Provato WWE 13

Chiavi articolari da Dublino

Provato WWE 13
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Malgrado il periodo difficile la licenza ufficiale WWE è ancora in mano a THQ che non solo non perde l'occasione di sfruttarla a dovere ma, anzi, punta ad espandere l'esperienza di gioco in un parallelo diretto con il mondo reale, nel quale il Worldwide Wrestling Entertainment sta cercando il rilancio, prendendo come fonte d'ispirazione il proprio passato, ricco di successi e in grado di attirare milioni di fan.
    WWE 13 si è quindi presentato all'evento stampa organizzato a Dublino da THQ, con un carico di innovazioni non del tutto impressionante per numero ma massiccio in termini di contenuti, con l'obiettivo di intervenire per perfezionare quanto di buono aveva offerto la versione 12, ben accolta dalla critica alla fine dello scorso anno.

    Piccoli passi avanti

    Ad un primo sguardo disinteressato WWE 13 potrebbe assomigliare molto all'edizione 12: visivamente, però, si nota un netto passo avanti nella rappresentazione della folla, ora tutta in 3D e animata in maniera migliore e più varia, mentre i lottatori non hanno ottenuto un aspetto grafico che li differenzia in maniera sostanziale da quelli inclusi nel pacchetto dell'anno scorso.
    Maggiore enfasi, invece, è stata data al comparto sonoro, con effetti registrati direttamente dagli episodi televisivi, per quanto riguarda il pubblico, e dalla viva voce dei protagonisti, in termini di urla e grugniti durante gli scontri.
    E' però l'algoritmo di gestione dell'audio, chiamato WW Live, che fa la differenza: ora la folla si farà sentire quando uno dei propri beniamini prenderà il sopravvento su un avversario, ammutolendosi o urlando tutto il proprio sdegno nel caso uno dei "cattivi" della nuova storyline della serie riuscirà a prevalere in uno scontro particolarmente duro.
    Prima di prendere in mano il pad, poi, si noteranno altri dettagli che confermeranno come WWE 13 basi le proprie fondamenta sull'edizione 12: anche questa volta non c'è traccia di HUD, barre o indicatore, e sono quindi le animazioni e il volto dei personaggi a dover trasmettere al giocatore lo stato psicofisico del lottatore, in modo da intuire se è il caso di provare a chiudere l'incontro oppure è meglio proseguire con i colpi, in modo da indebolire maggiormente lo sfidante.

    Un volta preso in mano il controller e dopo aver assistito alle ricche coreografie di ingresso, si iniziano a percepire i primi cambiamenti. Il gameplay è simile rispetto al passato e, proprio sulla mancanza di indicatori a schermo, costruisce le proprie fondamenta: basate in gran parte su azioni contestuali utilizzando i tasti frontali, in grado di portare a mosse differenti in base all'inclinazione della leva analogica sinistra e alla posizione dei due sfidanti rispetto all'ambiente e a loro stessi. I restanti pulsanti che contraddistinguono il gamepad si utilizzano soprattutto per contrastare una mossa avversaria, riuscendo a portarla a proprio vantaggio grazie ad una reverse (da ottenere premendo con il giusto tempismo il grilletto destro), oppure grazie alle eventuali fughe dal ring (con il tasto dorsale sinistro - ma limitate a tre per scontro). Le contromosse, in WWE 13, ottengono ancor più importanza rispetto al passato, in quanto i tempi per incanalarle sono davvero molto ristretti - e fortunatamente sottolineati dall'apparizione del simbolo del grilletto RT, unica vera "infrazione" alla regola "niente HUD" utile ad ottenere il massimo "feedback televisivo".
    L'altra grande innovazione è rappresentata dalle differenze di stazza e forza tra i vari lottatori: ora le movenze base saranno influenzate non solo dalla fatica e dai colpi subiti ma anche dal peso e dall'altezza degli sfidanti, fattore che assume ancor più importanza durante le proiezioni: le mosse si adegueranno alle dimensioni del lottatore che le subisce (con le animazioni che verranno adattate di conseguenza), quindi difficilmente si riuscirà a sollevare un gigante utilizzando uno dei personaggi meno dotati. Il team è stato attento a ricostruire addirittura le prospettive di "sguardo": gli atleti più alti fisseranno quelli più bassi guardando verso il basso, e viceversa.

    Uno sguardo al passato

    La fonte di ispirazione di WWE 13 è il passato leggendario della federazione, quello della Attitude Era che ha infiammato gli animi di folle oceaniche di fan in tutto il mondo.
    I set, i lottatori e il feeling di gioco, quindi, si dividerà tra gli scontri che hanno fatto la storia del wrestling e quelli attuali, proponendo il più grande roster di sempre, nel quale trovano quindi posto due differenti versioni di alcuni personaggi, sia del passato che del presente.
    Mark Henry, presente alla presentazione del gioco ed entusiasta di quanto ottenuto finora dal team di sviluppo, è ad esempio presente sia nella versione del '98, con pettorali in vista e cappello scuro, sia in quella attuale, con la tuta aderente che ormai lo caratterizza.
    Stupisce anche l'inclusione di un giovane Mike Tyson, ancora privo dei tatuaggi sul viso e con i capelli ricci, dotato di una sequenza di pugni invidiabile e uno stile da boxeur che lo differenzia nei movimenti da un colosso come Big Show, vero e proprio gigante in grado di sfondare il ring con la propria mossa signature, inclusa nel gioco al pari di quelle più famose appartenenti ai lottatori più blasonati.
    Nella demo provata molti dei volti presenti nella schermata di selezione dei personaggi erano ancora oscurate, in modo da svelare progressivamente tutto il roster prima del lancio previsto intorno alla fine dell'anno. Il set sembra già imponente, con l'inclusione sia dei good che dei bad guy, in modo da offrire a tutti l'opportunità di scegliere il proprio preferito.

    WWE 13 La versione incompleta di WWE 13 mostrata all’evento stampa di Dublino ha dato l’idea di un titolo che non prenderà le distanze da quanto di buono ottenuto con la versione 12 uscita l’anno scorso, ricalcandone il percorso e intervenendo con migliorie che mirano a coinvolgere maggiormente i giocatori. Il feeling televisivo, il comparto audio, l’altissimo numero di sfidanti e l’opportunità di rigiocare i più importanti eventi della storia del wrestling del passato, sono tutti passi fattori che potrebbero consacrare WWE 13 come il miglior episodio della serie degli ultimi anni. Il team, però, ha ancora da lavorare, soprattutto sul feedback dei controlli, ancora troppo lenti, e su animazioni che non appaiono ben legate tra loro, aspetti che vanno sicuramente rivisti prima dell’uscita. Spettacolarità e quantità di contenuti garantita, quindi, per un titolo che sembra convincere sin d’ora chi ha apprezzato WWE 12.

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