First look Intruders - Stagione 1

BBC America propone un mistery a tinte sovrannaturali che coinvolge lo spettatore e lo appassiona

First look Intruders - Stagione 1
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Dai tempi di Lost, ma ancor prima ai tempi de I segreti di Twin Peaks, nonché di X-Files, si è fatto strada il mistery paranormale, genere infarcito di misteri angoscianti, ma anche di parabole narrative, tanto incomprensibili quanto stimolanti, per un pubblico disarmato ed al tempo stesso irretito, innanzi agli innumerevoli interrogativi posti dagli autori.
Tale espediente narrativo, che ha fatto, appunto, di Lost la sua pietra di paragone, aveva da un lato il pregio positivo di creare hype attorno all’opera, scuotendo le opinioni degli spettatori, dall’altra però aveva come contraltare la perdita progressiva di gran parte del pubblico medio, non appassionato, che, innanzi a tale serie di complesse sciarade narrative, preferiva abbandonarne la visione.
Ultimamente tale genere è stato piuttosto i ribasso, dati i fallimenti di vari tentativi come The Event, Flashforward, solo per citarne due, ma ecco che la BBC America ha fatto un ulteriore tentativo per dare linfa al mistery con una serie in otto puntate, intitolata Intruders.

Intrusi e sparizioni

Il pilot di Intruders si apre nel modo più classico per serie di questo genere: due uomini si introducono in una non meglio identificata casa nella quale una bambina. Donna, ha appena festeggiato il suo compleanno. Gli uomini la svegliano durante la notte, dicendole che le stanno restituendo un segreto da lei consegnato a loro anni fa, poi e le mostrano un criptico simbolo che causa alla bimba la dilatazione improvvisa della pupilla con conseguente vomito e convulsioni.
Il mattino dopo la ragazza si risveglia sul prato di casa sua, sembra cambiata, ma consapevole del suo destino e della sua destinazione: Seattle, ma lei non ci arriverà mai, preferisce darsi la morte.
Dopo la sigla, come prevedibile, muta lo scenario senza che sia data alcuna spiegazione di quanto accaduto e ci si ritrova proprio nella città patria del Grunge dove avviene un nuovo atto di violenza perpetrato da Shepherd (James Frain), uno dei due uomini che hanno spaventato Donna: l’omicidio della moglie del figlio del Professor Anderson.
Consumatosi il delitto, altro cambio di scena e finalmente il pubblico prende il primo contatto con i protagonisti di Intruders: i coniugi Whelan, Jack ed Amy. Lui (John Simm) è un ex poliziotto che ha appena scritto un libro e lo dovrà presentare pubblicamente, ma poco gli importa, perché è il compleanno della sua amata moglie Amy (Mira Sorvino) ed è pronto a festeggiarlo nel migliore dei modi.
Intanto a Finley Beach, nell’Oregon, una bambina, Madison, festeggia il suo nono compleanno prima di correre in spiaggia ed incontrare, Shepherd, che si rivolge a lei con parole e gesti criptici.
Il giorno dopo Amy sale in macchina e si reca al lavoro, ma ben presto Jack ne perde le tracce per più di due giorni: riuscirà a scoprire solo che sua moglie è andata a Seattle.
Amy e Madison hanno qualcosa in comune, come anche Donna: il giorno dopo il loro compleanno i loro comportamenti sono cambiati, come se si fossero trasformate in un’altra persona.

Chi dorme dentro di me?

Intruders, serie creata da Glen Morgan, e tratta dall’omonimo romanzo di Marshall Smith del 2007, risponde esattamente ai canoni del genere di riferimento. Infatti non fa nulla per apparire chiara e cristallina agli occhi dello spettatore. Continui cambi di contesto, sequenze abbozzate e non risolte, tragedie dal passato dei personaggi che vengono solo accennate, riempiono la testa dello spettatore di interrogativi e lo stimolano a procedere con la visione, per capire dove gli autori vogliano portare la storia.
Perché Donna, Madison ed Amy sono cambiate? Hanno davvero un intruso dentro di loro? E che significato ha il numero nove?
Presumibilmente durante i successivi sette episodi gli autori di Intruders riprenderanno tutti i fili della trama per darle senso compiuto.
Anche il character design della serie non disdegna in alcun modo i cliché del genere: c’è il complottista che crede di aver capito tutto, gli agenti di una non meglio identificata autorità che sa e che gestisce la situazione con cinismo e piglio amorale, il protagonista che, come lo spettatore, non sa nulla e cerca di comprendere qualcosa e le povere vittime Amy e Madison, costrette loro malgrado a vivere vite di altri.
Lo spettatore, quindi, ha davvero poche certezze mentre assiste agli eventi che gli si parano davanti e il disorientamento inziale è davvero tanto. Il merito degli autori è, si ribadisce, però quello di riuscire comunque a stimolare la curiosità dello spettatore; inoltre Glen Morgan non sembra indugiare in sotto trame indipendenti, dando a Intruders una robusta trama orizzontale, a discapito di eventuali trame verticali. Anche le indagini per l’omicidio della moglie e del figlio del professor Anderson sono legate a filo doppio alla trama principale.
Da notare poi che nei panni della protagonista c’è Mira Sorvino, attrice inizialmente promettente, che dopo un inizio sfavillante di carriera, coronato addirittura da un Oscar, si era progressivamente persa.
Dal punto di vista attoriale, però, c’è da rilevare che nessuno spicca per abilità o caratterizzazione del personaggio, ma ciò potrebbe dipendere dal tipo di impronta data alla serie. La trama ed i relativi intrighi sono gli elementi principali e gli attori sono solo strumentali ad essi, mentre, almeno per ora, sono stati messi da parte gli approfondimenti nei rapporti tra i personaggi, piuttosto elementari e solo accennati.

Intruders - Stagione 1 uando si parla di mistery i pericoli sono degli avvoltoi che girano sulle teste degli autori sin dal pilot. I primi episodi devono creare hype ponendo interrogativi e mischiando le tessere del puzzle, ma gli ultimi devono necessariamente completarlo, dare un senso compiuto alla narrazione, soprattutto rispondere a tutte le domande poste durante la trasmissione degli episodi. Ecco perché risulta difficilmente giudicabile un serie di questo tipo dai primi episodi. Intruders, non fa eccezione, anche se riesce a rivelare subito i suoi pregi tra cui un’appropriata fotografia dai toni sfumati e dai colori non brillanti, per creare quell’aura di sovrannaturale che è indispensabile in una serie in cui normale e paranormale si intrecciano. Inoltre, per quanto la trama resti avvolta nel mistero, si riesce a decifrare qualche elemento in più che da un lato rassicura lo spettatore, il quale intuisce la direzione ben precisa della serie, dall’altro non fa che creare altre domande. Resta comunque la paura che alla fine sia tutta una bolla di sapone e che il finale non sia all’altezza della carne messa a cuocere, ma questo è un elemento che si potrà scoprire solo dopo aver visto tutte le otto puntate che compongono Intruders.