Recensione Assassin's Creed 3 - La Tirannia di George Washington

Ultimo atto per la Trilogia di George Washington

Assassin's Creed 3 - La Tirannia di Re Washington
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Wii U
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Dopo L'Infamia e Il Tradimento è finalmente arrivata l'ora della Redenzione. Naturalmente stiamo parlando di Assassin's Creed 3, o meglio dell'episodico what if in tre parti intitolato La Tirannia di Re Washington. Con il terzo ed ultimo DLC, disponibile dal 23 Aprile per Xbox 360 e PC (il 24 per Playstation 3) si chiudono le vicende che hanno portato Ratonhnhaké:ton ad allearsi con Benjamin Franklin e le sue truppe ribelli per contrastare la tirannica dittatura di George Washington, soggiogato dalla sempreverde Mela dell'Eden. Come tutti ben sappiamo si tratta di una linea narrativa parallela, un loop temporale nel quale s'immagina una sorta ben meno nobile per lo storico condottiero. Dopo averci presentato la versione alternativa di George Washington ed avercene mostrato la brutalità, in Redenzione si tireranno finalmente le somme. La vicenda volgerà al termine e Ratonhnhaké:ton avrà finalmente la possibilità di vendicare la morte della madre.
    Nonostante il nuovo potere (in dono dallo Spirito dell'Orso) ed alcune quest piuttosto intriganti, chi si aspettava un finale in grande stile dovrà, almeno in parte, ricredersi. Non ci sono roboanti colpi di scena o battaglie campali particolarmente affascinanti a far da sfondo alla conclusione di questa trilogia. Redenzione mostra velleità piuttosto simili al precedente capitolo, risultando non certo sottotono ma sicuramente non all'altezza del capolavoro che molti auspicavano. La trilogia ne esce dunque in parte ridimensionata, risultando come un più che discreto contenuto aggiuntivo all'avventura principale ma senza trascendere (tutt'altro) dalla stessa.

    Tirando le fila

    A livello narrativo, come abbiamo già detto, non c'è molto da aggiungere a quanto già detto nei precedenti articoli (Infamia e Tradimento). Ratonhnhaké:ton e i suoi compagni di viaggio, in quest'ultima parte dell'avventura, giungeranno finalmente a New York con il solo scopo di deporre George Washington. Che la conclusione della vicenda sia vicina lo si intuisce sin dal principio: i protagonisti mostrano costantemente un certo senso d'urgenza: non c'è più tempo per pensare o pianificare, perché ora è il momento di agire concretamente; di colpire quanto più forte possibile la struttura tirannica instaurata da Washington e farla crollare.
    Dunque sarà l'azione il centro di questo terzo capitolo de La Tirannia, lasciando agli intermezzi narrativi un valore piuttosto secondario. Fatta eccezione per la scoperta di come si svolsero i fatti che portarono all'uccisione di Kaniehti:io e ad un finale dove ogni cosa tornerà al suo posto (anche storicamente), in Redenzione non c'è spazio per molte sorprese. Manca insomma, soprattutto a livello narrativo, quell'epicità a cui Assassin's Creed ci ha (quasi) sempre abituato. La colpa, a nostro modo di vedere, è soprattutto di una caratterizzazione di protagonisti e comprimari piuttosto sottotono: Ratonhnhaké:ton è lo stesso che abbiamo imparato a conoscere nel corso dell'avventura principale; Washington spicca a tratti per poi spegnersi improvvisamente nel finale e gli stessi ribelli (tra cui Benjamin Franklin e Thomas Jefferson) non hanno che un misero ruolo da comparse in questo capitolo. Si spengono dunque le aspettative di molti, che attendevano solo l'esplosione dei fuochi d'artificio. Polveri bagnate concludono dunque una trilogia convincente solo a tratti.

    Orso, Aquila e Lupo

    A livello ludico questo terzo capitolo si apre in maniera estremamente frizzante, quasi a voler dimenticare i fasti di un non troppo convincente secondo. Ratonhnhaké:ton e Benjamin Franklin sono diretti a New York via mare; durante il tragitto la nave si scontra con la flotta di Washington. Le sessioni navali che ne conseguono sono a dir poco entusiasmanti: una serie di battaglie dinamiche tra inseguimenti e fughe, che culminano in uno scontro "Davide contro Golia" con un'Ammiraglia dalle dimensioni a dir poco generose. Un'abbondante mezz'ora di pura perfezione, dalla quale rimanere completamente estasiati.
Peccato che, giunti alla terraferma, le velleità di un DLC iniziato con le marce altissime si spengano. Anzitutto dovremo affrontare il consueto "trip" che ci permetterà di ottenere l'ultimo potere legato agli Spiriti Selvaggi. Si tratta, questa volta, della Forza dell'Orso, animale da liberare dalle lance che lo trafiggono in una sezione che ricorda, pur alla lontana, Shadow of the Colossus. Le abilità garantiteci dallo spirito ci consentiranno, previo dispendio di un buon quarto di energia, di scatenare una potente onda d'urto nei dintorni - capace di sfondare portoni e cancellate, sbalzare via innumerevoli nemici e distruggere anche strutture murarie. Al di là dell'effetto su avversari (ed alleati) tale facoltà si presenterà del tutto scriptata ai nostri occhi: potremo cioè sfondare porte e cancelli solamente se previsto dai game designer. Questo rende la nuova abilità molto meno interessante, almeno sulle prime, delle precedenti. Le missioni e la progressione nella zona di New York, in ogni caso, hanno l'innegabile pregio di "costringerci" ad utilizzare tutto quello che abbiamo appreso fin qui.

    "Con un capitolo finale non spumeggiante come ci si aspettava si conclude una trilogia un po’ troppo altalenante per consigliarne l’acquisto “a scatola chiusa”"

    Pattugliata pesantemente, ad esempio, la cittadina non ci darà altra scelta che proseguire sempre e soltanto lungo i tetti, sfruttando il poco dispendioso balzo dell'Aquila per navigare tra un punto di interesse e l'altro con estrema facilità. Un'agevolazione di questo tipo risulta anche in questa terza parte d'avventura esagerata, portandoci praticamente ad evitare le strade (per non imbatterci in lunghissimi e tediosi combattimenti) e portare a termine un incarico dietro l'altro in men che non si dica. Un più attento bilanciamento, da questo punto di vista, sarebbe stato quantomeno auspicabile.
    Detto ciò bisogna anche sottolineare che la natura stessa degli incarichi non appare molto accattivante. Essendo in procinto di concludere l'arco narrativo, e dare dunque l'assalto finale a Washington, dovremo fare in modo da creare attorno alla sua fortezza-piramide quanto più trambusto possibile. Per farlo saremo chiamati ad affrontare una serie di incarichi principalmente votati a creare scompiglio: dovremo prima distruggere, sfruttando il potere dell'Orso, i portoni che permettono l'afflusso della guardia armata alla piazza principale. Poi mettere in atto tutta una serie di fattori scatenanti (proteggere un ribelle, impiccare una guardia, assassinare un comandante avversario..) che portino la gente alla ribellione; infine rubare una carovana colma di cibo da distribuire alla gente povera nel nome di Thomas Jefferson. Il tutto tramite una serie di missioni dallo svolgimento piuttosto canonico e non particolarmente impegnative, per una durata complessiva di circa due ore. Anche quella che dovrebbe essere una "battaglia campale" alle porte della magione del Re, in fin dei conti, si rivela uno scontro "one versus many" dall'appeal piuttosto ridotto.
    Conclusa questa "preparazione" arriverà il momento di avventurarsi verso la battaglia finale. Lo scontro è preceduto da un'interessante sessione d'investigazione all'interno della labirintica piramide di Washington, intervallata dalla necessità di arrampicarsi e strisciare nei suoi meandri evitando alcune semplici trappole. Giunti alla verità sulla madre di Ratonhnhaké:ton arriverà infine lo scontro con Re George Washington, forte dei poteri mistici della Mela dell'Eden. Il combattimento richiama le caratteristiche dei boss fight più classici, col giocatore chiamato a studiare un minimo le routine nemiche per capire cosa opporvi. Nel nostro caso si alterneranno sessioni nelle quali utilizzare il Manto del Lupo per diventare invisibili ad altre in cui sfruttare il Balzo dell'Aquila per schivare un attacco ad area e contrattaccare. In conclusione, grazie alla Forza dell'Orso, saremo in grado di sbalzare Washington dal suo "piedistallo". A voler essere sinceri anche in questo caso ci aspettavamo un scontro ben più epico, date le premesse. Considerando, invece, che non è nemmeno possibile fallire (ovvero morire) il combattimento, tentativo dopo tentativo, si risolve in breve.
    E' chiaramente l'affresco di un Downloadable Content partito forse con troppe promesse e, per quanto basato sulla solida struttura della campagna principale, non in grado di tenerle testa o superarla. Di momenti interessanti, anche in questo terzo contenuto, se ne sono visti: ma mai in grado di tenere testa alle forti aspettative dei giocatori.

    Assassin's Creed 3 Assassin's Creed 3Versione Analizzata Xbox 360Con un capitolo finale non spumeggiante come ci si aspettava si conclude una trilogia un po’ troppo altalenante per consigliarne l’acquisto “a scatola chiusa”. I poteri mistici degli antenati riescono a rinfrescare solo in parte il gameplay abbastanza stanco legato alla strutturazione originale e, ancora una volta, sono solamente le sezioni navali a dare veramente brio a tutta l’avventura. Peccato poi l’aspetto narrativo, sicuramente curato e ben diretto, non esploda nel finale epico che tutti si aspettavano ma si limiti a svolgere un ben preciso compito: interessante e funzionale ma certo non all’altezza delle aspettative che un nome come Assassin’s Creed porta con se. In definitiva un contenuto da non perdere solo se siete molto legati alla saga, mentre se siete tra quelli che cercano il cambiamento o che hanno trovato Assassin’s Creed 3 solo un “interessante passatempo” meglio rivolgere altrove la propria attenzione.

    7

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