First look Utopia - Stagione 2

La fiction britannica a tema cospirativo torna in una seconda stagione promettente e ricca di colpi di scena.

First look Utopia - Stagione 2
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Utopia non è il classico serial televisivo. Diciamo pure che il Regno Unito non è standardizzato e canonico come Hollywood, quando si parla di produzioni per il piccolo schermo e la serie scritta e ideata da Dennis Kelly ne è l'esempio lampante.
Si potrebbe definire drammatico e thriller cospirativo; la serie prodotta da Channel 4 tocca però anche i temi della fantascienza e del distopico, e lo fa con attenzione, parsimonia, senza l’esagerazione tipica della fiction americana, che spesso finisce col rovinare una narrazione ad alto potenziale (basti pensare a Under the Dome, attualmente alla seconda stagione). Dopo aver gustato una prima stagione di soli 6 episodi, ricchissima in termini di contenuti e altissima nella qualità, il canale londinese ci propone una season two che vuole fare luce sui misteri irrisolti rivelati nelle ultime puntate messe in onda lo scorso anno. Chi è veramente Jessica Hyde e quali sono le vere intenzioni del Network? Tutte le risposte sembrano essere racchiuse nella nuova stagione di Utopia.

ATTENZIONE SPOILER: Si sconsiglia la lettura del successivo capitolo a chi non ha visto la prima stagione ed è interessato a farlo. Chi invece ha seguito Utopia lo scorso anno, troverà a seguire un comodo e breve riassunto di storia e ultime puntate della season one.

Le due facce di Giano

La trama ruota attorno a un misterioso manoscritto chiamato Utopia - un fumetto scritto e disegnato da un misterioso autore che viene rivelato nel corso della prima stagione - all’interno del quale pare siano segretamente nascoste preziose informazioni circa una cospirazione ai danni dell’intera popolazione mondiale. Giano - chiamato come la divinità romana dalle due facce - è una proteina creata artificialmente che, quando assimilata dall’organismo umano, sterilizza il soggetto con un’efficacia del 95%: un’insolita arma di distruzione di massa insomma, che ha lo scopo di portare l’Homo Sapiens Sapiens all’autoestinzione, o quasi. L’intento del Network è quella di diffondere tale proteina attraverso un falso vaccino contro l’Influenza Russa, il tutto in prevenzione di un’ipotetico virus pandemico che in realtà non esiste affatto e che è fa parte della medesima congiura. Protagonista del serial è un piccolo gruppo di cospirazionisti che, svelato il complotto, si rivelerà pronto a tutto nel tentativo di sventare il piano capeggiato dal misterioso Mr. Rabbit.
La fine della prima stagione ci aveva lasciati con una serie di svolte e colpi di scena. Wilson Wilson (Adeel Akhtar) viene messo fuori gioco da Jessica Hide (Fiona O'Shaughnessy) perché affiliato al Network; nel frattempo il resto del gruppo si dirige al magazzino che raccoglie le scorte del vaccino dando fuoco a tutto, così da sventare la distribuzione in massa dello stesso che sarebbe avvenuta a partire dal giorno seguente. Grant (Oliver Woollford) riesce a sfuggire a quelle grinfie del Network, ma è costretto a sporcarsi le mani di sangue per farlo. Il gruppo si divide per evitare di finire tra le grinfie delle forze dell’ordine o peggio, dei burattinai del Network. Jessica Hide brucia il manoscritto per impedire che finisca nelle mani delle persone sbagliate, scoprendo poco dopo che il segreto del pericoloso Giano non era realmente celato in Utopia, bensì nel suo stesso codice genetico. Negli ultimi minuti della puntata finale, viene rivelata la vera identità di Mr. Rabbit.

Parte seconda

La seconda stagione di Utopia si apre con una serie di flashback che raccontano svariati avvenimenti del secolo scorso, tutti aventi luogo all’ombra di alcuni importanti eventi storici che hanno scosso l’Inghilterra e l’Europa, come il caso Aldo Moro, la crisi energetica del 1979 e l’incidente di Three Mile Island. Il protagonista è sempre lo stesso; il padre di Jessica Hyde, Philip Carvel (Tom Burke), alle prese con la proteina Giano, dall’ideazione alla progettazione. Con questo incipit gli autori della serie TV inglese iniziano a rivelare alcuni dei misteri della season one, sbrogliando così l’intricata matassa di eventi cui avevamo assistito nei 6 precedenti episodi della serie. Ogni apparente buco di sceneggiatura viene accuratamente rattoppato dall’abile quartetto di scrittori dietro le quinte, in modo da confezionare una storia ricca di dialoghi, dal ritmo serrato e ricca di colpi di scena. Vengono presentati una serie di personaggi che nella prima stagione erano poco più che semplici comparse o personaggi secondari, come l’agente Milner (Geraldine James/Rose Leslie) e lo stesso padre di Jessica Hide. Ogni più piccolo dubbio viene rivelato nel primo episodio, chiudendo il cerchio narrativo inaugurato l’anno scorso.
Il format è lievemente diverso rispetto a quello cui siamo abituati con le serie nord americane: poche puntate - sei a stagione in questo caso - dalla durata che varia dai 45 minuti all’ora piena.
La fotografia si costruisce quasi interamente su inquadrature fisse, con rarissimi movimenti di macchina, poche panoramiche e nessun elaborato piano sequenza. La fissità della macchina da presa aggiunge un senso di claustrofobia alla narrazione; anche noi, come i personaggi di Utopia, ci sentiamo quasi stretti in una morsa dalla quale pare impossibile scappare, quasi fossimo in una bara sepolta sotto quintali di terra.

Utopia - Stagione 2 Ci troviamo al cospetto di uno stile registico profondamente diverso rispetto a quello canonico e ormai standardizzato in voga a Hollywood. Qui troviamo ricerca, stile e un sapore incredibilmente british pur in antitesi a quell’umorismo dissacrante cui siamo sempre stati abituati. Le atmosfere sono molto simili a quelle già saggiate in Black Mirror di Charlie Brooker. Ottimo il cast - sia quello già visto in precedenza che il nuovo - sempre capace di dare la giusta carica emotiva alle scene e alla narrazione. Sapiente uso della colonna sonora ad opera del compositore cileno-canadese Cristobal Tapia de Veer.