Recensione L'Ombra di Mordor: Il Lucente Signore

Un DLC decisamente opaco

L'Ombra di Mordor: Il Lucente Signore
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • La Terra di Mezzo: L'ombra di Mordor è stata una delle più grandi sorprese dello scorso anno; un titolo tutt'altro che originale ma, al tempo stesso, inaspettatamente solido ed appagante. Dopo un primo DLC non troppo riuscito, gli sviluppatori di Monolith hanno deciso di alzare il tiro, riportandoci indietro nel tempo di migliaia di anni e consentendoci di vestire i panni di Celebrimbor in persona, già forgiatore degli Anelli del Potere e compagno di viaggio del ramingo Talion nell'avventura principale. Forte dei poteri conferitegli dall'Unico Anello, l'elfo si metterà sulle tracce dell'Oscuro Signore per porre fine al suo dominio sulla terra di mezzo, facendosi strada attraverso il consueto esercito di Uruk assetati di sangue e potere. Ci troveremo di fronte una Mordor straripante di nemici, aggressivi come non mai e sempre in cerca di un'occasione per scalare le gerarchie interne delle truppe di Sauron, gestite ancora una volta dall'acclamato nemesis system. Una premessa decisamente allettante, potenzialmente capace di spianare la strada a un DLC solido e di grande impatto. Purtroppo, però, la realizzazione si è rivelata decisamente inadeguata e poco rispettosa dell'epico preambolo da cui "Il Lucente Signore" ha preso vita.

    L'Unico Anello

    Anche questa volta potremo accedere ai contenuti del DLC direttamente dal menu principale, scelta che - contrariamente a quanto accadeva con "Il Signore della Caccia" - ci è parsa più che giustificata: sarebbe stato praticamente impossibile innestare nella campagna principale una sottotrama con un protagonista diverso ed ambientata in un'epoca storica antecedente a quella dal gioco base. Anche la decisione di farci controllare fin da subito un personaggio completamente potenziato ora ha perfettamente senso, se pensiamo al ruolo ricoperto da Cerebrimbor nella vicenda. Discorso ben diverso invece per l'ambientazione, che continua inspiegabilmente ad essere la stessa di sempre nonostante il grandissimo salto temporale. Le dieci missioni presenti nel gioco non sono nient'altro che variazioni sul tema di quelle già viste nella trama principale, ed il tutto è facilmente completabile in circa tre ore già al primo playthrough: un modesto quantitativo di tempo in cui ci troveremo a liberare per l'ennesima volta le varie regioni della mappa per poi sfidare i cinque capitani e, per finire, Sauron in persona. Il tutto con lo stesso fare sbrigativo che, purtroppo, aveva già caratterizzato il DLC precedente.

    I punti deboli dei vari capitani saranno visibili fin da subito, senza alcun bisogno di scoprirli utilizzando un approccio più tattico ed interessante come era consigliato fare nel gioco base. Contestualmente all'arrivo del nuovo protagonista, gli sviluppatori hanno cercato di rivedere - almeno in minima parte - alcune dinamiche di gioco, aumentando a dismisura il numero di nemici presenti nella mappa di gioco e, conseguentemente, la scala dei combattimenti. Anche i cinque capitani che dovremo soggiogare per attirare l'attenzione dell'Oscuro Signore si sono dimostrati fra i più coriacei e potenti di tutti quelli incontrati finora nelle lande di Mordor. Ma questo non sembra aver alterato il grado di sfida del gioco: i combattimenti ci sono sembrati fin troppo semplici, ancor più di quanto non lo fossero quando impersonavamo il ramingo Talion, più resistente ma meno subdolo e letale di Celebrimbor. Il potere dell'Unico Anello, ad esempio, consentirà al nuovo protagonista di rallentare il tempo, diventare invisibile ed inibire temporaneamente ogni tipo di resistenza dei singoli capitani che affronterà durante la sua breve avventura. Certo, per utilizzarlo dovremo caricare una barra di energia marchiando numerosi nemici, ma i suoi effetti possono essere davvero devastanti. Un'altra grave problematica che abbiamo riscontrato vestendo i panni del Lucente Signore, riguarda proprio l'evidente mancanza di bilanciamento tra le nuove dinamiche di gioco legate ai poteri dell'anello ed il conseguente adeguamento alle stesse che ha interessato il combat system. La possibilità di marchiare i nemici per farli schierare al nostro fianco, che nella campagna del gioco principale era soltanto un'abilità marginale, ora rivestirà un ruolo di primaria importanza e ci consentirà di creare in brevissimo tempo un cospicuo esercito di orchi al nostro servizio. Il gioco continuerà a forzare la mano del giocatore, pilotando le sue azioni e costringendolo ad utilizzare continuamente la stessa abilità: un attacco ad area capace di marchiare istantaneamente buona parte dei nemici che ci circondano, l'unico metodo efficace per contrastare le numerose armate di Sauron. Una scelta che limita la libertà del giocatore e rende fin troppo piatte e monotone le fasi di combattimento.

    Come se non bastasse, non avremo nessun tipo di controllo nei confronti delle nostre truppe, e queste finiranno spesso e volentieri per metterci i bastoni fra le ruote, complice anche l'imprecisione con cui il sistema di controllo gestisce le situazioni più affollate: più di una volta ci è capitato di decapitare per errore un alleato anziché il nemico di turno. Non mancano inoltre fastidiosissime sezioni stealth in cui ci troveremo a marchiare un determinato numero di guardie nemiche senza farci scoprire, pena il fallimento istantaneo della missione. Una tipologia di quest che ci ha lasciati parecchio interdetti e infastiditi. Sapevamo che il divertimento garantito dall'impianto ludico del titolo non sarebbe durato in eterno, ma mai ci saremmo potuti immaginare che le poche aggiunte di un contenuto scaricabile come questo ne avrebbero smorzato così tanto l'efficacia. E spostando l'attenzione dal gameplay alla narrazione le cose non migliorano affatto. Gli sviluppatori sembrano aver scelto di accantonare volutamente l'ottima premessa subito dopo il prologo, legando la progressione soltanto al massacro continuo di orchi e qualche dialogo inconsistente che, di tanto in tanto, farà da sottofondo all'azione di gioco senza mai interromperla. Una scelta molto discutibile, dato che avevano tra le mani una storia potenzialmente interessantissima. Per quanto possa sembrare strano, inoltre, anche dal punto di vista tecnico abbiamo notato una evidente involuzione prestazionale del motore grafico, probabilmente legata alla quasi costante presenza su schermo di un numero di nemici molto più elevato rispetto al passato, che di tanto in tanto tende a mostrare pesanti cali di framerate che non abbiamo mai riscontrato al di fuori di questo DLC.

    La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor La Terra di Mezzo: L'Ombra di MordorVersione Analizzata PlayStation 4Una volta impugnato il pad, ci siamo immediatamente resi conto che all'ombra del potente incipit de "Il Lucente Signore" si nascondeva una verità ancor più cupa e triste della Mordor dipinta da Monolith nella piccola campagna aggiuntiva di questo DLC: Il Lucente Signore è un prodotto decisamente dimenticabile, che getta alle ortiche il suo enorme potenziale a causa della palese svogliatezza con cui è stato progettato e sviluppato. Non solo fallisce nel tentativo di integrare con successo nuove meccaniche all'interno del combat system, ma peggiora sensibilmente l'esperienza di gioco per colpa di una progressione troppo frettolosa, che banalizza completamente ogni velleità tattica ereditata dall'avventura principale. Insomma, il secondo DLC conferma l'inadeguatezza dei contenuti aggiuntivi preparati da Monolith per L'ombra di Mordor. Davvero un peccato, vista la solidità della campagna principale del titolo.

    5

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