Recensione Final Fantasy: The Crystal Bearers

Square Enix prova a rendere "action" Final Fantasy

Final Fantasy Crystal Chronicles: The Crystal Bearers
Recensione: Nintendo Wii
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Disponibile per
  • Wii
  • Quando viene annunciato un nuovo capitolo di una saga dal nome altisonante è quasi sempre l’hype a catturare indiscriminatamente i giocatori, anche senza valutare le “basi di partenza” della produzione stessa.
    E’ in particolar modo questo il caso di Final Fantasy Crystal Chronicles: The Crystal Bearers, che pur fregiandosi di uno dei nomi più importanti nell’intera industria videoludica (Final Fantasy, naturalmente) appartiene alla diramazione Crystal Chronicles, nata molti anni fa su GameCube per “accontentare” anche quella fascia più “casual” di giocatori che non ha tempo/voglia di spendere centinaia d’ore in grinding e farming.
    The Crystal Bearers, annunciato in esclusiva per Nintendo Wii nell’ormai lontano 2005, non vuole discostarsi da questo trend ma promette di declinarlo in molte maniere diverse all’interno del gioco, così da rendere godibile per tutti l’esperienza ludica.
    Il titolo è oramai pronto per il debutto europeo, previsto per il 5 Febbraio 2010.

    Cristalli chiaro-scuri

    Lo storyline di The Crystal Bearers prende il via nei cento anni che intercorrono tra i vecchi e i nuovi episodi di Crystal Chronicles, in cui progressivamente la tecnologia è stata definitivamente abbandonata a favore della magia.
    L’era piuttosto movimentata nella quale il titolo è collocato vede in particolare l’avvento dei cosiddetti Crystal Bearers, “esseri umani” con particolari capacità magiche donate loro da strani cristalli.
    Sin dai primi minuti in game si capisce che costoro sono dei veri e propri reietti della società, dalla quale rifuggono in quanto considerati “mostruosi”.
    Molti Crystal Bearers, compreso il nostro protagonista Layle, sono perciò costretti a lavorare come mercenari per guadagnarsi da vivere, sviluppando in tal modo un attaccamento al danaro ed un ripudio per gli esseri umani che li circondano, che si evince dal marcato egoismo che ne contraddistingue la personalità.
    Proprio per questo, almeno nelle battute iniziali, sarà difficile per il giocatore familiarizzare con un primo attore schivo e menefreghista, totalmente estraneo al classico motto “salviamo il mondo” tipico di questo genere di produzioni.
    Una vicenda inizialmente piuttosto vaporosa, però, si condenserà con il passare delle ore, con l’incontrare nuovi personaggi e, soprattutto, con il mutare caratteriale del protagonista, che si avvicinerà infine ai canoni classici del “buonismo eroico”.
    Nonostante la banalità di alcuni passaggi e la natura piuttosto inframezzata del plot, The Crystal Bearers risulta discretamente godibile per tutte le 25-30 ore di gioco che lo caratterizzano.

    Sin troppo semplificato

    Come abbiamo anticipato, il gameplay di Crystal Bearers, come quello degli altri episodi appartenenti alla serie Crystal Chronicles, si differenzia in toto dal un classico RPG a turni orientale, quale invece è il Final Fantasy che tutti noi abbiamo stampato a fuoco nella mente.
    Questo episodio, in particolare, introduce un nuovo sistema di controlli, quasi totalmente affidato al WiiMote, che fungerà prima di tutto da puntatore per sfruttare i poteri “telecinetici” (se così si possono chiamare) di Layle.
    Secondariamente, nel vero senso della parola, il movimento è affidato allo stick analogico presente sul Nunchuck ed alcune azioni specifiche -come il salto- ai pulsanti A e B.
    Soffermandoci per un attimo sui controlli, senza ancora addentrarci nelle meccaniche di gioco, dobbiamo evidenziare come sin dalle prime battute si evinca una marcata imprecisione nella mappatura degli stessi.
    Il controllo della visuale, affidato -da fermo- al D-pad risulta molto scomodo nel momento in cui Layle si mette in moto e la visuale va centrata riportando il puntatore al centro dello schermo e costringendo il giocatore a mantenere una postura non certo rilassata del braccio.
    Lo stesso potere di sollevamento degli oggetti, peculiarità di Layle, si rivela afflitto da alcune problematiche; spesso, infatti, il sistema scambia i movimenti del WiiMote, invertendo quello dall’alto verso il basso con il suo esatto opposto e procurandoci non pochi problemi, specialmente nelle fasi di combattimento.
    Quelli appena descritti, purtroppo, non sono i maggiori difetti della produzione che, per quanto abbiamo potuto vedere (e per i nostri canoni), non presenta una struttura ludica completamente convincente, e, per quanto immediata e varia, coinvolgente e divertente solo in parte.
    L’intera avventura si può dividere sostanzialmente in tre tronconi, perfettamente accomunati dalle parole del producer, che in una recente intervista dichiarò: “a Crystal Bearers potranno giocare divertendosi anche le nonne”.
    La prima delle tre fasi che si ripeteranno pedissequamente lungo il cammino di Layle sono i mini giochi, piccole sezioni a tempo molto diverse tra loro nelle quali dovremo risolvere un imprevisto utilizzando le peculiarità del WiiMote.
    Tra le prime citiamo, ad esempio, un inseguimento in groppa ai Chochobo durante il quale abbattere alberi e cumuli di pietre per impedire agli inseguitori di raggiungerci, o un’interessante fase shooter durante la quale eliminare dei pericolosi mostri alati.
    Queste fasi, nella maggior parte dei casi, risultano quasi completamente guidate, lasciando al giocatore un ruolo davvero minimale che, alla quarta/quinta situazione del genere, abbassa il tasso di sfida (non possono mai essere fallite) e di divertimento ad un valore molto prossimo allo zero.
    Il secondo troncone è quello esplorativo, nel corso del quale ci imbatteremo in alcune sezioni “da platform” studiate in maniera piuttosto intelligente, seppur non coinvolgano quasi mai (ancora una volta è impossibile fallire) le abilità equilibristiche del giocatore.
    Viene introdotto, in questo caso, il sistema dell’equipaggiamento, che sostituisce quello dell’esperienza e della crescita del personaggio, donandogli nuove capacità e potenziandone le caratteristiche a seconda degli oggetti indossati.
    In Crystal Bearers esiste poi un sistema di crafting che permette al giocatore di combinare molto semplicemente alcuni oggetti con la rara possibilità di ottenerne uno “miracoloso”, ovvero in grado di donare nuove abilità.
    Chiusa questa piccola parentesi pare doveroso sottolineare che, soprattutto in presenza di vaste ambientazioni aperte, la mancanza della classica bussola, di una mini-mappa decente e di una qualsiasi indicazione a schermo che faccia capire al giocatore quale sia il prossimo obiettivo (per non parlare della gestione della telecamera), rende l’esplorazione talvolta frustrante.
    In ultima istanza troviamo gli sporadici combattimenti, veicolati interamente dal già descritto sistema di puntamento tramite WiiMote.
    Le possibilità, in questi casi, sono principalmente due: puntare il nemico, sollevarlo e scagliarlo a terra fino alla sua morte, oppure raccogliere oggetti da terra e scagliarli addosso agli avversari fino ad annientarli.
    Indipendentemente dalla tipologia e dalle caratteristiche dei nemici che ci troveremo ad affrontare lungo il nostro cammino le soluzioni saranno sempre e solo queste.
    Un’eccezione, l’unica in grado di mettere alla prova le nostre abilità e di farci sfruttare tutti i poteri di Layle, è costituita da Boss e mini-Boss, capaci fortunatamente di impegnarci come si converrebbe ad un “vero” RPG.

    Discrete soddisfazioni

    Il comparto tecnico di Final Fantasy Crystal Chronicles: The Crystal Bearers risulta, paragonandolo al più recente panorama Wii, più che discreto.
    I modelli poligonali dei personaggi risultano ben realizzati, così come le animazioni che ne caratterizzano il movimento, fluide e varie.
    Anche la modellazione degli interni è convincente, grazie a strutture particolareggiate ed architettonicamente piacevoli; decisamente diversa la situazione riguardo agli esterni: molto spogli e non altrettanto ben caratterizzati.
    Note dolenti anche per quel che concerne la texturizzazione degli elementi, che pare sin troppo trascurata e poco convincente in ogni frangente del gioco.
    Fortunatamente una buona scelta cromatica, qualche effetto particellare nella media ed una gestione intelligente degli effetti d’illuminazione riesce a far presto dimenticare il non eccelso colpo d’occhio di gran parte delle aree in esterna.
    Assolutamente nella media le campionatura ambientali, accompagnate da una colonna sonora di tutto rispetto e da un doppiaggio inglese molto curato.

    Final Fantasy Crystal Chronicles: The Crystal Bearers Final Fantasy Crystal Chronicles: The Crystal BearersVersione Analizzata Nintendo WiiFinal Fantasy Crystal Chronicles: The Crystal Bearers, indipendentemente dalla console per il quale è stato concepito, ci pare un prodotto poco interessante per il videogiocatore. Indipendentemente dalla sua passione per RPG o Action Game. Una storia abbastanza intrigante (seppur non per tutta la sua durata), la buona caratterizzazione dei personaggi e qualche interessante spunto nelle meccaniche di gioco non bastano a far chiudere gli occhi di fronte a delle pecche nell’implementazione dei comandi e, soprattutto, riguardo ad un gameplay che rimane senza spunti dopo poco tempo e che, boss battle a parte, non riesce mai a catturare davvero l’attenzione del giocatore. A conti fatti non una bocciatura ma un’attestazione di mediocrità che rende l’ultima fatica Square-Enix appetibile solo ai fan che vogliano una panoramica completa sulla Fantasia Finale in tutte le sue sfaccettature.

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