PES 2015: abbiamo provato il gioco assieme a Masuda!

Provato Pro Evolution Soccer 2015, dopo quattro chiacchiere scambiate con Masuda

PES 2015: abbiamo provato il gioco assieme a Masuda!
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Se il derby videoludico che ogni anno infiamma le console di tutto il mondo fosse un vero match calcistico, probabilmente questa sarebbe la fase nella quale gli allenatori svelano le proprie formazioni: il tempo delle teorie e dei pronostici si è infatti concluso proprio grazie all'E3 appena terminato, grazie ai rispettivi annunci ufficiali da parte di Electronic Arts e Konami, che stuzzicando i fan di Pro Evolution Soccer 2015 ha immediatamente acceso la voglia di nuovi dettagli. Se quest'anno i due colossi delle simulazioni calcistiche sono sembrati più agguerriti che mai (e non solo grazie a pomposi proclami) molto del merito va dato alla nuova sfida che li aspetta; la partita per il miglior calcistico della stagione 2015, infatti, non si giocherà solamente sui verdi campi virtuali di ognuno dei contendenti, perché la contesa è già iniziata durante le fasi di sviluppo dei rispettivi titoli: oltre a nuove modalità di gioco e feature, infatti, la domanda che gli utenti si pongono è quale delle due software house riuscirà a sfruttare al meglio la nuova generazione di console.
    Proprio per cercare ulteriori dettagli sui risultati dello sviluppo della nuova generazione di calcistici targata Konami, la parte più calciofila della redazione di Everyeye si è introdotta nel blindatissimo stand della software house nipponica, per provare in anteprima il nuovo PES 2015 e scambiare qualche parola con lo storico Creative Producer della serie Kei Masuda.

    CALCIO EVOLUTO

    Come ormai noto da tempo, una delle novità di rilievo riguardo a questo nuovo capitolo di Pro Evolution Soccer è la sua fase di sviluppo divisa tra gli studi giapponesi di PES Productions ed un nuovo team di sviluppo con sede nel Regno Unito, creato appositamente per l'occasione. Esattamente come una concorrenza canadese, che non lesina sull'apporto che l'esperienza proveniente dal Vecchio Continente (da sempre uno dei due 'regni' calcistici più importanti al mondo) può garantire ad un genere così amato dalle nostre parti, anche Konami sembra aver voluto dare una svolta al proprio franchise affidandosi alle conoscenza di chi, il calcio, l'ha inventato. Come ci conferma Masuda-san in persona, il lavoro svolto presso gli studi inglesi è stato di fondamentale importanza anche dal punto di vista tecnico, giocando un ruolo chiave nella fase di 'adattamento' del Fox Engine ad esigenze estremamente diverse da quelle per le quali Kojima Productions ha creato il potentissimo motore grafico.
    'Dopo i benefici già raggiunti da PES nella scorsa generazione grazie al nuovo engine grafico' spieda Masuda 'grazie al lavoro congiunto con i nostri nuovi studi inglesi siamo riusciti a lavorare con una risoluzione a schermo maggiore (che dovrebbe raggiungere i 1080p a 60 frame per secondo, NdR), ma anche ad inserire molti più elementi dell'esperienza calcistica reale all'interno del gioco: ciò è visibile nelle nuove texture applicate ai giocatori, come nel caso della nuova resa della loro pelle, ad esempio. Nonostante l'aspetto tecnico del gioco sia ancora in uno stadio di sviluppo incompleto, alcuni di questi nuove spettacolari feature grafiche sono già visibili nella demo che abbiamo portato a questo E3, come le animazioni più delicate per il controllo della palla, che rendono bene l'idea del feeling realistico con il quale vogliamo contraddistinguere il nostro nuovo gioco'.

    L'utilizzo di un nuovo engine, naturalmente, significa molto più che un semplice upgrade visivo, ma coinvolge anche tutta una serie di aspetti forse meno evidenti ma altrettanto importanti nell'economia di gioco di una simulazione calcistica; l'esempio più lampante è sicuramente la fisica che controlla le centinaia di variabili che possono presentarsi su un campo da gioco virtuale e, anche sotto questo aspetto i passi in avanti compiuti da PES sembrano essere significativi.
    'Come tutti sanno, il motore fisico all'interno di una simulazione calcistica non copre solamente i movimenti della palla, ma moltissime altre feature, come ad esempio il movimento delle teste dei giocatori, le loro reazioni corporee, la resa fisica delle loro maglie ed i contrasti di gioco; in tutti questi campi abbiamo raggiunto benefici finora impensabili proprio grazie alla nuova generazione di console. La fisica relativa al movimento della palla in questo momento è ancora in una fase di 'work in progress', ma le nuove piattaforme ci stanno dando una base ottima sulla quale lavorare: abbiamo potuto rivedere completamente tutto ciò che riguarda tiri e passaggi, e proprio la varietà di questi aspetti è una delle feature sulle quali abbiamo potuto lavorare in modo migliore grazie alla potenza dei nuovi sistemi, rendendole molto più subordinate ad elementi come la forza impressa al pallone, la sua direzione ed il suo rapporto con l'attrito applicato dal terreno di gioco'.

    CLASSE RITROVATA

    Joypad alla mano per due brevi sessioni di gioco, le parole di Masuda trovano riscontro soprattutto nella gestione del possesso palla: nonostante una build evidentemente ancora incompleta (come anticipato dallo stesso producer) la costruzione della manovra ci è già sembrata più autentica rispetto alla scorsa edizione, con traiettorie di passaggio rese meno prevedibili dal buon pressing avversario ed uno scorrimento della palla realmente influenzato dall'inerzia impressa da elementi come il terreno di gioco e l'intensità con la quale i nostri giocatori dettavano il passaggio.
    A livello di controllo della sfera la novità più importante implementata da Konami in questo nuovo capitolo della sua serie calcistica è sicuramente l'introduzione della cosiddetta 'Joink Run': tramite la pressione di uno dei tasti dorsali, infatti, il nostro giocatore concentrerà i propri sforzi nella difesa del pallone, ora frapponendosi con il proprio corpo tra lui ed il nostro avversario, ora cercando un regolare contrasto spalla-contro-spalla e così via. I risvolti tattici e strategici di una tale impostazione sono ovviamente numerosissimi (soprattutto nel caso di utilizzo di un gioco basato sul contropiede o su giocatori molto fisici) e, prima di proseguire nella nostra chiacchierata, Masuda stesso ce ne da una dimostrazione difendendo il proprio possesso palla dagli attacchi avversari con il proprio corpo, in una situazione di possibile calcio d'angolo a sfavore, per poi indirizzare la palla ad un centrocampista più tecnico che inneschi la ripartenza. Ci rendiamo conto dell'effettiva efficacia e del realismo della nuova impostazione quando Masuda, tentando di sfruttare lo stesso tipo di situazione a centrocampo ma con un portatore di palla meno dotato fisicamente, fatica a contenere il pressing avversario e cede inesorabilmente il pallone alla squadra rivale.

    'Il nuovo concetto di difesa del pallone è legato alle nuove feature che abbiamo inserito in PES 2015. Quello che abbiamo cercato di raggiungere è un collegamento diretto tra quello che il giocatore sta pensando di fare e quello che il giocatore da lui comandato sta realmente facendo in campo: ora il pallone può essere controllato in modo più intuitivo ed il giocatore ha un controllo attivo sulla difesa della sfera dentro quello che è il suo 'raggio d'azione', che può essere più grande o più piccolo in base alle abilità del calciatore controllato; ora è possibile respingere l'avversario utilizzando solamente il proprio corpo, semplicemente allontanandolo di schiena o spostandolo di lato in modo regolare, per poi legare questi nuovi movimenti con uno scatto, ad esempio, in modo da aggirare la sua opposizione in un modo nuovo. Tutto lo sviluppo ha tratto beneficio dalla creazione di questi nuovi movimenti e dall'introduzione di nuovi tocchi con i quali i giocatori possono addomesticare il pallone, perché ci hanno permesso di caratterizzare maggiormente anche gli stessi calciatori virtuali in base alle loro caratteristiche. Per quanto non presente in questa build (erano infatti solamente una manciata le squadre selezionabili, tra le quali Juventus e Bayern Monaco, NdR) un giocatore come Messi, ad esempio, può fare affidamento su veri e propri 'tocchi di classe' durante in fase di difesa del pallone, una caratteristica che lo contraddistingue nella realtà e che ora siamo riusciti a riportare in modo ancora più fedele nel gioco. Nelle precedenti edizioni, quando volevamo differenziare un giocatore, dovevamo farlo a livello di semplici statistiche o con giocate molto evidenti, mentre in PES 2015 ci è stato possibile farlo nei minimi dettagli'.

    UN CALDO PRE-PARTITA

    Per quanto ancora non completamente visibili all'interno della versione dimostrativa mostrataci a Los Angeles, quindi, le novità che contraddistinguono questo primo episodio di PES su console di nuova generazione sembrano molte e soprattutto indirizzate ad un upgrade strutturale, piuttosto che solamente cosmetico. Per dovere di cronaca, dobbiamo comunque riportare che lo stesso comparto tecnico della nuova simulazione calcistica Konami sembra indirizzato verso un'evoluzione degna di questo nome, soprattutto in fase di animazione e resa visiva dei giocatori (con uno zoom sul simpatico faccione di Pogba a colpirci positivamente per dettaglio e realismo). Molta è la carne che si appresta ad essere messa sul fuoco da Konami, quindi, quantomeno a livello di gameplay, ma non appena tocchiamo l'argomento 'modalità di gioco' (in cerca di indizi su novità o miglioramenti a quelle già esistenti) Masuda sfodera tutta la proverbiale riservatezza nipponica: 'stiamo per annunciare una modalità di gioco del tutto nuova, qualcosa che coinvolgerà in modo molto diretto i giocatori e potrà essere giocata sia online che offline. Sono molte le novità che abbiamo sotto questo punto di vista'.

    Quando leggerete queste righe probabilmente tutti vi sarà stato già svelato, ma se dovessimo scommettere qualche euro sulla natura di questa fantomatica nuova modalità, qui ad Everyeye punteremmo tutto su qualcosa pensato per raggiungere lo straripante successo della modalità Ultimate Team che tante gioie sta dando alla concorrenza. Che la nostra scommessa sia vincente o meno, poco importa: da quanto visto a Los Angeles, il nuovo titolo Konami sembra avere tutte le carte in regola per effettuare quel cambio di direzione necessario per tornare ai grandiosi fasti di un tempo. Se è vero che, come spesso succede nel calcio reale, una buona formazione non sempre garantisce automaticamente la vittoria, questo PES 2015 può quantomeno farci pregustare uno di quei derby calcistico/videoludici come non se ne vedevano da diverse stagioni.

    Pro Evolution Soccer 2015 Una vecchia volpe come Vujadin Boskov era solito dire che la differenza tra un giocatore mediocre ed un fuoriclasse sta tutta nella capacità di quest'ultimo di vedere un'autostrada dove gli altri scorgono solamente un sentiero. Volendo declinare questa perla di saggezza al panorama delle simulazioni calcistiche, potremmo tranquillamente dire che la transizione alla nuova generazione di console ha permesso a Masuda-san ed il suo team di tornare ad offrire ai propri giocatori autostrade, piuttosto che piccoli sentieri. Il lavoro di adattamento effettuato nei confronti del Fox Engine, infatti, sembra aver dato i propri frutti permettendo agli sviluppatori di rinnovare non solo l'aspetto grafico di PES 2015 ma anche componenti più importanti del gameplay: tanto la fisica relativa a tiri e passaggi, quanto il nuovo sistema di difesa della palla risultano infatti essere due dei maggiori beneficiari del rinnovato metodo di sviluppo 'intercontinentale' adottato da Konami. Se è vero quindi che il calcio d'inizio di questa ennesima sfida tra colossi del calcio virtuale è ancora lontano, mai come quest'anno risulta difficile lanciarsi in pronostici: il risultato, d'altronde, potrebbe non essere più così scontato.

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