud Gaming riesca a soddisfare ampie fette d'utenza è pura utopia. Ci sono giocatori americani che nonostante la posizione favorevole (relativamente vicina alle server farm dei provider) e le connessioni ultra-veloci che possono vantare gli Stati Uniti, non riescono a giocare senza accettare pesanti compromessi riguardanti la fluidità e la qualità del segnale video. Insomma le infrastrutture attuali non permettono certo di accontentare i giocatori più esigenti, tant'è che molto probabilmente i primi approcci di Sony mireranno a conquistare una platea molto allargata (nel comunicato stampa si legge chiaramente che grazie a Gaikai la compagnia offrirà anche “contenuti casual”). Ma da qui a qualche anno le prospettive evolutive di un servizio basato sul Cloud Gaming sono potenzialmente interessanti.
Pensate anzitutto ad una ipotetica nuova generazione di console. Il motivo per cui sia Microsoft che Sony stanno tardando con gli annunci, che è poi lo stesso per cui Nintendo ha preferito non strafare dal punto di vista della potenza hardware, è che è molto difficile prevedere le reazioni del mercato di fronte ad un nuovo prodotto. Console potenzialmente molto costose potrebbero essere difficili da vendere all'utente finale, e la domanda che le aziende sembrano porsi è sempre la stessa: “riuscirà una nuova piattaforma a superare in tempi ragionevoli la base installata delle attuali macchine da gioco?”. Una base installata, aggiungiamo noi, su cui le compagnie hanno lavorato per anni, con fatiche e costi e investimenti pubblicitari.
La risposta, se ci pensate bene, non è poi così scontata. Ed allora ecco quello che potrebbe essere un interessante utilizzo del Cloud Gaming: gestendo tutto in remoto, Sony potrebbe annullare i costi d'ingresso per l'utente finale, aggiornando gli hardware nelle proprie sedi, senza chiedere l'acquisto di nuove console. Il processo di ricerca e sviluppo procederebbe a questo punto molto linearmente, come avviene in ambito PC, e senza quei “clamorosi balzi” richiesti al momento di studiare una nuova console. Basterebbe qualche programma nella nostra PlayStation 3, oppure l'acquisto di una nuova console -per così dire- “definitiva” (una PlayStation punto e basta?) per assicurarsi la possibilità di accedere costantemente ai prodotti dell'azienda.
Sappiamo che ad oggi tutto questo sembra utopico, soprattutto in un paese clamorosamente arretrato per quanto riguarda qualità delle connessioni. Ma se Sony dovesse decidere di investire per costellare tutti i territori di Server Farm, già la situazione potrebbe migliorare notevolmente.
Molto onestamente, non crediamo che questa soluzione possa essere in qualche modo attuata entro i prossimi cinque anni, ma pensiamo che sia una prospettiva verso cui tenderanno prima o poi tutti i “grandi”. Non ci riferiamo solamente a Sony e Microsoft: anche Valve potrebbe pensare a qualcosa del genere con il suo diffusissimo Steam.
Restando però in ambito Sony, c'è anche da mettere in conto che un servizio del genere potrebbe spingere notevolmente l'acquisto di nuovi televisori, che abbiano magari una sorta di “ricevitore integrato” per poter accedere ai servizi Cloud dell'azienda. Trattandosi di un apparecchio esplicitamente “da salotto” non escluderemmo il potenziamento della distribuzione di pellicole e telefilm, ma pensate ad una TV che vi permette di giocare ad un ampio catalogo di giochi. In un momento in cui la situazione economica di Sony non è proprio rosea, questa potrebbe essere una strategia per offrire un notevole plusvalore ai possibili acquirenti.
Sony ha del resto già dimostrato di volersi avvicinare al concetto di “Pay per Play” con il suo PlayStation Plus. Dopo un anno un po' in sordina, il servizio è diventato veramente eccezionale. Al prezzo di 49 euro all'anno il PS+ vi permette di accedere non solo a sconti interessanti, ma a contenuti ludici di grande valore: dopo Darksiders (che tutti gli abbonati possono giocare gratuitamente) sarà il turno di Deus Ex Human Revolution. Senza contare i classici PsOne ed i titoli PSN (come il remake di Stranger's Wrath in HD, fruibile senza ulteriori costi d'ingresso fino alla metà d'agosto).
I più attenti avevano già colto il fermento su questo fronte: l'ultimo Firmware -ad esempio- permette di impostare una funzione che scarica automaticamente demo e giochi gratuiti, oltre che a tutti gli aggiornamenti dei titoli installati: un'ottimizzazione non da poco, che rende meno spinoso il rapporto con la console ed i continui update.
La via del Cloud potrebbe anche valorizzare in maniera consistente il gaming su portatile: le console da tasca stanno lottando per trovare la propria identità in un mercato assediato da Tablet e Smartphone, e sebbene sia PsVita che Nintendo 3DS abbiano palesemente dimostrato di essere macchine dotate di carattere, grazie una Line Up eccellente, il rapporto con gli store digitali deve essere un punto chiave delle future strategie commerciali.
Tutte queste ipotesi, ovviamente, restano attualmente poco concrete. L'apporto di Gaikai si sentirà molto probabilmente a partire dal prossimo anno fiscale, e come abbiamo già sottolineato, potrebbe esser presto per puntare attivamente sul Cloud Gaming. Sicuramente le strategie di Sony non prevedono una riduzione del supporto al formato classico nel breve tempo, e le nostre utopistiche visioni sulle nuove generazioni potrebbero dover aspettare non tanto la prossima infornata di home console, ma addirittura quella successiva (si parla quindi di una decina d'anni).
Pare molto probabile, tuttavia, che nella visione di Sony il risanamento complessivo dell'azienda (che fatica su quasi tutti i fronti che non siano quello Videoludico) passi anche dall'ampliamento e dal potenziamento dei servizi. In questo, siamo sicuri, Gaikai giocherà un ruolo chiave.