Recensione Battlefield 4 - Multiplayer

Il cuore portante della produzione DICE è un multiplayer dinamico e appassionante.

Battlefield 4 - Dragon's Teeth
Recensione: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • iPad
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • L'obiettivo è grande negli intenti di DICE: Battlefield 4 è il prodotto della passione del team di sviluppo per il genere degli FPS online, in anni di successi più o meno elevati che hanno portato a questa incarnazione. Lo scivolone sulla campagna singleplayer, di cui potete leggere nell'articolo correlato, è quasi sintomatico del vero intento del team svedese: creare l'FPS online più divertente e immersivo di sempre. Le novità sono molte, ma possiamo tendenzialmente riassumerle in dieci mappe dal design incredibile. Abbiamo provato a fondo ciascuna modalità e ciascuna mappa di Battlefield 4 in due giorni interi di gioco, forse troppo pochi per sviscerarle a dovere, ma sicuramente sufficienti per dare un giudizio sul lavoro compiuto. Le parole d'ordine sono varietà e dinamicità. E ovviamente fragfest!

    Let's begin!

    Già rivelate in questi lunghi mesi d'attesa, il Battlelog e le sei modalità di gioco non sono certo delle vere e proprie novità. Per quanto riguarda il sistema di connessione alle partite, distinguiamo la piattaforma console da quella PC, essenzialmente perchè nel primo caso vi connetterete ai server direttamente dal gioco, mentre nel secondo userete uno dei tre browser supportati (IE, Firefox e Chrome) per potervi connettere. In ogni caso il Battlelog è uguale identico per ciascuna piattaforma: le opzioni sono molte, tra loadout, friendlist, achievement e server list. La progressione e le statistiche non si discostano molto da quelle a cui eravamo abituati con Battlefield 3, con la differenza che questa versione ci è parsa nettamente più rapida che in passato, soprattutto nel connettersi ai server impostando i filtri desiderati. Non vogliamo essere troppo ottimisti in ogni caso: l'ambiente in cui abbiamo testato i vari Battlelog per le piattaforme prese in esame (PC e PS4) era collegato via LAN coi server DICE, e purtroppo dovremo aspettare il lancio per avere un'idea più precisa in merito ai caricamenti, piaga del capitolo precedente; ma le premesse in questo senso sono comunque incoraggianti. L'interfaccia in ogni caso è rimasta simile ma risulta leggermente più comoda come molti avranno potuto constatare durante la beta. Segnaliamo un layout dei tasti meglio concepito, l'opzione di entrare nel server direttamente come Commander (per le modalità che lo supportano, ovvero Conquest, Obliteration e Rush) e la possibilità di entrare in una mappa sandbox detta Test Range per provare i loadout e i mezzi in tutta libertà. E anche per configurare le opzioni di gioco, particolarmente importante per la versione PC data l'assenza di un menu esterno per settare i livelli di dettaglio e i bindings senza iniziare una partita. A questo proposito non capiamo la scelta obbligata dell'uso di un browser al posto del classico menu, dato che su console non è necessario e al Battlelog si accede comunque: davvero scomodo.
    In ogni caso dovremo scegliere una tra sei modalità di gioco, delle quali proponiamo una breve descrizione. Vi anticipiamo che le nuove introduzioni sono due, Obliteration e Defuse. Conquest non ha bisogno di presentazioni: è la modalità pricnipe di Battlefield che vede 32 o 64 (per Conquest Small o Large) giocatori conquistare quattro o sei obiettivi sulla mappa fino ad esaurire i cosiddetti ticket nemici. Obliteration è la nuova introduzione per questo Battlefield 4, in cui una bomba viene messa sul campo di battaglia e le due fazioni devono prenderne possesso per far detonare uno fra tre obiettivi avversari. La bomba funziona come una bandiera, quindi chi muore trasportandola la lascia incustodita sul terreno di gioco. Dobbiamo ammettere che questa modalità ci ha convinto e offre sicuramente un divertimento più immediato rispetto all'incedere ragionato di Conquest, con inseguimenti rapidi e intercettazioni per sventare la minaccia o piazzare la bomba.

    Domination, modalità introdotta col DLC Closed Quarters, è una sorta di Conquest su mappe piccole per partite fino a 16 giocatori, un vero e proprio susseguirsi di uccisioni e riconquiste che non lascia spazio di manovra, risultando molto divertente per partite leggermente più lunghe del classico Team Deathmatch. Defuse è la seconda nuova modalità introdotta in Battlefield 4, trasportando in sostanza Counterstrike in Battlefield. Due team di cinque elementi si dividono tra attacco e difesa: quello in attacco deve piantare una bomba in una di due locazioni e proteggerla mentre sta detonando, mentre l'altro la deve disinnescare facendo piazza pulita degli avversari. Il respawn non è concesso e si gioca in 6 round totali (3 in attacco e 3 in difesa). Se Obliteration ci ha entusiasmato, trattandosi di un'ottima declinazione del Capture the Flag che sfrutta molto bene le meccaniche di Battlefield, questa Defuse proprio non ci è piaciuta. I problemi sono strutturali: se un team vince 4 round su 6 il server non è "abbastanza intelligente" da dichiarare la vittoria e si dovranno disputare comunque i due round rimanenti, con tempi d'attesa tra un round e l'altro inaccettabili, dato il metodo con cui Battlefield registra le statistiche in-game. Speriamo che vengano sistemati questi difetti, altrimenti prevediamo che poche persone giocheranno a Defuse.
    L'ultima modalità degna di menzione (la sesta è infatti l'immortale e semplice Team Deathmatch con resapawn abilitato) è la famosa Rush, che tutti conosceranno essendo la più nota di Battlefield insieme a Conquest. Due team: uno in attacco e uno in difesa. Chi attacca ha respawn limitati e un tempo massimo per far esplodere due obiettivi nemici. Se ci riesce sbloccherà una nuova parte di mappa con altri due obiettivi da far saltare, per un totale di tre o quattro coppie per mappa. I ritmi sono una via di mezzo fra quelli di Conquest e il Team Deathmatch, dato che è possibile utilizzare un numero limitato di mezzi e le mappe sono più piccole.
    A rendere veramente eccezionale Battlefield 4 non sono però le modalità, certamente ben pensate ed esaltanti, ma le mappe. Un terreno di scontro sul quale Battlefield 4 fa piazza pulita di qualsiasi altro concorrente uscito fin'ora.

    Recensione in tre parti

    Questa recensione è suddivisa in tre parti per analizzare con la maggior attenzione possibile ogni aspetto di Battlefield 4. Specifichiamo che il voto globale si riferisce esclusivamente alle versioni PS4 e PC del titolo, dato che, sebbene l'abbiamo giocata, non ci è stato permesso di assegnare una votazione alla versione Xbox One, probabilmente ancora in fase di perfezionamento.
    Trovate di seguito i link agli altri due pezzi:

    Recensione Singleplayer, versioni PC e PS4
    Comparativa tecnica delle tre versioni PC, PS4 e Xbox One

    Levolution

    Come molti già sapranno le mappe di Battlefield 4 sono in tutto dieci enormi campi di battaglia disponibili per ogni modalità e ogni dimensione dei server. Premettiamo che questa volta anche su console next-gen (tutto tace per l'old-gen) disputeremo battaglie fino a 64 giocatori, atto dovuto che ha limitato fortemente gli utenti console nel precedente capitolo. A seconda della modalità e del numero di giocatori la mappa viene "tagliata" su misura, facendone giocare una determinata porzione prefissata. La vera novità in questo caso è la cosiddetta Levolution. Ogni mappa infatti ha un meccanismo per cui in alcuni game mode (i tre principali: Conquest, Obliteration e Rush) la conformazione del terreno cambierà più o meno radicalmente, alterando gli equilibri della partita. Ogni Levolution è in pratica uno script che viene attivato dagli stessi giocatori, usando determinati congegni al momento giusto o sparando a immense costruzioni con l'artiglieria. Il risultato è semplicemente fenomenale, garantendo una varietà incredibile nell'affrontare le stesse mappe più volte.
    Ma bando alle ciance, vi proponiamo una breve analisi delle dieci mappe disponibili al lancio. Trovate anche numerosi video su Everyeye TV per ciascuna, che vi invitiamo ad osservare per rendervi conto del lavoro svolto. Due di esse sono state già abbondantemente analizzate dalla redazione in due articoli dedicati che trovate ai seguenti link: Siege of Shanghai e Flood Zone, da cui vi riproponiamo alcuni estratti.

    Siege of Shanghai conferma la bontà del map-design urbano, con l'evoluzione di distruggere un grattacielo nel mezzo della partita. Si tratta di una mappa spaccata in due da un canale e adatta agli scontri sulla media distanza.
    Flood Zone invece, dalle dimensioni analoghe, è una di quelle che ci ha colpito di più. La sua Levolution è l'esondazione del fiume che la costeggia, allagando completamente la zona e cambiando radicalmente non solo gli obiettivi, ma anche i mezzi utilizzati. Partendo su un cingolato, finiremo per uccidere i nemici a bordo di mezzi anfibi e gommoni: semplicemente eccezionale.

    Prosieguiamo con Dawnbreaker, ambientata a Singapore. Completamente urbana, è trapassata da un cavalcavia in mezzo ad altissimi grattacieli. Le aperture in ogni palazzo sono innumerevoli dando vita a scontri closed quarter senza sosta, mentre i mezzi terrestri mettono a ferro e fuoco le strade. La sua evoluzione è il crollo completo del cavalcavia che la divide, e lasciamo a voi il piacere di scoprire come fare per attivarlo. In definitiva Dawnbreaker risulta molto simile a Siege of Shanghai, sebbene sviluppata molto più in verticale.

    Lancang Dam è ambientata nei pressi di una gigantesca diga, sulle coste della Cina.
    E' caratterizzata da un obiettivo situato su un'isoletta al largo, molto difficile da catturare senza supporto navale. Nemmeno a dirlo, la sua evoluzione è la rottura della diga gigantesca che troneggia sull'intera mappa: un oceano d'acqua si scaraventerà su tutta l'area centrale (isola inclusa).
    Zavod 311 è situata in una fabbrica di mezzi pesanti nelle foreste russe. Due obiettivi centrali simmetrici in due enormi palazzi vicini collegati da un ponte sul tetto, sono l'occasione perfetta per scontri dalla media distanza all'interno di edifici molto spaziosi. All'esterno invece si passa in mezzo alle foreste che limitano la visuale, permettendo solo a chi raggiungerà (e manterrà) il vantage point sull'altissimo tetto della fabbrica di poter attaccare veramente dalla lunghissima distanza. L'evoluzione è la detonazione di una carica inesplosa in una delle due fabbriche, che sconvolge completamente il map-design centrale, rendendo contemporaneamente più difficile ai veicoli procedere.
    Operation Locker è ambientata sulle montagne Kunlun in Cina e ricorda come strutturazione la vecchia Damavand Peak. La sua caratteristica è quella di avere stretti interni (una prigione di massima sicurezza) e pochi esterni innevati, privi di qualsiasi costruzione e modulati solo dalle alture del territorio montagnoso. E' una mappa fortemente incentrata sugli scontri sulla breve distanza, mentre la sua evoluzione consiste nel far saltare in aria la grossa torre di controllo della prigione stessa, alterando permanentemente il dedalo di tunnel.

    Hainan Resort è invece una mappa molto ampia situata in un complesso alberghiero di lusso in qualche isoletta del pacifico. L'uso di mezzi navali è essenziale per supportare i soldati a terra e prendere possesso dei colli di bottiglia caratterizzati dai ponti che collegano l'isola centrale alla massa di terra principale. Sull'isola è posizionato l'obiettivo più difficile da tenere, ovvero l'altissimo hotel sul quale piazzare in diversi punti i migliori sniper.
    Rogue Transmission è una delle mappe più vaste in assoluto, situata in un'immensa pianura lievemente ondeggiante e caratterizzata da un'enorme parabola satellitare sotto la quale si trova una base militare. L'evoluzione in questo caso sono gli immensi pannelli dell'enorme parabola che si staccheranno una volta colpiti, rovinando pesantemente sui giocatori sottostanti e permettendo in seguito l'accesso diretto alla parabola stessa senza doversi paracadutare.
    Golmund Railway è forse la mappa più vasta, caratterizzata da un paesaggio montano che dal basso sale verso le vette distanti. A monte troviamo due obiettivi da conquistare uno di fianco all'altro, in due cittadine quasi unite e totalmente distruttibili. Verso valle rimangono gli spawn point e altri punti di controllo, mentre durante tutta la partita un treno percorrerà i binari al centro. Il treno stesso è un obiettivo da mantenere, armato di postazioni fisse e capace di spostarsi costantemente da un lato all'altro della mappa, avvicinandosi di volta in volta al respawn principale di chi lo controlla dando un grosso vantaggio territoriale. Lungo la ferrovia sono situate cariche esplosive da azionare per rallentarne l'avanzata, permettendo agli avversari di riconquistarlo.

    Chiudiamo infine questa lunga carrellata con la mappa che forse farà parlare più di sé insieme a Flood Zone e Golmund Railway. Paracel Storm è un perfetto connubio di combattimenti navali e terrestri, con condizioni atmosferiche variabili e una portaerei che si schianta sulla costa quando la tempesta tropicale raggiunge il suo apice. Si inizia con un paesaggio tutto sommato tranquillo, su un complesso di isolette ad arcipelago tutto circondato dal mare, completamente circumnavigabile. Gli obiettivi sono situati proprio sulle isolette, alcune dotate di ponti di connessione altre prive di qualsiasi collegamento. Dopo una decina di minuti di pace si scatena l'inferno: un uragano si abbatte sulla mappa, facendo naufragare una nave corazzata su una delle isole e mutando permanentemente il layout degli obiettivi. A colpirci maggiormente è però il mare: immenso, potente, senza freni. Quando si abbatterà l'uragano la visibilità si farà improvvisamente ridotta, mentre le onde che separano le numerose isolette talmente alte che spesso sarà impossibile colpire un avversario su un isolotto antistante. Muta così anche la manovrabilità dei mezzi navali, molto più difficile: un errore e ci ritroveremo arenati. Peccato a questo proposito sia assente un modo qualsiasi per disincagliare i mezzi navali e rimetterli in acqua, dato che è davvero fastidioso privarsi una motovedetta corazzata -dal respawn molto lungo- per un semplice errore.
    Le mappe di Battlefield 4 sono in definitiva fantastiche, con l'unica eccezione di Lancang Dam che non ha particolarmente convinto, forse perchè molto standard e senza alcun punto di interesse decisivo. Tutte le altre, dalle nevi di Operation Locker ai mari di Paracel Storm, sono una lezione di map-design come da tempo non vedevamo per un titolo online. Il sistema delle Levolution è ben pensato e capace di galvanizzare per il mutamento sostanziale in ogni match. Anche considerando che solo le tre modalità più ampie possano godere appieno di tutte le feature di questo Battlefield 4, mentre solo alcune evolveranno nelle game mode dedicate a scontri più contenuti, Battlefield 4 non ha precedenti nella storia dei videogame.

    Commander Mode e Netcode

    Lungo le tre giornate di prova in quel di Stoccolma, un programmatore è passato a mostrare le funzionalità della modalità Commander tramite tablet. Ebbene sì, seguendo questa specie di moda frenetica delle companion app, anche Battlefield 4 arriva col suo software per iOS e Android, da usare rigorosamente tramite tablet. Collegando il device al nostro Battlelog (una procedura un po' macchinosa, dato che richiede un QR code e un input via joypad/tastiera) avremo accesso alla mappa strategica in qualsiasi momento, con i movimenti in tempo reale di compagni e nemici taggati, nonchè punteggi e delle statistiche completi. Visualizzare la mappa e le statistiche su un secondo schermo è possibile per ogni modalità e per chiunque, ma solo chi si loggherà come Commander avrà accesso alle funzionalità supplementari. Si tratta in pratica di dare la possibilità di segnalare le posizioni da difendere e attaccare a tutti giocatori della propria fazione e di circa 11 abilità con cooldown da usare. Quattro di esse sono specifiche per la fazione di appartenenza (tra Russia, Cina e USA); altrettante sono invece logistiche e comuni a tutte le fazioni, mentre le rimanenti dipendono dal possesso di determinati obiettivi sulla mappa. Per farvi qualche esempio, si può promuovere una squadra aumentandone gli attributi scelti nel loadout, far decollare un bombardiere con una potenza di fuoco devastante, effettuare diverse scansioni della mappa per cercare veicoli e fanteria e permettere a tutti di visualizzarli, oppure azzerare i tempi di respawn per qualche secondo. Il Commander Mode, sia chiaro, è utilizzabile anche in-game come negli altri capitoli della serie, solo che ammettiamolo: usare un tablet per comandare il proprio team risulta un tocco di classe non essenziale, ma decisamente galvanizzante per tutti i patiti di guerra.
    Dobbiamo infine tornare sull'annosa questione del netcode. Rimanendo così folgorati dal map design e dalle modalità così ben coniugate fra loro, quasi dispiace dover parlare di una vecchia piaga della serie. Togliamoci il pensiero: non sappiamo se sia il netcode o cos'altro, ma spesso ci è sembrato molti colpi non andassero a segno, nonostante la mira perfettamente centrata. E non ci stiamo riferendo a tiri da cecchino sulla lunga distanza ma, ad esempio, a razzi teleguidati. Come se il gioco si incantasse al momento dell'impatto e non si ricordasse di un colpo perfettamente diretto verso il suo bersaglio, il quale tipicamente poco dopo ci ha massacrato con una raffica a bruciapelo. Si spera in una patch correttiva al più presto.

    Battlefield 4 Battlefield 4Versione Analizzata PlayStation 4E' fuori d'ogni dubbio che Battlefield 4 sarà l'FPS online dei prossimi mesi. Il comparto online risulta fresco, frenetico e perfettamente godibile sia da chi preferisce gli scontri in ambienti stretti, sia da chi predilige le battaglie campali con mezzi e trentadue avversari da far fuori. L'unico vero difetto del multiplayer è ancora una volta il netcode, coi suoi ghost bullet che non arrivano al bersaglio e a questo punto non siamo molto ottimisti in un'inversione di rotta da parte di DICE. Nonostante questo la ricchezza dell'offerta multiplayer è semplicemente ineguagliata: l'alternarsi fra mezzi (bellissimo il nuovo carro da bombardamento M124) e sessioni a piedi, via terra, via aria e via mare, con condizioni di mappa variabili (Levolution) e un comparto tecnico d'eccezione non ha eguali. Riteniamo quindi che il titolo DICE non sia una rivoluzione o un nuovo messia, ma che sicuramente porti per via direttissima il genere degli sparatutto online verso il suo olimpo. Detto fuori dai denti, era dai tempi di Red Orchestra 2 che non ci divertivamo così tanto a fare piazza pulita degli avversari. Nonostante questa recensione sia divisa in tre parti, vogliamo mettere il nostro voto finale in fondo a questo articolo, per sottolineare che l'anima di Battlefield 4 pulsa in multiplayer e che chi cerca un'esperienza più intimamente solitaria forse farebbe meglio a rivolgersi altrove. Invitiamo comunque tutti a provare l'esperienza che offre questo titolo almeno una volta, perché battaglie così varie e ben descritte non le avevamo mai vissute.

    8.5

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