Speciale Google X

Google X, il laboratorio di Big G dove la fantascienza diventa realtà.

Speciale Google X
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Uno dei luoghi più chiacchierati d'America è Google X, conosciuto anche come Google [x], una struttura situata a poca distanza dal quartier generale Googleplex, a Mountain View, in California. Al suo interno, vengono svolte delle ricerche volte allo sviluppo delle tecnologie future, molte delle quali sono già diventate realtà.
Nella mente di molti questo centro rappresenta un po' l'Area 51 della tecnologia, un posto circondato da un alone di mistero, che nel tempo non ha mancato di fornire fantasiose teorie cospirative.
Sergey Brian, co-fondatore di Google, è il supervisore del lavoro che viene svolto nel centro di ricerca, mentre Astro Teller dirige le attività giornaliere.
Il lavoro di Google X ebbe inizio nel 2009, quando Brian e Page pensarono di assumere del personale che si occupasse di svolgere ricerche parallele a quelle ufficiali. D'altronde, non è una novità che Google punti molto sulla creatività dei suoi lavoratori, spinti a volgere la loro attenzione anche ad ambiti non strettamente connessi al campo informatico, sviluppando conoscenze trasversali a quelle esclusive del mondo dei computer. La costante spinta all’innovazione dell’azienda americana stimola molto l'immaginazione dei ricercatori, permettendo così lo sviluppo di prodotti nuovi ed innovativi. Ma Google X non è un mero esercizio mentale o di immaginazione, bensì un vero e proprio centro di studio e di ricerca di nuove tecnologie, in grado di portare benefici reali su scala globale.

Quando l'impossibile diventa possibile

All'interno di Google X vengono seguiti numerosi progetti, che coprono diversi ambiti scientifici: dalla biologia alla robotica, sono diversi i campi di ricerca che vengono approfonditi.
Tra gli studi più famosi, uno di questi è sicuramente quello sull'automobile senza conducente, che gli scienziati stanno costantemente sviluppando. Questo progetto è attualmente diretto da Sebastian Thrun, co-inventore di Steet View e capo del team che creò il veicolo robotizzato "Stanley", vincitore del premio DARPA 2005 Grand Challenge, grazie al quale ha ricevuto un finanziamento di ben 2 milioni di dollari dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Da molto tempo Google sta lavorando ad un software che, una volta sviluppato, sarà in grado di guidare un'automobile in modo molto più sicuro rispetto ad un essere umano, eliminando in un solo colpo i problemi legati alla spericolatezza e ai cali di attenzione delle persone, che causano spesso incidenti mortali. Alcuni veicoli automatici sono già stati testati nelle strade di provincia, poco trafficate, ma la sfida maggiore è quella di portare questi mezzi nelle grandi città, dove devono far fronte a numerosi imprevisti e a un elevato numero di segnali stradali e oggetti in movimento. I ricercatori che lavorano a questo progetto assicurano che il programma è stato migliorato molto dalla prima versione ed è ora in grado di riconoscere centinaia di oggetti contemporaneamente, come pedoni, autobus, ma anche gesti e segnali di ciclisti e di vigili urbani, riuscendo a modificare opportunamente la propria guida. Una persona può cedere a distrazioni, stancarsi, oppure non notare alcuni segnali o ostacoli accidentali, mentre un software non potrà mai farlo, garantendo un livello di sicurezza inarrivabile per la mente umana.

Il settore automobilistico non è l’unico a giovare delle ricerche svolte nei laboratori di Google X. I famosissimi e discussi Google Glass, già in commercio da diverso tempo, provengono proprio da qui. Questi occhiali, che ricordano molto quelli visti in molti film di fantascienza, permettono di accedere a diverse funzioni utili, anche se Big G ha provveduto a fissare paletti piuttosto rigidi per quanto riguarda la tutela della privacy, dato che non possono essere utilizzati per il riconoscimento facciale delle persone in tempo reale.
Tra gli altri progetti troviamo le mongolfiere dedicate alle reti wireless, Project Loon, che permetteranno alle aree più selvagge di dotarsi di un accesso ad Internet ad alta velocità. I palloni stazionano nella stratosfera a 20000 metri di altitudine e sono in grado di sopportare una temperatura di circa -40 gradi Celsius. Attualmente i Loon si trovano sopra le nostre teste, infatti i test sono cominciati da più di un anno e le prime prove sono andate a buon fine. Google punta ad inviare nella stratosfera 300/400 nuovi palloni, modificati e perfezionati in base ai dati che sono stati forniti dai test precedenti. Lo scopo principale per ora è aumentare la longevità delle mongolfiere, che sono costantemente messe a dura prova dall'ambiente in cui devono operare.

Tra i nuovi progetti, si può citare "Nanotrusses", un materiale ultraleggero e resistente, in grado di prendere forma non appena lo si apre. Esso permetterebbe la costruzione di oggetti (in futuro potrebbe essere applicato alla costruzione edile) semplicemente aprendo un scatola: una volta fatto, il materiale prenderà la forma dell'oggetto acquistato.
Google ha pensato anche a delle lenti a contatto speciali, annunciate per la prima volta nel gennaio del 2014: esse sarebbero capaci di monitorare il livello di glucosio presente nel sangue, aiutando così le persone diabetiche a tenere sotto controllo il loro livello di glicemia in maniera non invasiva, correggendo inoltre i difetti visivi dei soggetti affetti da presbiopia. Un accordo con Novartis è già stato annunciato, per cui la tecnologia è già in avanzato stato di sviluppo.
Uno dei più curiosi studi effettuati a Mountain View riguarda invece il profilo genetico e molecolare dell’essere umano; più specificatamente, gli scienziati, guidati dal biologo molecolare Andrew Conrad, stanno cercando di tracciare il profilo di un uomo perfettamente sano. Lo studio è ancora nelle fasi iniziali e si serve dei dati di quasi 200 persone anonime (ricavati da urina, sangue, saliva, lacrime), ma sicuramente il database contenente queste informazioni si arricchirà col tempo, forse arrivando anche ad avere migliaia di contributi, in modo da basare le ricerche su dati più precisi e completi. Lo scopo di questo progetto è quello di rendere le diagnosi delle malattie più rapide e corrette, per poter intervenire tempestivamente, fornendo una terapia valida; tutto questo farebbe di sicuro crollare i costi di alcune cure, che attualmente richiedono un grande dispendio economico per essere effettuate.

TRA SCIENZA E FANTASCIENZA

Esistono progetti a cui Google X ha lavorato ma che non sono andati a buon fine. Le difficoltà riscontrate sono principalmente di tipo fisico (le leggi fisiche odierne contrastano con alcune di queste ricerche), economico ed energetico. Alcune tecnologie richiederebbero un dispendio inimmaginabile di energia, per cui, allo stato attuale delle cose, non è possibile portare avanti certi progetti. Non ci soffermeremo molto su questi studi, poiché rientrano quasi nel campo della fantascienza, ma è bene menzionarli.
Avete presente lo skateboard fluttuante di Ritorno al Futuro? Google ha seriamente pensato di riprodurlo, valutando le leggi fisiche e i materiali necessari alla costruzione dell'Hoverboard. In realtà esiste già qualcosa di simile: in Cina e in Giappone ci sono treni a levitazione magnetica funzionanti da diversi anni. La differenza è però sostanziale, visto che le carrozze di un treno si muovono su binari fissi, mentre lo skateboard dovrebbe avere libertà di movimento. Ciò rende impossibile creare un equilibrio costante tra la forza di repulsione e quella di attrazione, come nel caso dei treni a levitazione magnetica.

I ricercatori hanno seriamente considerato l'idea di sviluppare un sistema di teletrasporto, arrivando alla conclusione che una tale tecnologia violerebbe le leggi della fisica.
Un altro progetto decisamente fantascientifico è quello che riguarda l'ascensore spaziale: secondo il team di Google X, si potrebbe salire nello spazio grazie all'utilizzo di un cavo connesso ad un satellite. Tuttavia per fare ciò sarebbero necessari materiali resistentissimi, di gran lunga migliori rispetto a quelli impiegati nel campo aerospaziale, rendendo il progetto impossibile da sviluppare, almeno al momento.
Google X è sicuramente un centro curioso e avvolto dal mistero, e chi lavora alle ricerche ha la consapevolezza di essere in una posizione privilegiata, dal momento che ha la possibilità di studiare nuove tecnologie, superando il limite tra scienza e fantascienza, senza avere problematiche di tipo economico. Non c'è alcun dubbio che questo laboratorio stia lavorando alla realizzazione di tecnologie che potrebbero avere un grandissimo impatto sulla nostra vita futura, molte delle quali si spingono al di là della nostra concezione di "possibile". Quello che Google ha realizzato con Google X è un luogo in cui l’impossibile, semplicemente, non esiste.
D'altronde, se menti del calibro di Albert Einstein e Copernico non avessero sfidato le leggi fisiche e naturali che al loro tempo erano considerate esatte, molto probabilmente non saremo nemmeno qui a parlare di Google.
Per il momento auguriamo solo un grande in bocca al lupo ai team che lavorano nei misteriosi e futuristici laboratori Google X, nell’attesa che tirino fuori dal cilindro scoperte per ora solo immaginate.