Recensione Knytt Underground

Un platform dalle tinte zen

Recensione Knytt Underground
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Disponibile per
  • PS3
  • PSVita
  • Con la completa affermazione dei giochi scaricabili via internet, la scena indie ha goduto di immensi benefici, e sempre più titoli riescono a guadagnare le attenzioni anche di buona parte del pubblico mainstream. Sempre più spesso produzioni nate su minuscoli siti web compiono il grande salto, raggiungendo il complesso e ben più formalizzato pianeta console. PSN e Xbox Live si dimostrano sempre più sensibili a riguardo: ne è una chiara testimonianza il proliferare di titoli di questo genere che ricevono sempre più consensi da critica e videogiocatori.
    Un nuovo gioco si aggiunge oggi a questa lista: Knytt Underground. Partorito dalla mente di Nicklas Nygren, più noto nell’ambiente con il nickname Nifflas, è l’ultimo arrivato di una serie nata su PC e che deve il titolo al personaggio di un libro finlandese, ma scritto in svedese: Vem ska trösta Knyttet. Disponibile in cross-buy, questo platform 2D è gratuitamente scaricabile su PS3 e PS Vita per gli iscritti al Playstation Plus, mentre gli altri dovranno sborsare ben tredici euro.

    La ragazza e la sfera

    Oggi che il nostro passatempo preferito travalica con sempre più decisione i confini del puro intrattenimento per invadere il territorio dell’arte, molti giochi antepongono l’idea di esperienza interattiva alle meccaniche prettamente ludiche. Stili grafici ricercati, colonne sonore coinvolgenti e tematiche narrative toccanti, in certi prodotti conquistano il centro dell’attenzione, mettendo in ombra il gameplay, relegato addirittura a contorno, a puro mezzo con cui attraversare e raggiungere il successivo quadro emozionale dipinto ad hoc dagli sviluppatori.
    Knytt Underground per lo più rispetta questa specifica poetica. Si tratta fondamentalmente di un platform 2D che richiede, oltre a una discreta abilità con il pad, l’uso della materia grigia per avere la meglio su alcuni enigmi. Eppure, innegabilmente, dà il meglio di sé veicolando piccole suggestioni, emozioni appena sussurrate e una curiosità di fondo per un universo finzionale così surreale e atipico.
    L’avventura, che si sviluppa attraverso tre capitoli, vi vedrà vestire i panni di due personaggi: Mi, una ragazza muta che sulle fragili spalle grava il peso del destino del mondo, e Bob: una sfera senziente. Il mondo come lo conosciamo è un lontano ricordo, spazzato via chissà da quale calamità. Al suo posto è sorta una civiltà che sopravvive nel sottosuolo, a contatto con creature che sembrano piccole fate alate. Tutto è straniante: giganteschi meccanismi antichi quanto il tempo sorgono al fianco di spartani villaggi di capanne. Robot di sicurezza fanno la ronda immersi in una fitta boscaglia dalle dimensioni innaturali. Strani ominidi parlano di internet e wi-fi in un mondo che sembra privo di computer ed elettricità. Sono i protagonisti della vicenda ad essere minuscoli o è l’ambientazione ad essere affetta da gigantismo? Ci troviamo in un futuro post-apocalittico o siamo forse in un mondo fantasy dominato da leggi tutte sue? Cosa ha cambiato il volto del nostro pianeta a tal punto?

    La trama, sviluppata solo attraverso i pochi dialoghi che avrete con gli autoctoni, non risponderà quasi mai alle domande che sorgono spontanee. Il più delle volte aggiungerà nuovi elementi e quesiti che resteranno anch’essi senza risposta. E se la sceneggiatura non spiega, toccherà proprio alla vostra fantasia colmare questi vuoti, per un intreccio che trae vigore dal senso di mistero che circonda l’epopea di Mi e Bob.
    Già solo per questo Knytt Underground non è un titolo per tutti. Gli amanti delle scene d’intermezzo, delle trame ben narrate e dalla facile comprensione, mal digeriranno lo stile adottato. Tuttavia è davvero difficile non restare ammaliati e affascinati anche solo per un attimo di fronte a un mondo così alienante e allo stesso tempo pulsante di vita, dominato da leggi proprie e misteriose, quasi fossero sussurrate da schive divinità naturali.
    Per quanto concerne il gameplay, siamo di fronte a un platform a schermate fisse in cui due saranno le componenti principali: l’esplorazione e la risoluzione di enigmi ambientali, perlopiù legati al raggiungimento di una specifica location, per accaparrarsi manufatti e oggetti speciali.
    Nel primo capitolo controllerete Mi. La giovane, oltre a una velocità di spostamento ragguardevole, ha la capacità di saltare e arrampicarsi sulle pareti verticali. Bob, protagonista del secondo atto, è in grado di rimbalzare: capacità che gli permette di raggiungere altezze ragguardevoli. Il terzo, infine, vi darà modo di switchare in qualsiasi istante tra i due. Dal momento che l’ambientazione rimarrà la medesima, usando in combinazione le abilità di ciascuno potrete esplorare zone prima irraggiungibili. Girovagando per il mondo, inoltre, vi capiterà di imbattervi in PGN che vi affideranno quest (cento in totale), e potrete anche raccogliere item che torneranno utili in seguito.
    Oltre alle conformità della mappa, ad impensierirvi ci saranno alcuni droni di sicurezza dotati di raggi laser, taser e altre diavolerie assolutamente letali. Per evadere i loro attacchi sarà necessario sfruttare a proprio vantaggio l’ambientazione e alcune sfere di luce. Queste, divise per colore, vi garantiranno per una manciata di secondi alcuni poteri speciali come un raggio energetico con cui eliminare i nemici o la possibilità di volare. Presto scoprirete che sfruttando questi power-up il team di sviluppo ha architettato una serie di enigmi dove sarà richiesta anche una buona dimestichezza con pulsanti e pad.
    Knytt Underground non può però definirsi un gioco propriamente difficile: anche i videogiocatori meno intraprendenti riusciranno a completare l’avventura senza grossi patemi; comunque risolvere tutte le quest e recuperare i manufatti sparsi per la gigantesca ambientazione richiederà molta applicazione e dedizione.

    Il sistema di controllo di Knytt Underground è sporcato indiscutibilmente da pochi, ma evidenti, momenti di imbarazzo, che finiscono per causare qualche problema all’utente. A volte capiterà che il salto si attivi con un attimo di ritardo, costringendovi a rovinose cadute o a morti premature. Fortunatamente l’abbondanza di punti di respawn rende meno problematica la situazione.
    Spettacolare il comparto grafico-sonoro. Dominato dalle ombre quasi sempre in primo piano e da cromatismi umbratili, ma sempre generoso di scorci illuminati da colori caldi, lo stile visivo colpisce per la sua ricercatezza, mentre la pulizia dell’immagine non mancherà di lasciare sbalorditi. Agli scenari onirici fa da eco il sonoro: minuscoli effetti e temi musicali mai invasivi sottolineano le tinte zen e chill out dell’avventura. Imperativo quindi godersi Knytt Undergorund nel buio più totale, con un paio di cuffie.
    Qualche reticenza sul fattore longevità. L’avventura può essere portata a termine in otto ore, ma per completare tutte le quest ve ne serviranno almeno il doppio. Se non sorgono problemi per gli utenti del Playstation Plus, è possibile che chi debba sborsare ben tredici euro per un gioco del genere rimanga lievemente interdetto: è vero che il viaggio merita il prezzo del biglietto, ma se deciderete di aspettare uno sconto nessuno vi biasimerà.

    Knytt Underground Knytt UndergroundVersione Analizzata PlayStation VitaKnytt Underground è un’esperienza che difficilmente vi pentirete di aver vissuto. Sebbene il gameplay non presenti grosse innovazioni e il sistema di controllo soffra di qualche piccola pecca, lo straordinario mondo creato da Nicklas Nygren vi ammalierà totalmente. Bella da vedere e ascoltare, l’epopea di Mi e Bob vi accompagna in un viaggio umbratile, delicato; e nonostante una certa semplicità di fondo, anche le meccaniche ludiche saranno in grado di impegnarvi a dovere e divertirvi degnamente. Caldamente consigliato a chi potrà scaricarlo gratis essendo iscritto al Playstation Plus. Tutti gli altri devono essere consapevoli del tipo di offerta rappresentato dal prodotto: il gioco è bellissimo, ma tredici euro sembrano forse un po' troppi.

    8

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