Recensione Playstation Vita Pets

Alla ricerca del tesoro di Re Rufus in compagnia di un inseparabile cucciolo di cane

Recensione Playstation Vita Pets
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  • PSVita
  • Playstation Vita Pets non è Nintendogs. Dopo aver rincorso, inutilmente e in ritardo, il trend imposto in ambito portatile dal Nintendo DS con Smart As, che scimmiottava l'arcinoto million seller Brain Training, molti temevano che il madornale errore di Sony si stesse per ripetere nuovamente.
    Del resto, il "pet trainer" della casa di Kyoto ha venduto piuttosto bene (per usare un eufemismo) e ha dato vita a una moda che per molti anni ha coinvolto publisher e piattaforme di ogni tipo. Perché non riproporlo, dunque, anche a 2014 inoltrato? Non che Playstation vita Pets non tenti di rimandare indietro le lancette del tempo e di accattivarsi le simpatie di un pubblico che già non esiste più: coccole e "trick" da insegnare al proprio cucciolo non mancano di certo. La novità risiede nell'aver inserito tutto ciò in un contesto "avventuroso". Tra un collare nuovo da far indossare al cane e un bagnetto per togliergli di dosso il fango incrostato, dovrete mettervi sulle tracce di un tesoro nascosto da qualche parte nel bosco che circonda la vostra abitazione. Non senza un pizzico di sorpresa, l'espediente di rivela doppiamente funzionale: stimola ad allenare il proprio cucciolo per un fine preciso e veicola l'interesse del videogiocatore ben al di là del semplice piacere di accudire un animale virtuale.

    Cani e padroni all'avventura

    Diciamoci la verità: dopo qualche partita Nintendogs diventava noiosetto. Per quanto potessimo affezionarci al batuffolo di pelo visualizzato sul portatile nipponico, alla lunga le cose da fare erano sempre le stesse e mancava totalmente un qualsiasi senso di progressione che potesse stimolare l'utente ad avviare il software con una certa regolarità. Playstation Vita Pets, almeno da questo punto di vista, supera con estrema intelligenza l'illustre predecessore nonché chiara fonte d'ispirazione.
    Tutto inizia al centro adozioni. Le razze disponibili sono quattro: husky, collie, labrador e dalmata. La varietà non è certo un pregio della produzione e le cose non migliorano di molto non appena ci si accorge che, nonostante le didascalie spergiurino il contrario, la scelta effettuata non influenza minimamente l'approccio alla partita. In altri termini: tutti i cani dimostrano lo stesso attaccamento al padrone, si comportano in modo assolutamente simile e non presuppongono criteri diversi nell'addestramento. L'unico parametro variabile è la voce del doppiatore. Avete letto bene: i cuccioli non si limitano ad abbaiare, ma parlano. Quasi si trattasse di un'improbabile spin-off di Senti chi parla adesso!, verrete costantemente aggiornati su pensieri, bisogni e desideri del cucciolo direttamente dalla sua bocca. L'effetto è straniante e non è detto che tutti apprezzino la scelta di design, vista anche l'altalenante abilità dei doppiatori. Sebbene il livello sia generalmente buono, qualche frase è chiaramente pronunciata con minor enfasi del dovuto, senza considerare gli innumerevoli doppi sensi che si innescano ogni volta che farete la doccia al vostro cane: fortunatamente i più giovani non coglieranno, ma i videogiocatori più grandicelli e maliziosi non riusciranno a trattenere qualche sorriso imbarazzato.
    Una volta a casa, prenderete dimestichezza con le varie opzioni gestionali del cucciolo. La pallina è l'ideale per allenarlo nell'abilità di riporto. La TV funge da shop virtuale in cui acquistare nuovo vestiario (alcuni capi sono al limite della legalità in fatto di buon gusto), oggetti per l'addestramento e cibo. I libri sono ricchi di consigli per insegnare nuove "mosse" al cane. Ogni comando è naturalmente assegnato al touch-screen. Navigare nell'HUB/abitazione è un gioco da ragazzi, per impartire i comandi all'avatar bastano semplici gesti sempre ben interpretati dal software. Ogni tanto il microfono da qualche problema. Chiamare per nome il cucciolo e ordinargli di sedersi è divertente, ma spesso dovrete ripetere a voce alta più e più volte prima di essere ascoltati.


    Tra un bagnetto, qualche coccola e una corsa nel vostro (reale) giardino di casa grazie alla realtà aumentata, dopo poche partite scoprirete che il vero fulcro dell'avventura risiede nel boschetto che circonda l'abitazione. L'obbiettivo finale è infatti quello di recuperare un antico tesoro appartenuto a Re Rufus che, minacciato da bramosi predoni, ha sotterrato da qualche parte. A partire da una visuale in prima persona dovrete raggiungere diversi luoghi d'interesse, risolvere semplicissimi enigmi, recuperare l'indizio e avvicinarvi di un ulteriore passo alla meta finale. Per farlo, naturalmente, dovrete contare sulle abilità del vostro segugio. Insegnargli a strisciare vi permetterà di scoprire tunnel sotterranei. Affinarne il fiuto vuol significa scovare monete nascoste o nuovi capi di vestiario. Rinforzarne la muscolatura renderà più facile aprire le porte. Il sistema è naturalmente ereditato dagli RPG e ha il grande pregio di dare un senso alle fasi di training e a quelle d'esplorazione legandole indissolubilmente. Come se non bastasse, la trama riesce ad essere sufficientemente intrigante e a intrattenere con efficacia i giovani utenti a cui la produzione è chiaramente indirizzata.
    Qualche problema di fondo c'è. La base ruolistica su cui si appoggia l'avventura presuppone un po' di impegno extra per "potenziare" il cucciolo. Nulla di così pretenzioso in termini di tempo, ma soprattutto all'inizio dovrete dedicarvi con particolare attenzione all'addestramento, senza il quale ogni sentiero è praticamente impraticabile. Secondariamente il comparto grafico è un po' sottotono. Nonostante premiamo a pieni voti l'art design utilizzato, tendente al realismo ma comunque colorato al punto giusto, il modello poligonale del compagno a quattro zampe non rende giustizia al potente hardware di PS Vita. Discorso simile per animazioni e texture: decorose, ma ci saremmo aspettati ben altro.

    Playstation Vita Pets Playstation Vita PetsVersione Analizzata PlayStation VitaPlaystation Vita Pets non è Nintendogs, ma vi saprà comunque regalare qualche piacevolissimo pomeriggio spensierato. A differenza della produzione Nintendo, la creatura di Spiral House focalizza gli sforzi e l’interesse dei giovani utenti attorno a un obiettivo specifico: ritrovare un antico tesoro in compagnia di un cucciolo di cane da accudire, coccolare e addestrare. Esperienze per molti versi simili, ma dal feeling estremamente differente. Se Nintendogs ha ammaliato milioni di videogiocatori con la sua vincente formula, la versione di Sony del pet training ci ha convinto, nonostante qualche incertezza. La gestione del cucciolo non è profonda come nel diretto concorrente e l’esplorazione è legata, nel bene e nel male, a meccaniche ereditate dai giochi di ruolo. Il risultato finale è apprezzabilissimo e non mancherà di fare la gioia dei tanti giovanissimi che decideranno di passare del tempo in compagnia del proprio cucciolo virtuale. I più grandicelli, svanita la sorpresa iniziale di ritrovarsi a dover affrontare un’avventura vera e propria, saranno indispettiti dall’estrema semplicità degli enigmi, dalla scarsa interazione con il cucciolo e da un comparto grafico deludente se consideriamo l’hardware su cui gira.

    7

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