Recensione Little Inferno

Un titolo bruciante.

Recensione Little Inferno
Articolo a cura di
Disponibile per
  • iPad
  • Wii U
  • Pc
  • Quando hai sviluppato quello che è di fatto il miglior titolo in digital delivery per l'ormai pensionata Wii, le aspettative per il tuo secondo prodotto non possono che essere altissime. Chissà dunque se un po' d'ansia la sentono anche Kyle Gabler e Allan Blomquist, che furono al timone dello sviluppo di World of Goo e che ci propongono oggi, al lancio della nuova console Nintendo, l'intrigante Little Inferno.
    In verità al duo si è aggiunto anche Kyle Gray, creatore di quel piccolo gioiellino che è Henry Hatsworth in the Puzzling Adventure, e quindi la neonata Tomorrow Corporation ha se non altro i talenti per sfondare.
    E per fortuna l'estro creativo di questo trio visionario si concretizza in un prodotto davvero audace, che abbraccia uno sperimentalismo di rottura per imbastire un sottile discorso sul consumismo, sulla solitudine, sul bisogno di calore che ognuno di noi manifesta. Little Inferno è un non-gioco che ha una sua puntigliosa poesia, che illumina e riscalda la Line-Up di lancio WiiU come pochi altri prodotti sanno fare.

    Little Inferno Entertainment Fireplace

    Congratulazioni! Adesso sei anche tu un fortunato possessore dell'entertainment system più caldo che ci sia: il Little Inferno Fireplace, un caminetto in cui puoi bruciare di tutto. Vogliamo provare? Cominciamo dalle condizioni di utilizzo, che tanto lo sappiamo che non le legge mai nessuno: si prendono i fogli (mettiamoci anche le istruzioni), si trascinano in quella che sarà praticamente l'unica schermata di gioco, e si comincia a bruciare accendendo il fuoco con un semplice tocco.
    Tutto qui. Le fiamme divampano, i bordi delle pagine si accartocciano, bruniti, e poi svaniscono purificati dalle fiamme.
    Per il solo fatto di aver bruciato qualcosa, però, ti meriti un premio. Un bel gruzzoletto di monete, grazie al quale fare compere spulciando i cataloghi di uno dei tanti “Mail Shop”. All'inizio si possono comprare poche cose: vecchie sveglie, mattoncini colorati, pannocchie di granturco e pile alcaline. Il loro scopo? Solamente quello di bruciare. Perchè il mondo, là fuori, è sempre più freddo, sferzato da nevicate interminabili, e l'unica cosa che possiamo fare per sentirci meglio è restare al caldo. Ma ecco: possiamo farlo con calma, senza il pericolo di finire assiderati. In Little Inferno decidiamo noi cosa bruciare, quando bruciarlo, e come accatastare tutti gli oggetti che finiranno in cenere.

    Il gioco è abbastanza perentorio nel sottolineare che in fondo non c'è uno scopo vero e proprio per imbastire questo falò. E non c'è neppure un livello di difficoltà: ogni oggetto bruciato concede più monete di quanto è costato. Insomma: si brucia per bruciare, osservando le fiamme che danzano flessuose nel nostro scintillante caminetto.
    C'è però un'evidente senso di progressione, in quella che è l'esperienza di gioco con Little Inferno. Una volta bruciati tutti gli oggetti presenti nel catalogo, ad esempio, è possibile avere accesso a nuovi inventari, così da scoprire altri ninnoli e chincaglierie da ridurre in cenere. Per sbloccare i nuovi cataloghi bisogna però indovinare delle “combo” speciali, mettendo insieme oggetti particolari. Unico indizio, il fantasioso nome di questo mix. Di fronte a “coniglietto pasquale” viene quasi naturale bruciare un pupazzo dalle lunghe orecchie e qualche uova colorata, e pure “caffè ghiacciato” non ha bisogno di ulteriori specificazioni. Ma andando avanti, e sbloccando sempre più cataloghi “a tema”, le cose cominciano a farsi interessanti. Grazie ad un po' di citazionismo videoludico (divertitevi a scoprire la “World of Goo” combo) e a qualche set di oggetti davvero indovinato (bellissimo il pacchetto “lifestyle”), Little Inferno riesce a trattenere costantemente l'attenzione del giocatore, che brucia proprio di tutto e lo fa con grande foga, incuriosito anche dalle insolite reazioni di molti oggetti. Nel caminetto di Tomorrow Corporation finisce del resto ogni cosa: lattine che esplodono quando si surriscaldano, uova di insetto che materializzano sciami di mosche, funghi che disseminano le loro spore e strani miscugli chimici che tingono le fiamme di un verde acceso. Ogni oggetto che si brucia è una piccola sorpresa.

    E poi di tanto in tanto ci sono le lettere, recapitate affannosamente nella nostra comunque colma cassetta della posta. Anche quelle finiscono ovviamente in fiamme, ma ci fanno sentire un po' meno soli. Siano esse le missive di un meteorologo impazzito, intento a pontificare sulla fine dei giorni, siano le blande dolcezze della nostra vicina, con cui ci scambiamo regali per sentire un po' di calore umano (che quello del caminetto non sempre basta). Attraverso queste lettere si consuma la parabola narrativa di Little Inferno, nascosta e impercettibile, ma sempre pronta ad illuminare con una luce nuova il gioco stesso. Bastano poche frasi per farci riflettere su quello che stiamo facendo: sulla natura ipnotica dell'intrattenimento digitale e della televisione, sul meccanismo bieco e inarrestabile di un consumismo che arriva a bruciare anche i valori, i ricordi, le vite.
    Mentre continuiamo a sfogliare i cataloghi, plagiati da una musichetta forzatamente ottimista; mentre diamo fuoco ad ogni cosa per il piacere di guardare, e di guadagnare qualche soldo, si fa strada una sensazione amarissima, una tenue inquietudine esistenziale. Con lo sguardo fisso sullo schermo, torniamo a sentirci poveri e soli. E non ci resta che considerare un po' più pensosamente l'etica “distruttiva” di questa nostra società.

    Little Inferno Little InfernoVersione Analizzata Wii ULittle Inferno è un titolo criptico. Sarà sicuramente troppo “fumoso” per molti, che troveranno esoso il prezzo a cui è proposto, a fronte di un'esperienza ludica in fondo poco consistente, quasi impalpabile. In Little Inferno, del resto, non c'è uno scopo; non c'è sfida. Eppure rovistando fra la cenere si scopre la sostanza particolare del progetto Tomorrow Entertainment. Little Inferno è un titolo magnetico, affascinante, che parla a suo modo dell'isolamento e della solitudine, e di un sistema produttivo che -alimentandosi da solo, bruciando le risorse che produce- non può che scoppiare. E' un prodotto che ragiona di tante cose, con un'economia espressiva che è propria delle grandi opere. Ma anche se doveste prenderlo in maniera un po' più superficiale, come una sorta di “accalorato” sandbox, potrebbe regalarvi qualche soddisfazione. Se insomma non vi spaventa uno sperimentalismo così marcato da rendere Little Inferno un progetto liminale -sotteso su un vuoto interiore, capace di guardarlo senza timore- acquistatelo senza patemi. Potreste davvero scaldarvi un po'. Ché è freddo, là fuori.

    8

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