Recensione WWE 2K14

Il wrestling videoludico passa in mano a 2K

Recensione WWE 2K14
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Strappata dalle (fredde) mani (morte) di THQ, la licenza di WWE non poteva che finire in casa 2K. Agguantando anche la riproposizione videoludica del Wrestling, il publisher allarga la sfera di competenza della sua etichetta “2K Sports”, arrivando quasi a monopolizzare la scena dell'agonismo virtuale. Al team di sviluppo storico Yuke's, 2K affianca i Visual Concepts, nella speranza che, in coppia, gli studi di sviluppo possano risollevare le sorti di una saga che fa sempre più fatica a distinguersi.
    Si tratta, con tutta probabilità, di un piano di lavoro che arriverà a compimento con l'episodio Next-Gen, ma anche questo avvio su Xbox 360 e Ps3 può dirsi sicuramente felice. Invece che uno scialbo episodio di transizione, WWE 2K14 riesce in qualche modo a distinguersi, soprattutto grazie all'introduzione di nuove modalità che da sole stuzzicano l'interesse degli appassionati dello show più incredibile d'America.
    Restano ancora da smussare certi spigoli, e per quanto funzionale il gameplay di questo episodio non può dirsi adatto a tutti i palati, perfettamente bilanciato e simulativo; ma per lo meno incarna piuttosto bene lo spirito delle smargiassate che si vedono sul ring.

    Per appassionati

    Quando si parla di Wrestling non ci sono vie di mezzo: alcuni riescono a capire le logiche interne dello spettacolo, a farsi piacere i gesti atletici, le rivalità, le evidentissime sceneggiate; altri lo disprezzano come il più becero sottoprodotto di una cultura costantemente in regime iperproteico.
    Soprattutto al giorno d'oggi, spenta la vampa che una decina d'anni fa riportò in vetta ai palinsesti gli eventi della Worldwide Wrestling Entertainment, è molto difficile trovare qualcuno che si avvicini per la prima volta a questo mondo, e la schiera dei videogiocatori si divide piuttosto equamente fra sostenitori e detrattori della “disciplina”.
    2K questo deve saperlo bene, perchè neppure tenta di irretire i novizi con un capitolo accessibile, che possa introdurre gradualmente le dinamiche di gioco ormai tipiche della serie e spiegare le novità di questa edizione. Anzi: superata la schermata iniziale si viene letteralmente inondati da un numero impressionante di modalità, in un elenco letteralmente “spaventoso”, fatto di sigle, tipologie di match fra le meno comuni, possibilità di personalizzazione estreme.

    WWE 2K14, del resto, si porta dietro l'eredità di una saga che, di anno in anno, ha sempre abbracciato la filosofia “incrementale”, cercando di guadagnare i consensi di pubblico e stampa con l'aggiunta di nuove opzioni. Ed in effetti a livello di Game Mode così come di Roster, WWE 2K14 è semplicemente il paradiso di ogni fan.
    Spicca, nel marasma comunque composto dei menù, l'Universe Mode: grazie ad esso sarà possibile seguire il cammino del nostro lottatore preferito o crearne uno completamente da zero per l'occasione. E' proprio in questo caso che il titolo ci mostra l'incredibile quantità di variabili customizzabili.
    Oltre alla miriade di opzioni 'fisiche' disponibili per la creazione del nostro personaggio (dalla corporatura al trucco, dalla posizione dei nei al loro colore, ecc.), ogni evento realmente esistente in calendario è modificabile secondo le proprie preferenze, o creabile ex-novo in tutto e per tutto, nell'improbabile caso in cui nessuno dovesse corrispondere alle nostre esigenze. Insieme agli eventi sarà ovviamente possibile creare la corrispondente cintura di campione, scegliendo tra una quantità spropositata di possibilità; ciò dimostra, per l'ennesima volta, come WWE 2K14 sembri in grado di offrire qualsiasi tipo di esperienza l'appassionato stia cercando all'interno di un gioco di wrestling: nel nuovo titolo 2K, infatti, c'è semplicemente tutto l'universo che caratterizza questa disciplina, e quello che non c'è può essere creato.

    L'importanza del tempismo

    Una volta sul ring, si scopre un sistema di gioco ancora molto vicino ai canoni che la saga ha scolpito nel corso degli anni. I tasti frontali sono usati per le azioni principali: colpi, prese, lanci, schienamenti e “signature moves”, e vanno usati in combinazione coi dorsali per esibirsi poi in scatti, arrampicate sugli angoli, uscite dal ring e “sleeperhold”.
    Fulcro del sistema di combattimento è comunque il grilletto destro del joypad, che ha la funzione di 'reversal' (o contrattacco): ad ogni attacco o tentativo di presa avversaria sul nostro lottatore apparirà (in modo fulmineo e dettato dalla stazza e dall'affaticamento del nostro) un indicatore che ci mostrerà il momento esatto in cui premere il suddetto tasto per neutralizzare il colpo avversario e concatenarne immediatamente uno nostro.
    La precisione ed il tempismo richiesti sono molto alti, e solo grazie allo studio dei movimenti e delle animazioni avversarie sarà possibile capire in anticipo il momento giusto nel quale premere il tasto dorsale. La quantità industriale di mosse uniche per ognuno dei quasi novanta lottatori del roster e la foga del combattimento, faranno in modo che ci sia sempre il pericolo di anticipare o ritardare troppo il comando; a questo proposito, un ulteriore indicatore ci riferirà se la pressione del tasto è avvenuta 'too fast' o 'too slow', in modo da imparare dai nostri errori.
    Proprio le animazioni quindi, uno degli aspetti più criticati delle passate edizioni, diventano in questo nuovo capitolo un aspetto fondamentale anche all'interno del gameplay e, fortunatamente, qualche miglioramento sembra essere stato apportato anche in questo campo: la sgradevole sensazione che ogni animazione partisse quasi 'dal nulla', in modo completamente scollegato rispetto alla posizione tenuta dal nostro lottatore è stata, se non completamente eliminata, comunque sensibilmente diminuita, rendendo gli scontri più vicini alla riproposizione di un match anche esteticamente più vicino alla realtà. Peccato che siano invece i ritmi delle fasi precedenti al “clinch” a non convincere. Quando i due omaccioni sul ring si sfidano a suon di suplex, chokeslam e powerbomb, tutto va alla grande, mentre quando scorrazzano sul ring e si prendono a colpi in faccia, sembrano purtroppo dei pupazzetti un po' schizzati.

    Fra le falle di un gameplay che vuole essere universale e non troppo tecnico, segnaliamo anche l'utilizzo non troppo immediato dei trigger, che spesso fungono da modificatori la cui funzione cambia a seconda del contesto. Bisogna quindi sforzarsi abbastanza per metabolizzare tutte le possibilità di WWE 2K14, e spesso le dita si intrecciano anche dopo molte ore di gioco.
    Bisogna anche ribadire che, per quanto efficace nel riprodurre i ritmi ed i tempi degli incontri di Wrestling, il gameplay è tutt'altro che profondo, vario, o in qualche modo tattico: in questo il gioco riprende i modi della disciplina, rivelandosi divertente e leggero ma non adatto a tutti.

    30 anni di passione

    La novità più importante di questo WWE 2K14 è senza ombra di dubbio la modalità '30 Years of Wrestlemania': come intuibile dal suo nome, grazie a questa opzione il giocatore potrà rivivere più di quarantacinque match ed eventi entrati saldamente nella storia del wrestling. Tutti i dettagli, dalla reale arena in cui si sono svolti gli incontri storici agli ingressi sul ring dei contendenti, sono stati fedelmente riprodotti, compresi gli avvenimenti chiave dei match, qui riproposti sotto forma di obiettivi da soddisfare per avanzare nell'evento, suddivisi tra principali e secondari. Lo svolgimento degli incontri seguirà quindi quello delle loro controparti reali, con tanto di cutscene ad enfatizzarne i momenti entrati ormai nella leggenda.
    Che questa modalità sia il cuore pulsante della produzione, lo si intuisce anche dal fatto che sono i primi incontri qui disputati (quelli dell'era di Hulk Hogan) a fare le veci di un tutorial esteso.
    Ma è poi la cura con cui è stata impacchettata questa sezione, e la quantità di riferimenti, momenti epici e sfide chiave nella storia del Wrestling, che galvanizzeranno oltremisura gli appassionati. Di fatto “30 Years of Wrestlemania” supera l'ormai stantia campagna, e propone un'esperienza single player strutturata e avvolgente. A patto ovviamente di rientrare in quella categoria di persone che conosce Tatanka e Jake “The Snake” Roberts.
    Ottima anche la nuoca The Streak: questa modalità riguarda da vicino uno dei più famosi e carismatici eroi del wrestling, The Undertaker, che con la sua striscia di 21 match vinti senza sconfitte in Wrestlemania detiene il record assoluto, e ancora imbattuto, di vittorie. Un traguardo al limite dell'umano che il giocatore potrà provare ad azzerare, sfidando Undertaker in persona, oppure difendere, vestendo i panni dell'enorme becchino. In questa modalità, il tasso di sfida sarà incredibilmente alto, con un Undertaker quasi imbattibile in grado di contrattaccare con tempismo tutti i vostri colpi e spedirvi al tappeto nel giro di pochissimi minuti. L'esperienza necessaria per avere qualche possibilità di vittoria dovrà essere accumulata durante tantissimi match, alla fine dei quali, però, anche in caso di sconfitta, vi verrà assegnato un punteggio in base a varie voci riguardanti la vostra prestazione (tra le quali spicca la simpatica 'Drama'), che sarà possibile caricare su un'apposita leaderboard online per essere confrontata con quella di amici e campioni virtuali.
    Da citare anche gli spunti “manageriali” della modalità Universe, che permette anche di innescare e gestire rivalità fra atleti e “tag team”, ma anche di personalizzare gli stage, la composizione della folla e tanti altri aspetti non strettamente connessi al singolo match.

    Buona parte del successo di questa edizione, in fondo, si deve proprio ai Game Mode che abbiamo appena citato. Mentre il gameplay procede nel solco della tradizione, rodato e funzionale ma non perfetto nel contro scheme e nei ritmi, WWE 2K14 convince i fan di lungo corso grazie a questo suo rispetto suo rispettoso tributo sia agli uomini-chiave che alla filosofia del wrestling, finalmente portata alla luce anche nei suoi risvolti organizzativi.
    Resta molto arretrato il comparto grafico più in generale, con modelli poligonali buoni e discretamente dettagliati, ma lontani ancora anni luce dalla qualità attualmente raggiungibile anche su console current-gen. Stesso discorso per gli elementi di contorno, con modelli del pubblico troppo riciclati tra loro ed effetti speciali durante l'ingresso dei lottatori sul ring molto rivedibili. Buoni, invece, i dettagli, come la diversa 'cartellonistica' esibita dai fan in base all'epoca in cui si svolge l'incontro, e i particolari filtri video utilizzati per regalare un effetto molto 'fine anni '80' ai vari combattimenti di quel periodo. La colonna sonora include brani appropriati al “mood” del gioco, ma gli effetti avrebbero bisogno di una bella svecchiata.

    WWE 2K14 WWE 2K14Versione Analizzata PlayStation 3Il primo capitolo di WWE ad arrivare sul mercato sotto etichetta 2K rifinisce la serie sotto certi aspetti, consegnandoci un rinnovato istema di combattimento basato sul contrattacco e sulla rapidità di esecuzione dei propri comandi, insieme ad animazioni a tratti ancora incerte ma indubbiamente arricchite in termini di frame. Restano un control scheme un po' macchinoso ed un approccio globalmente molto leggere a riportare WWE 2K14 coi piedi per terra. Fanno però il loro ingresso sul ring due nuove modalità, che vi permetteranno di cimentarvi nei combattimenti più significativi dell'intera storia del wrestling e nella sfida contro i record di una leggenda vivente del calibro di Undertaker, insieme ad una quantità letteralmente infinita di opzioni di personalizzazione per singoli match, eventi, set di mosse, lottatori, regole e chi più ne ha più ne metta. Questa enormità di opzioni, persino spaventosa per i neofiti, è il regalo di una saga ai suoi fan più affezionati. E paradossalmente è proprio la quantità di opzioni che inonda il giocatore e straborda dai menù, unita alla scarsa attenzione riservata ai tutorial, che funge da dichiarazione di intenti: ben consapevole che solo i sostenitori più convinti guarderanno con attenzione un titolo arrivato proprio al termine di questa generazione, il publisher ha dedicato a loro questo episodio, senza curarsi di “coccolare” neanche un po' le nuove leve. In attesa dell'approdo del franchise su console next-gen, previsto per il prossimo anno, la nuova fatica di Yuke's e Visual Concepts resta consigliatissima ai passionisti, mentre i novizi così come i giocatori intenzionati ad effettuare subito il passaggio generazionale possono attendere il 2015 senza timore di perdere troppo.

    7.8

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