Recensione Indiana Jones e il Bastone dei Re

L'ultima incursione videoludica del dottor Jones arriva su Psp

Recensione Indiana Jones e il Bastone dei Re
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  • Wii
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    Alcuni anni fa LucasArts annunciò lo sviluppo di una nuova avventura dedicata al celebre archeologo, un action 3D destinato alle - allora neonate - console ad alta definizione. Dopo aver rilasciato alcuni interessanti screenshots, il progetto rimase in ombra per parecchi mesi. Non troppo inaspettatamente, nel maggio di quest’anno il produttore statunitense rende nota la cancellazione del progetto “next-gen” a favore, però, dello sviluppo di un nuovo titolo progettato per Nintendo Wii, Psp, PlayStation 2 e Nintendo Ds, chiamato Indiana Jones e il bastone dei Re.
    La versione presa in esame, da poco disponibile sul mercato europeo, è quella portatile dedicata all’handheld Sony; un tipico action/adventure 3D che esalta la fisicità del nostro archeologo preferito attraverso un gameplay a base di frusta, pistole e allegre scazzottate.

    Indiana Jones in pillole

    Il Bastone dei Re presenta una sola modalità di gioco, interamente dedicata al single player e narrante una storyline completamente inedita alla serie. L’avventura ci vede alla ricerca del bastone di Mosè e si colloca in seguito agli avvenimenti raccontati nel film “Indiana Jones e l’Ultima Crociata”. Le ambientazioni di gioco spaziano dai sobborghi di San Francisco, alla natura incontaminata di Panama, alla città di Istanbul e all’interno di un tempio sperduto nel cuore del Nepal.
    Il team di sviluppo ha creato una struttura di gioco che ben si adatta al portable gaming, frammentando l’avventura in una quarantina di livelli introdotti ognuno da un briefing testuale. Ogni sezione di gioco si riduce ad un limitato momento narrativo, come fosse la scena di un film: una scazzottata, un inseguimento sui tetti di San Francisco, un inseguimento in tram, la fuga da uno stabile in fiamme e via dicendo. Tutti i quadri non superano la durata di pochi minuti (dai 5 ai 10, escludendo piccole eccezioni), rendendo l’esperienza disimpegnata e alla portata dell’utente medio. Tuttavia, tale scelta concettuale mina alla base l’atmosfera che si può (e si dovrebbe) ricreare all’interno di un titolo dedicato al celebre archeologo. Così diluita, infatti, l’avventura, perde tono: l’esplorazione di un maestoso tempio, per esempio, si riduce a una serie di stanze slegate tra loro e ad una sequela di momenti d’azione totalmente estranei alla narrazione (se si esclude il già menzionato briefing introduttivo).
    In conclusione, per quanto l’esperienza ne risenta, bisogna ammettere come il titolo Amaze riesca a coniugare sufficientemente un genere poco avvezzo alla partita veloce, rivelandosi un buon gioco da sviscerare in piccole dosi.

    Guns, fists and whip

    Il sistema di controlli studiato da Amaze si rivela piuttosto agevole. Il movimento è adibito al solo stick analogico, delegando la croce direzionale all’aggiustamento di una camera virtuale, in verità, piuttosto imprecisa. Il salto è strettamente contestuale eliminando, di conseguenza, eventuali sezioni platform, mentre al combattimento corpo a corpo è stato dedicato un ampio set di attacchi a disposizione. Indiana ha a disposizione un attacco forte e lento e uno debole e rapido (assegnati ai pulsanti quadrato e X), può eseguire una presa (attraverso il tasto triangolo), colpire con la frusta oppure con la pistola (entrambe le armi sono selezionabili in tempo reale premendo il dorsale destro). Sono presenti una dozzina di combo realizzabili concatenando i due attacchi standard. Gli scenari, inoltre, presentano alcuni punti dove poter effettuare uccisioni istantanee (per esempio eseguendo una presa sul bordo di un balcone) e numerosi oggetti da utilizzare come armi improvvisate (bottiglie di vetro e sedie in primis). Entro i limiti di alcune sezioni, inoltre, viene richiesto un certo tempismo nell’evitare le tipiche sfere di pietra e altre minacce ambientali utilizzando la capriola (tasto cerchio). Il gameplay de Il Bastone dei Re si traduce, dunque, in numerose sezioni beat’em up caratterizzate da un sistema di controllo semplicistico ma efficace e da piccoli enigmi ambientali che, in definitiva, riescono a variare sufficientemente la formula di gioco.

    Sub-sub-sub-quest

    Nonostante il numero dei livelli possa impressionare (in virtù, ovviamente, del genere d’appartenenza), Il Bastone dei Re non offre una longevità particolarmente sostanziosa. A ovviare alla suddetta brevità i programmatori hanno inserito una lunga serie di obiettivi secondari presenti all’interno di ognuno dei trentasette segmenti di gioco. Ai classici oggetti nascosti (raramente di difficile individuazione), si aggiungono task secondarie che richiedono il completamento del livello entro un limite di tempo, l’uccisione di un determinato numero di nemici, il superamento della zona con una buona percentuale di salute rimanente e molto altro. Tale feature, oltre a invogliare il replay delle sezioni già superate, permette di sbloccare punti fortuna e punti gloria, necessari al fine di potenziare le abilità di base di Indy e sbloccare alcuni artworks. In definitiva, Il Bastone dei Re, si sforza per offrire una mole ludica tale da giustificare l’acquisto e, pur senza innovare, riesce a garantire una decina d’ore di gioco di discreto divertimento.

    Tecnicamente

    Il lavoro svolto dal team di Amaze convince, pur lasciando trasparire una certa superficialità per quanto riguarda il comparto animazioni, in parte macchinose e mal legate tra di loro e l’integrazione dei modelli all’ambiente di gioco. Protagonista e comprimari, infatti, paiono camminare qualche millimetro sopra il suolo, così come le collisioni, spesso, si rivelano poco veritiere. Altro discorso per quanto riguarda la realizzazione di Indiana, sommariamente discreta e, allo stesso modo, degli antagonisti; entrambi in grado di non sfigurare nemmeno durante le cutscenes in real-time, momenti durante i quali, ovviamente, la camera virtuale si sposta su piani medi e stretti dei personaggi. Degna di nota, inoltre, la presenza di ombre che riproducono le fattezze dei modelli 3D, particolare che all’interno delle produzioni PsP lascia spesso spazio all’antiestetico e impreciso “cerchiolino”.
    Tutti gli altri elementi che concernono il comparto visivo si rivelano più che buoni: dalle textures ben definite che rivestono le ambientazioni, al buon livello di dettaglio delle aree di gioco, agli ottimi effetti che descrivono luci, fiamme e fumo. La pulizia grafica complessiva, infine, ci è parsa degna di nota, caratterizzata da edges morbidi e una buona profondità di campo.
    Una garanzia la soundtrack, forte del tema principale della saga cinematografica e di brani altresì ben orchestrati. Meno convincente la localizzazione italiana e alcuni effetti sonori.

    Indiana Jones e il Bastone dei Re Indiana Jones e il Bastone dei ReVersione Analizzata PSPIndiana Jones e il Bastone dei Re si è rivelato un discreto action 3D. La natura circoscritta dei livelli di gioco ben si adatta alla partita rapida per quanto, di contro, vada a frammentare continuamente l’azione riducendo il livello d’immersione da parte del giocatore. Il titolo è, infatti, suddiviso in sequenze di gioco che raramente superano la manciata di minuti ciascuna. Anche il gameplay, sebbene limitato da animazioni legnose e da una camera virtuale spesso fallace, riesce a raggiungere la sufficienza grazie ad un set di mosse variegato e a una combinazione tra semplici enigmi ambientali e combattimenti: elementi che ben rappresentano il personaggio e le gesta che la tetralogia cinematografica ha reso famose. A compendio di un titolo consigliato soprattutto ai fan vi è una buona longevità data da decine di obiettivi secondari che, viste le dimensioni ridottissime di ogni livello, si rivelano un extra veloce e, di conseguenza, alquanto consono alla piattaforma di destinazione.

    7

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