Intervista Matt Bomer al Giffoni 2014

Al Giffoni Film Festival Matt Bomer ha parlato di paternità, sogni e impegni sociali: la star di White Collar e The Normal Heart

Intervista Matt Bomer al Giffoni 2014
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Quegli occhioni celesti sgranati con stupore sono stati la prima reazione di Matt Bomer al boato che ha accompagnato il suo ingresso in sala al Giffoni Film Festival. Il tema della 44° edizione, Be different, gli sta particolarmente a cuore ma non si sarebbe mai aspettato un’accoglienza del genere. Il motivo? Non credeva che White Collar (in onda su FOX) avesse in Italia un simile seguito: si è informato nei dettagli anche della programmazione del film tv The Normal Heart, in arrivo su Sky Cinema a settembre dopo il successo su HBO.
Il peso specifico e la percezione di un’artista varia, con un certo margine, dal paese d’appartenenza all’estero ma evidentemente in questo caso i riconoscimenti internazionali ricalcano quelli ottenuti di recente negli Stati Uniti. “Mi piace che la gente non tema di dirmi in faccia cosa pensa del mio lavoro - parole sue - e che voglia interagire con me, mi aspetti fuori dal camerino sul set o abbia voglia d’instaurare un dialogo diretto. Vuol dire che come artista sono sulla buona strada: voglio che il mio lavoro abbia un senso, che parli di dove andiamo come esseri umani, di cosa ci sta a cuore. Mantenere l’autenticità nello show business richiede un delicatissimo equilibrio e per me è fondamentale. Alcuni la riscoprono maggiormente quando si trovano in difficoltà, come succede ai protagonisti di The Normal Heart e ne sono orgoglioso”. La pellicola, ambientata negli Anni ’80 e prodotta da Brad Pitt, denuncia l’indifferenza e i pregiudizi dell’opinione pubblica durante il primo periodo di diffusione dell’AIDS.

Le proprie paure e il coraggio di essere diversi

Tutti i personaggi affrontano la paura della malattia e della morte in modo diverso. A te cosa terrorizza?
Finora le mie paure erano di natura narcisistica, riguardavano me, ora no, al primo posto viene la sicurezza dei miei figli, il loro benessere. Da loro ho imparato più di quanto sia riuscito ad insegnare: hanno una freschezza indescrivibile, ciascuno dei tre a modo suo, perché sono diversi e io li incoraggio ad assecondare la loro originalità. Voglio dargli tutti gli strumenti per affrontare il domani, concedendo loro lo spazio e la libertà necessari per esprimersi.

Be different è il tema del Giffoni, cosa rappresenta per te?
Vuol dire poter essere se stessi, il più grande dono che si possa ricevere. Rappresentare con dignità la differenza è uno dei miei principali obiettivi. Nessuno dovrebbe sentirsi limitato nella propria unicità e mi sarebbe piaciuto avere l’opportunità da piccolo di poter partecipare ad un festival del genere, che mi incoraggiasse ad essere differente, ma in Texas (vivevo ad un’ora da Houston) non esisteva nulla del genere. È importante parlare ai ragazzi di sogni da realizzare, da obiettivi da perseguire.

Segui i progetti tv di Jim Parson e Jonathan Groff, tuoi colleghi in The Normal Heart?
Assolutamente! Sono professionisti di talento e persone squisite, che hanno messo l’anima del progetto perché ci sono approdati con fortissime motivazioni, raccontare queste storie d’amore e di vita di esponenti di una comunità che si è coesa ancora di più attorno ad un tema comune. Ho fatto la stessa scuola di Jim e The Big Bang Theory è pazzesco; ho visto anche Looking: Jonathan lo conosco dai tempi di Spring Awakening.

Scegliere il progetto giusto

Cos’è per te il teatro?
Per me è il luogo dove vai a sperimentare e toccare con mano cosa vuol dire essere umano..

Come scegli i progetti?
Seguo ormai l’istinto, mentre all’inizio valutavo altri aspetti, dai fattori economici alla presenza di un regista con cui avrei voluto lavorare. Ecco come so quale parte è giusta per me. Vorrei, ad esempio, fare più film per ragazzi e infatti ora sono coinvolto con Seth Rogen e Melissa McCarthy per un progetto animato Dreamworks dal titolo B.O.O..

Ti è mai stato proposto Cinquanta sfumature di grigio?
Sono stato lusingato che i fan pensavano fossi giusto per il ruolo, sono sicuro che il protagonista è perfetto, ma non ho letto il libro e non ne so nulla.

Una frase di Felix in The Normal Heart lascia senza parole: dice che non puoi impedire al sole di sorgere. La condividi?
La vita è fatta di alti e bassi ma non devi lasciare che ti condizionino e ti distraggano dai tuoi obiettivi. Felix la pronuncia nella fase più terribile della malattia, non sa quanto tempo gli rimanga da vivere né come impiegarlo. Voleva dire che non abbiamo il controllo totale della nostra esistenza, ma possiamo fare la differenza nelle scelte quotidiane.