Recensione Dungeon Hunter Alliance

Da iOS alla PS3 e infine su Vita: il titolo Ubisoft alla terza incarnazione

Recensione Dungeon Hunter Alliance
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  • PS3
  • PSVita
  • Da iOS a Vita

    Il mondo videoludico sembra ormai prossimo a una svolta epocale. Mentre gli analisti si affannano, ormai da diverse generazioni, ad annunciare la morte delle console, Valve ha dimostrato al mondo intero l’efficacia del digital delivery e Apple quella delle sue App. In campo portatile in particolar modo, l’ascesa di IPhone e tablet sembra oggi più che mai in grado di minacciare il terreno che fu di Nintendo e che oggi condivide con Sony.
    Se servisse un chiaro segnale, Dungeon Hunter: Alliance potrebbe assurgere a questo ruolo. Abituati a rinomati brand, riadattati e ridimensionati pur di fare una rapida comparsata sugli smartphone di tutto il mondo, desta un po’ di sorpresa vedere il procedimento inverso. Se Angry Birds e Plants Vs Zombie sono stati pensati come simpatici e quasi dovuti casi fortuiti, vedere un RPG in pieno stile Diablo compiere il balzo al contrario ha lasciato interdetto più di un videogiocatore.
    Pubblicato nel 2011 su App Store e PS3, il titolo firmato da Gameloft ha presenziato l’affollatissimo day one europeo della PS Vita. La console Sony ha già trovato il suo RPG action di riferimento? E’ l’ennesimo must buy di questa ricchissima line-up di lancio?

    Il classico emulo di Diablo? Quasi

    Il medievaleggiante Regno di Gothicus viveva tempi di splendore quando il Re decise finalmente di sposare la sua amata. Purtroppo il “vissero felici e contenti” non fa parte di questa storia: subito dopo le nozze, un terribile male ebbe la meglio sulla neo Regina. Disperato e incredulo, il reggente giunge a utilizzare l’estremo rimedio per riportarla in vita: la magia nera. Qualcosa in lei è però cambiato. Si insinua nella sua anima una presenza demoniaca, tanto che in un raptus di follia uccide il Re.
    Passano svariati anni e il mondo, dominato dalla tirannica Regina, è allo sfascio, invaso da creature maligne e costretto in un perenne clima di terrore. Solo un uomo può riportare tutto alla normalità: il Re stesso, vera causa di ogni guaio. Le Fate, usando i loro straordinari poteri, riescono a riportarlo in vita, dando così il via all’avventura e alla redenzione dello sfortunato innamorato, che dovrà combattere proprio la sua adorata, ma ormai dannata, Regina. Le premesse narrative, per quanto cariche di un'inedita traccia romantica, non spiccano certo per originalità. Il plot rimarrà confinato continuamente sullo sfondo, fungendo da debole collante tra una quest e l’altra.
    Dungeon Hunter: Alliance è in tutto e per tutto, anche nelle ambientazioni, un emulo di Diablo. Ciò significa che controllando l’avatar dovrete esplorare decine di dungeon pieni zeppi di mostri da sconfiggere, loot da raccogliere e esperienza da accumulare. Non c’è traccia di originalità, il che non rappresenterebbe un vero problema di per sé, visto che altri illustri colleghi, come Torchlight, sono stati promossi a pieni voti nonostante l’incapacità di discostarsi minimamente dal solito canovaccio.
    Purtroppo non è questo il caso.
    All’inizio dell’avventura dovrete scegliere la classe di appartenenza dell’avatar. Il Guerriero è maestro del corpo a corpo e possiede una forza superiore al normale. Il Mago può contare su una barra di mana abbondante ed è maestro negli incantesimi magici. Infine il Ladro è agilissimo e particolarmente indicato per usare le armi a lungo raggio come gli archi.
    Il sistema di controllo è piuttosto classico. Con lo stick sinistro si muove l’avatar, la croce serve per gli attacchi primari, mentre quadrato, triangolo e cerchio attivano le tecniche che, una volta assegnate tramite uno specifico menù, consumano parte del mana. Infine con il touch-screen è possibile controllare il livello di zoom dell’inquadratura, mentre il touch-pad è deputato al controllo della fata che vi seguirà ovunque e si rivelerà utile per scovare tesori nascosti nelle ambientazioni
    Nonostante un control sheme classico e piuttosto semplice, il combat system è in buona parte rovinato da una cronica imprecisione di fondo. Se negli attacchi a distanza il difetto tende a nascondersi, negli scontri corpo a corpo ci si ritrova spesso a menar fendenti all’aria. La situazione diventa tragica quando si frappone qualche ostacolo visivo tra voi e il centro dell’azione: sebbene l’avatar rimanga ben in vista grazie a un ologramma, i nemici non riceveranno lo stesso trattamento, costringendovi a combattere alla cieca o a ripiegare rovinosamente.
    Quella che potrebbe sembrare una piccola sbavatura è in realtà fonte di immensa frustrazione, soprattutto se si considera il livello di difficoltà insito nella produzione. A differenza di altri titoli simili, i nemici si spawneranno in maniera piuttosto casuale e frequente, avendo un livello di forza sempre paragonabile al vostro. L’intenzione degli sviluppatori, di fare in modo che ogni scontro sia potenzialmente letale, sarebbe intrigante e stimolante anche per i videogiocatori più navigati, ma viene rovinata dall’imprecisione del sistema di controllo, che costringe l’utente a combattere costantemente in difficoltà e non certo per merito degli avversari.

    Un regno fatato rallentato

    Al di là del combat system, anche il resto della produzione segue ordinatamente il sentiero tracciato anni fa da Diablo. Combattendo si accumula esperienza e di livello in livello potrete potenziare le statistiche del personaggio divise in Forza, Destrezza, Resistenza e Energia. Abbondante e ramificato lo skill tree: le tecniche da apprendere sono molte e piuttosto varie: spaziano dai muri di fuoco, alle cascate d’acqua, passando per frecce elettrificate e poderosi attacchi fisici.
    Soddisfacente anche la gestione dell’equipaggiamento. Tra armi, scudi, elmi e anelli incantati, ogni amante del genere avrà di che perdersi tra statistiche ed effetti magici di cui dotare ogni item.
    Incapace di riservare sorprese anche il level design e l’art design delle ambientazioni. Tra catacombe e mondi ghiacciati non manca nulla all’appello, mentre le sequele di corridoi e stanzoni si ripeteranno senza alcuna variazione sul tema.
    Interessante la possibilità di giocare all’avventura principale insieme ad altri 3 utenti sia in locale che online. In multiplayer, Dungeon Hunter: Alliance diventa sicuramente un gioco più godibile e meno prevedibile, ma persistendo i problemi legati al combat system, l’esperienza non riesce comunque ad allontanare i fantasmi della frustrazione.
    Anche graficamente bisogna annotare qualche problema di troppo. Innanzi tutto, al di là di un art design poco ispirato, texture e modelli poligonali lasciano alquanto a desiderare. A peggiorare il tutto ci pensa poi un frame rate singhiozzante, anche quando a muoversi sullo schermo ci sarà solo l’avatar, e persino qualche raro caso di tearing. Il comparto grafico è insomma nettamente insufficiente, tanto più se si pensa che su iOS e PS3 la situazione non era così grave.
    Risicata sufficienza per il sonoro: le musiche non si discostano di un centimetro dai topoi del caso, mentre i pochi effetti sonori presenti fanno il loro senza infamia né gloria.
    Sul fronte longevità è innegabile che l’avventura principale pretenda di per sé numerose ore per essere portata a termine. Va poi aggiunto il multiplayer e una modalità, riservata solo ai giocatori più forti, in cui affrontare innumerevoli livelli pieni dei tesori più rari e preziosi. Tuttavia il livello qualitativo delle ore che passerete in compagnia di Dunegon Hunter: Alliance non è affatto esorbitante.

    Dungeon Hunter Alliance Dungeon Hunter AllianceVersione Analizzata PlayStation VitaDungeon Hunter: Alliance è un prodotto fin troppo classico e azzoppato da un combat system non all’altezza per essere consigliato. Anche il comparto grafico e il timido utilizzo che si fanno delle feature della PS Vita lasciano alquanto interdetti. Sebbene qualche fanatico del genere potrebbe anche trovarlo interessante, vista la relativa mancanza di concorrenza sul portatile Sony, non è difficile imbattersi in prodotti simili molto più curati e divertenti pubblicati su altre piattaforme.

    5

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