Recensione Toribash

Recensito il picchiaduro a turni che arriva direttamente dal mercato Indie

Recensione Toribash
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  • Wii
  • Del successo della piattaforma WiiWare abbiamo avuto modo di parlare diverse volte. Con tali potenzialità a disposizione appare più che logico che numerosi team di sviluppatori di piccole dimensioni vi indirizzino le proprie risorse ed i propri sforzi, con la speranza di poter ottenere dal grande pubblico le stesse gratificazioni ricevute dalla stampa specializzata. Per questo motivo il servizio di distribuzione di contenuti digitali stabilito su Wii, accanto a titoli completamente nuovi e a remake di vecchie glorie, conta anche di molti progetti derivati da PC e trasferiti sulla bianca console, alla ricerca di un successo di larghe dimensioni (è l’esempio di World of Goo, tanto per intenderci).
    Proprio con questa dichiarazione d’intenti i Nabi Studios, sotto la guida di Hampus Söderström, hanno trasposto sulla bianca console Nintendo un titolo dal nome e dalle caratteristiche assai peculiari, Toribash, già disponibile in maniera del tutto gratuita per PC.

    Botte tra manichini

    Come si può evincere dal nome, è un picchiaduro. Un picchiaduro assai anomalo però, dato che i combattimenti sono a turni: tale dinamica è imposta dalla possibilità, da parte del giocatore, di selezionare alternativamente quali parti del corpo far muovere al proprio Tori, ovvero il proprio combattivo avatar. Il tori non è nient’altro che una bambola, assai simile alle rag doll utilizzate nello sviluppo per la localizzazione dei danni ed altre amenità varie: consta quindi di una struttura fisica assai semplice, nella quale però sono evidenziati alcuni snodi anatomici particolari, da attivare, contraendoli o rilassandoli, al fine dei prodursi in mosse assai varie. Per esempio per sferrare un calcio sarà necessario agire sulle giunture delle gambe, per abbrancare l’avversario sulle mani, e così via, per combinazioni iniziali assai basilari, ma che con un po’ di pratica possono diventare veri e propri balletti di morte, agendo più volte e su più punti man mano che la nostra bambola si muove.
    Ai fini della risoluzione del combattimento sono determinanti numerose variabili, a seconda poi della modalità di gioco prescelta, che varia da quella classica ad altre denominate, ad esempio, “sumo” o “kickboxing”: elementi distintivi delle modalità saranno la grandezza del ring, la distanza iniziale degli sfidanti, o l’esistenza di varie regole che impediranno a stabilite parti del corpo di toccar terra, pena squalifica. Ad ogni modo il fattore che maggiormente influirà ai fini di determinare il vincitore dello scontro sarà il punteggio ottenuto, che incrementerà a seconda delle mosse effettuate: una decapitazione, o una serie particolarmente spettacolare di colpi garantiranno, oltre che spettacolarità, valutazioni assai elevate. Tale focus sul punteggio è fondamentalmente la chiave di volta dell’impianto ludico: se infatti la modalità in singolo funge praticamente solo da tutorial, quella multiplayer permetterà di sfidare altri giocatori, con la possibilità di sconfiggerli ed umiliarli nel modo più coreografico possibile. Inoltre i punteggi più alti possono essere inviati tramite Wi-Fi Connection, ai fini di stabilire una classifica dei migliori giocatori, così come possono essere spediti ai propri amici i replay delle evoluzioni più sanguinolente.

    Bashing Toribash

    Quanto descritto può risultare di certo intrigante agli occhi di giocatori alla ricerca di qualcosa davvero particolare, ma c’è ampia differenza tra quanto viene promesso e quanto è possibile realizzare senza estrema pazienza e dedizione completa. Anche nel tutorial proposto infatti, non è mai ben chiaro il rapporto tra l’azione del giocatore e quanto si produce a schermo, andando subito quindi ad intaccare profondamente uno dei pilastri di una struttura ludica coerente. E’ vero che, prima di far finire il turno, producendo il movimento del manichino, è possibile vedere tramite un fantasma quello che andremmo a produrre, ma tale dinamica è sottomessa totalmente ad un processo di trial and error, dove però, e qui altra nota di demerito, la ripetizione costante non assicura in nessun modo miglioramenti significativi. Si è soggetti al caso, in maniera eccessiva e controproducente, dato che ben presto ci si stuferà di provare ad effettuare anche i movimenti più basilari. A contribuire alla confusione totale c’è un sistema di controllo francamente imbarazzante. Se la versione PC beneficia di un controllo rapido e preciso, tramite mouse, non si capisce come su Wii non sia stato utilizzato il puntatore, assegnando invece alla croce direzionale la selezione delle giunture, ed al nunchaku (si, sarà necessario persino quello) lo spostamento della telecamera.
    Più che un gioco Toribash sembra quindi un tool di sviluppo uscito male, e tale sensazione è amplificata da un comparto tecnico ridotto all’osso: parzialmente scusabile la scelta di riproporre la stessa veste grafica della versione PC, dettata da ragioni stilistiche, per un risultato tutto sommato nemmeno tanto sgradevole; totalmente inesistente, se non per qualche effetto, il comparto audio.

    Toribash ToribashVersione Analizzata Nintendo WiiIl successo di critica ottenuto da Toribash (almeno nella versione PC), non deve ingannare chi cerca in un videogioco nient’altro che puro divertimento. Il titolo creato da Hampus Söderström è estremamente autoreferenziale, e sebbene si siano sviluppate persino community ad esso dedicate, non ha non solo l’accessibilità, ma soprattutto la qualità necessaria per rappresentare un prodotto valido. Per riuscire ad ottenere risultati decenti è necessaria una dedizione che va oltre la passione: e se proprio si vuole provarlo, c’è sempre la versione gratuita.

    5.5

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