Recensione The Eye of Judgment: Legends

Sony tenta di portare il suo card game anche su PSP

Recensione The Eye of Judgment: Legends
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  • Ammettiamolo, tutti almeno una volta nella vita abbiamo ceduto ai giochi di carte collezionabili. Dal celeberrimo Magic: The Gathering ai più recenti Pokémon e Yu - gi - oh, passando per tutta una serie di altri prodotti più o meno di successo. Il meccanismo alla base dei card game è semplice e geniale: unire la strategia dei giochi classici con il meccanismo drogante delle figurine, nel continuo tentativo di migliorare il nostro mazzo scambiando le carte con altri giocatori e acquistando sempre nuove bustine. Rispetto ai primi anni '90, quando il già citato Magic raggiunse quello che probabilmente fu il suo apice, molte cose sono cambiate. I ragazzini non sanno neppure più cosa sia l'album di figurine Panini e, al di fuori di qualche moda estemporanea (come fu il gioco di carte collezionabili dei Pokémon fra il duemila e il duemilauno), la fruizione dei giochi di società è totalmente cambiata. Oggi dominano i videogiochi e, naturalmente, un media multiforme come il nostro non poteva in nessun modo ignorare il fenomeno dei card game.
    Senza ripercorrere l'intera storia basta citare i vari esperimenti di Nintendo con Animal Crossing e i Pokémon, o i diffusissimi cabinati giapponesi che usano proprio le carte come strumento di scambio e salvataggio dei dati per capire che, soprattutto per gli sviluppatori orientali, l'idea di unire le carte collezionabili e i videogames sia un'idea terribilmente affascinante. Non è un caso, dunque, che proprio Sony Studio Japan abbia pubblicato nel 2007 The Eye of Judgement (che trovate recensito qui), un'interessantissimo gioco per Playstation 3 che sfruttava il Playstation Eye (la Webcam pensata appositamente per la console Sony) e permetteva di giocare "realmente" a carte, mentre sullo schermo venivano visualizzate le battaglie fra i mostri evocati. Nonostante tutti i suoi limiti, consistenti più che altro in un gameplay povero e troppo macchinoso, TEJ ha avuto un discreto successo e oggi, a quasi tre anni dall'uscita del gioco originale, Sony ha deciso di riproporre il titolo in versione portable su PSP, con questo The Eye of Judgement: Legends, sperando di conquistare il pubblico dei giocatori occasionali che cercano qualcosa di più approfondito dei classici Puzzle Game ma non impegnativo come un RPG classico.

    The Eye of Judgment Legends si apre con una profezia. Un'antica divinità ci risveglia, dicendoci che siamo i prescelti, destinati a portare equilibrio in un mondo scosso da mostri, guerre e ribellioni. Dopo aver scelto, come nella più classica tradizione ruolistica, il nostro nome, saremo pronti a scendere in campo, per compiere il nostro destino e riportare la pace nel mondo. Non troppo originale ma, tant'é, il fantasy ha certi schemi che non possono essere troppo modificati.
    Appena finito il filmato iniziale ci viene chiesto di scegliere il nostro mazzo fra sei disponibili: il primo, chiamato "mazzo iniziale" pensato per chi non ha familiarità con le regole di TEJ, il secondo basato sull'elemento "fuoco", il terzo sull'"acqua", il quarto sul "legno" (traduzione forse troppo letterale di Wood) e il quinto sul "biolite", uno strano minerale con proprietà oscure che sembra in grado di corrompere chi ne fa uso. Chiaramente ogni mazzo ha determinate peculiarità: il fuoco è più forte in attacco, l'acqua ha un alto potenziale magico, mentre il legno è coriaceo è si difende bene; il biolite infine è il più difficile da usare perché mescola a un elevatissimo potere magico unità sbilanciate, o troppo difensive o troppo violente. Il gioco non aiuta nella scelta iniziale e, buona parte dei nuovi giocatori, farà bene a scegliere il mazzo iniziale, non troppo squilibrato, per capire come funziona il regolamento di TEJ. Subito dopo saremo introdotti al primo vero scontro a suon di carte, che sarà quasi completamente guidato, fungendo così da tutorial; ogni carta che potremo usare avrà un determinato costo in Mana e, naturalmente, le creature e gli incantesimi più potenti costeranno molto; una volta scelta la carta da giocare decideremo come posizionarla sul tavolo da gioco, diviso in nove riquadri, ognuno dei quali composto da un elemento particolare (che darà vari bonus o malus al giocatore). Indispensabile sarà anche determinare l'orientamento della carta: quest'ultima scelta è particolarmente importante perché oltre a definire la direzione d'attacco stabilisce anche rispetto a quali lati la creatura rimane scoperta o riesce a difendersi. Lo stesso discorso vale per gli incantesimi, che andranno usati con cura, per non danneggiare le nostre unità e fare il massimo danno possibile. La struttura del turno dunque è piuttosto classica: si pesca la carta, si gioca e poi si attendono le mosse dell'avversario. L'IA dei nemici è piuttosto buona anche se, non raramente, i giocatori si lasciano andare a leggerezze davvero ingenue, nessun avversario è davvero coriaceo anche se, soprattutto nelle prime partite, il livello di sfida è piuttosto elevato. Tuttavia questa difficoltà più che da un'effettiva intelligenza della controparte deriva più dalla mancata comprensione del regolamento da parte del giocatore. Una volta assorbite anche le regole più avanzate il computer non avrà più scampo.
    TEJ, dunque sembra avere tutte le carte (scuse il facile gioco di parole) in regola per essere un ottimo gioco, peccato però che cada sul difetto più banale di tutti. Nonostante l'ampiezza del Deck e la quantità di strategie disponibili la domanda che sorge dopo pochi minuti è tanto semplice quanto sconcertante: perché una persona dovrebbe giocare con delle carte virtuali su una console quando spendendo molto meno potrebbe comprarsi le carte normali? In altre parole, perché passare attraverso una console per fruire un divertimento antico quanto l'umanità stessa? TEJ: Legends non è un brutto gioco ma soffre questo inconfessabile paradosso; se su Playstation 3 l'uso della carte reali e l'intelligente implementazione del Playstation Eye mitiga almeno a tratti la sgradevole sensazione di star giocando a carte per finta, su PSP la noia regna sovrana. Dopo due o tre partite viene voglia di spegnere la console e uscire a fare una passeggiata e, magari, giocare a Briscola con il proprio nonno. TEJ: Legends non è un brutto gioco nel senso tecnico del termine, è semplicemente inutile, non aggiunge nulla alla ludoteca PSP e non sa conquistare il giocatore. Davanti a questa considerazione tutto il resto perde peso; la grafica, buona ma non eccelsa, il gameplay, ripetitivo e guidato, la trama poco ispirata, ogni cosa concorre a costruire una mediocrità quasi fastidiosa, figlia di un manierismo ludico privo d'ispirazione e talento.

    The Eye of Judgment: Legends The Eye of Judgment: LegendsVersione Analizzata PSPThe Eye of Judgement: Legends si può consigliare solo a chi ha molto amato il titolo originale e ai fanatici dei card game. Per tutti gli altri sarà solo una futile immersione nella noia più totale; poco appagante e per nulla coinvolgente, TEJ: Legends non riesce a portare su PSP l’idea interessante del gioco originale limitandosi a essere uno dei tanti simulatori di giochi di carte presenti sulle console portatili.

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