Speciale Guida agli OS - Android

Scopri se Android è il sistema operativo che fa per te

Speciale Guida agli OS - Android
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Questa è la seconda di una serie di guide approfondimento con cui Everyeye fa il punto sui più importanti sistemi operativi del settore mobile. L'intento è quello di permettere ai lettori di orientarsi nel mondo degli smartphone, selezionando, ancora prima del modello, l'operating sistem più adatto alle proprie esigenze. Del resto, l'OS gestisce di fatto tutte le funzionalità dello smartphone, e da lui dipendono tutte le possibilità di personalizzazione. Scegliere saggiamente è dunque d'importanza fondamentale per avere un'esperienza utente che copra tutte le nostre necessità.

Oggi ci concentriamo su quello che probabilmente è (o sta per diventare) il sistema operativo più diffuso sul mercato. Come molti già sapranno Android è interamente sviluppato da Google, che concede gratuitamente l’utilizzo dell’OS ai principali produttori di smartphone. Questi ultimi successivamente personalizzano più o meno il sistema operativo per differenziare l’offerta e attirare i consumatori verso di loro. E sono proprio questi due punti chiave a differenziare estremamente il sistema operativo Google dagli altri: la flessibilità del suo software open source, e la frammentarietà (buona o cattiva che sia) che ne deriva.

La Filosofia Android

Android viene spesso visto come il più valido avversario di iOS nella guerra dei sistemi operativi. La guerra tra Apple e Google non è solo una guerra di mercato, ma anche un confronto tra due diversi modelli aziendali. Da una parte abbiamo Google che sviluppa il software lasciando la produzione dell'hardware a terzi, dall’altra Apple che produce sia Hardware che Software. Si può dire che la storia si stia ripetendo: nel settore smartphone si combatte l'antica battaglia che vede protagonisti Windows e MacOS nel settore dei computer casalinghi. Se tuttavia l’incredibile diffusione di Windows e la possibilità di modificare le componenti interne a proprio piacimento hanno permesso a Microsoft di accaparrarsi quasi il 90 per cento del mercato casalingo, nel campo degli smartphone la situazione non è ancora così definita da permettere di capire quale sarà la scelta vincente a livello commerciale.

Open Source e Frammentazione

Proprio perchè Android viene fornito da Google a una moltitudine di produttori, è chiaro che questo sistema operativo debba essere enormemente flessibile, adattandosi a schermi dalle dimensioni più o meno grandi, a sistemi con tastiere fisiche o solo digitali, con fotocamere più o meno potenti, eccetera eccetera. Non solo: Android, a differenza di altri sistemi operativi come iOS, è disponibile per tutte le fascie di prezzo e non solo per dispositivi top di gamma. Se questo rappresenta un grande vantaggio per i consumatori è invece un netto svantaggio per gli sviluppatori: quando si programma per Android è necessario eseguire una moltitudine di test su dispositivi diversi, per essere sicuri che il software funzioni su tutti ragionevolmente bene. E’ tuttavia doveroso ricordare come Android non funzioni allo stesso modo su un modello di fascia bassa e uno di top gamma: tra i due sistemi spesso corre quasi la differenza che c’era un tempo tra i symbian s40 e gli s60, per una serie di motivi che spiegheremo nel corso dell’articolo.
Un altro grosso problema della frammentazione è legato proprio alla personalizzazione di Android che i singoli produttori fanno sui propri device. Se questa generalmente rappresenta un vantaggio, dando una pennellata di colore alla linea un po' scialba di Android ‘nature’, finisce per diventare la causa di ritardi più o meno lunghi nel fornire aggiornamenti da parte dei produttori. In un certo senso si potrebbe obiettare che quando acquistiamo un dispositivo, per quanto Google continui a sfornare aggiornamenti, esso ci è stato venduto senza nessuna assicurazione che saranno rilasciati aggiornamenti successivi. Tuttavia se guardiamo ai fatti ci rendiamo conto questa obiezione non è pienamente condivisibile: essendo Android un sistema giovane, gli aggiornamenti che Google ha rilasciato negli ultimi due anni (ogni sei mesi circa) hanno ogni volta implementato funzioni essenziali, che hanno progressivamente migliorato questo sistema fino a renderlo tra i migliori in commercio, e senza i quali comunque si perdeva molta dell’usabilità dei prodotti. Resta vero però che mentre alcune case rilasciano aggiornamenti a velocità notevole (in primis HTC), altre si distinguono per la lentezza con cui effettuano gli aggiornamenti sui propri telefoni. Basti pensare che il modello di punta Sony X10 ha montato Android 1.6 fino a Novembre (quando ha finalmente ricevuto l’aggiornamento alla versione 2.1), mentre la versione più recente era la 2.2, e nei prossimi giorni verrà addirittura rilasciata la 2.3, relegando il modello di punta sony Nel paleozoico digitale.

Personalizzazione e Notifiche

Anche nelle versioni meno aggiornate di Android, la personalizzazione è certamente molto più elevata che in qualunque altro OS mobile per cellulari sia mai esistito. E’ possibile cambiare l’applicazione che gestisce i messaggi, quella che gestisce la rubrica, quella per la fotocamera. E’ possibile perfino cambiare la home (il desktop) e il menù icone con altri personalizzati. In Android, tranne che per certi menù di sistema, non c’è niente che non sia modificabile: questo rende l’esperienza utente immensamente più adattabile alle diverse esigenze personali, e, una volta che ci si è lavorato un po' sopra, estremamente gratificante.
La Home Screen (schermata iniziale) di Android presenta inoltre il supporto nativo per i widget, software capaci di fornire informazioni in tempo reale: meteo, credito, notizie, aggiornamenti di social network. I Widget permettono inoltre di attivare/disattivare determinate funzioni dello smartphone (connessione wifi; connessione bluetooth) senza dovere percorrere lunghe sequenze di menù come è necessario fare in altri sistemi operativi. I widget vanno scaricati dal market come normali app, e ne sono presenti alcuni che estendano le funzioni dello smartphone semplificando la vita dell’utente.
In sostanza appare chiaro come Android, grazie alla sua elevatissima “customizzazione” diventi il sistema operativo perfetto per coloro che amano rifinire il proprio cellulare, e si spiega così come raramente due cellulari Android abbiano lo stesso aspetto.
Per quanto riguarda la gestione delle notifiche, Android presenta probabilmente il migliore sistema attualmente disponibile, grazie a un menù a tendina che scorre dal basso verso l’alto presentando di volta in volta chiamate perse, messaggi ricevuti, nuove mail, aggiornamenti delle applicazioni e via dicendo. Le notifiche possono inoltre attivare il LED dello smartphone/tablet in questione, qualora esso lo presenti.

Applicazioni

Come abbiamo visto, in Android il concetto di applicazione è più esteso di quello delle applicazioni di iOS. Mentre in iOS le applicazioni sono software che agiscono dopo essere state lanciate dal sistema operativo di base, in Android le applicazioni possono sostituirsi a quelle native. Possono inoltre integrarsi con la home, come widget che semplifichino la vita dell’utente di cui abbiamo parlato sopra, o come plugin per altre applicazioni. L’ultimo tipo di applicazioni sono i Live Wallpaper (funzione presente da Android 2.1 in su), sfondi animati che, pur essendo esteticamente molto belli, tendono a consumare molto rapidamente la batteria.
Un sicuro punto a favore di Android è che le applicazioni possano essere installate non solo dal market ufficiale ma anche scaricate da siti di produttori esterni e installate a posteriori all’interno del telefono.
Tuttavia a differenza di iOS non è possibile ripristinare in modo comodo le applicazioni perse in caso acquisto di un nuovo modello (nonostante il market tenga comunque memoria dei nostri acquisti e ci permetta di reinstallare tutto senza ulteriori addebiti). Questo problema è causato della mancanza di un software ufficiale di gestione di Android da PC: per quanto questa mancanza sia dettata dalla scelta di rendere i cellulari di Android più “liberi”, un'impostazione del genere finisce per rendere l’utente schiavo della ripetizione di una serie di inutili processi. Processi che certamente possono essere velocizzati con l’utilizzo di appositi software di backup, ma che comunque mancano dell’immediatezza che avrebbe un software studiato appositamente da Google per gestire le applicazioni da Pc. L’utente inesperto si troverà dunque a dover eseguire ricerche infinite per trovare soluzioni a problemi che dovrebbero essere risolvibili con un click di mouse.
Un ulteriore problema è il fatto che le applicazioni non si siano potute installare su SD fino alla versione Froyo (2.2) di Android. Questo, considerata la scarsa memoria interna che generalmente montano i telefoni Android ha rappresentato, e rappresenta tutt’ora, un grosso limite allo sviluppo del market. Per assurdo, proprio i telefoni più economici non solo hanno memorie interne non troppo estese, ma generalmente montano versioni del sistema operativo inferiori alla 2.2: questo si traduce nell’impossibilità dell’utente di potere installare grosse quantità di applicazioni sul telefono. Inoltre molte applicazioni tuttora non si sono aggiornate per il supporto all’installazione su SD e costringono anche gli utenti che attualmente usano Froyo a installarle sulla memoria interna.
Per quanto riguarda il reparto Gaming, Android è in continuo sviluppo, ma tende ad arrancare rispetto ai concorrenti con sistemi operativi chiusi: come abbiamo detto sopra, le applicazioni per Android richiedono fasi di testing estremamente più lunghe di quelle di di iOS, Bada e WebOS. Il processo di testing su una serie di dispositivi richiede ovviamente costi ben più onerosi di quelli per gli altri sistemi, che invece permettono ai developers di testare i propri prodotti su pochissimi device simili tra loro.

Un ultimo appunto va fatto sulla presenza dell’applicazione ufficiale Adobe per il supporto del Flash: essa rappresenta ovviamente un sicuro passo avanti nella fruizione dell’esperienza browsing su Android, ma ricordiamo che Flash è supportato solo da dispositivi con una versione di Android uguale o superiore a 2.2, e che esso comporta l’utilizzo di una grande quantità di risorse del sistema (e conseguentemente una diminuzione della durata della batteria). Si può obiettare che non eseguendo Flash si perdano una serie di contenuti, e che qualunque contenuto complesso tenda a mettere a dura prova la batteria degli smartphone. Per questo motivo l’implementazione dell’esperienza flash è particolarmente importante nel mercato dei Tablet, dove una batteria di maggiore capacità permette di affrontare più tranquillamente la richiesta di maggiori risorse energetiche da parte dell’hardware, e dove l’esperienza web rappresenta la vera raison d'être di questi dispositivi. Tuttavia negli smartphone, per quanto l’esperienza Flash sia godibile (e avere la libertà di scegliere se usarla o meno è un diritto indiscutibile dell’utente), essa finisce per essere spesso disattivata finchè non diventa assolutamente necessaria, in modo da risparmiare energia e risorse.

Browser

Per quanto il browser Android rappresenti probabilmente quanto di meglio la tecnologia abbia da offrire, offrendo grazie ad un incredibile velocità di rendering e al supporto di flash una tecnologia quasi pari a quella di un sistema casalingo, anche esso non può essere promosso a pieni voti. Non tanto per i modelli di punta e per i Tablet, dove la navigazione web è generalmente ottima, ma per i continui errori dei produttori che si associano al marchio Google e finiscono per mortificare l’esperienza utente. Esempi pratici sono la mancanza di multitouch nel browser di tutta la serie X10 e del Toshiba Folio (poi successivamente corretta), e la tendenza dei produttori a “dimenticarsi” di aggiornare con solerzia i propri modelli una volta che essi sono stati sostituiti da un device che occupa la stessa fascia di mercato.
Ovviamente questi sono problemi che variano molto da un produttore all’altro, e che possono evitarsi solo nei dispositivi Google Experience, che non presentando alcuna brandizzazione ricevono aggiornamenti in tempo reale direttamente dall'azienda diretta da Eric Shdimt (attualmente gli unici due dispositivi Google Experience sono il Nexus One e il Nexus S).

Le lacune e i punti di forza di Android

Schematizziamo brevemente i punti di forza e le carenze del Sistema Operativo.

Per quanto riguarda le lacune segnaliamo:
- Mancanza di un comparto Gaming al livello di quello degli OS chiusi
- Frammentarietà del sistema operativo e presenza di versioni del sistema obsolete su terminali di fascia bassa
- Sistema operativo occasionalmente soggetto a blocchi e rallentamenti
- Mancanza di un software di gestione di Android per computer
- Necessità per gli sviluppatori di testare le applicazioni su una moltitudine di dispositivi che di fatto scoraggia lo sviluppo
- Impossibilità di installare molte applicazioni su dispositivi di fascia bassa per i motivi detti sopra
- I software preinstallati sono a volte di grande qualità e a volte scadenti, a discrezione del produttore.
- Minore intuitività rispetto ad altri sistemi operativi

Per quanto riguarda i pregi:
- Grande capacità di personalizzazione del sistema
- Possibilità di visualizzare il flash nel browser
- Possibilità di scegliere l’Hardware a proprio piacimento
- Possibilità di usare il telefono come dispositivo di archiviazione
- Presenza del bluetooth
- Eccezionale sistema di notifiche
- Presenza dei Widget
- Possibilità di installare applicazioni esterne al market

Root e Custom ROM

La procedura di Rooting dei dispositivi Android è estremamente utile: essa permette all’utente di ottenere i massimi privilegi di amministratore, acquisendo la capacità di utilizzare funzionalità altrimenti bloccate dal produttore, come la disinistallazione di programmi preinstallati e il tethering wifi (ossia la condivisione della connesione dati del dispositivo tramite la creazione di una rete wifi ad hoc). Questa procedura non può essere assimilata al jailbreack di iPhone: gran parte delle funzioni aggiunte dal jailbreack su iPhone sono presenti nativamente su Android, e il Root rappresenta solo l’abbattimento di un limite imposto dalla casa produttrice.
Le Custom ROM sono invece firmware non ufficiali creati da community di non professionisti, che permettono di migliorare notevolmente l’esperienza utente, risolvendo spesso problemi di firmware imperfetti rilasciati dal produttore. Bisogna ammettere che spesso la diffusione di queste ROM è legata a doppio filo con i ritardi dei produttori nel rilasciare aggiornamenti per i propri device, oppure ad una inefficiente ottimizzazione del sistema. Non tutti gli utenti hanno la pazienza o l’interesse a installare firmware non originali sui propri dispositvi, così che spesso questa è una procedura utilizzata da una minoranza degli utenti.

Android A chi consigliamo questo sistema operativo? Android è un eccellente sistema operativo, ma l’esperienza d’uso che se ne ricava è strettamente correlata all’Hardware su cui viene eseguito, e alla correttezza che dimostra l’azienda produttrice dell’Hardware nel supportare il proprio prodotto. Potenzialmente perfetto per coloro che amano modificare il software dei prodotti che comprano in base al proprio stile di vita, non rappresenta una scelta ideale per coloro che vogliono un sistema operativo già perfettamente ottimizzato fuori dalla scatola. Non rappresenta una valida alternativa nemmeno per coloro non vogliono spendere grandi quantità di soldi per il proprio smartphone/tablet, pensando tuttavia di ottenere gli stessi risultati di un modello di top gamma. Per quanto buona sia l’esperienza di questo sistema operativo anche su device di fascia bassa, essa non è assolutamente la stessa di quella di device dal prezzo più elevato. Tuttavia Android, con la sua capacità di adattarsi all’utente che impara a conoscerlo, può diventare uno strumento perfetto per semplificare la vita di coloro che lo utilizzano: nonostante qualche problema legato più ai produttori di hardware che all’OS stesso, esso rappresenta al momento probabilmente l’OS con maggiore potenziale sul mercato.