Recensione BlazBlue: Calamity Trigger

I Picchiaduro tornano alle origini

Recensione BlazBlue: Calamity Trigger
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Psp
  • Il genere dei picchiaduro, ormai da qualche anno, vive in una sorta di limbo. L'innovazione tecnologica non ha portato la ventata di novità che i giocatori, ma ancor di più i designer, s'attendevano, e le due "chiese", quella tridimensionale di Tekken/Soul Calibur e quella fedele al tratto a matita di Guilty Gear/Street Fighter, non sono mai riuscite ad adattarsi per davvero alle sfide proposte dalle nuove console. Insomma, per dirla in due parole, i fighiting game aspettano ancora il loro Super Mario 64, un titolo talmente perfetto e paradigmatico da segnare la strada per tutti gli altri, in grado di indicare la via da percorrere. In un certo senso la recente uscita di Street Fighter IV ha segnato un deciso passo avanti in questa direzione: il riuscito ibrido made in Capcom ha senza dubbio rilanciato un genere che pareva destinato a perdersi fra la polvere degli scaffali di retrogaming, ma, nello stesso tempo, altri team erano al lavoro su progetti più o meno simili. Ne è un'ottimo esempio questo BlazBlue: Calamity Trigger, sviluppato da quegli Arc System Works già notissimi per aver dato i natali alla serie di Guilty Gear; uscito sugli arcade nipponici già due anni fa e poi proposto su Xbox 360 e Playstation 3 lo scorso anno, il gioco ha ricevuto critiche entusiastiche dalla stampa giapponese e, finalmente, è arrivato anche in America e nel Vecchio Continente.

    Sgombriamo subito il campo da eventuali incomprensioni: BlazBlue è un gioco strettamente classico, quasi ermetico nella sua struttura. Nei suoi cinque millimetri di plastiche laser-riflettenti racchiude trent'anni di picchiaduro bidimensionali raffinati al massimo. Tutto quello che gli Arc System hanno imparato, perfezionando di anno in anno Guilty Gear, l'hanno inserito qui dentro: la grafica in stile anime, il combattimento ultratecnico pieno di parate, counter e hit multiple, un motore grafico iperfluido. Siamo davanti a una summa assoluta che fa della sua aderenza al canone classico la sua forza maggiore. BlazBlue non vuole innovare, né fare esperimenti, ma sfrutta al meglio le potenzialità (in primis quelle grafiche) delle console moderne per far fare ai picchiaduro bidimensionali quel salto in avanti che aspettavano da anni. Le radici restano solide e affondano nei primissimi episodi di Guilty Gear, ma non trascurano la lezione tecnica di Street Fighter IV. Tecnicamente l'ultima fatica degli Arc System è una gioia per gli occhi, le arene sono completamente in tre dimensioni ma coperte da splendide texture in cel-shading, con oggetti in movimento, personaggi sullo sfondo e, in alcuni casi, vere e proprie scenette di contorno. Splendido è, giusto per citarne uno, il livello di Rachel Alucard (una ragazzina - vampiro molto tosta, che basa la sua strategia di attacco sull'uso di incantesimi a distanza), in cui ci troveremo a combattere dentro a un mare di rose rosse, i cui petali si alzano e danzano nell'aria in base ai nostri movimenti e all'andamento della lotta. Ma ci sarebbero molte altre location da segnalare, come l'arena dei gatti, o il livello dei bassifondi. I personaggi invece sono in un elegantissimo 2D ad alta definizione, con tantissime animazioni differenti, mosse speciali spettacolari e movenze assolutamente paragonabili a quelle dei migliori anime di Miyazaki. Volendo andare a cercare proprio il classico difetto puntiglioso si potrebbe dire che qualche sprite è leggermente sfuocato e che in un paio di casi le animazioni ci sono parse un po' legnose, ma nulla a che vedere con altri tentativi di fare grafica bidimensionale negli anni 2000; forse solo WarioLand su Wii riesce a tener testa alla grafica di BlazBlue. Sul versante stilistico, invece, le cose non vanno altrettanto bene: nonostante i personaggi siano ben caratterizzati e molto diversi fra loro, ci sono quelli pesanti, i classici piccoli e veloci, i guerrieri senza macchia armati di spada... si respira insomma una certa aria di già visto; Noel Vermillion è una specie di fusione fra Chun - Li e Cammy, Iron Tager è palesemente ispirato a Blanka, Taokaka si ispira nemmeno troppo velatamente a Yoshimitsu e a Panda di Tekken, mentre gli altri character sono tutti più o meno l'espressione dell'estetica manga più classica, con un paio di spiriti malvagi e le classicissime ragazze molto procaci e molto discinte. Anche qui, il discorso vale fino a un certo punto, dato che il punto di forza di un picchiaduro di certo non risiede nel carisma dei suoi protagonisti, ma un impegno maggiore non avrebbe di certo fatto male.

    Passando al gameplay, BlazBlue non è certamente un gioco semplice. La pressione forsennata e pressoché casuale dei tasti non vi permetterà di vincere neppure ai livelli di difficoltà più bassi, e già dopo un paio di round capirete che il cuore del sistema si basa sui contrattacchi e sulla barra del Calore. Più colpi metterete a segno più il valore di questo indicatore (che si trova a fondo schermo, proprio sotto il personaggio) salirà, permettendovi, come da tradizione, di accedere alle combo più devastanti. Alcune saranno addirittura disponibili solo una volta durante tutta la partita (di norma all'ultimo round, quando la barra di energia del nemico è sotto al 20%), mentre altre andranno sbloccate completando lo story mode con i vari personaggi. Le combo sono impegnative ma mai troppo frustranti, tuttavia l'uso di un pad dedicato è un consiglio che ci sentiamo di darvi: noi abbiamo recensito il gioco su Xbox360 ed è innegabile che la mancanza di un D - Pad sensato si faccia sentire. Arc System ha deciso, inoltre di venire incontro ai giocatori meno esperti, dando la possibilità di usare la levetta analogica destra come "contenitore" delle mosse speciali. Semplicemente inclinandola in una direzione potremo dar vita a vere e proprie carneficine, senza dover memorizzare alcuna combinazione di tasti o doverci curare del timing dell'avversario. Naturalmente questa opzione sarà immediatamente disattivata dagli esperti, ma può essere molto utile anche solo nelle serate fra amici, quando qualcuno di non troppo smaliziato con i picchiaduro vorrà cimentarsi nel gioco. Oltre alle suddette sono naturalmente presenti anche tutte le modalità classiche che abbiamo imparato a conoscere dai tempi di Karate Chan: l'allenamento, l'arcade, la storia e, infine, un nutrito comparto multiplayer che prevede partite sia in locale che su Xbox Live o Playstation Network, anche con i risultati classificati. Durante la nostra prova (effettuata su una Xbox 360 connessa wired con Fastweb Fibra) non abbiamo avuto alcun problema di Lag né disconnessioni troppo frequenti, anche se questo genere di problematiche tende a variare molto in base all'esperienza individuale.

    In definitiva BlazBlue è un grandissimo titolo, appagante, impegnativo e che sarà certamente amato da tutti gli orfani delle sale giochi. Tuttavia proprio questa sua estrema chiusura rispetto al nuovo potrebbe spaventare gli utenti più giovani che, magari, non hanno mai giocato un picchiaduro bidimensionale in vita loro e non sanno distinguere un D-Pad dalla sana vecchia levetta digitale dei cabinati. BlazBlue non fa sconti a nessuno e richiede una dedizione quasi religiosa per eccellere nel controllo anche di un solo personaggio. I vecchi forse storceranno il naso davanti a certe semplificazioni di massima (come l'uso dell'analogico destro per le combo finali) ma al di là di queste scelte, il gioco resta solido come i tronchi di abete cui i lottatori di Sumo tirano pugni per allenarsi. Sarà doloroso, forse, ma è necessario affinché le braccia rimangono forti; allo stesso modo BlazBlue si chiude su se stesso per garantire la sopravvivenza di un genere che, altrimenti, finirebbe per svendere la sua stessa anima.

    BlazBlue: Calamity Trigger BlazBlue: Calamity TriggerVersione Analizzata Xbox 360BlazBlue dividerà il pubblico. Pensato con in mente gli appassionati più coriacei dei fighting game, rischia di disorientare eventuali acquirenti più ingenui. Tuttavia la sua grafica scintillante e un sistema di combattimento complesso ma padroneggiabile, almeno a livello base, piuttosto facilmente ne fanno uno dei migliori Picchiaduro degli ultimi anni e di certo, il migliore di questa generazione, insieme a sua Maestà Street Fighter, naturalmente.

    8.5

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