Recensione Prince of Persia: Le Sabbie Dimenticate

La sabbia fa bene alla PSP, ma non provateci al mare

Prince of Persia: Le Sabbie Dimenticate
Recensione: PlayStation 3
Articolo a cura di
Disponibile per
  • DS
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Pc
  • Psp
  • Nuova vita per il Principe

    Il Principe di Persia avrà vissuto come minimo tre vite. Dalle sue gloriose e antichissime, videoludicamente parlando, origini il marchio è stato ripreso a più tappe riscontrando, in generale, sempre un discreto successo. L’era 128-bit ci ha regalato nell’arco di tre episodi piuttosto ravvicinati, una saga completa dove l’evoluzione del Principe era tangibile e per lo più apprezzabile, nonostante il secondo capitolo in particolare lasciò inizialmente spiazzati per l’eccessivo cinismo del protagonista e per i toni troppo oscuri dell’avventura.
    Con la next-generation, che di next ormai ha veramente poco, siamo stati testimoni prima di un rocambolesco, quanto piacevole, cambio di registro e poi, recentemente e in concomitanza con il film, a un ritorno allo stile e al gameplay dei capitoli usciti sui sistemi 128-bit.
    Le Sabbie Dimenticate, dopo le più che discrete versioni casalinghe, raggiunge anche la piccola PSP, presentandoci però qualcosa di più retrò di quanto si possa immaginare. Scopriamo insieme di che si tratta esattamente.

    Tutta una questione di tempistica

    Quanti di voi nel 1989, o negli anni a seguire, misero le mani sull’originale Prince Of Persia? I fortunati che lo fecero, probabilmente, amarono questo videogioco per le spiccate doti atletiche del protagonista e per l’alto tasso di precisione richiesto dal gameplay. Si trattava per lo più di librarsi in calcolati salti, di decidere con tempismo il momento migliore per sfuggire a un mortale trabocchetto e di calcolare con cura la distanza dal suolo onde evitare morte certa. Certo, poi di tanto in tanto dovevate sfoderare la lama e vedervela in singolar tenzone con uno scagnozzo del malvagio visir, ma il vero centro dell’azione rimaneva l’anima fondamentalmente platform del gioco.
    Le Sabbie Dimenticate non fa altro che riproporre la medesima meccanica, aggiornata ovviamente agli attuali standard e aggiungendo un pizzico di spettacolarità al tutto. Insomma avete capito bene. Questa edizione per PSP è in tutto e per tutto un platform/action in 2D, che di tanto in tanto vi metterà una spada in mano per affrontare sparuti gruppi di nemici o colossali boss di fine livello.
    Naturalmente, come appena detto, dovrete aspettarvi qualcosa di estremamente più spettacolare rispetto al capitolo originale. Ciò significa che tra una grotta da esplorare e un palazzo denso di trabocchetti e burroni, dovrete compiere salti mortali, arrampicarvi a piloni e perfino correre sui muri. Ma non è tutto qui. Progredendo nei livelli sbloccherete via via i poteri magici legati agli spiriti (anche se si dovrebbe parlare di spiritesse) che controllano il tempo. Helem, Figlia del dio del Tempo che vi seguirà durante tutta l’avventura, ha infatti tre sorelle due delle quali vi doneranno il potere di rallentare o velocizzare i movimenti di determinati oggetti dello scenario. Per esempio potrete controllare il movimento di lame rotanti, piattaforme semoventi, flussi di sabbia e così via. La natura platform dunque si mescola, in un mix veramente riuscito, con il genere dei puzzle game. A volte vi sembrerà di trovarvi di fronte a una sorta di Echoshift con spade e ritmi più alti tanta sarà, spesso, la necessità di fermarsi e ragionare su come sia possibile raggiungere la porta posta dall’altra parte dello scenario. Sia chiaro: Prince Of Persia Le Sabbie Dimenticate non vi metterà di fronte a insormontabili enigmi che necessiteranno minuti di attente osservazioni. Piuttosto vi spingerà a sfruttare modestamente la vostra materia grigia che dovrà poi essere messa al servizio di riflessi prontissimi. Già, perché il titolo spinge molto su tre fattori: il numero di globi di elisir raccolti lungo i livelli, necessari per potenziare la barra di salute e capacità offensive del nostro, il numero di vite consumate e, soprattutto, il tempo impiegato per completare lo scenario. Spesso quindi si tratterà di ritornare sui propri passi e di affrontare i livelli a perdifiato cercando di sbagliare il meno possibile per ottenere un buon punteggio. Gli amanti dell’high score insomma avranno il loro bel da fare, mentre chi si vorrà semplicemente godere l’avventura potrà comunque apprezzare l’ottimo lavoro di level design svolto. Sebbene non manchino rare sessioni in cui vi farete facilmente catturare dalla frustrazione, la soddisfazione regalata superando con successo ciascun quadro è tangibile. Stonano in questo senso, ma solo leggermente, gli sporadici scontri con i nemici. Presi come sarete infatti nelle vostre veloci e spettacolari evoluzioni, questi momenti più statici spezzano bruscamente l’azione. L’impossibilità di dare vita a scontri tatticamente strategici poi, rendono queste fasi leggermente noiose. Potrete agire anche sui nemici tramite i vostri poteri di controllo sul tempo, così come potrete parare, schivare e caricare attacchi più o meno devastanti. Tuttavia per lo più si tratterà di aspettare l’attacco nemico, pararlo e rispondere di conseguenza. Meglio gli scontri con i boss che per quanto non siano moltissimi, riescono a unire alla perfezione le meccaniche di lotta all’arma bianca, con quelle a metà strada tra il platform e il puzzle game.

    Un Principe essenziale

    Per quanto il gioco sfrutti unicamente le due dimensioni, il motore grafico è interamente strutturato in 3D. Il risultato ottenuto è più che apprezzabile, per quanto alcune ambientazioni, soprattutto quelle negli interni, vi sembreranno eccessivamente spoglie. Questo è tuttavia un contrappasso necessario per mantenere un alto tasso di chiarezza semiotica, utile per individuare al volo gli elementi interagibili. Alcune animazioni inoltre non sembrano curate come dovrebbero, ma in generale il tutto risulta più che sufficiente, sebbene il motore grafico non sprema assolutamente il processore della PSP.
    Più che buono il lavoro svolto dal punto di vista sonoro. Se gli effetti lasciano perlopiù indifferenti, diverso il discorso per doppiaggio, ottimamente recitato, e le musiche, riuscite e capaci di trasportarvi nelle ambientazioni attraverso cui si svolge l’avventura.
    Parlando di longevità non impiegherete moltissimo tempo per completare l’avventura principale. Massimo sei, sette ore e vi ritroverete di fronte ai titoli di coda. Tuttavia la smania per l’high score porterà indubbiamente alcuni videogiocatori a perderci almeno il doppio del tempo, giocando e rigiocando i vari livelli nel tentativo di superarli al meglio e nel minor tempo possibile. Va ripetuto tuttavia, anche in questa sede, che non mancano sezioni altamente frustranti. Non sono moltissime certo, ma alcuni livelli difficilmente li riaffronterete a cuor leggero.

    Prince of Persia: Le Sabbie Dimenticate Prince of Persia: Le Sabbie DimenticateVersione Analizzata PSPPrince Of Persia Le Sabbie Dimenticate nell’iterazione per PSP risulta essere un più che discreto prodotto, un riuscito platform che mescola con intelligenza elementi da puzzle game con qualche sparuto combattimento all’arma bianca. Diversi elementi non lo rendono un capolavoro: alcune sezioni frustranti, un motore grafico poco più che sufficiente, le fasi di combattimento che rompono l’ottimo ritmo delle sezioni platform. Tuttavia il gioco resta consigliato a una vasta fetta di videogiocatori. Primi fra tutti i nostalgici dell’episodio originale della saga, da cui questo gioco trae diversi spunti, ma anche chi è alla ricerca di un più che discreto platform o di un titolo capace di mettere a dura prova le proprie abilità con croce analogica e pulsanti. Dimenticate questo gioco solo se non apprezzate il genere o se non siete pronti a perdere diverse vite nello stesso punto. Tutti gli altri potrebbero dare una possibilità alle Sabbie Dimenticate, magari anche acquistandolo tra un po’ di tempo, quando lo troverete in offerta o nella cesta degli usati.

    7.5

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