Recensione Dragon Ball: Revenge of King Piccolo

Un action adventure davvero ispirato, mescolato con un picchiaduro un po' sottotono

Recensione Dragon Ball: Revenge of King Piccolo
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  • Wii
  • Rilasciato solo qualche mese fa nel paese del sol levante con il titolo Dragon Ball: World’s Greatest Adventure, è ora pronto ad approdare anche in occidente l’ultimo capitolo della saga videoludica di Dragon Ball, targato Namco/Bandai. E’ difficile trovare nella storia dei videogame un brand che sia stato sfruttato tanto quanto quello di Dragon Ball: all’attivo ci sono più di cinquanta titoli che dai tempi del NES sono stati prodotti utilizzando la licenza della serie a fumetti del maestro Akira Toriyama. Cosa ci propone quindi la software house, a ben quindici anni dalla prima pubblicazione a fumetti della saga, e con alle spalle una serie infinita di titoli videoludici? Un felice e ben riuscito ritorno alle origini.

    Le sfere del drago

    L’impianto narrativo del titolo si snoda attraverso le primissime vicende di tutta la saga di Son Goku e compagni. Il nostro eroe, ancora bambino, è alla ricerca delle sette sfere del drago, e si scontra contro l’esercito Red Ribbon e contro il malvagio e ostinato Pilaf. Come suggerisce il titolo, la ben conosciuta trama dell’anime viene riproposta in larga parte nel videogame, sino all’epico scontro con Re Piccolo. Il gioco è quindi diviso in due tronconi narrativi distinti ma contigui, che i fan della serie sanno riconoscere e collocare temporalmente senza alcun problema. La narrazione scorre molto veloce, spesso molti avvenimenti tra un capitolo e l’altro vengono riassunti in pochi capoversi, e per chi non ha mai seguito la serie animata o non ha mai letto i primissimi numeri dell’anime non sarà certo facile seguire il fluire degli eventi. I dialoghi sono in larga parte realizzati con immagini statiche, il doppiaggio è in lingua inglese per la versione PAL, e quindi per seguire la trama bisognerà leggere una discreta quantità di testo a schermo. Di certo non saremo noi a sminuire sceneggiatura e trama che hanno reso l’universo creato da Akira Toriyama, conosciuto ed apprezzato ai quattro angoli del globo. Dragon Ball The Revenge of King Piccolo sfrutta infatti a dovere la licenza, e presenta un comparto narrativo fedele al prodotto fumettistico: un storia che piacerà di sicuro anche a chi non ha mai sentito parlare di Goku e delle sette sfere del drago (più o meno una persona su mille).

    Platform o Picchiaduro?

    Analizzando il gameplay di Dragon Ball Revenge of King Piccolo si può facilmente notare la forte dualità che contraddistingue l’intero impianto ludico del titolo. Iniziando l’Avventura incontreremo una impostazione classica da Platform: una serie di capitoli divisi in livelli, dove ogni “stage” va attraversato sconfiggendo nemici e superando ostacoli. La componente ludica prende già una chiara svolta dopo pochi passi nel primo schema: una volta incontrati i primi nemici appare lampante che in questo gioco non serve saltare in testa agli avversari per sconfiggerli, ma c’è bisogno di saper usare al meglio le doti di combattimento del nostro piccolo e terribile Saiyan. Quando ci troveremo di fronte dei nemici, l’area di gioco sarà bloccata, non potremo avanzare o retrocedere senza aver sconfitto gli avversari (ai lati dello schermo apparirà la scritta “battaglia”). Per avere la meglio su chi ci ostacola dovremo imparare ad utilizzare le mosse in combo di Goku, molto semplici da apprendere e da padroneggiare. Con il tasto A del nostro Wiimote sferreremo i colpi per attaccare, e con il cursore analogico del nunchuk li indirizzeremo a bersaglio. A seconda della tempistica con cui premeremo i tasti otterremo una diversa sequenza di colpi e, mentre lo stick funge insomma da modificatore direzionale. In breve impareremo le tre combo principali del gioco; a queste va aggiunto l’utilizzo fondamentale del tasto Z, comando multi-uso che ci permetterà di compiere azioni speciali: eseguire un micidiale attacco aereo dopo aver scagliato l’avversario in aria con un uppercut, oppure finire un nemico stordito a terra, o ancora afferrare al volo le armi lanciate contro di noi per usarle a nostro vantaggio. E' presente anche il tasto C, che ci fornisce l’indispensabile barriera per proteggerci dagli attacchi nemici. Questo, permuto contemporaneamente ad una direzione sul cursore analogico, farà in modo che Kid Goku esegua una rapida ed efficace schivata. Se è vero che la quantità di combo a nostra disposizione non è molto ampia, per vivacizzare i nostri combattimenti è presente una barra di energia divisa in tre sezioni, che si riempie man mano che i nostri colpi andranno a segno. Ogni volta che riempiremo una sezione potremo lanciare un’onda energetica premendo una direzione qualsiasi sulla croce direzionale del Wiimote. L’effetto della Kamehameha è a dir poco devastante, e ci permetterà di liberarci di un bel po’ di nemici sullo schermo.
    Oltre all'attenzione eccellente per i combattimento, Revenge of King Piccolo mostra altre qualità. Le ricche sezioni platform sono infatti altrettanto ben sviluppate ed appassionanti. Con il tasto B del Wiimote potremo saltare per evitare ostacoli o superare voragini, con il tasto Z potremo utilizzare appositi appigli per superare gap a prima vista incolmabili. Il level design è davvero intricato ed ispirato, ricco sotto tutti i punti di vista. Gli schemi si sviluppano in più dimensioni e ci offrono possibilità esplorative di tutto rispetto. Non c’è infatti una sola direzione da seguire, e potremo avventurarci alla ricerca di oggetti che ci forniranno vari bonus, e concludere il livello soltanto dopo aver recuperato tutti i tesori. L’avanzamento non è mai lineare o scontato, sono presenti sezioni abbastanza ostiche, in cui bisognerà calcolare al millesimo i salti e le azioni da eseguire “on the fly”. Insomma partendo dai nemici dotati di bazooka, con tanto di proiettile da rispedire al destinatario, fino a toccare piattaforme alle quali aggrapparsi con la coda, non mancano simpatici diversivi. L’esperienza platform è assolutamente appagante, forse al di sopra degli standard attuali, e al termine di ogni livello sarà anche fornita una valutazione della prestazione: a seconda del voto ottenuto si avranno in premio Zenie (la cui utilità spiegheremo fra poco), e di sicuro avrete piacere nel rigiocare alcuni livelli alla ricerca di una valutazione migliore.
    Ma, fedele ai canoni classici dell'action advenutre, Revenge of King Piccolo propone al giocatore anche numerosi boss fight. I combattimenti con i nemici di fine stage sono divertenti ed ingegnosi nei primi livelli; purtroppo, proseguendo nell'avventura le routine degli sfidanti si banalizzano, ed il boss fighting diventa sempre più piatto, configurandosi come un puro scontro in stile picchiaduro contro la CPU. Proprio nella seconda parte del gioco si registra un notevole abbassamento della qualità globale. Gli schemi finali non sono altro che scontri uno contro uno: il nostro eroe è infatti impegnato in un torneo di arti marziali, e si perde totalmente il fascino di tutti gli elementi citati fino a questo momento. Le sfide in questione pongono l'accento sui limiti del combat system, che in questi frangenti -lontano dagli assalti di gruppi più vasti- appare riduttivo e non così esaltante. I combattimenti diventano molto statici, proprio perchè gli attacchi sono pochi e le mosse speciali a disposizione non troppo brillanti. Si tratta ovviamente di un male minore: un difetto che che non fa dimenticare i bei momenti passati a girovagare nelle prime ore dell'avventura, ma che fa rimpiangere la scelta degli sviluppatori di non portare pienamente a conclusione il percorso creativo che ha portato alla formulazione di un buonissimo action/adventure. Alcune delle dieci ore necessarie per il completamento, infatti, sembrano davvero scorrere più lente delle altre.
    In ogni caso, nel menù principale si scorge anche la voce “Torneo Mondiale”, una modalità che ripropone proprio la componente da beat'em up, senza riscontrare dunque molto successo. Appassionerà invece i fan la possibilità di spendere le Zenie nel negozio dell’indovina, dove oltre ai potenziamenti per il nostro eroe potremo acquistare i modelli poligonali dei personaggi, le voci originali, le musiche e le cut-scene del gioco. Tutto il materiale bonus acquistato può essere poi utilizzato nella galleria.

    2.5D

    A livello tecnico i programmatori di Bandai hanno fatto un lavoro di notevole spessore, sfruttando a dovere le discrete capacità delle console di casa Nintendo. Graficamente il gioco presenta una particolarità davvero notevole: è sviluppato in 3D ma si presenta come un classico action bidimensionale (come accade per New Super Mario Bros). Questo approccio permette in molti casi dei giochi di regia interessanti. Le sezioni platform, ad esempio, si sviluppano principalmente in orizzontale o in verticale, salvo poi virare improvvisamente verso uno sviluppo anche in profondità dell’azione.
    A livello stilistico, possiamo affermare senza dubbio che il titolo dimostra carattere e personalità. I colori sono molto belli, le texture ambientali sono ben realizzate e anche gli effetti particellari sono ben definiti e convincenti. I modelli poligonali di tutti i personaggi sono davvero ben creati e piuttosto dettagliati. Nonostante qualche poligono manchi alla conta e alle volte si avverta un leggero calo di framerate, il titolo conserva uno spessore artistico di tutto rispetto, che fa risplendere ancora una volta il mito di Dragon Ball sulle console casalinghe. Non male le cutscene, anche se non ne sono presenti tante quante ci si poteva aspettare.
    Ottimo il comparto audio, con le voci dei doppiatori originali dell’anime e con delle musiche di tema ben realizzate.

    Dragon Ball: Revenge of King Piccolo Dragon Ball: Revenge of King PiccoloVersione Analizzata Nintendo WiiAlla fine quello che lascia l’amaro in bocca in Dragon Ball: Revenge of King Piccolo è un finale di avventura completamente dirottato su un altro genere ludico rispetto a quello da cui si parte. Inizialmente ci troveremo di fronte un ottimo platform con elementi da picchiaduro a scorrimento. I primi capitoli sono molto divertenti, contraddistinti da un level design davvero di altri tempi: semplice, solido, vario e straordinariamente efficace. Netta la svolta del gameplay, probabilmente motivata dai fini narrativi, nella parte finale del gioco. Dal genere platform si passa senza soluzione di continuità al picchiaduro 3D, dove un gameplay piuttosto monotono e scialbo fa fortemente rimpiangere le prime ore di avventura. Non lascia dubbi invece il comparto tecnico, ben realizzato anche e soprattutto artisticamente. I programmatori di Bandai si dimostrano ancora una volta maestri nel saper sfruttare le licenze dei Manga e degli Anime più famosi. In conclusione Namco/Bandai ha pensato ad un prodotto indispensabile per tutti i fan della saga. Consigliato anche a chi ha voglia di un platform vecchio stile: per buona parte sarà accontentato da un prodotto tutt'altro che banale.

    7.5

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