True Detective - Recensione Stagione 1

True Detective, la nuova rivelazione targata HBO, chiude col.. botto

True Detective - Recensione Stagione 1
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True Detective ha chiuso col botto. E questa volta, non lo diciamo metaforicamente. Attorno alla serie televisiva HBO si è venuta a creare un'aura così fortemente cult e pop da creare un seguito notevole. Un seguito che non si limitava solo al servizio televisivo ma anche a quello on-line che, per il numero eccessivo di richieste è.. crashato.

Questione di MacGuffin

Nick Pizzolato l'aveva detto. A lui non interessava parlare di un serial killer. Nonostante poi l'assassinio si veda, in tutte le sue perversioni e pulsioni pedofile ed omicide. Ci sono le indagini che vengono portate avanti durante diciassette anni e che si concludono nel migliore dei modi - anche sin troppo bene. Tutti gli ingredienti del crime resi senza trascurare alcun dettaglio.
Ma il serial killer era.. il MacGuffin. Per chi non ne conoscesse il significato, MacGuffin è un termine coniato da Alfred Hitchocock ed indica qualcosa che per i personaggi del film ha un'importanza cruciale, attorno al quale si crea enfasi e si svolge l'azione ma che non possiede un vero significato per lo spettatore. Ecco, l'assassino, di solito fonte di fascino nei crime, era solo il pretesto per lasciare ben più grandi cosi ai due protagonisti, questi due "True Detective" ben ampiamente celebrati come veri protagonisti.

La forza nei protagonisti

Nel corso degli episodi, ci siamo resi conto quanto fallace possa essere una maschera: Marty Hart, che dal pilot sembrava essere un poliziotto modello che svolge con dedizione il suo compito per poi tornare dalla sua famigliola perfetta, in realtà, attraverso il suo ruolo, nasconde una vita priva di affetti. Rust, l'uomo dal presente tormentato a causa dei drammi (e delle droghe) del passato, porta alle estreme conseguenze il suo personaggio, scavandone sul corpo il nichilismo. Ma, alla fine, riuscirà ad andare ben oltre i propri limiti e, nonostante tutto, questi due personaggi riusciranno a capire di avere ben più cose in comune di quante, invece, li separano.
La vera indagine, dunque, non era quella al seguito di un assassino, bensì come si sia giunti al punto di rottura dell'esistenza di questi due individui, che si son trasformati nel proprio mostro interiore e che proprio tramite questo perdurare degli eventi, alla fine, riesce a risanarsi, in qualche modo.
Gran merito dell'ottima riuscita è sicuramente dei due protagonisti, entrambi in un'attuale stato di grazia, in particolare Matthew McConaughey che, dopo il meritatissimo Premio Oscar, rischia di riconfermare il suo talento portandosi a casa anche l'Emmy.

True Detective - Stagione 1 True Detective si può dividere in due parti: le prime tre puntate erano caratterizzate da un ritmo molto più lento e psicologico, mentre le rimanenti sono state scandagliate da toni e accenti orrifici e decisamente più cupi ed impetuosi. Molta psicologia, com’è giusto che sia. Ma, al di là dei silenzi, o degli straordinari dialoghi, True Detective è anche gli esterni in cui si ritrova a brancolare. Nonostante le superbe vedute, la serie si avvale di un notevole senso di claustrofobia e di angoscia che attanaglia costantemente la narrazione. E queste sensazioni sono costantemente accentuate dalla fotografia fumosa, da una regia intensa e dalle interpretazioni - ora anche di un Premio Oscar, Matthew McConaughey - più sentite e incisive che mai.