Recensione Let's Tap

Il papà di Sonic ci propone un party game decisamente fuori dagli schemi

Recensione Let's Tap
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Wii
  • Let's Tap è il primo gioco sviluppato da Prope, il team di sviluppo fondato dal celebre Yuji Naka (il papà di Sonic) e sostenuto finanziariamente da SEGA. La principale linea guida seguita da Prope nella sua attività riguarda la creazione di titoli che possano essere giocati indistintamente da bambini e adulti, risultando accessibili grazie a particolari sistemi di controllo e approcci grafici.
    Il titolo in questione incarna alla perfezione questo ideale e stupisce fin da subito per il suo modo a dir poco originale di controllare l'azione a schermo. Se passando davanti al package di Let's Tap vi siete chiesti il perchè delle sue dimensioni superiori alla media, sappiate che siamo in presenza del primo titolo che per essere giocato richiede di colpire freneticamente una scatola di cartone vuota!

    Tip Tap

    La confezione di Let's Tap include due scatole di cartone sulle quali il giocatore deve porre il proprio Wiimote. Posata scatola e controller su di una superficie piana, il metodo di input consiste semplicemente nel picchiettare con le dita sul cartone: le vibrazioni prodotte vengono quindi rilevate dal Wiimote e tradotte nelle varie azioni di gioco. Chiariamo subito che il metodo di controllo funziona, grazie anche alla possibilità di settare la sensibilità del picchiettio in maniera indipendente per ogni giocatore, adattandosi quindi alle diverse superfici su cui ogni telecomando viene poggiato: ogni singolo colpo viene riconosciuto assieme alla sua intensità, ed anche il “doppio click” che permette di selezionare le diverse voci all'interno dei menù risulta comodo da usare.
    Se la scommessa più rischiosa è stata certamente vinta da Prope, sono i minigames che compongono l'esperienza di gioco a non essere sempre all'altezza delle aspettative. I giochi sono in tutto cinque e prevedono delle sezioni dedicate sia al single che al multiplayer, risultando in ogni caso più divertenti quando si gioca in compagnia. Del resto Let's Tap è pensato fin da principio per essere un party game.
    Il primo minigame è Tap Runner. Si tratta di una corsa ad ostacoli in cui l'unico obiettivo è quello di tagliare per primi il traguardo. Le sessioni di gioco sono molto rapide, ma col procedere dei livelli vengono sbloccati tracciati via via più complessi. Oltre al progressivo aumento degli ostacoli e dei power up sparsi lungo la pista, la complessità aumenta anche grazie alla presenza di numerose biforcazioni, alcune più convenienti di altre, che portano al traguardo: nei livelli più avanzati la corsa diventa una sorta di platform game pieno di liane, trampolini, sfere elettriche da evitare e ostacoli di varia natura. Il metodo di controllo consiste nel picchiettare ritmicamente la scatola per far correre il proprio omino, dando un colpo più deciso quando lo si deve far saltare. Tap Runner è immediato e divertente, e la crescente complessità delle piste dà luogo a sfide multigiocatore frenetiche e spesso decise all'ultimo salto.
    Il secondo minigame è Rhythm Tap, un rhythm game che ricorda da vicino titoli come Donkey Konga o Taiko no Tatsujin. Scelta una delle 20 canzoni, vengono visualizzate delle linee orizzontali (una per ogni giocatore) sulle quali scorrono delle icone di varie dimensioni: quando un'icona raggiunge l'estremità sinistra dello schermo il giocatore deve battere con la giusta intensità ed in questo modo seguire il ritmo del brano. La meccanica di gioco ultra collaudata è ben supportata dal sistema di controllo, e le traccie proposte (un misto di j-pop e musica techno) ben si adattano all'atmosfera di gioco risultando sempre orecchiabili. È poi azzeccato il modo in cui alcune porzioni di brano risultino diverse per ogni giocatore, incentivando i “musicisti” a coordinare i propri movimenti.
    Silent Blocks è un puzzle game che ricorda da vicino il classico Jenga. Ogni giocatore è chiamato a rimuovere un blocco alla volta da una torre decisamente instabile: scelto un tassello e la direzione in cui rimuoverlo, un leggero ticchettio sulla scatola permette di sfilarlo; ovviamente dei colpi troppo bruschi porterebbero al crollo della struttura. Lo scopo del gioco è quello di fare entrare in contatto gruppi di tre o più blocchi dello stesso colore, in modo che scompaiano lasciando il posto e particolari tasselli metallici, anch'essi da far sparire fino ad arrivare all'agognato blocco di diamante. Nonostante la struttura di gioco sia interessante, Silent Blocks è penalizzato da un ritmo di gioco troppo lento per adattarsi alla natura festosa del titolo, ed anche la modalità multiplayer non brilla per divertimento.
    Bubble Voyager presenta invece due gameplay molto diversi a seconda che ci si giochi da soli o in compagnia. La modalità single player, denominata Endless Voyage, richiede che il giocatore manovri una sorta di omino spaziale, picchiettando leggermente per mantenerlo a galla nel suo volo e dando un colpo più deciso per fargli sparare un missile. Il percorso da affrontare, infinito ma suddiviso in sezione alla fine delle quali è richiesto l'atterraggio su di un'apposita piattaforma, si popola via via di ostacoli da evitare o eliminare a suon di missili, e di power up utili a recuperare una parte di energia o utilizzare armi più potenti ed efficaci. Nella sua variante multiplayer, denominata Battlefield, il gioco cambia totalmente. La visuale è ora posta in alto rispetto all'azione, ed il personaggio guidato da ogni giocatore ruota continuamente su se stesso: ora un colpetto leggero darà un'accelerazione nella direzione attuale, mentre un picchiettio più deciso permette di sparare un missile. L'area di gioco è fissa e i giocatori uscendo da un'estremità dello schermo rientrano dal punto diametralmente opposto; lo scopo del gioco è ora di eliminare gli altri partecipanti fino a rimanere gli ultimi in vita. Neanche Bubble Voyager risulta pienamente convincente, sia giocato da soli che in gruppo: nel primo caso il minigame presenta una meccanica troppo semplicistica mentre nel secondo l'azione risulta confusionaria, soprattutto a causa del modo in cui i personaggi si spostano per lo schermo.
    L'ultimo minigame ha in realtà ben poco di puramente ludico. Visualizer è una raccolta di cinque esperienze audiovisive: il giocatore può interagire con le immagini visualizzate picchiettando in vario modo sulla scatola. Per fare un esempio, in Fireworks viene mostrato lo skyline notturno di una città, ed i nostri colpi danno luogo allo scoppio di fuochi d'artificio di varie dimensioni; concatenando particolari serie di colpi di varia intensità verranno visualizzati fuochi pirotecnici di forme particolari. Le varie sezioni di Visualizer, giocabili singolarmente o concatenabili in modo da cambiare ogni tot secondi, rappresentano un esperimento a suo modo interessante, ma difficilmente si sentirà il bisogno di esplorare a fondo tali modalità dopo averle provate per la prima volta.

    Due su Cinque

    Tirando le somme dell'esperienza ludica offerta da Let's Tap, ci sentiamo di promuovere a pieni voti unicamente Tap Runner e Rhythm Tap, gli unici due minigame in grado di tenere vivo l'interesse dei giocatori per un tempo ragionevole. Le folli corse lungo piste colme di bivi e ostacoli e le sessioni ritmiche all'ultimo tap ben si adattano allo spirito del party game del titolo. Al contrario, Silent Blocks, Bubble Voyager e Visualizer non sembrano in grado di riscuotere lo stesso consenso, a causa dei diversi gameplay rispettivamente poco adatto al multiplayer, confusionario e sostanzialmente assente, ed in ogni caso semplicistici.
    Lo stile artistico che permea Let's Tap, pur dando una prima impressione di eccessiva semplicità, si rivela adatto all'appeal generale del titolo. Ad esempio, gli stilizzatissimi omini di vario colore impegnati in Tap Runner risultano sulla lunga distanza simpatici e ben caratterizzati, grazie alle animazioni legate ai vari ostacoli dei tracciati: è esilarante vedere un omino essere vittima di una devastante scarica elettrica e accasciarsi sulla pista. Promosso anche il comparto sonoro, in cui spiccano le tracce utilizzate in Rhythm Tap ed il tema principale del titolo, uno dei motivi più orecchiabili e provocanti assuefazione degli ultimi anni: visualizzata la schermata principale del gioco è impossibile trattenersi dal cominciare a ballare e gridare “Let's Tap!”.

    Let's Catch

    I giocatori che hanno acquistato l'unico altro titolo finora pubblicato da Prope (Let's Catch, disponibile su WiiWare) avranno a disposizione alcune opzioni di gioco aggiuntive. Nello specifico si tratta di 4 canzoni aggiuntive per Rhythm Tap e due nuove modalità, una per Silent Blocks e una per Visualizer.
    Non si spaventi chi non ha intenzione di comprare Let's Catch: gli stessi bonus sono sbloccabili raggiungendo determinati obiettivi di gioco.

    Let's Tap Let's TapVersione Analizzata Nintendo WiiLet's Tap non riesce a convincere appieno, non a causa del particolarissimo sistema di controllo (che si dimostra divertente e accurato), ma per colpa dell'assortimento di minigame globalmente non all'altezza delle aspettative. Solo due sezioni su cinque si dimostrano appassionanti, specie in compagnia di amici, mentre le restanti tre non riescono a divertire più di tanto i giocatori. Non un titolo da buttare quindi, ma di certo un'occasione mancata da parte del mitico Yuji Naka; speriamo ad ogni modo che lo storico game designer continui il suo viaggio alla ricerca di gameplay sperimentali e innovativi.

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