Asus critica Android Wear e CPU e punta ad un'autonomia di sette giorni per lo ZenWatch 2

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Lo ZenWatch di Asus è uno degli smartwatch più belli del mercato, sebbene non sia ancora disponibile in tutto il mondo. Le specifiche tecniche di questo dispositivo indossabile lasciano leggermente a desiderare ma non si allontana molto da quelli più quotati, come LG G Watch o Samsung Gear e suoi “derivati”. Tuttavia la compagnia asiatica ammette che al momento i limiti di questi prodotti sono tanti e, uno in particolare, l’autonomia, sarebbe dovuto al sistema operativo e alle CPU utilizzate. Il software della maggior parte degli smartwatch è, come sappiamo, Android Wear, mentre i chip sono in larga parte quelli ideati e sviluppati per smartphone. A parlare è Jonney Shih, CEO di Asus, che esprime il suo pensiero su questo tipo di problematiche.

ZenWatch è stato definito da noi come il compagno ideale di uno smartphone e pensiamo che ci siano ancora grandi margini di miglioramento. Trattandosi di un “companion device”, l’unità di calcolo centrale e il sistema operativo dovrebbero essere semplificati rispetto alla versione attuale, così da poter durare fino ad una settimana con una singola ricarica, anziché solo un giorno o due”. Parole queste, che potrebbero indicare anche la volontà da parte di Asus di sviluppare uno ZenWatch con autonomia pari a sette giorni, ma al momento ci sembra alquanto improbabile. Apple, l’ultima “big” ad entrare nel settore degli smartwatch, deve vedersela con le medesime problematiche e pare proprio che non riuscirà a garantire agli acquirenti del suo Apple Watch un’autonomia superiore alle 24 ore. Tornando allo ZenWatch di Asus, ricordiamo che chi volesse acquistarlo da store esteri, il suo costo ufficiale è pari a 199 euro e offre un display AMOLED curvo da 1,63 pollici (risoluzione 320×320 pixel), processore Qualcomm Snapdragon 400 da 1,2 GHz, 512 MB di RAM, memoria interna da 4 GB, Bluetooth, cardiofrequenzimetro, microfono e batteria da 1,4 Wh.