Recensione Football Manager Classic 2014

La versione “lite” del gestionale di Sports Interactive alla prova del nove su Vita

Recensione Football Manager Classic 2014
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  • PSVita
  • Pc
  • In Italia, si sa, siamo tutti allenatori di calcio. Chiunque di noi, al posto di “quello lì”, avrebbe vinto almeno due Champions League, tre campionati, cinque Coppe Italia e perfino un paio di Europei e Mondiali con la Nazionale. Roba che nemmeno l’Inter del “triplete” di Mourinho, giusto per intenderci.
    Se non ci siamo ancora presi la briga di rilanciare definitivamente il Milan, nonostante le continue telefonate di Galliani che ci vorrebbe acquistare a parametro zero, è solo perché preferiamo le nostre umili vite, lontani dalle luci dei riflettori e dalle spossanti conferenze stampa dove ci troveremmo a disagio, bersagliati come saremmo da continui complimenti per il nostro impeccabile operato.
    Ma c’è un altro motivo per cui scegliamo consciamente di non esporci tanto: Football Manager. La saga di Sports Interactive, grazie alle sue iterazioni annuali, ci permette di avere la conferma di essere i migliori manager-allenatori in circolazione senza la seccatura di firmare contratti milionari con chissà chi.
    La novità di quest’anno è lo sviluppo di una versione per PS Vita, la prima per l’ultimo portatile di casa Sony. Più snella dell’ottima controparte PC, ma più completa e appagante delle passate edizioni per PSP, diventerà la versione di riferimento per tutti coloro che sono pronti a barattare la complessità dell’originale, con il non trascurabile vantaggio della portabilità. Del resto siamo allenatori di calcio anche al bar sotto casa. Ed è proprio lì che vogliamo dimostrarlo ai miscredenti che ci danno dei ciarlatani.

    AgghiaccianDe!

    Il titolo parla da solo. Football Manager Classic 2014 è quello che sembra: un gestionale a sfondo calcistico. Nei panni dell’allenatore con deleghe dirigenziali, gestirete ogni ambito del team scelto: dagli allenamenti, agli accorgimenti tattici durante le partite; dallo scouting di giovani talenti, alla linea politica da tenere durante gli incontri con la stampa; dalla compra-vendita dei calciatori, sino ai rapporti con presidente e amministratore delegato. Non sarete naturalmente vincolati a effettuare tutte le stagioni con una singola squadra, potrete cercare fortuna altrove qualora lo desideriate, ma i risultati ottenuti sul campo faranno curriculum: solo racimolando vittorie potrete ambire alla panchina dei club più rinomati.
    Il primo nodo da sciogliere, relativamente a quest’edizione portatile, riguarda il quantitativo di tagli apportati dagli sviluppatori: vero ago della bilancia per valutare la bontà dell’adattamento e la conseguente appetibilità per fan e non.
    Il database di rose e squadre è rimasto fortunatamente invariato. Persistono i problemi, ormai cronici, relativi ai diritti d’immagine di alcune squadre, ma i campionati presenti, comprese le relative serie minori, ci sono tutti. Serie A, Liga, Premier, Bundesliga: tutte al loro posto, ma per i palati più fini non mancano omologhe competizioni di nazioni non certo conosciute per i loro successi calcistici come Stati Uniti, Islanda, Indonesia e così via. Tutti i roster sono naturalmente aggiornati e tengono conto anche delle giovanili: primo bacino da cui attingere forze fresche e promesse per il futuro.
    L’unica differenza sensibile con l’edizione PC è riscontrabile nelle modalità di gioco. Su PS Vita troviamo infatti solo le Sfide, “scenari” pre-impostati dove completare obbiettivi specifici come il risollevare una squadra in crisi di risultati, e il Classic. Questa voce, per cui è supportato il Cross-Save con la versione PC, sopperisce la necessità di selezionare un ristretto numero di campionati su cui si baserà la carriera, con un’esperienza più snella e immediata.

    Sebbene il pesante taglio indispettirà l’utenza più intransigente e affezionata al brand, vanno considerati i limiti strutturali dell’hardware della console Sony. Inoltre, a ben vedere, la modalità Classic si sposa meglio con l’ambito portatile in cui PS Vita si muove.
    Al di là di questa differenziazione in termini contenutistici, per il resto le due edizioni sono assolutamente identiche: anche nell’interfaccia utilizzata.
    Come sapranno bene i più informati, è proprio sulla HUD che si concentrano i maggiori accorgimenti presi dagli sviluppatori. Football Manger Classic 2014 si propone con schermate meno affaticanti e affollate d’informazioni. In questo senso ha aiutato molto l’introduzione di un pratico menù a tendina contestuale, che racchiude al suo interno le opzioni più specifiche, e puntigliose, di ogni sezione. Grafici a torta e le classiche “stelline” rendono più rapida la comprensione degli andamenti di scouting e allenamenti: operazioni che in passato venivano delegate alla CPU, proprio per la difficile lettura dei tanti parametri da tenere in considerazione.
    Questa propensione all’user-friendly ha coinvolto anche l’organizzazione delle comunicazioni in entrata e la gestione della squadra durante le partite che, per la prima volta in ambito portatile, prevede l’utilizzo di un motore 3D per la visualizzazione delle azioni più pericolose di entrambi gli schieramenti. Modelli poligonali e animazioni sono piuttosto rudimentali (sfigurerebbero anche su PSP), ma l’impegno profuso da Sport Interactive è pregevole: è riuscita a rendere queste fasi più avvincenti e interessanti che mai.
    L’unica nota stonata relativamente all’HUD è di carattere “fisiologico”. La comodità di avere a che fare con un touch-screen, si tramuta in uno svantaggio non appena ci si rende conto di avere a che fare con icone chiaramente pensate e ideate per un mouse. Per quanto possiate avere mani piccole e dita snelle, faticherete non poco a toccare un indicatore piuttosto che un altro, a scorrere lungo una lista, a selezionare al volo il giocatore prescelto. Sottigliezze, visto il ritmo assolutamente compassato dell’esperienza, ma non è piacevole sbagliare più volte la selezione di un menù, soprattutto visti i tempi di caricamento che intercorrono tra l’uno e l’altro.
    Proprio a questo proposito, ne approfittiamo per segnalare l’altro grande limite di Football Manager Classic 2014. Soprattutto all’avvio, il software è piuttosto lento e richiede ben più di una manciata di secondi di caricamento. Vista la natura del prodotto, e il pubblico di riferimento, non si tratta di un vero e proprio difetto, ma i neofiti potrebbero spazientirsi di fronte a qualche attimo di stasi di troppo (soprattutto se sopraggiunge la fermata in cui dovete scendere).

    Nonostante l’ontologica resistenza della serie a sostanziose rivoluzioni (non ce ne sarebbe alcun bisogno del resto), l’iterazione di quest’anno mostra alcune novità, incentrate a rendere più credibile e coerente l’andamento della carriera. Un esempio su tutti: nel nuovo calcio dominato da sceicchi e ricchissimi uomini d’affari, capitando nel club giusto potrete attingere da un budget ben più sostanzioso del solito, ma sarete vincolati da specifiche preferenze di chi, quel budget, l’ha messo a disposizione. Vi toccherà dunque schierare un certo tipo di formazione, dare la precedenza ad alcuni giocatori rispetto ad altri o rinunciare alla crescita di talenti promettenti, in favore di stelle già affermate e dal sicuro appeal sul pubblico pagante.
    Nella stessa ottica va letta l’introduzione del Fair Play Finanziario: niente più spese folli senza un’accurata analisi di entrate e uscite, a meno che non vogliate incappare in pesanti sanzioni o, nei casi più estremi, nell’immediato esonero.
    Anche le relazioni con giocatori, media e altri membri dello staff hanno subito un ulteriore e convincente approfondimento. Le conferenze stampa avranno un peso maggiore: le risposte che fornirete ai giornalisti avranno ripercussioni tangibili nei rapporti che vi lega con le alte sfere dirigenziali. Chiarirsi con i propri collaboratori può avere effetti benefici sulla serietà con cui affrontano i loro compiti. Far sì che il capitano della squadra si confronti con i giovani della rosa, può aiutarli a diventare professionisti con la testa sulle spalle, pronti a sacrificarsi per il bene della squadra.
    Piccole e grandi novità che ben si amalgamano al gameplay solito di Football Manager. Tutto ciò che c’era in passato, torna anche in questa edizione 2014. Dallo scouting, alle nevralgiche fasi di mercato, passando per gestione dei singoli e strategie da applicare a partita in corso: non manca nulla.
    La puntigliosità del software, e l’altissimo numero di parametri da tenere in considerazione, lo rendono un gioco dai ritmi lenti, che pretende un’applicazione intensiva e ragionata dell’utente. Vincere ogni competizione, soprattutto iniziando con una squadra poco competitiva, richiederà moltissimo tempo, un buon numero di stagioni e una capacità gestionale che si svilupperà solo con il tempo. I videogiocatori navigati ci metteranno pochissimo tempo per ambientarsi e sin da subito riusciranno a trarre immense soddisfazioni anche da questa versione “light” per PS Vita. I neofiti faticheranno molto di più, soprattutto perché nelle fasi iniziali è necessaria particolare pazienza e autocontrollo: farsi prendere dal panico, sommersi come sarete dal numero esorbitante di informazioni che si accumuleranno sullo schermo sin dal primo minuto di gioco, è un attimo.

    Football Manager 2014 Football Manager 2014Versione Analizzata PlayStation VitaL’arcinota saga di Sports Interactive approda in forma smagliante su PS Vita. Pur costretto a qualche rinuncia in termini contenutistici, Football Manager Classic 2014 resta il non plus ultra del suo genere. L’assenza di concorrenti gioca sicuramente a favore della produzione Sega, ma fare di più e meglio sembra francamente impossibile ora come ora. Chi ne ha la possibilità e ritiene la portabilità un vantaggio superfluo, non ci pensi due volte a preferire la versione PC: più completa e indicata per i veterani. Al contrario, chi ha sempre sognato di allenare la propria squadra anche durante la pausa pranzo, trarrà immense gioie e soddisfazioni da questa edizione portatile. Peccato solo per i prolungati tempi di caricamento, che mal si sposano i tempi spesso risicati che dedichiamo agli handheld, e per un interfaccia un po’ affollata da icone che rende la navigazione a volte difficoltosa.

    8.5

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