Recensione Super Mario 3D World

La nuova incarnazione del platform Nintendo per eccellenza è un altro di quei capitoli dai livelli e dalle trovate inesauribili

Super Mario 3D World
Recensione: Wii U
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  • Wii U
  • E' sempre il solito, Mario. Si azzuffa con Bowser, insegue la gonnella rosa di Peach, salta per le piane del regno dei funghi aggrappandosi a qualsiasi asta con la bandiera abbassata.
    Ormai, in trent'anni, abbiamo imparato a conoscerlo bene. Così bene che ogni volta che esce un nuovo capitolo del platform targato Nintendo c'è sempre qualcuno pronto a lamentarsi, bofonchiando appunto: "è sempre il solito".
    Vero è che fra Kart, racchette e giochi olimpici, la baffuta mascotte rischia un po' di sovraesposizione, ma quando si arriva ai platform, e soprattutto a quelli 3D, bisognerebbe usare un po' più di cautela prima di giudicare. Del resto la storia tridimensionale di Mario è fatta di smisurate rivoluzioni, fra gli schizzi del Sunshine e le parabole planetarie di Galaxy.
    Ecco: Super Mario 3D World è un altro di quei capitoli che sono in qualche modo tutti nuovi. Manca lo sperimentalismo sul fronte delle dinamiche di gioco: qui non ci sono equilibrismi gravitazionali o aspiratori, e il titolo rientra nei canoni del platform 3D più classico (quello inventato da Mario 64, per intenderci). Eppure, Super Mario 3D World è un concentrato inesauribile di livelli mai visti, trovate ardite, soluzioni che deviano totalmente dalla norma.
    E' insomma un titolo regolare ma stranissimo, che stage dopo stage si diverte a sorprendere i fan di vecchia data con trovate sempre nuove.

    Inesauribile!

    Sarà stato il titolo a trarci in inganno, oppure la selezione di livelli che avevamo affrontato negli incontri preliminari con Super Mario 3D World: sulle prime il nuovo platform Nintendo ci era sembrato quasi una versione "allargata" dell'ultimo episodio portatile, quel bellissimo "3D Land" uscito su 3DS due anni fa.
    Non ci sarebbe stato niente di male, s'intenda, dal momento che pure l'episodio "tascabile" era riuscitissimo. Ma per un motivo o per l'altro inizialmente non era scoccata la scintilla.
    E invece, ecco che appena avviato l'episodio Wii U succede qualcosa di strano. Super Mario 3D World si allontana dalla tradizione fin dalle spicciole premesse narrative. Stavolta non sarà Peach che finirà tra le grinfie di Bowser, bensì sette fatine dai colori dell'arcobaleno. La principessa in rosa, anzi, si unirà alla caccia, accompagnando Mario, Luigi e Toad attraverso i mondi che compongono la mappa di gioco.
    Il fatto che su questa ci si possa muovere (quasi) liberamente, uscendo dal sentiero che solitamente ci costringeva a procedere di livello in livello, è un ulteriore indizio dell'evidente rottura con il passato che Nintendo vuole mettere sotto gli occhi di tutti.
    La vera sorpresa si ha però quando ci infiliamo nel primo stage: neppure siamo partiti e scopriamo di poter scegliere uno dei quattro personaggi, ciascuno con una sua particolare dinamica di salto e di corsa. Peach sgambetta a mezz'aria per allungare le traiettorie dei salti ma, forse infastidita dalla gonna, zampetta più lentamente degli altri. Il piccolo Toad, al contrario, schizza come un missile, mentre il dinoccolato Luigi salta altissimo e deforma tutte le parabole dei suoi balzi.
    Anche decidendo di impersonare Mario i primi momenti di gioco vanno spesi per metabolizzare un'inerzia tutta nuova: il nostro baffuto eroe, sulle prime, corre in maniera regolare, ma dopo qualche passo esegue uno sprint e si lascia dietro una nuvola densissima di fumo poligonale. Questo strano scatto, durante il quale il controllo del personaggio si fa un po' più complesso, è solo il primo indizio di un una fisica rivista, smussata, capovolta rispetto agli episodi più regolari.
    Le differenze fra i vari personaggi, in ogni caso, non influenzano troppo l'approccio agli stage, e la scelta resta -in linea di massima- una questione di pura preferenza: se non sarà l'estetica o la simpatia per uno dei protagonisti a spingerci, sarà al massimo il ritmo dei salti e della corsa.

    "Super Mario 3D World è senza dubbio alcuno il più importante intervento di riscrittura delle dinamiche classiche della serie dai tempi del Nintendo 64"

    Che sia con Peach o con Luigi, serve comunque un po' di tempo per prendere confidenza con il gameplay, orientarsi nei piccoli mondi tridimensionali e ritrovarsi a proprio agio.
    L'impostazione globale di Super Mario 3D World è comunque rassicurante, soprattutto nei primi stage. I livelli presentano sequenze tutto sommato tradizionali, vecchi nemici, e insomma ci si sente globalmente a casa. Ma poi arrivano i nuovi Power-Up, a sconvolgere l'orizzonte di attesa dei fan. La tuta da gatto (Neko Suit) permette di attaccare i nemici con una zampata, ma anche di arrampicarsi sulle pareti e raggiungere parti dello stage brillantemente nascoste. Più avanti, sul ghiaccio, possiamo infilarci in un enorme pattino che ci permette di scivolare mollemente, e c'è persino una ciliegia (sembra uscita da PacMan) che fa apparire una copia identica del nostro personaggio: pensate ad uno stage dove vi troverete a controllare cinque Toad salterini, ed avrete un'idea piuttosto precisa delle "stravaganze" di Super Mario 3D World.
    Pur recuperando certi elementi dalla tradizione classica (funghi giganti dal primo episodio DS, piattaforme basculanti da 3D Land), questo nuovo capitolo non smette mai di rilanciare. Ci fa cavalcare un gigantesco mostro marino (Plessie) in sezioni quasi inspiegabili, e arriva addirittura a scimmiottare le rapide gesta dell'acerrimo rivale Sonic, in momenti sostanzialmente bidimensionali in cui si corre fra rampe e piattaforme per il turbo.
    Nel corso della prima parte dell'avventura il team di sviluppo sembra aver sacrificato un po' il level design, magari per lasciare che i giocatori metabolizzassero tutte le novità. Ci sono quindi degli stage tutto sommato piattini: alle volte troppo piccoli e poco sviluppati, alle volte semplicissimi e senza un elemento forte che li renda riconoscibili. Si torna a giocare con interruttori da premere in sequenza, griglie che si muovo ad intermittenza, piattaforme che corrono avanti e indietro sulle rotaie. I primi tre mondi (e purtroppo non sono pochi) sembrano insomma abbastanza insipidi sul fronte del level design, scivolano via quasi senza lasciar traccia. Si salvano alcuni stage tutti "in silhouette" (sembrano usciti dall'ultimo Donkey Kong) e poco altro. Nel corso della prima parte dell'avventura, insomma, a risaltare sono le mille novità nascoste nei blocchi piuttosto che la conformazione complessiva dei livelli.
    Per fortuna superati i primi mondi le cose migliorano nettamente. Continuiamo anzitutto ad essere investiti da una varietà e da un'inventiva che sembrano inesauribili: ci sono livelli in cui Mario si improvvisa trapezista, Boss Fight mai viste contro enormi serpenti e strani giullari, piccoli mondi in cui ci troviamo a guidare un Toad esploratore, che assomigliano ad una versione tridimensionale di Mario Vs. Donkey Kong.
    Sulle prime non è facile metabolizzare tutti questi cambiamenti, e viene quasi da pensare che la saga abbia perso un po' della sua genuina semplicità, cercando in tutti i modi di venire incontro a chi chiedeva a gran voce un rinnovamento. Ma è solo questione di tempo prima di innamorarsi: quando le strutture dei livelli si fanno più complesse e gli ingranaggi si affinano, tutto torna al posto giusto. A partire dal sesto mondo, poi, il titolo sembra quasi cambiare volto, trasformandosi addirittura in uno degli episodi più complessi della serie. L'ultimo mondo è un concentrato di squisitezze platform: nelle "Acque Mobili" troviamo delle enormi masse d'acqua che si spostano su e giù come fossero piattaforme, mentre nella valle dei "rimboblocchi" siamo costretti ad uno degli esercizi di salto più difficili mai affrontanti in un capitolo di Super Mario. Ma già nei mondi precedenti avremo incontrato stage ambientati in antichi castelli nipponici, altri giocati tutti all'interno di tubi a suzione (anche qui: reminiscenze da Sonic 2?), livelli tutti al buio, ponti invisibili rivelati dai tonfi dei Twomp.
    Giocando a Super Mario 3D World passano lunghe mezz'ore in cui l'avvio di un nuovo stage coincide puntualmente con un'espressione a metà fra il sognante e l'incredulo, e non si può far a meno di restare completamente ammaliati dal lavoro creativo del team. E forse è proprio questa l'intima vittoria del titolo Nintendo: questo suo non volersi fermare mai dall'inizio alla fine, in un turbinio costante di variazioni, esperimenti, echi e influenze.

    Eccezionale è anche il comparto multiplayer fino a quattro giocatori. La situazione è nettamente meno caotica rispetto a quella degli episodi bidimensionali, e qui non ci sono piattaforme da materializzare o salti involontari sulla testa del compagno. Scorrazzare per gli stage con tre amici è dannatamente divertente, soprattutto quando si va in cerca di quella stella che proprio non riusciamo a trovare.
    Molto indovinata è anche l'introduzione dei Mii Fantasma: rigiocando i livelli già affrontati potremo trovare i "ghost" di amici e altri giocatori, e sarà quasi naturale che si inneschi una competizione per chi riesce a raggiungere per primo il termine dello stage.
    Complessivamente, tuttavia, non sarà il multiplayer locale o quello "asincrono" ad allungare la longevità del titolo, che molti hanno additato come piuttosto contenuta. In effetti va detto che per raggiungere il castello finale ci si mette probabilmente meno di altri episodi: sarà per il fatto che alcuni stage si possono saltare a piè pari, oppure perchè i primi mondi non sono troppo ricchi.
    Bisogna però ribadire che, come sempre nel caso di Super Mario, il titolo assorbe facilmente tutto il tempo che gli si vuole dedicare: chi si spingerà alla ricerca di tutte le stelle e dei timbri abilmente nascosti nei livelli non deve temere i proclami da forum di chi dice di aver finito il gioco in un lungo pomeriggio. Sicuramente avrà perso per strada molti livelli, tanti bonus e le immancabili uscite segrete.

    Nuovi dettagli

    Super Mario 3D World è tutto nuovo anche sul fronte visivo. Il gioco si presenta con un look patinato, pieno di nuvolette e di shader brillantissimi, quasi come fosse una versione "pacioccosa" di Galaxy. Anche i nemici, i colori, le forme non hanno passato indenni la revisione, e tutti gli elementi mostrano qualche dettaglio nuovo, mai visto. Senza dover per forza arrivare fino alle Piante Serpiranha, striscianti versioni palustri delle più classiche piante carnivore, o ai lenti Formichi che migrano nel deserto, basta adocchiare i profili più tozzi dei Goomba, o le silhouette dei Boo che si intravedono anche quando i fantasmi si infilano dentro le pareti, per rimanere in qualche modo meravigliati e gongolanti.
    Lo stupore quasi fanciullesco per questo rifiorire di dettagli inediti, s'intenda, sarà tanto più forte quanto più antico sarà il vostro amore per Mario: ma anche se vi siete avvicinati ai platform della serie nelle ultime due generazioni, riuscirete ad avvertire sicuramente un po' della magia che, anche stavolta, ricolora mondi e dinamiche classiche, e le trasforma in un ibrido nuovo fra tradizione e modernità.

    Super Mario 3D World Super Mario 3D WorldVersione Analizzata Wii USuper Mario 3D World è senza dubbio alcuno il più importante intervento di riscrittura delle dinamiche classiche della serie dai tempi del Nintendo 64. Se vi aspettavate un capitolo regolare -una versione "in grande" di quella perla portatile che è 3D Land- dovrete ricredervi su tutta la linea. Il platform in arrivo per Wii U vibra di una forza nuova, esibisce costantemente un'ansia di rinnovamento che scuote le fondamenta dell'iconografia "mariesca". Dal look molto più scintillante fino ai contorni smussatissimi dei poligoni, passando per bonus inediti, nuove tute e nemici mai visti, Super Mario 3D World sembra essere pensato per mettere a tacere, una buona volta, chi accusa Nintendo di un dannoso immobilismo. E' vero che i primi mondi lasciano un (bel) po' a desiderare sul fronte del level design, ma dopo una parte centrale invece più solida, il titolo esplode letteralmente, esasperando il culto per il salto, la prontezza, la precisione. In questo suo percorso di crescita, comunque, resta sempre esemplare il lavoro di restauro e “coniazione” operato dal team. Super Mario 3D World inonda il giocatore con dettagli nuovi, variazioni inedite, stage che raccolgono influenze eterogenee. Considerato anche il numero non elevatissimo di livelli (e la durata misera di molti stage) qualcuno potrebbe storcere un po' il naso: ma è una smorfia che sarà completamente cancellata dall'entusiasmo di avere per le mani un episodio coraggiosissimo, vivace, tutto nuovo.

    9

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