Recensione Ridge Racer per PS Vita

La saga Namco-Bandai non manca l'esordio di PS Vita

Recensione Ridge Racer per PS Vita
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  • Riiiiiidge Racer!

    Nuova console Sony, nuovo Ridge Racer. Questa piacevole eventualità è ormai diventata una rassicurante abitudine, tanto che per molti il titolo Namco-Bandai è una sorta di banco di prova per saggiare, in primissima battuta, le capacità della piattaforma di turno. Fan o meno, la maggior parte dei videogiocatori non può che provare un sincero affetto per la saga, da sempre fiera promotrice di uno stile visivo e sonoro tutto suo.
    Ciò che ci troviamo a fare in questa sede è tuttavia controverso, come controverso è Ridge Racer per PS Vita. La questione non è tanto se il gioco sia divertente o meno, se il gameplay tradisce le aspettative o se il frame-rate è a dir poco ballerino. Il fulcro dell’indagine scavalca quelli che sono i confini del videogioco in sé, per interessarsi della validità di un metodo di vendita che se da una parte offre numerose possibilità, dall’altra necessita immediatamente di una raddrizzata visti i risultati qui raggiunti.
    Se avete già dato una sbirciatina al voto a fondo pagina, non siate precipitosi: serve quanto mai andare con ordine.

    La classica storia che nulla si fa, senza controllo

    Tagliando corto si potrebbe dire che questo episodio è un bellissimo involucro, che non contiene quasi nulla. Per fare un paragone, è un po’ come quei simpatici regali di compleanno degli amici, che riempiono un’appariscente e gigante scatola di polistirolo e cartacce giusto per prendervi un po’ in giro. Per farne un altro, un po’ più vicino allo spirito del titolo in questione, è come avere una super-car senza motore: splendida, ma costretta a prendere polvere in garage o sotto una campana di vetro.
    Tutti questi preamboli, che servono per esorcizzare e insieme introdurre il momento più imbarazzante, vanno visti come il pezzo di pane che tenta di addolcire l’amara pillola che nasconde al suo interno. Ora che siete vagamente storditi, quindi, possiamo cavare il dente tutto in una volta: Ridge Racer presenta, in totale, cinque macchine, tre piste e sette canzoni.
    Se siete sopravvissuti alla notizia, peraltro già ampiamente nota ai più informati, vi starete chiedendo perché abbiamo voluto citare anche il numero di musiche presenti. La risposta è sfacciatamente sincera: vista la pochezza di contenuti presenti, abbiamo voluto insaporire il più possibile un piatto cucinato per un videogiocatore sotto una ferrea e crudele dieta.
    Chiusa la simpatica parentesi, è giusto contestualizzare la povertà di Ridge Racer. Come anticipato in apertura, Namco-Bandai ha voluto usare questa iterazione per sperimentare una nuova modalità di vendita. I DLC, lo sappiamo ormai bene, sono un fattore sempre meno secondario, tanto che spesso già prima dell’effettiva pubblicazione del gioco di turno sono presenti sulle piattaforme digitali di riferimento, pronti per essere scaricati in cambio di una piccola somma di denaro. Tenendo conto di questo meccanismo, il publisher nipponico ha deciso di vendere Ridge Racer a un prezzo budget (poco sotto i trenta euro), puntando sul frequente rilascio di numerosi nuovi contenuti digitali.
    L’intento è sicuramente interessante e va a tutto vantaggio dell’utente: sulla base di una povera, ma solida infrastruttura, ognuno potrà creare la propria esperienza, spendendo i propri soldi per comprare solo determinate vetture o circuiti in base ai propri gusti ed esigenze. Se l’effettivo prezzo di questi DLC è tutt’ora un mistero, ci troviamo costretti a biasimare in partenza l’offerta di Namco-Bandai: a fronte di un’idea che ci sembra azzeccata, trenta euro per quello che può definirsi uno “starter pack” ci sembrano assolutamente troppi. Perché non limitarsi a una decina di euro? Perché, con un pizzico di lungimiranza in più, non proporlo via download a titolo gratuito?

    No internet, no party

    Nonostante queste perplessità di carattere paratestuale, è giusto concentrarci su quanto il titolo abbia effettivamente da offrire, al di là della pura quantità.
    Purtroppo anche il concept che sottende la produzione presenta un paradosso, che difficilmente verrà risolto grazie a futuri DLC.
    L’idea di base è che ciascun giocatore, al primo accesso, crei un proprio profilo e che scelga una delle quattro squadre che intendono farvi firmare un contratto come loro pilota. L’idea, anch’essa estremamente stuzzicante, è di partecipare a una costante gara mondiale dove ogni vittoria o sconfitta viene registrata in una classifica globale, al fine di decretare il team più forte tra i quattro. La breve introduzione, che spiega questa meccanica, affascina il videogiocatore e gli fa assaporare incredibili potenzialità di una funzionalità online senza precedenti in un gioco di corse portatile.
    Il risveglio, purtroppo, è piuttosto brusco.
    Due le criticità maggiori. La prima è legata al fatto che per poter competere a tutti gli effetti, bisogna restare costantemente connessi a internet. Se i possessori di un modello 3G potrebbero anche agilmente superare il problema, quelli provvisti della versione Wi-Fi si ritroveranno tra le mani un titolo il più delle volte monco. Difficile trovare una connessione quando si è sull’autobus o ci si trova immersi nella natura distesi su un morbido prato.
    L’altra criticità rimanda invece a quanto lamentato nel paragrafo precedente: la pochezza dei contenuti. Se ci siamo già espressi su macchine e tracciati, un discorso simile dobbiamo farlo anche per le modalità di gioco. Locale vi permette di scontrarvi contro altre sette avversari controllati dalla CPU nei tre tracciati presenti. A Tempo, come il nome suggerisce, rappresenta la classica sfida con voi stessi a caccia del record di pista migliore. Mondiale è il cuore dell’esperienza a si suddivide in tre voci. Battaglia Fantasma vi farà gareggiare contro i ghost predefiniti o quelli ottenuti dagli altri utenti che si saranno preoccupati di condividere il loro online. Battaglia Online e Battaglia Testa A Testa sono rispettivamente le competizioni via rete e locale che potrete imbastire fino a coinvolgere un massimo di otto partecipanti.
    Chiude il pacchetto di modalità presenti il Garage. Da qui potrete riverniciare la vostra macchina e applicare fino a tre power-up, come la capacità di accumulare più velocemente nitro, dopo averli acquistati sacrificando il denaro ottenuto dalle vittorie.
    Come detto in precedenza dovete immaginare tutto ciò, sotteso alla classifica mondiale dei quattro team: ogni vostra vittoria farà guadagnare punti alla squadra.
    Purtroppo anche da questo punto di vista i contenuti lasciano un po’ a desiderare quanto a quantità, soprattutto se si pensa che senza una connessione costante la metà delle opzioni diventano inaccessibili.
    Che Rigde Racer soffra di così tanti limiti è un vero peccato, visto che in pista ci si ritrova il solito gameplay frizzante e brillante. Lasciarsi andare a chilometriche derapate è un piacere, battere gli avversari all’ultima curva regala soddisfazioni incredibili e il design delle, poche, piste presenti testimonia benissimo l’esperienza del team di sviluppo nei confronti della saga. Chi ama la saga insomma, impugnerà la PS Vita con un pizzico di malinconia: sarebbe bastato poco per offrire alla console un capitolo convincente.
    Sempre parlando del gameplay va detto che le feature della console vengono debolmente tirate in ballo. L’esplorazione dei menù è interamente affidata al touch-screen, mentre in pista serve solo per attivare lo specchietto retrovisore. Il touch-pad, dal canto suo, si trasforma all’occorrenza in un cambio. Similmente a quanto accade nelle monoposto di Formula 1, un rapido tocco nella parte sinistra della superficie farà scalare le marce, al contrario se si fa pressione su quella destra.
    Ottimo il sistema di controllo: sia utilizzando la croce direzionale, che lo stick sinistro l’auto risponde prontamente e coerentemente con i comandi impartitigli.
    Graficamente Ridge Racer non convince appieno. Se lo stile utilizzato risulta anche questa volta capace di estetizzare e ammaliare i videogiocatori, tecnicamente ci si scontra con ambientazioni fin troppo vuote e dotate di texture non troppo definite. Fortunatamente i modelli poligonali delle auto sono ricchi di dettagli e il frame rate è incapace di conoscere incertezze di qualsiasi tipo. Il risultato è insomma ampiamente sopra il par, ma per una volta il titolo Namco-Bandai non è propriamente testimone delle potenzialità della console Sony.
    In linea con i canoni della saga il sonoro. Ritmate al punto giusto le musiche, buoni gli effetti sonori, equilibrati gli interventi del DJ, sempre pronto a commentare le fasi più concitate della gara.
    Insufficiente la longevità, sebbene questo è un parametro che sicuramente subirà una modifica via via che verranno rilasciati i nuovi contenuti. Allo stato attuale tuttavia, troppe poche le macchine, piste e modalità.

    Ridge Racer PSVita Ridge Racer PSVitaVersione Analizzata PlayStation VitaRidge Racer è un prodotto controverso e il voto che trovate a fondo pagina, per quanto parziale, fotografa perfettamente la situazione attuale. A fronte di un gameplay funzionale e divertente, la pochezza di contenuti offerti è davvero raccapricciante. Nonostante il prezzo budget, a causa di un concept che pretende una continua connessione alla rete e l’eccessiva dipendenza dai futuri DLC, è difficile consigliarne l’acquisto. Il nostro consiglio è quello di aspettare: se effettivamente i futuri contenuti digitali amplieranno l’offerta, allora Ridge Racer potrà fare la felicità di tutti gli amanti della saga e dei giochi di corsa arcade. Così com’è ora non farà altro che farvi affogare nei rammarichi per uno sviluppo fin troppo frettoloso e piegato a una strategia commerciale rischiosa.

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