In parte gioco di guida, in parte MMO, The Crew è davvero un gioco basato tutto sui numeri. Gli Stati Uniti saranno il vostro parco giochi, condensato in 5.000 chilometri quadrati senza interruzione, su strada o fuori strada, similmente ad alcuni titoli free roaming ben noti ai giocatori odierni (GTA V su tutti, ma anche Need for Speed Rivals). Ma i numeri non sono finiti qui: pare ci vogliano infatti ben 90 minuti per guidare da New York a Los Angeles (il ben noto coast-to-coast), regalando quindi una sensazione di viaggio pressoché reale, che avvicina il gioco più ad una sorta di Skyrim “con le ruote” che ad un classico sfidante di Gran Turismo. E ad attenderci troviamo anche Miami Beach, New York, Detroit, Indianapolis, Los Angeles, Chicago, Las Vegas, Washington e Dallas. Ora, grazie alla nostra nuova prova sul campo con l’ultima beta del titolo (prevista per la prossima settimana anche per tutti i comuni videogiocatori), possiamo finalmente iniziare a farci una idea reale sul valore finale del gioco.
LA LIBERTA’ DELLA CORSA
Tutte queste lande di asfalto però non saranno dei meri contenitori fini a loro stessi, dato che al loro interno troveremo numerose sfide secondarie denominate Skill, della durata di 20 secondi, che faranno da contorno agli obiettivi di missione principali che ci permetteranno poco sorprendentemente di accumulare esperienza e denaro. Ma il fulcro del gameplay di The Crew pare essere la volontà di mettere a “contatto” le auto dei giocatori sparsi in tutto il mondo. Infatti, nel caso qualcuno proponga una gara verrà mandata la richiesta agli altri utenti, che potranno accettare ed essere immediatamente trasportati nel punto richiesto alla sfida. Una struttura facile da apprendere e immediata, che strizza l’occhio anche ai MMORPG classici. All'interno della versione di prova da noi testata è stato possibile esplorare l'intera area giocabile degli Stati Uniti, con sfide aperte in solo due delle cinque regioni disponibili nella versione definitiva attesa nei negozi tra poco meno di un mese, il tutto con incontri PvP nel Midwest e nell'East Coast, con infine la possibilità di personalizzare i veicoli in varie categorie tra Street e Dirt, nonostante le classi in cui ci siamo potuti cimentare sono state solo le prime due, ovvero la spec Tuning e quella Off-Road.
E riguardo ai veicoli: BMW, RUF, Ford, Nissan, Lamborghini, Chevrolet e Mini. Queste (per ora) le case automobilistiche che hanno il loro benestare all’interno di The Crew, a cui se ne aggiungeranno sicuramente altrettante, dato che il numero non è ancora definitivo. L’estrema personalizzazione delle auto, che possono essere smontate in più pezzi per poi essere ricomposte in base alle scelte del giocatore, è solo la punta dell’iceberg di un sistema da gioco di ruolo molto più marcato di quello che si crede. Ogni centro di tuning ci permetterà di cambiare la specializzazione dell’auto, trovandosi in una delle cinque città principali che visiterete proseguendo nella storia. Storia che sembra avere un ruolo fondamentale nell’economia del gioco: in The Crew impersonerete Alex, un ragazzo cresciuto sulle strade e che sotto copertura aiuterà la polizia a infiltrarsi nel mondo delle corse illegali, per scoprire chi ha ucciso il fratello e svelare così un complotto ordito da un politico corrotto. Fast and Furious ha fatto scuola, senza troppi giri di parole.
Ma lo stile di guida? Da quello che si è potuto provare al momento, il tutto appare un po’ troppo semplificato, indipendentemente dalla tipologia di auto o dalla via che si sta percorrendo. Passare da una strada asfaltata a un campo di grano, per poi tornare sulla statale trafficata non farà ne caldo ne freddo al nostro bolide, strizzando quindi pesantemente l’occhio verso uno stile arcade. Ed anche gli spostamenti da un luogo all’altro appaiono al momento incredibilmente noiosi, visto e considerato che un’opzione per il viaggio rapido è al momento latitante. Ed il comparto tecnico messo in piedi dal team Ubi, nonostante la vastità e la varietà degli scenari proposti, alcuni dei quali realmente sconfinati come praterie, distese erbose o le più consuete strade cittadine, non ci irrorerà certo gli occhi di zucchero per via di una cronica mancanza di dettagli, nonostante il colpo d’occhio non manchi di certo.
Fortuna vuole che gli sviluppatori non si siano tuttavia dimenticati di includere un buon numero di opzioni affrontabili in-game. Le gare saranno infatti di quattro tipi, ossia “scalata”, “fuga”, “accelerazione”, “velocità e precisione”, il tutto sempre all’insegna dell’illegalità e delle corse clandestine. A tal proposito, come in ogni racing game free roaming che si rispetti, la polizia sarà sempre vigile e pronta ad intervenire sempre e solo nel caso in cui commettessimo qualche infrazione (e la commetteremo, potete starne certi). Ma non è tutto: l’esplorazione dell’open-world di The Crew, è legata a doppio filo dalla dinamica che Ubisoft applica in tutti i suoi giochi free roaming, da Assassin’s Creed (nel quale bisogna sincronizzarsi con i campanili) a Watch Dogs e Far Cry (con le ben note antenne): in The Crew bisognerà infatti trovare delle enormi parabole, in modo da scannerizzare l’ambiente circostante. Insomma, davanti a se (e nonostante le buone premesse) Ubisoft ha ancora del lavoro da fare se vuole uscire con un gioco in grado davvero di riscrivere un genere. E considerando che la data di uscita è molto (troppo) vicina, il tempo per rendere il coast-to-coast un’esperienza davvero unica, è sicuramente agli sgoccioli.
Dopo questa quarta ed ultima gita nelle lande degli States, The Crew sembra essere riuscito nell’intento di proporre un mondo di gioco realmente immenso, ibridando meccaniche da sempre relegate al genere dei MMORPG con quelle più atipiche dei racing game. Il tutto però è purtroppo risultato davvero poco approfondito ed incisivo, con in più uno stile di guida arcade a farla da padrone che non farà certo la gioia di chi si aspettava invece un prodotto simulativo al cento per cento. Forse, non è nelle corde di Ubisoft mettere sulla piazza il real driving simulator di prossima generazione, bensì un titolo di guida che unisca tutti i giocatori connessi nel mondo a caccia di adrenalina a buon mercato. La speranza, quindi, è che The Crew diventi ad ogni modo l’esperienza “social racing” di massa definitiva nel mondo dei videogiochi. E, dopo il capitombolo di Driveclub...