Recensione Game of Thrones - Stagione 2

Cinque re, un solo trono! La seconda stagione di Game of Thrones non ha deluso le aspettative e conferma la sua grande qualità

Recensione Game of Thrones - Stagione 2
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Game Of Thrones. Ormai basta nominarlo per vedere milioni di persone che vanno su di giri. Un fenomeno globale, quello del serial, che ha ormai superato di gran lunga il successo della versione cartacea a cui si ispira. Chiaramente il pigro Martin non può che esserne felice, visto che di solito chi guarda il serial finisce anche per comprare i libri. E come biasimarli? Alla fine il serial è un ottimo prodotto, ma per una questione di tempi e spazi spesso riesce solo a scalfire appena la superficie dell'opera cartacea, lasciando diversi aspetti solo vagamente accennati.
Cosa aspettarsi dunque da questa seconda stagione? Seguendo gli eventi narrati nel secondo libro (terzo e quarto da noi nella tristissima versione mondadori...il minuscolo è d'obbligo) la carne sul fuoco è veramente tanta.

Dracarys!

Come vi abbiamo già accennato nel first look (che trovate QUI), il regno di Westeros è ormai affondato nel caos più totale dopo la morte di Robert. 5 re diversi adesso si contendono il trono di spade o desiderano la loro indipendenza da quest'ultimo. Nel frattempo Jon Snow, oltre la barriera, deve scoprire quali sono i piani dei bruti e, in particolare, del loro “re”, Mance Ryder. Daenerys Targaryen invece cerca di allevare i suoi draghi, ancora troppo piccoli, in previsione di un futuro attacco per riconquistare il trono che le spetta di diritto (espressione che sentirete ripetere di continuo in questa stagione).
Tanta carne al fuoco da saziare ben tre draghi quindi, e non siamo entrati nei particolari. Infatti non vi abbiamo parlato della piccola Arya o dei restanti giovani Stark. Una mole di lavoro, per gli sceneggiatori, non da poco. Saranno riusciti a rendere tutto al meglio?

Valar Morghulis

Questa seconda stagione presenta molti più eventi rispetto alla prima, ma il lavoro svolto dagli sceneggiatori, per quanto non esente da difetti, è comunque più che lodevole. Parliamoci chiaro, con 10 episodi da 45 minuti circa (con gli ultimi due che raggiungono i 60 minuti) è impossibile riuscire a rendere al 100% tutta la maestosità dei romanzi di Martin. Raramente la letteratura fantasy ha visto così tanti personaggi finemente caratterizzati in una sola saga piena di intrecci ed eventi importanti che si legano ed aggrovigliano tra loro all'infinito. Riuscire a renderli tutti al meglio era impossibile con questi tempi a disposizione, quindi è inutile, per quanto fan della saga, accanirsi contro gli scenegguatori perchè “la battaglia non è andata così” o “nel libro lui era reso molto meglio”. Ciò che conta è che il serial renda onore all'opera, che ne ripercorra dignitosamente gli eventi più importanti e che i personaggi principali abbiano il giusto spessore. Tutto questo è riuscito pienamente anche in questa seconda, attesissima, stagione. Certo c'è da dire che si poteva evitare di perder tempo con alcune scene assolutamente accessorie, soprattutto in previsione dell'utilità futura di taluni personaggi, per sfruttare i minuti risparmiati in modo più “utile”. Resta infatti l'amaro in bocca per il trattamento subito da alcuni personaggi, prima tra tutti Catelynn Stark. Nella saga cartacea il suo personaggio assume ben altro spessore, mentre qui è poco più di una comprimaria, risultando persino antipatica in più di un'occasione.
Inoltre, come dicevamo, alcune sostanziali modifiche sono state necessarie anche per venire incontro al budget limitato. Basti pensare alla battaglia di Black Water, molto più semplificata rispetto al libro, ma non per questo meno efficace, oppure ad alcune minime differenze atte a dare più o meno spessore a determinati personaggi che, altrimenti, non avrebbero avuto spazio in questa stagione.
Comunque tutto scorre egregiamente, con forse solo un paio di puntate un pochino al di sotto degli standard, soprattutto nella seconda parte, ma che si fanno perdonare pienamente con le ultime due puntate, assolutamente fantastiche (come accadde per la prima stagione del resto).

Un cast di prim'ordine

Tutti gli attori che hanno reso grande la prima stagione hanno confermato le loro caratteristiche. Certo abbiamo perso due pezzi da 90 come Jason Momoa (Drogo) e Sean Bean (Ned Stark), ma Peter Dinklage, per fortuna, c'è ancora. L'interprete del “folletto” Tyrion ci ha deliziati ancora una volta, grazie soprattutto al maggior spazio dedicato al suo personaggio. Non bisogna però dimenticare anche Conleth Hill (vi invitiamo a cercare delle sue immagini su google per farvi due risate), l'interprete di Varys. In questa stagione si è fatto notare come non mai, rendendo al meglio il furbissimo “Ragno” della corte di King's Landing, intento a tessere le sue ragnatele fatte di intrighi ed alleanze. Però, se qualcuno guadagna spazio, inevitabilmente qualcun'altro lo deve perdere e purtroppo questa sorte è capitata a Nikolaj Coster Waldau, l'affascinante e spietato Jaime Lannister. Lo abbiamo visto poco, anche se le sue scene son sempre state molto particolari, meno quantità ma più qualità per l'erede di Castel Granito.
Riconferma la sua bravura anche la piccola Maisie Williams (Arya Stark). Il suo filone narrativo era il più particolare, anche grazie alla “misteriosa” presenza di Jaqen H'ghar, interpretato da Tom Wlaschiha. I due si sono comportati egregiamente e, soprattutto il secondo, è riuscito a caratterizzare al meglio uno dei personaggi più misteriosi ed amati della saga. L'unico che non convince ancora è Kit Harington: il suo Jon Snow risulta alquanto anonimo, con un'eterna espressione da cane bastonato abbandonato ai lati di una strada. Speriamo riesca a migliorare, anche perchè lo aspettano delle grandi sfide che non si possono superare con quell'espressione sul viso.

Comprimari in CG

Non si devono dimenticare i comprimari in computer grafica presenti in questa serie: i metalupi ed i draghi. I secondi, come nella prima stagione, si son limitati a qualche rara apparizione, complice una mossa scaltra degli sceneggiatori atta a risparmiare sulla loro "costosa" presenza.
La situazione dei metalupi invece è un pò migliorata. Infatti son stati molto più presenti, per quanto si parli sempre di tempi ristretti, non ancora sufficienti soprattutto in previsione degli eventi futuri, dove alcuni di loro avranno un ruolo fondamentale. Il rapporto tra Jon e Spettro, ad esempio, non è neanche paragonabile rispetto a quello che traspare dalle loro controparti cartacee, idem per quanto riguarda Bran ed Estate. Manco a farlo apposta, la scena più bella tra un metalupo ed il suo padrone, in questa stagione, non riguarda nessuno di loro, ma Robb e Vento Grigio.
Ci si chiede quindi se spingere così tanto sulla prostituta Ros (doppi sensi a valanga), personaggio assolutamente inedito creato appositamente per la serie, sia stato sensato, a fronte di tutti gli altri personaggi importantissimi da gestire, sia reali che in CG. Molto probabilmente alla fine si riuscirà a far quadrare il cerchio, ma un alone di paura per i lettori della saga, seppur lieve, permane.

Game of Thrones - Stagione 2 La seconda stagione di Game Of Thrones conferma il successo e la qualità della prima. Il serial rivelazione dello scorso anno ha bissato superando ogni record e catturando l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante qualche leggerissimo passo falso, non si può che essere più che soddisfatti del lavoro svolto. Ora non ci resta che attendere la prossima stagione, compito reso ancora più difficile dal cliffhanger finale.