Recensione Brothers in Arms Double time

Il D-Day rivive su Wii

Recensione Brothers in Arms Double time
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  • Wii
  • D-Day

    La serie di Brothers in Arms nasce nel 2005, per mano dei talentuosi Gearbox, già apprezzatissimi autori di due espansioni per il primo Half Life. Grazie ad una storia coinvolgente (ispirata al celeberrimo serial televisivo Band of Brothers) e ad un gameplay perfettamente bilanciato che alterna momenti di azione pura con altri più riflessivi, il gioco fu subito un successo e ben presto arrivò un seguito, intitolato Earned in Blood. La saga oggi sta continuando su Xbox360 e Playstation 3 con l'uscita di Hell's Highway, terzo episodio della serie, che continua a seguire le drammatiche vicende seguenti allo sbarco in Normandia.Ubisoft su Wii ha deciso di seguire una strategia diversa: anziché proporre una versione ad hoc del terzo capitolo che, facendo uso dell'Unreal Engine 3, mal si presta ad una conversione per la console Nintendo, ha riadattato a misura di WiiMote i due capitoli usciti nel 2005. Ed il risultato, seppur non privo di pecche, è piuttosto interessante.

    Un solo fronte, due storie

    In Road to Hill 30, primo episodio storico della serie, vestiremo i panni del sergente Matt Baker, in forza nella 101esima divisione aviotrasportata, nei giorni immediatamente successivi al D-Day. Le vicende di Baker e dei suoi commilitoni sono ispirate alla storia vera della squadra di paracadutisti che, dopo l'abbattimento del loro aereo, si sono mossi in territorio tedesco partecipando alla difesa della famosa collina numero 30, una delle più importanti battaglie del 1944. Seguendo il trend iniziato da Half Life, in Road to Hill 30 non ci sono cut scenes, e seguiamo il dipanarsi delle vicende sempre e solo dagli occhi del sergente Baker. Ogni capitolo viene introdotto dalla sua voce fuori campo che, come in un immaginario flashback, esprime stati d'animo e commenti.La componente narrativa di Brothers in Arms è ottimamente realizzata, con un doppiaggio di buon livello ed un'attenzione non comune alla psicologia del protagonista e dei comprimari, che facilita la catarsi drammatica del giocatore. Avanzando verso la collina numero 30 sentiremo il nostro zaino sempre più pesante e, soprattutto, dovremo fare i conti con la responsabilità del comando; sarà infatti necessario organizzare bene lo spiegamento dei nostri uomini per sopravvivere alla maggior parte dei combattimenti, soprattutto nei livelli più avanzati dove la superiorità numerica dei tedeschi si farà sentire. Nel corso del gioco attraverseremo i teatri di guerra più importanti del nord della Francia, da Omaha Beach fino alla cattura del paesino di Saint Sauveur le Vicomte attraverso una Normandia devastata dall'avanzata del conflitto.Parallelamente, il secondo episodio, Earned in Blood, segue una linea narrativa complementare rispetto a quella di Road to Hill 30, concentrandosi sulla storia del colonnello (ai tempi solo soldato semplice) L. A. Marshall che, dopo aver servito per breve tempo nella squadra del sergente Baker, fu inviato in a difendere la roccaforte di Carentan con un'altra squadra. In maniera perfettamente circolare Earned in Blood si conclude anch'esso nei pressi di Saint Sauveur le Vicomte, chiudendo idealmente le vicende della 101esima aviotrasportata.I due giochi, dunque, coprono esattamente lo stesso periodo storico, anzi possiamo addirittura dire che si svolgono entrambi nella stessa settimana. Questa prospettiva per certi versi limitata è uno dei punti di forza del pacchetto. Giocando, infatti, avremo la sensazione di muoverci in posti familiari e ben presto le nebbiose spiagge normanne diventeranno la nostra nuova casa, che abiteremo insieme ai nostri compagni d'armi.Al contrario di altri titoli incentrati sulla Seconda Guerra Mondiale, come Call of Duty per esempio, Brothers in Arms non cerca la spettacolarità. Nel gioco mancano quei momenti epici che si ritrovano in molte produzioni affini; l'interesse primario dei Gearbox è la ricostruzione dei rapporti che si instauravano fra commilitoni, preferendo così concentrare l'attenzione del giocatore ai "piccoli passi" piuttosto che alle grandi manovre militari. Ci capiterà così spesso di seguire da lontano, magari nascosti in un casolare abbandonato, l'avanzata degli alleati o l'arrivo della Luftwaffe, tuttavia senza mai prendere parte diretta alle battaglie campali. In questo modo ogni personaggio, compreso il protagonista, assume uno spessore tutto suo e non viene schiacciato dalla tragicità degli eventi bellici. Il lavoro dei Gearbox da questo punto di vista, dunque, è assolutamente da premiare: pochi giochi affrontano il tema della guerra in maniera tanto matura e partecipata quanto Brothers in Arms.

    La sacca di Dunkerque

    Lavorando sulla conversione per Wii i Gearbox, con la collaborazione dei Demiurge Studios hanno appreso la lezione di Metroid Prime 3 e l'hanno reinventata con alcuni perfezionamenti non da poco. Come da tradizione useremo l'analogico per muoverci mentre spostando il WiiMote sposteremo il mirino e, di conseguenza lo sguardo. Con il tasto B spareremo mentre con C potremo accovacciarci. La croce direzionale sarà invece usata per attivare tutta una serie di azioni sensibili al contesto, come armare una carica di plastico o usare postazioni di fuoco fisse. L'unica vera pecca del sistema di controllo è l'impossibilità di saltare, che costringe a seguire degli itinerari non troppo sensati (perché dovremmo seguire una strada quando potremmo semplicemente scavalcare il muretto che  vi corre a fianco?) e sminuisce le pretese realistiche del titolo.Fin qui però sembra di sentire una canzone fin troppo prevedibile. Dove Brothers in Arms Wii eccelle è il controllo dei propri commilitoni. Premendo A infatti apparirà a schermo un mirino che ci permetterà di scegliere in quale luogo inviare la nostra squadra, decidendo se mandarla all'attacco o usare una tattica di accerchiamento. Per dare l'ordine definitivo dovremo inclinare il telecomando in avanti, esattamente come se stessimo veramente dando l'ordine nel codice militare standard, mentre per organizzare la ritirata ci basterà ruotare il nunchuck alzando il braccio in alto, disegnando dei piccoli cerchi in aria. Il sistema è veramente immersivo e funziona piuttosto bene, solo in rarissimi casi è capitato di dare l'ordine sbagliato o che i nostri soldati non capissero gli input. L'unica pecca di questo sistema è data dall'intelligenza artificiale dei personaggi controllati dal computer, che nelle situazioni più concitate tendono ad assumere un atteggiamento fin troppo aggressivo (quasi da Kamikaze) vanificando anche la strategia offensiva più elaborata. Nonostante queste pecche, che Gearbox effettivamente avrebbe potuto sistemare (dal momento che affliggevano anche la versione per PC già nel 2005), il gameplay di Brothers in Arms è tutt'altro che disprezzabile e sorprenderà molti giocatori per la sua carica immersiva.Arriviamo ora alle dolenti note. Se l'impegno profuso nell'adattamento dei comandi è da ammirare non possiamo dire altrettanto del comparto grafico di Brother in Arms. Il gioco, nascendo sulla piattaforma dell'Unreal Engine 2 sarebbe stato facilmente convertibile su Wii senza perdite di qualità. Gearbox invece ha preferito la soluzione facilona, segando le gambe al motore grafico e fisico ed abbassando drasticamente la risoluzione di tutte le texture. Gli shader sono spariti completamente, così come l'interattività degli elementi scenografici; tutto questo limita fortemente l'esperienza di gioco e finisce per vanificare buona parte delle ottime idee . Risulta infatti piuttosto difficile immedesimarsi su un campo di battaglia in cui addirittura i cumuli di foglie sono resistenti come piloni di cemento armato. L'evidente downgrade grafico, fra l'altro, non si è neppure accompagnato ad un miglioramento del frame rate: il gioco infatti gira a 30 frame per secondo, a volte molto traballanti, dimostrando in maniera incontrovertibile che, più che ad un lavoro di ottimizzazione, abbiamo assistito ad un'opera di taglia e cuci, per altro poco riuscita. Peccato davvero, dato che questo doppio pacchetto di Brothers in Arms aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori FPS per Wii. L'incuria per la componente tecnica invece lo costringe nel triste limbo della mediocrità.

    Brothers in Arms Double time Brothers in Arms Double timeVersione Analizzata Nintendo WiiBrothers in Arms: Double Time è una bella idea frustrata da una pessima realizzazione tecnica. A fare da contralaltare a dei comandi molto interessanti troviamo infatti un engine grafico che sfigurerebbe anche su Playstation 2 ed una IA che si sarebbe meritata quantomeno una revisione generale. Il gioco tuttavia raggiunge la sufficienza per l'inedito confronto con il contesto bellico e perchè è doveroso premiare il tentativo dei Gearbox di proporre un WiiMake che non sia solo una mera mossa di marketing. Chi non si farà scoraggiare dalle inguardabili texture che ricoprono ogni oggetto troverà comunque di che divertirsi; agli amanti del genere e del setting consigliamo dunque di dare una possibilità a questo gioco, pur con tutte le riserve sopra elencate.

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